Vorresti essere più coraggioso/a? Ma che cosa significa davvero “avere più coraggio”?
Se conosci un po’ di linguistica forse starai pensando che il coraggio è una nominalizzazione che deve essere ritrasformata in verbo: “fare qualcosa da te ritenuto coraggioso”. Il che implica che ci sia una certa dose di “timore” affinché si possa considerare un’azione coraggiosa. Nella ANL di oggi scoprirai un modo nuovo di vedere il coraggio ed anche un piccolo training per apprendere ed espandere questa abilità:
Sei riuscito ad ascoltarlo? Facciamo subito un po’ di chiarezza in più sul concetto di coraggio di cui ho parlato nell’audio. Non si tratta di una novità quella di vedere il coraggio come la tua capacità di uscire dalla zona di comfort ma è una novità rispetto a molti “approcci PNL” a questo argomento.
Nella PNL spesso si punta a trasformare una certa sensazione A in una sensazione B con un semplice togliere o aggiungere. È il classico caso del cambiamento delle sottomodalità e del collasso delle ancore per “aggiungere ad esempio curiosità” (come risorsa uguale e contraria) al timore, fino a quando non provi una forte attrazione per qualcosa che prima respingevi.
Questo intervento validissimo non è per niente facile da fare da soli, ed immagino che mentre leggi queste parole tu sia da solo e non abbia accanto un trainer di PNL;) oltretutto questo modo di procedere è utile per eventi specifici e serve altro lavoro per generalizzarlo ad altri contesti…
…per questo ho scelto un tipo di esercizio a- specifico per allenarti, attraverso un semplice principio (vecchio come il cucco;)) quello di addestrati a sopportare l’ambiguità della realtà che ti circonda. A vivere diversamente l’ignoto e ciò che ancora non conosci. Per farlo NON devi prepararti in modo specifico ma allenare un tuo mind set.
Questo mind set potentissimo può essere affinato giorno per giorno attraverso la meditazione. “Ahah ti aspettavi che ti dicessi di lanciarti con il paracadute?” e invece ti chiedo di sederti comodamente e di chiudere gli occhi!
A parete gli scherzi, ti invito a rileggenti i vari post sulla gestione del l’ambiguità della vita, una delle abilità migliori per vivere bene. Immagina di essere sdraiato/a su un prato o dove ti pare all’aperto, con gli amici. Ad un tratto qualcuno inizia a vedere qualche forma strana nelle nuvole, ti è mai capitato? Sicuramente è altrettanto certamente ti sarai riesco conto che ognuno vede forme diverse.
Secondo la psicologia “ognuno proietta i propri pensieri in quelle forme ambigue” è proprio su questo che si basano i famosi “test proiettivi” (come le macchie di Roshrarch). Noi siamo costantemente intenti a dare un significato agli stimoli ambigui e nel farlo ci proiettiamo noi stessi, con le nostre attese e le nostre convinzioni sul mondo, le nostre mappe…
…e sono proprio queste proiezioni a renderci schiavi dell’indecisione e quindi del timore non si tratta di semplici convinzioni ma di ciò che è alle spalle delle convinzioni, questo meccanismo proiettivo di identificazione con i nostri pensieri che possiamo “sabotare in modo produttivo attraverso la mindfulness“.
Anche l’aspetto cognitivo è importante ma secondo la mia personale esperienza resta zoppo senza una pratica di cambiamento interiore costante. Soprattutto quando si parla di un fenomeno così complesso come il “coraggio” qualsiasi cosa significhi per te, nel tuo mondo. E adesso come al solito bando alle ciance ed iniziamo con la pratica…
…ecco alcuni consigli che possono aiutarti a “diventare più coraggioso”:
1) Medita: il primo consiglio è quello di trovare una buona “pratica di meditazione” e in modo più specifico di meditazione vipassana o mindfulness. Perché ti permette di gestire la cosa più limitante per le persone “poco coraggiose”…le emozioni, più avanti approfondiremo questo concetto.
2) Decisioni: inizia a renderti conto che ogni tua giornata è costellata da tantissime decisioni, piccole e a volte grandi. Allenati ad utilizzare di più il verbo decidere, sia quando parli a te stesso e sia quando parli con gli altri. Ed agisci decidendo, partendo da quelle più piccole in modo da essere “più preparato” per quelle grandi.
3) Desensibilizza: In passato abbiamo svolto moltissimi esercizi di densensibilizzazione anche i famosi “shame attack” che purtroppo non sempre funzionano (questo la dice lunga sul principio del sostituire di cui si parlava prima). Segui i consigli dell’audio oppure dai un’occhiata a questa ANL sulla timidezza (qui trovi una concezione diversa del coraggio).
4) “Come Se”: quando devi fare qualcosa che richiede il tuo coraggio, fai finta di avere già quel coraggio, comportati come se avessi già quel coraggio. La ricerca in psicologia ha provato che comportarsi “come se” può dare ottimi risultati per migliorare il tuo atteggiamento mentale nei confronti del “coraggio e di come affrontarlo”.
Nell’audio non ti ho parlato del “come se“ perché mi è venuti in mente dopo!Ricordo che quando ero piccolo e non volevo andare a scuola fingevo di essere ammalato e alcune volte, fingevo e fingevo tanto che alla fine mi ammalavo sul serio. Ti è mai capitato?
Nel tempo ho scoperto essere un’esperienza comune. Fortunatamente questo principio funziona anche in positivo. I suggerimenti sono terminati ma prima di lasciarti voglio mostrati una cosa che ho battezzato “il paradosso della zona di comfort“.
Alcuni credono che se la loro “bolla confortevole” riuscisse ad espandersi a sufficienza non avranno più timore di nulla. Ecco le cose non stanno proprio così, in realtà ogni volta che ci troviamo di fronte al “nuovo” rimettiamo in discussione i confini della nostra ZDC.
In questo video del collega Luca Mazzucchelli ti mostro un modo leggermente diverso, potrei dire più psicologico, di interpretare la tua ZDC..
Sei riuscito a vederlo? Come hai notato non si parala solo del classico “vai e spacca” o del ma di un modo più soft come cambiare quelle piccole abitudini quotidiane: percorrere un’altra strada per andare a lavoro, fermarsi a parlare con uno sconosciuto, ecc. Parlando di “Zona di Comfort” (ZDC) non si può non citare Roberto Re…guarda il video leggermente diverso ma in sostanza si dice la stessa cosa.
Anche qui tutte cose utili a rendere più elastica la tua zona di comfort con tony diversi;) Piccole cose che puoi iniziare a mettere in pratica da subito, tenendo a mente che il primo esercizio è di grandissimo rilievo per me. Come ti dicevo nell’ audio molti credono di poter rendere talmente elastica la loro ZDC da poter poi “stare sereni ovunque”.
Questo è impossibile, la cosa migliore da fare è invece iniziare ad assumere quel mindset, che abbiamo esplorato approfonditamente con tutti gli esercizi di meditazione e di disidentificazione ti permetta di gestire ogni situazione stressante momento per momento…sfida dopo sfida… giorno dopo giorno.
La meditazione ti permette di fare quel passaggio oggi sempre più utile, facendoci entrare in uno stato “non giudicante“, puoi apprendere con un po’ di pratica a giudicare sempre meno te stesso e in questo modo dare sempre meno peso anche ai giudizi degli altri.
Ed è facile intuire che la maggior parte del coraggio va spesa nelle relazioni sociali 😉 Meditazione e Zona di Comfort sono due concetti che messi assieme creano un classico paradosso: da un lato si chiede di “non fare nulla per avere un cambiamento” mentre dall’altro si chiede di agire per cambiare.
Evita di preoccuparti tutta la vita è un paradosso, anzi di solito le cose che funzionano nella psicologia hanno spesso qualcosa in comune con il paradosso 😉 Ciliegina sulla torta, a proposito di paradosso un video sul coraggio di Giorgio Nardone (se vuoi ascolta anche solo fino al 1e29…dopo è tutta – sacrosanta – promozione al suo lavoro 🙂
Anche qui c’è la dicotomia paura-coraggio ma se ascolti bene potrai notare che le nostre due concezioni di coraggio sono simili.
“forse la paura è fra gli elementi della nostra psicologia individuale il più bistrattato, come se dovesse essere eliminata […] ma in realtà, se noi analizziamo il suo contrario il coraggio, il coraggio non è altro che la paura vinta. Si nasce con la paura, si diventa coraggiosi, in virtù della nostra capacità, di utilizzare la paura e farci andare oltre i nostri limiti“
…molto carino 🙂 Nardone ribadisce il suo concetto di “paura” come di una “insegnante” e che il coraggio non è altro che la “paura vinta”. Oggi “mi voglio rovinare” ecco un ultimo e davvero interessante video dove Giorgio Nardone mostra la logica del problem solving strategico nella resistenza al cambiamento ed inizia proprio parlando di coraggio:
Quando parla della tecnica dello scalatore, puoi anche tu cercare di applicarlo come semplice esercizio mentale, magari mentre fai l’esercizio del punto 3.
Mi piace come Nardone divulga il suo lavoro, ma in realtà mi duole sottolineare per amore della materia che non è proprio tutta farina del suo sacco (Leggi “Terapie non comuni” di Haley e poi riascolta la conferenza;))
E poi ti parla del “come se” che lui chiama “lo scenario al di là del problema” ma te lo fa fare molto bene. “Comincio oggi a fare come se fossi già al di là del problema, scelgo la cosa più piccola e la faccio” con l’effetto palla di neve. Se non l’hai guardato prenditi una mezz’oretta e guardalo.
Bene, siamo arrivati alla fine e ti ringrazio per essere arrivato fino a qua… se il post ti è piaciuto, trova il coraggio di cliccare su mi piace (senza timore del giudizio dei tuoi contatti su fb)e fammi sapere cosa ne pensi lasciando un commento.
A presto
Genna