Ciao,
in natura ogni cosa ha il suo contrario, il buio e la
luce, i poli positivi e negativi…la stessa cosa accade
per la psicologia, esistono emozioni positive e
negative, ecc. Ma la vita si genera e prospera solo
dove queste due forze possiedono un equilibrio.
In psicologia quando questa “omeostasi” tra uno
stato mentale e l’altro non avviene si dice che la
persona sta avendo una “risposta polare”. Ascolta
la ANL per scoprire come superare questo Killer
della crescita personale.
Sei riuscito ad ascoltarlo? ti è piaciuto oppure
no? lo trovi utile o inutile? questo è il tipo di
pensiero “tutto o niente“, un “vero killer dello
sviluppo personale” che si annida dietro ogni
nostro atteggiamento. Ed è il responsabile della
famosa risposta polare, cioè quando per razione
ad un evento iniziamo a comportarci nella
maniera opposta a come ci comportavamo
precedentemente.
Dal punto di vista dinamico si tratta di una risposta
infantile, da quello cognitivo di un errore di
ragionamento, da quello psicosintetico di una
mancata integrazione delle “parti” (o subperso-
nalità) ecc… ogni corrente ha il suo modo per
descrivere e trattare questo “squilibrio” che si
viene a creare in determinati periodi della vita.
Il periodo maggiormente caratterizzato da
questo è l’adolescenza, ma può accadere a tutte
le età…e di solito ce lo portiamo dietro.
Ecco un modo semplice, per migliorare il tuo
equilibrio interiore:
1) Quaderno e ricerca: prendi un tuo quaderno
e ripensando al tuo modo di comportarti trova nella
tua esperienza recente (evita eventi molto passati)
il tipo di atteggiamento tutto o niente. Non hai
bisogno che ti dica io quali atteggiamenti di questo
genere possono essere migliorati e quali no…vero?;)
2) Polarità: individua la polarità, cioè l’atteggimento
contrario a quello estremo che hai individuato poco
fa. Scrivila, meglio se riesci a trovare una polarità che
prima ti era ignota… lascia che mi spieghi meglio,
spesso non conosciamo la polarità opposta..per cui
cerca, nel punto 1, degli atteggiamenti che vedi
come “estremi” e “sbilanciati”. Come ad esempio,
arrabbiarsi troppo per qualcosa, essere gelosi senza
motivo, ecc…. trova i loro contrai.
3) Medita: una volta che hai i due poli, pensa ad un
modo per rappresentarli e con gli occhi chiusi porta
“presenza” verso il tuo corpo… e poi verso i due poli.
Evita di aspettarti che accada qualcosa, tutto ciò che
devi fare e averli davanti a te e lasciare che sia la tua
parte migliore (il tuo inconscio) ad osservarli. Se
vuoi puoi silenziosamente chiederti “che cosa sono
questi due aspetti per me? cosa mi spinge a saltare
da uno all’altro? Evita di darti risposte, poniti solo
le domande.
4) Ascolta: restando nello stato meditativo ascolta
le sensazioni, le immagini e le impressioni che
emergono mentre pensi ai due “opposti”. E non
appena senti che emerge qualche cosa, qualsiasi
cosa, prendine nota sul tuo quaderno. Evitando
di analizzare ciò che emerge.
L’esercizio a questo punto sarebbe già terminato,
ma come ti raccontavo nell’audio puoi prendere gli
atteggiamenti polari che già conosci, e che in un
qualche modo senti essere squilibrati in te, ed
iniziare a “mettervi equilibrio“. Questa è una
forma alternativa che deve essere affiancata e
deve seguire quella precedente. E’ come fare la
“zuppa di squalo, prima prendi lo squalo e poi
fai la zuppa” 😉
Quindi l’aggiunta che stai per vedere deve essere
fatta con lo stesso atteggiamento, cioè senza
aspettarti che accada nulla!
4) Collassa: individua le parti all’interno del tuo
corpo. Con molta probabilità ti troverai ad avere due
punti diversi. Con gli occhi chiusi e in uno stato di
meditazione immagina che le due parti, scorrendo
nel tuo corpo s’incontrino, generando una nuova
sensazione. Puoi dare un colore alle due parti ed
immaginare che si fondano assieme modificando
i loro rispettivi colori.
5) Ricalco nel futuro: ora immagina due o tre
situazioni nel futuro dove ti piacerebbe NON avere
più quegli atteggiamenti polari, e osservati mentre
rispondi in modo maggiormente equilibrato
sentendoti tranquillo e rilassato.
Adesso hai due modalità per affrontare le tue
“parti”. La prima, la mia preferita è basata sulla
semplice meditazione, una sorta di pratica che ti
permette di contattare il tuo inconscio e di lasciare
che sia “lui a decidere il da farsi”. Mentre la seconda,
quella del collasso è più direttiva e ci permette di
dare un segnale al cervello che abbiamo intenzione
di associare questi due comportamenti.
Creare sintesi delle nostre parti è uno degli aspetti
fondamentali della nostra crescita psicologica.
Facendolo darai una mano al naturale processo di
accomodamento e assimilazione delle “parti di te”.
Facilitando così il tuo percorso di miglioramento.
E’ un processo di crescita, come mostra il noto Giulio
Cesare Giacobbe nel suo “Come Smettere di fare la
Vittima e non diventare carnefice” (vittima e
carnefice sono i due poli)… per farlo bisogna
crescere.
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A presto
Genna
Ps. ci tengo a precisare che, anche se mi piace e
appoggio il lavoro di Giacobbe, il suo modello
in stile “militare” non mi fa impazzire 😉