Ciao,
se conosci la PNL di certo avrai sentito parlare della nota”integrazione delle parti”…ma anche se non ti occupi in modo diretto di PNL ma di qualche altra branca della psicoterapia moderna ne avrai sicuramente sentito parlare. E’ da un po’ di tempo che ti parlo degli studi da cui deriva la “Psicologia Neurolinguistica“;-)
Praticamente ogni teoria psicologica che abbia tentato dispiegare il funzionamento della psiche si è imbattuta e/o ha suddiviso il nucleo centrale della personalità in sotto-parti. In breve quando si vive un disagio questo è dovuto al mancato accordo fra queste parti…
La stessa cosa avviene nella ipnosi, infatti una delle prime avvertenze tecniche è quella di far sapere al cliente che tu non parlerai alla sua mente conscia ma ben si al suo inconscio…e anche queste possono essere considerati come parti della tua personalità. Erickson utilizzava l’artificio retorico di dire “non preoccuparti di ascoltare…tanto sarà il tuo inconscio a fare tutto il lavoro” 😉
Con questa semplice frase Erickson, oltre a creare una mini dissociazione stava effettivamente chiarificando il ruolo che hanno le due parti nel lavoro da svolgere insieme. E gran parte delle sue azioni sono portate ad un loro”compromesso”.
In PNL la tecnica più famosa per lavorare con le parti è di certo la “ristrutturazione in 6 fasi”, dove si individuano le parti in conflitto e le si fanno dialogare, cercando (da una terza parte, quella creativa) di sviluppare un nuovo modo per soddisfare quel determinato bisogno.
Ecco, in breve, la ristrutturazione in 6 fasi: (è lo schema classico, per cui visto che il post è molto lungo, se già lo conosci puoi saltarlo)
1) Identifica il comportamento da cambiare…
2) Entra in contatto con la parte che genera il comportamento… entra dentro te stesso e stabilisci dei segnali si/no…chiedendoti “la parte che mi fa fare X è disposta a parlare con me?”…e aspetta la risposta…
3) Separa il comportamento della intenzione, chiedendoti che cosa vuole ottenere per il mio bene la parte X facendomi fare quello che faccio? Continua ponendoti questa domanda sino a quando non pensi di aver trovato l’intenzione positive…fidati dell’inconscio;-)
4) Ora entra per bene dentro di te, magari con un piccolo rilassamento e chiedi al tuo inconscio di trovare la tua parte creativa. Quando l’hai trovata chiedi a questa parte se è disposta a trovare 3 comportamenti alternativi e positivi da fare per soddisfare l’intenzione positiva…
5) Chiedi al tuo inconscio se è disposto a mettere alla prova uno di questi nuovi comportamenti nei giornisuccessivi.
6) Chiediti se il nuovo comportamento sarà buono per tee per le persone che ti sono intorno nel futuro. Se la risposta è positiva “vai tranquillo”…altrimenti cerca un altro comportamento che soddisfi l’intenzione…
Una seconda alternativa, motlo più facile, ma che utilizzasempre l’integrazione fra le parti è quella del collasso delleancore. In pratica si tratta di far emergere le due particontrastanti e di unirle fra loro, in modo da creare un terzostato che le metta “d’accordo”…
Il teorico che sicuramente ha fatto di più in questo campo è stato Roberto Assagioli con la sua psicositesi. E fra parentesi è utile ricordare che Bandler ama citarlo con una delle fonti principali della PNL. Nella psicosintesi esiste un concetto molto interessante di sub-personalità…
…scopo principale della terapia sarebbe fare in modo che tutte queste sotto-personaltià (o parti) si armonizzino in una loro “sintesi coerente”. Per fare in modo che non vi siano dei sotto-conflitti che frenano le potenzialità dell’individuo.
Per fare un esempio fra i più classici, se tu volessi amare completamente una donna (se sei un uomo;-) ma dentro di te ci fosse una parte che dice che “le donne sono tutte delle p______ e che non bisogna fidarsi” ecco che, nonostante tutti i tuoi sforzi, quella “parte inconscia” (che porta avanti una convinzione) ti limita…
Come avrai intuito ogni forma di psicoterapia ha dovuto fare i conti con le reti stato dipendenti…una teoria molto affascinante sviluppata da Ernest Rossi…la quale afferma che, ogni apprendimento avviene all’interno di una cornice…e questo è dipeso dallo stato in cui ti trovavi quando hai imparato.
Sarebbe proprio questo meccanismo di apprendimento a far nascere le differenti “parti interiori”, e anche se all’inizio sarebbe il contesto a farlo scattare, dopo un po’ di tempo il processo si cronicizza generalizzando quello che si è appreso. Chiaramente esistono delle parti che non sono dipese dall’apprendimento, come la differenza funzionale fra l’emisfero destro e quello sinistro…
ma le parti che si integrano nel lavoro di intervento sono quelle che emergono durante la vita, e quindi quelle che sono state apprese. Come avrai intuito tutti i modelli di cambiamento hanno una qualche teoria sulle parti, a partire da Freud (Io, super-io ed Es), passando per l’analisi transazionale (con tutte le istanze dell’IO) fino ad arrivare alla “nostra PNL” 🙂
Sia la Satir che Perls utilizzavano l’integrazione delle parti…ecco la descrizione della Satir:
“Noi tutti abbiamo abbiamo una serie di parti diverse, ciascuna con aspettative di autore alizzazione. Queste parti spesso trovano difficile andare d’accordo…e possono avere influenze inibitorie reciproche….
…il processo “del party delle parti” offre alle persona una opportunità di osservare queste parti e apprendere come possano funzionare più armoniosamente, quando cooperano invece che competere” (Satir e Baldwin, 1983).
Concludendo: ogni volta che fai una integrazione delle parti ricorda di avere a che fare con delle reti neurali attive e che quindi più è specifica la parte che richiami e più semplice sarà integrarla con un’altra parte (anch’essa specifica)…
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A presto
Genna