Ciao,
hai letto il titolo di questo post? stai pensando che sono impazzito? forse un po’. Probabilmente hai visto il famoso film Matrix, non è vero? in questo fortunato film si scopre che la realtà che pensiamo di vivere è finta, virtuale, costruita dalle “macchine” al fine di farci vivere in uno stato vegetativo e poterci, in questo modo, succhiare energia per il loro funzionamento.
“Ok , e tutto questo cosa c’entra con la psicologia e la meditazione?“…
Sai a cosa serve meditare? serve per apprendere come distinguere i tuoi “pensieri” dalla “realtà cheti circonda”. Questa non è evidentemente la sua definizione standard ma ci casca a pennello. Meditando sveli quell’incessante chiacchiericcio mentale autonomo, riuscendo a fermarlo per”vedere in profondità” dentro di te (non per nulla vipassana, significa vedere profondamente e si tratta della più antica forma di meditazione buddista).
Di cosa sono fatti i “pensieri della mente”? Si tratta di pensieri, idee ed “immaginazioni” che si sono automatizzate principalmente per farci vivere meglio. Infatti, come probabilmente saprai,il cervello è una macchina “a risparmio energetico”che cerca, in tutti i modi, di evitare i dispendi di energia. E lo fa riproponendo le vecchie soluzioni, attraverso le famose “euristiche di pensiero”.
Queste ci permettono si di risparmiare energia maallo stesso tempo creano “la Matrix”…. come?Facendoci credere che “quei pensieri” siano larealtà. E questi pensieri, oggi, sono sempre piùinquinati dai mass media che vi riversano dentro”paura” e “violenza”, e molto altro ancora, con unsolo fine: “vendere” 🙂 o meglio fare in modo d’influenzare i nostri atteggiamenti in qualsiasi campo.
Convinzioni, valori e atteggiamenti sono tutti profondamente influenzati dalla società che ci circonda. E noi tendiamo ad identificarci, non solocon ciò che ci circonda all’esterno, ma anche esoprattutto con i nostri pensieri. Così se una vocina interiore ti dice: “se non hai la villa in costa smeralda sei una caccola”… noi tendiamo a crederle. Tendiamo ad identificarci con essoe con le emozioni che ne scaturiscono.
Se ultimamente stai seguendo il blog e tutte le”derive mindfulness” sai che il primo obiettivo da raggiungere attraverso queste pratiche prende il nome di “disidentificazione”. Cioè della capacitàdi NON identificarsi con i pensieri e le emozioni che ci balenano, automaticamente, nella testa.E proprio mentre stavo svolgendo la mia pratica quotidiana ecco mi salta alla mente la metafora,o meglio l’analogia… il pensiero automatico come “Matrix”.
Ovviamente non sono stato l’unico a pensare a cose del genere, visto che da secoli in varie culture la “matrix” ha un ruolo fondamentale. Ti basta pensare al velo di Maya, alla caverna di Platone, ecc. Tutti danno lo stesso messaggio:ciò che percepisci dalla realtà è solo un riflesso di ciò che la realtà è davvero. E attraverso la meditazione questa intuizione sorge quasi spontaneamente.
Immagina di star meditando, magari con il classico bodyscan. Sei lì che stai portando la consapevolezza sulle tue gambe, quando ti metti a pensare quanto sarebbe bello essere al mare 😉 te ne rendi conto e da bravo meditante, allontani con dolcezza questo pensiero e ritorni con altrettanta dolcezza sul tuo corpo.
Ora è evidente che il corpo, con tutte le sue sensazioni si trova… dove si trova? esatto si trova nella realtà. Mentre il desiderio di essere al mare dove “si trova?” esatto nella tua mente, nella “matrix” che nel tempo si è creata dentro e fuori di te. Ecco perché penso che la meditazione, così come tante altre metodiche di crescita personale ci liberino da questa “matrice” che, è sempre più influenzata ad arte per controllare i nostri atteggiamenti.
Ok, adesso chi non conosce la mindfulness potrebbe dire: “sono d’accordo ma il desiderio di andare al mare, non aumenta la probabilità che tu faccia delle azioni per andarci?“. La risposta è assolutamente si, ma questo non toglie che in quel momento tu stia facendo “altro”. Tu stia spostando volontariamenteed intenzionalmente la tua consapevolezza sul corpoe non sull’andare al mare. Per cui non si tratta di un modo per auto-scoraggiarsi, ma per allenarsi a restare “sul pezzo”…cosa oggi sempre più rara.
Qualche “costruttivista” potrebbe invece dire: “sicerto, ma esistono tante matrix quanti esseri umaniesistono”. Ed in parte è vero, ma la nostra società ne ha costruita una perfetta e lo ha fatto usando i mezzi di comunicazione, facendoti sentire una nullità se non hai l’ultimo modello di cellulare.
Possiamo dire che esistono “costruzioni mentali utili ed inutili”, pensare quello che ti ho appena detto sul cellulare è sicuramente inutile e limitante mentre pensare che “la gente è fondamentalmente buona” è una “costruzione/convinzione utile e liberatoria. Per cui ci sono matrix che imprigionanoe matrix che liberano…
…e tu quale scegli?
A presto
Genna-Neo 😀