Sai cosa sono le “pratiche informali mindfulness“? Si tratta di tutti quei tipi di meditazione basati sul portare la consapevolezza piena ad una qualsiasi attività quotidiana.
Qui su Psinel ne abbiamo già viste molte: camminando, mangiando e anche mentre si prende il sole. Sono tutte pratiche di consapevolezza informali perché non sono strutturate. Queste hanno enormi vantaggi e ne parliamo nella ANL, clicca sul play per ascoltare:
Sei riuscito ad ascoltarla? Quindi le pratiche non formali di mindfulness hanno sempre come base la pratica. E la possiamo paragonare al mettersi o restare “in forma”. Come dice R. Siegel, se vuoi allenarti puoi farlo cambiando le tue abitudini quotidiane magari evitando l’ascensore per prendere le scale ecc.
Ma se vuoi davvero allenarti devi andare in palestra!
Si, non necessariamente in palestra ma devi in un qualche modo strutturare e programmare le tue attività. Il cambiamento delle abitudini è paragonabile alle pratiche informali di mindfulness, dove invece di programmare di essere presente, lo fai ogni volta che te ne rendi conto…anche in questo momento mentre leggi queste righe.
Così come fare le scale, andare a piedi a lavoro o giocare con il tuo cane, possono aiutarti in caso tu decida di andare in palestra… portare la tua attenzione in modo pieno di tanto in tanto durante la tua giornata può aiutarti quando pratichi in modo formale, come quando pratichi il bodyscan, il respiro o qualsiasi altra pratica formale o strutturata…
…e poi ci sono i “full immersion” come i ritiri nella meditazione o i seminari nelle palestre o una bella SPA rigenerante. È chiaro che anche questo tipo di attività sostiene le altre due.
Così la pratica informale a cui è dedicata la ANL di questa settimana diventa non solo un modo “per meditare” ma si trasforma anche in una preparazione alla vera e propria meditazione. La sostiene e a sua volta lei sostiene tutte le altre pratiche.
La logica è esattamente la stessa, la pratica nella meditazione dovrebbe seguire il tuo stile di vita ed il tuo modo di essere. Se ad esempio sei già bello ti interesserà un bel programma impegnativo che stimoli il tuo corpo. Se invece inizi da zero, già fare le scale ed andare a piedi può essere un buon esercizio per iniziare.
Ecco la struttura della pratica informale:
1) Scegli l’oggetto: perché scegliendo l’oggetto di attenzione scegli anche il canale che intendi occupare. Se scegli il corpo alleni il cinestesico, se scegli il canto degli uccelli l’auditivo e se scegli i colori del mare…indovina 🙂 esatto, visivo.
Come vedi questi concetti non si allontano troppo dalle prime concezioni della PNL e di come entrare nell’ uptime. Il mio consiglio è quello di utilizzare poco per volta tutti i sensi.
2) La pratica: Una volta scelto l’oggetto della tua meditazione portaci tutta la tua attenzione ed ogni volta che ti accorgi di distrarti, complimentati con te stesso per essertene accorto e ritorna a prestare attenzione in modo gentile.
Come dice Siegel, è un po’ come addestrare un cagnolino, ogni volta che cambia direzione, lo riporti gentilmente sulla strada giusta, senza cattiveria ma gentilmente, altrimenti poi non ci fila più. O si gira e ci morde!
3) Tieni traccia: se vuoi puoi tenere traccia delle tue meditazioni informali ma senza esagerare altrimenti diventano formali:) potresti usare il quaderno degli esercizi di PsiNeL per farlo.
Non è necessario segnare tutte le cose che noti, sarebbe impossibile, ma per lo meno puoi scrivere con quale senso vuoi iniziare o a quali oggetti o azioni desideri appoggiare la tua attenzione.
Facilissimo: scegli l’oggetto di attenzione, ci dirigi la tua attenzione ed ogni volta che questa si distrae, tu la riporti indietro “come se fosse un cucciolo curioso”.
Qui sotto trovi uno slide show che ti mostra in un riassunto le pratiche informali di concentrazione.
Le hai viste? le ha fatte Chiara la mia compagna:) E’ una breve sintesi di queste pratiche informali, ma come di certo avrai notato è possibile farlo in ogni istante, anche adesso mentre leggi. Anche mentre leggi il giornale al mattino, mentre fai colazione, mentre esci di casa per andare a lavoro o anche solo mentre chiacchieri con un tuo vicino di casa…
…insomma come sempre il limite sta nella nostra fantasia e soprattutto nella nostra capacità di ricordarci di portare consapevolezza durante le nostre attività quotidiane. Un modo interessante per ricordarsi è quello di portare con noi qualcosa che ce lo ricordi, come un braccialetto o un simbolino sul cellulare.
Infine esistono delle pratiche che “sconfinano” con quelle formali, come “lo spazio di respiro”. In cui ci si ferma e si fa una rapida meditazione sul respiro per 3 minuti di orologio. Personalmente colgo ogni occasione per utilizzare questa pratica: da quando aspetto al mattino che il caffè venga fuori dalla moca a quando aspetto il paziente fra una seduta all’altra. Se sei appassionato di chitarra sicuramente avrai la tendenza a giochicchiare con le dita ogni volta che ti è possibile.
Così da ex batterista giuro che ho rischiato più volte il linciaggio tamburellando sui tavoli nei bar! La meditazione informale può essere fatta con lo stesso spirito, lo spirito di chi ha compreso la vera forza di questo tipo di esercizi. E purtroppo, per comprenderlo, la pratica informale spesso non è sufficiente.
Per questo t’invito a farla ma sempre accompagnata da quella formale, perché ti ricordo che se vuoi imparare a suonare uno strumento dedicarsi solo pochi minuti al giorno difficilmente ti farà raggiungere risultati tanto interessanti da spingerti a continuare…
…se invece pratichi per almeno 2 mesi tutti i giorni in modo formale, così da poter sentire i benefici di queste potentissime pratiche...allora diventa molto più facile iniziare a portare attenzione anche durante la tua quotidianità.
Ti lascio con un video di Ronald D. Siegel dove ci racconta la “metafora della palestra” e ce lo dice in un post dedicato alla psicologia positiva e a come “diventare più felici“:
Sei riuscito a vederlo? dopo aver parlato un po’ di come si stia evolvendo la ricerca sulla “felicità”, che gli addetti ai lavori chiamano “psicologia positiva”, ci parla subito della meditazione e di quanto questa sia una “porta verso la serenità interiore“.
Come ti ho raccontato nella ANL ho preso proprio da lui la distinzione fra pratiche formali ed informali… ti ultra consiglio il suo libro “Qui e Ora”…di cui parleremo ancora a lungo! Come sempre fammi sapere cosa ne pensi lasciando un commento qui sotto. E se ti è piaciuto il post ti invito a cliccare su mi piace!
A presto
Genna