E’ davvero possibile “zittire il dialogo interiore” senza diventare un monca Zen? questo è ciò che vedremo nella ANL di oggi che, come ti avevo promesso, sarà dedicata ad un bel esercizio del “nuovo codice della PNL” tratto dal corso fatto insieme ad Aderea Frausin, prima di tuffarci in questo meraviglioso esercizio, corri adesso ad ascoltare la intervista che ho fatto ad Andrea (in caso tu non l’abbia fatto) altrimenti, per citare una pubblicità recente “godi solo la metà” 🙂

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Sei riuscito ad ascoltarlo? Come hai visto parto subito con una piccola obiezione che mi ha fatto in privato Andrea, qualcosa nessuna più o meno così: “lo stato di apertura mentale che si genera con gli esercizi del new code, non corrisponde alla tua metafora del fiume“.

Ho tirato fuori questa metafora, quando ti ho parlato di come usare il presente come ancoraggio, o meglio come “salva gente”…   …ed effettivamente questi stati sono generati nel nuovo codice della PNL non come “salvagenti” ma come attivatori di uno stato non concettuale che facilità l’apprendimento.

Ed in effetti Andrea descrive la PNL come una metodologia orientata all’apprendimento veloce. In modo particolare a quel tipo di apprendimento inconscio che si attiva (aggiungo spontaneamente) nel modeling.

Nell’ultimo libro di Grinder e Pucelik “the origins Of neuro-linguistic programming” chiamano in causa i diversi pionieri che hanno fatto parte dei primi gruppi di studio della PNL (gruppo meta) e quasi in tutti gli interventi più interessanti (a me piace un sacco quello di Gilligan, che tra l’altro riporta una citazione che gira qui su PSINeL da diversi anni) viene fuori questa differenza…

…fra l’apprendimento dei pionieri, basato esclusivamente sull’inconscio, contro quello dei modelli successivi invece molto razionali, che usano cioè un “modello standard” di modellamento (scusa il gioco di parole). Come ad esempio il fallimentare modello delle strategie in PNL …se come me hai studiato il malloppo e di Dilts “PNL” sai a cosa mi sto riferendo. Si un fallimento perché nessuno ha sviluppato quel tipo di modellamento con le “quadruple”.

Per avere maggiore accesso a questo stato che non si può descrivere completamente a parole (come se con altri stati si potesse fare;)) poiché, ti ripeto, non basato sui concetti, cioè sulla razionalità ma sulla intuizione, sull’inconscio… Grinder e collaboratori (Andrea compreso) hanno studiato diversi “giochi” utili per creare uno stato generativo e soprattutto soggettivo, poiché ognuno lo utilizza a proprio modo…   …uno di questi giochi è stato anticipato nella nostra intervista, ma non specificato.

Oggi lo vedremo e lo proveremo insieme…eccolo:

1) Sega mentale: trova una situazione su cui sei solito farti qualche “sega mentale”. Per iniziare trova qualcosa di non troppo fastidioso, una esperienza che tu possa gestire nel qui ed ora.

2) Ascoltala: ascolta il tuo dialogo interiore mentre pensi a quella situazione…limitati ad ascoltarlo senza agire sulle sotto modalità.

3) La lingua: mentre lo ascolti, appiattisci di colpo la lingua nella parte bassa della bocca e nota che cosa succede. Probabilmente avrai notato che, anche solo per pochi istanti, il dialogo interiore si è zittito.

4) Pratica: ripeti più volte l’esercizio fino a quando non ti sembra di essere diventato bravo a notare quel momento di silenzio interiore, se non ci sei riuscito prova a massaggiarti la mandibola e riprova.

La ripetizione dell’esercizio non serve per creare una sorta di “collasso delle ancore” dove “aggiungi” un  tipo di stato ad un altro. Ma serve per aumentare la consapevolezza di come ti sentì quando riesci a zittire (momentaneamente) il dialogo interiore e questo può portare ad un emergere di nuove opzioni e di nuove scelte.

Il concetto di “nuove opportunità” è tanto caro ai pionieri della PNL, che si è posta da sempre come un “metodo” per allargare le nostre “mappe” al fine di avere una maggior quantità di opzioni.

Una “mappa povera o distorta” non ci mostra tutte le possibili vie per arrivare in un luogo. Se invece abbiamo una mappa più completa, e per caso troviamo un ostacolo nel nostro percorso…   …allora questo ostacolo può essere superato solo se si conoscono “altre strade” …

Ma quante strade sono necessarie per essere davvero flessibili? La risposta non esiste ed ecco perché è utile avere uno stato “non concettuale” a nostra disposizione non tanto per zittire l’antipatico dialogo interno che tortura molti (cosa di per se utile) ma per avere una visione allargata di ciò che stiamo facendo.

E parafrasando un altro presupposto della PNL e cioè che noi abbiamo già tutte le risorse che ci servono per raggiungere i nostri obiettivi…allora forse si può dire che uno stato non concettuale, similmente al lavoro ipnotico (ma in modo diverso), ci permette di avere una visione più ampia su queste risorse.

Quindi non si tratta di “scegliere le nostre risorse” ma di lasciare che sia la nostra “mente saggia a farlo per noi”

…ancora una volta non so se Andrea sarà d’accordo con me, speriamo di riuscire a sapere cosa ne pensa;) nel frattempo mi piacerebbe sapere Tu che cosa ne pensi! Ha funzionato con te l’esercizio? Lascia un commento qui sotto e se ti è piaciuto il post clicca su mi piace!

A presto
Genna