Ciao,

imitare il comportamento non verbale delle altre personeè una delle tecniche più conosciute in questo campo…ti hogià mostrato un sacco di studi che ne parlano, in quello dioggi vedrai una ennesima conferma che porta con se deirisultati che, ad un livello sperimentale, sono moltointeressanti.

La domanda che si sono posti Chartrand and Bargh (1999)sono state:

1) le persone imitano gli altri automaticamente?anche gli sconosciutti?

2) può l’imitazione farci piacere di più alle altrepersone?

3) Chi vuole “piacere”, potrebbe, senza esserenecosciente imitare di più le altre persone?

I ricercatori lo hanno battezzato “effetto camaleonte”, oravediamo perché…per rispondere alla prima domanda sonostati scelti 78 partecipanti. Tutti sono stati invitati a fareuna chiaccherata fra loro, ma in realtà parlavano con deiricercatori addestrati a fare 3 comportamenti non verbalicon una determinata frequenza e sistematicità.

Il primo comportamento consisteva nel sorridere, ilsecondo nel toccarsi il viso ed il terzo nel battere i piedi. Irisultati sono stati evidenti, quasi tutti i partecipanti hannoimitato lo sperimentatore. Il risultato più sorprendente èstato quello del “battere i piedi” imitato dal 50% deisoggetti. Questo risponde affermativamente al primoquesito… adesso vediamo il secondo…

2) Imitare ci fa piacere di più?

I 78 soggetti sono stati invitati nuovamente a parlare conuno sconosciuto (l’ennesimo complice) riguardo ad unafotografia. I complici imitavano il comportamento nonverbale di alcuni soggetti e di altri no. Successivamenteai soggetti è stato chiesto di valutare, su una scala da 1a 10, quanto era stata piacevole la chiaccherata.

Risultati: imitare ha davvero incrementato la piacevolezzafra i soggetti. Bhe, non dovrebbe stupirti se conosci la PNLe in modo particolare se leggi il mio blog 😉 Ti avviso chela “piacevolezza” ha avuto una percentuale, bassa masignificativa. Quindi imitare può aiutare ma non è dicerto la cosa più importante per “farsi piacere”.

3) Chi, per tratti caratteriali, tende a volersi farpiacere imita maggiormente?

55 soggetti sono stati sottoposti ad un test per verificarela loro predisposizione a “farsi piacere”, basato sulla capacitàdi creare empatia. Successivamente sono stati messi a”chiaccherare” con un attore. Che aveva all’incirca lo stessocompito degli studi precedenti.

Risultati: i soggetti che risultavano essere più portati alla”piacevolezza” imitavano con maggiore frequenza losperimentatore, sei soggetti che invece avevano totalizzatoun punteggio più basso nei test. Sorprendentemente non viera differenza nei soggetti in base al grado di empatia.

Concludendo: mirroring, rispecchiamento, ricalco ecc…tutte pratiche che ormai vengono pubblicizzate anche suigiornaletti, hanno un fondo di verità. Nulla di nuovosotto il sole, tuttavia è sempre interessante verificarele cose in modo sperimentale 😉

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A prestoGenna

Tanti auguri a Simone e Marta oggi sposi 🙂