Ciao, sei appassionato di crescita personale? perché hai deciso di informarti su questi argomenti?
Poniti per qualche minuto questa domanda… la ANL di oggi è dedicata ad un argomento molto delicato che ho battezzato “il nemico N°1 della crescita personale“.
Perché? spesso, quando ci si avvicina a questo tipo di argomenti si inizia a sviluppare una sorta di senso di “onnipotenza” che è chiaramente “FINTO”! e che si può trasformare in un tentativo di “controllo” su noi stessi che a sua volta…ci controlla.
Sei riuscito ad ascoltarlo? il tema è delicato perché sfiora un l’argomento “ansia”. L’ho usato come esempio perché rende chiaro a tutti che cosa s’intende per corto- circuito dovuto al “controllo che ti controlla”.
Ma il mio intento non è quello di trattare un paziente con questo esercizio (anche se sarebbe possibile in parte) ma quello di puntare ad una maggiore consapevolezza sul tema del controllo…aspetto che se analizzato può aiutarci davvero a crescere.
Nella crescita personale l’unica intuizione davvero interessante sul tema del controllo è quella delle 3 zone d’influenza. In pratica esistono 3 zone una sociale del contattato con il mondo, una interpersonale del contatto con le altre persone che ci sono più vicine …ed una personale, del contatto con te stesso.
Lo schema è facile, puoi gestire solo la zona personale, in questo modo sarai più efficace nelle relazioni (zona relazionale) e questo influenzerà il tuo ambiente sociale (zona sociale). Ma nella realtà dei fatti quanto possiamo controllare questa “zona personale”?
Se ci pensi bene noi siamo in grado di controllare davvero poco di noi stessi, ma non tendiamo a non farci caso, fino a quando tutto va fila liscio. Questo non significa che tu sia in balia dei pensieri o delle tue emozioni, ma che semplicemente non puoi comandarti a bacchetta come se fossi una macchina.
E’ questo tipo di convinzione o meme che può creare gravi danni a chi vuole migliorare. Il controllo ti controlla è una frase tanto cara agli studi del MRI di Palo Alto.
Perché il controllo mi dovrebbe controllare? questo fatto lo si comprende solo alla luce di come funziona il nostro modo di agire. Il nostro comportamento può avvenire attraverso due modalità (di cui abbiamo lungamente parlato): automatica e controllata.
Tutte le cose che “sai fare ad occhi chiusi” come guidare, fare il caffè, camminare ecc. sono apprendimenti “entrati nel tuo “inconscio”.
Mentre guidi non hai bisogno di controllare di quanti gradi stai alzando il piede dall’accelleratore. Lo fai e basta, fidandoti ciecamente della tua capacità di saperlo fare…perdona il gioco di parole.
Puoi agire con “il pilota automatico” ogni volta fai qualcosa che conosci bene, ma se accade un imprevisto devi immediatamente inserire il sistema di “controllo”.
Quella parte più lenta e razionale ma allo stesso tempo più precisa ed accurata (vedi sistema 1 e sistema 2 di Kahneman). Nell’audio ti ho parlato dei due autisti, quando il controllore influisce sul pilota (l’automatismo), questo rischia di sbagliare. Questo può accadere per diversi motivi:
a) si è distratti e non si riesce a fare qualcosa di specifico;
b) si è stanchi e/o stressati non si hanno a disposizione tutte le risorse necessarie…
c) si è oberati da tante responsabilità che non si riescono a gestire…e paradossalmente
d) quando si cerca di controllare troppo i propri pensieri.
La ANL di questa settimana è dedicata specificamente alla causa “d” (ma anche degli altri punti) del conflitto fra i 2 sistemi.
Quando vogliamo controllare noi stessi e, ancora peggio gli altri. E’ chiaro che esiste una forma di gestione di te stesso, ma gestire non è proprio sinonimo di controllare.
Gestire implica, magari, che ci siano anche altri “collaboratori” esterni ed interni che si occupano di altro. Proprio come succede dentro di noi…in ogni istante…anche adesso mentre leggi!
Come ti dicevo nell’audio per trattare in profondità questo argomento sarebbe necessaria una vita 🙂
Per questo metto le mani avanti e mi scuso da subito se salterò qualche passaggio che tu invece, ritieni sia importante. Per questo t’invito a lasciarmi un commento in tal caso. Detto questo è venuta l’ora di mostrarti i consigli per migliorare il nostro rapporto con il controllo.
Leggendoli ti renderai conto che ne ho aggiunti altri perché, come forse saprai, prima registro l’audio e dopo scrivo l’articolo…e ne avevo dimentica uno abbastanza importante 😛 E’ anche per questo che invito, chi riceve la ANL via email a venire sul blog.
Infatti adesso troverai 4 consigli 2 dedicati all’esplorazione del concetto di controllo e ad un miglioramento personale…e due dedicati a chi ha paura di perdere il controllo.
Ci tengo a ricordare, che pur essendo qualificato in materia, questi consigli non sostituiscono l’aiuto di un professionista. Per cui se pensi di avere troppa paura di perdere il controllo, contattami per una consulenza (se sei a Padova o a Mantova) o cerca qualcuno dalle tue parti. Detto questo, bando alle ciance ed iniziamo:
1) Fiducia nel tuo inconscio: nella ANL ho dimenticato di inserire questo importante punto. E’ chiaro che se desideri lasciar guidare l’autista ti devi fidare di lui.
E se ti fidi ciecamente fai un gran bel viaggio, se invece dubiti e temi che faccia incidenti allora può essere un inferno…anche se non si fa alcun incidente. Devi fidarti del tuo inconscio, di ciò che conosci e del fatto che “sai molte più cose di quelle che pensi di conoscere”.
Per evitare il loop del controllo che ti controlla è importante avere fiducia nel proprio “autista” e quindi dell’inconscio. Questi due meccanismi “sistema 1 ed il sistema 2” sono in costante equilibrio, allenandoti a notare quando è meglio avere più fiducia o quando, invece sarebbe meglio “essere più vigili”.
Adesso ti starai forse chiedendo: “ma come faccio a portare attenzione senza interferire?”… con il prossimo consiglio!
2) Mindfulness: attraverso un’attenzione non giudicante che si limita ad osservare è possibile attivare una sorta di “attenzione speciale”. Un tipo di attenzione che non interferisce con i processi auotmatici… se non mi credi prova a svolgere per 1 mese l’esercizio dei 3 minuti di respiro e vedrai.
Se ci pensi respirare è un’azione semi-automatica…proprio come guidare. Se ci porti un’attenzione controllante probabilmente inizierai a “controllare il respiro”. Svolgendo questo esercizio ti renderai conto che con la pratica, la tua attenzione sarà “osservazione” senza più interferenze.
La stessa cosa dobbiamo portarla nella vita di tutti i giorni se vogliamo affidarci a quella intelligenza saggia e non concettuale (Prajina) che viene anche descritta nelle tradizioni orientali.
La vita è talmente complessa che dobbiamo affidarci a questo tipo di “attenzione- consapevolezza” se vogliamo evitare il corto circuito “il controllo ti controlla”… Se ad esempio devi fare un percorso difficile è inutile pensare a cosa accadrà, ma è più semplice farlo con consapevolezza, un passo alla volta 😉
3) Diario: se senti di dover controllare tutto e questo ti disturba, allora porta con te un diario e dividilo in colonne (data e ora/luogo/con chi sei/intensità da 1 a 10 della sensazione/cosa pensi) ed ogni volta che ti senti di dover tenere tutto sotto controllo scrivilo nel diario.
Fallo esattamente nell’istante in cui senti che la sensazione di “perdere il controllo”, proprio in quell’istante, “come una fotografia”. Questo esercizio serve per allentare qualsiasi tipo di “controllo” e si basa su diversi principi psicologici.
Il primo di tutti è come sempre la consapevolezza, che interviene rompendo lo schema del controllo.
Ma il tipo di consapevolezza richiamata qui non è quella mindfulness, ma quella normale che interrompe i processi automatici. Quando la paura di perdere il controllo s’instaura diventa un’automatismo, con il diario è possibile spezzarlo.
4) La prescrizione del sintomo: un’altra tecnica per affrontare il timore di perdere il controllo e perderlo volontariamente, come descritto più in alto. Ma come si può farlo?
Dedicandogli del tempo specifico, una parentesi all’interno della giornata in cui farsi tutte le seghe mentali possibili ed inimmaginabili su come si possa perdere il controllo. Questo esercizio mette in moto i meccanismi opposti che portano al timore di perdere il controllo.
La prescrizione del sintomo è una delle strategie più efficaci della psicoterapia moderna, ma allo stesso tempo è anche fra le più delicate. Svolgi questo esercizio solo se senti che temi di perdere questo dannato controllo.
Ti ricordo che questi due ultimi consigli possono essere utili a tutti, ma in modo particolare a chi vive questo tipo di timore. Per cui se non hai questo problema, limitati a fare i primi due…e in caso di forte malessere contatta un professionista.
Perché continuo a mettere le mani avanti? perché spesso chi si avvicina alla crescita personale con l’intento di controllare gli altri, in realtà desidera (ripeto) controllare se stesso.
Questo porta tanti nostri amici e colleghi ad usare queste discipline come “psicoterapia”…ma invece di andare verso un’accettazione del controllo, come quella che ti ho appena descritto, tentando di acquisirne sempre di più…
…ed ovviamente, quando il tuo focus è sul cercare di mantenere qualcosa che non puoi mantenere, allora s’instaurano tutte le spiacevoli dinamiche che ho descritto più sopra.
Se queste sono troppo cariche possono portarci a sviluppare disordini seri che vanno trattati da un professionista. Per cui se sei alle prime armi con la crescita personale ti consiglio di tenere bene a mente questo post.
Uff…l’argomento è davvero infinito, soprattutto quando ci si mette di mezzo la psicologia clinica.
Per questo mi fermo… e mi piacerebbe sapere che cosa ne pensi di questo argomento, lasciando un commento qui sotto. E se il post ti piace, clicca sui tasti social qui sotto e aiutami far crescere PsiNeL.
A presto
Genna
Ps. Ho saltato diversi argomenti dedicati a questa interessante tematica, mi riservo di approfondire ma solo se ti è piaciuto davvero, per cui metti un bel like qui sotto o lascia un commento.