Ciao,
negli ultimi anni, durante i miei corsi dal vivo, ogni volta che ho parlato di Giacomo Rizzolatti ho detto “speriamo che vinca il Nobel” (se ci sei stato, lo sai). Rizzolatti è lo scopritore dei neuroni specchio, di cui abbiamo parlato in lungo e in largo. Se ti interessi di psicologia e non li conosci non sei indietro di 1000 anni:) L’amico Marcello Mancini mi ha consigliato questo video molto bello… ho deciso di commentarlo insieme a te…qui troverai alcune delle più moderne scoperte in questo ambito, direttamente dalla voce di chi ha effettuato questa sconvolgente scoperta.
Rizzolatti inizia parlando della differenza fra due scuole filosofiche, quelle che credono che riusciamo a comprendere le intenzioni altrui perché facciamo un ragionamento logico che ci porta a comprendere che, se ad esempio un tizio ci viene in contro con un coltello in mano, possiamo facilmente intuire che le sue intenzioni possono non essere positive nei nostri confronti. Il punto di vista della fenomenologia è diverso, “riusciamo a comprendere gli altri perché in un qualche modo noi li imitiamo“.
Se guardiamo una persona fare un certo tipo di movimento, i nostri neuroni specchio si attivano e riproducono esattamente quello schema di tipo muscolare. Rizzolatti dice: anche se non vediamo esattamente tutti i piccoli movimenti delle maniche sta facendo una persona che afferra un oggetto, dentro di noi si attiva quello stesso schema motorio. Il che indica che non è una interpretazione cognitiva di quello che facciamo ma una copia husserliana cioè una copia fenomenologica di quello che avviene”.
In questo video eccezionale si vede addirittura un pezzetto di sperimentazione, quello dove si sentono quelle scariche di”trattatata” 🙂 dove dimostra che il cervello della scimmia non risponde al movimento dello sperimentatore, ma all’intenzione di afferrare la nocciolina. In questi esperimenti dimostrano che questo tipo di neuroni non si limitano ad “imitare” il comportamento, ma in una qualche misura lo comprendono…
…riescono a capire che stai facendo proprio quella specifica cosa, come ad esempio afferrare o altro. Questo, come si vede nel video, anche in assenza di stimoli specifici, cioè solo come ipotesi. La scimmia riesce ad ipotizzare che se la mano va dietro al pannello oscurato, sta per afferrare l’arancio (devi vedere il video per capirlo). Ma come dice Rizzolatti non si tratta di una comprensione “umana”, ma di un “mezzo”…
…i neuroni specchio sono un mezzo che traduce gli stimoli visivi in un pattern motorio. Sono aree che replicano gli schemi motori che a cui siamo esposti. “Abbiamo una replica nel nostro cervello di quello che fa l’altro”, dice lo scienziato.Negli ultimi anni questi neuroni sono stati trovati in altre specie animali, come gli uccelli, ma soprattutto in altre zone del sistema nervoso. Il dato più interessante per noi… è che sono stati trovati anche nel sistema limbico, la zona che regola le emozioni.
Il disgusto è l’emozione che l’equipe di ricerca ha preso di mira.In pratica hanno mostrato alcuni filmati in cui i protagonisti,annusavano cose nauseabonde, mostrando appunto la mimica del disgusto. Prima di vedere i filmati è stato fatto annusare un prodotto schifoso ai partecipanti, in modo che avessero ben chiaro cosa volesse dire annusare quel prodotto.
Quando i soggetti vedevano il filmato, in loro si attivavano gli stessi schemi del disgusto. In altre parole “il tuo disgusto mi disgusta” ed è stato provato che anche il dolore funziona con meccanismi molto simili. Guardare scene in cui ci sono persone che si fanno del male, in stile the jackass, ti fa provare gli stessi schemi del dolore.
E’ forse per questo che noi maschietti proviamo un senso di”quasi dolore”, guardando qualcuno che si prende un calcio nelle palle? si, credo sia proprio così, perché a solo immaginarlo già posso sentire un po’ di dolore 🙂 Ma la cosa più bella, a cui ovviamente chiunque abbia mai sentito parlare di neuroni specchio ha sempre pensato… è che queste antenne sono quelle che forse hanno permesso la nostra evoluzione.
L’essere umano ha bisogno di saper imitare i comportamenti che vede ed apprenderli subito. Questo non succede agli animali, che devono aspettare un sacco di tempo prima che un apprendimento venga geneticamente trasmesso. Ecco come queste antenne hanno contribuito alla nostra evoluzione e come forse, contribuiranno ad una mentalità migliore in questo terzo millennio… viste tutte le implicazioni etiche che derivano dalla semplice ed intuibile idea…
…se il tuo dolore è anche il mio…allora perché dobbiamo farci del male? …il delirio del venerdì è finito…buon weekend.
A presto
Genna
Ps. come hai visto nel video, non sono l’unico a pensare che Rizzolatti meriti il Nobel…in questo link trovi una intervista “del mio stesso parare” 🙂