E’ davvero possibile rialzarsi dopo ogni colpo? questa domanda “da pugili” è la stessa che si pongono da anni migliaia di psicologi. Coniando il termine “resilienza“, letteralmente la capacità di riprenderti dopo aver subito un “trauma”…di qualsiasi entità. Se segui PsiNeL sai che ne abbiamo parlato molto, perché questi tempi sono quelli in cui il resiliente… vive meglio. http://www.psicologianeurolinguistica.com/resilienza1.mp3 Sei riuscito ad ascoltarlo? un semplice esercizio da fare con carta e penna. Che ti permette di fare qualcosa che spesso non fai, ragionare su eventi passati negativi. Molte metodologie di crescita personale sono orientate a mostrare solo il lato “positivo delle cose” ma ti assicuro che è utile anche analizzare “quello negativo”. E non in termini “psicoanalitici”. Gli errori di pensiero sono ormai oggetto di scienza da diverso tempo, tanto da essere stati anche premiati con un Nobel (Kahneman). La psicologia cognitiva può aiutarci a vedere i nostri errori in una chiave migliore, aiutandoci a diventare più resilienti. Come ti ho accennato nella ANL, questa è la via “conscia”, la via della razionalità. Uno dei metodi migliori, che ritengo utili per sviluppare la resilienza in maniera “inconscia” è invece quello della mindfulness. Attraverso la meditazione è possibile decentrarsi dai propri attaccamenti diventando più resilienti agli “intralci” che la vita può presentare. Quella che hai appena ascoltato invece si basa sulla via “conscia”, sulla via cognitiva. E si basa sullo osservare il nostro modo di pensare, di fare della “meta-cognizione”, sulla analisi di quelle situazioni che abbiamo vissuto come avversità ed ostacoli. Il modello è molto noto perchè ricalca l’ABC di Ellis. Ecco i 6 passi dell’esercizio ABCDE: 1) Quaderno: come per la maggior parte degli esercizi di PsiNeL, anche in questo è richiesta la tua partecipazione attiva. Di solito consiglio di comprare un quaderno da dedicare solo agli esercizi di crescita personale, ma basta anche un pezzo di carta ed una penna…ovviamente io tifo per il quaderno 😉 2) A…come Avversità: pensa ad un’avversità che hai dovuto affrontare, cerca di ricordare più elementi possibili e descrivila nel quaderno. Inserisci elementi come: dove eri, con chi eri e perché ti sei imbattuto in quella situazione. 3) B…come Belifes o Convinzione: Ora pensa alle convinzioni che sottostavano e precedevano il tuo comportamento. Ad esempio: pensavi che fosse più facile oppure più difficile? oppure credevi di avere davanti un avversario temibile quando non era così. 4) C…come Conseguenze: Adesso pensa alle conseguenze delle tue convinzioni. Chiedendoti: “il fatto di aver creduto X a cosa mi ha portato?”. Ad esempio sottostimando il tuo avversario non ti ha permesso di alzare la guardia…o viceversa sovrastimandolo ti ha messo esageratamente sulla difensiva…scrivi le conseguenze delle convinzioni che hai individuato nel punto 3. 5) D…come Discussione: Metti in discussione le tue convinzioni che non ti hanno portato alle conseguenze che desideravi, quelle che in gergo vengono chiamate “convinzioni depotenzianti”. Chiedendoti: “è proprio vero?…come faccio a saperlo?…che cosa accadrà se continuerò a mantenere questa convinzione? che cosa può accadere se modifico la mia convinzione, magari rendendola potenziante? 6) E…come energia e stato mentale: Ora scrivi alcune righe che mettano in evidenza come, il fatto di aver discusso le tue convinzioni ha modificato la tua energia ed il tuo stato di coscienza. Valutando come ti ha fatto sentire l’intero processo, magari valutandolo su una scala da 1 a 10, in modo da avere una misura “oggettiva” del tuo cambiamento. Bene, come avrai notato l’esercizio non è così difficile. Come sempre la differenza sta nel farlo e nel metterlo in pratica, che può risultare molto impegnativo. La meta-cognizione, cioè l’abilità di “ragionare sui nostri pensieri”, è una capacità esclusivamente umana che spesso viene messa da parte. L’ABCDE ti costringe invece a mettere in discussione quei pensieri migliorandoli. Ma non solo, a furia di svolgere esercizi di meta cognizione, diventerà sempre più automatico. Cioè il processo diventerà una consuetudine per il tuo cervello permettendoti di apprendere da tutte le tue avversità, diventando più resiliente. Ricorda che mediamente un’abitudine necessita di due mesi di pratica costante…che nella esperienza reale si trasformano in ancor più tempo. Mettilo in pratica e fammi sapere cosa ne pensi lasciando un commento qui sotto. A presto Genna