Ciao,

una delle sfide più interessanti nell’ambito della psicologia sperimentale è quella legata al “transfer”…”no tranquillo non intendo il transfert analitico ma quello cognitivo“, cioè la capacità di trasportare abilità da un contesto all’altro.

Ad esempioscrivere gli sms può aiutare i giovani a migliorare il loro modo di scrivere?“. Domande come questa sono di fondamentale importanza per progettare “sistemi educativi efficaci“.

Un esempio “scolastico” è quello del Latino “imparare il latino può migliorare l’apprendimento di altre lingue?”.

Il caso su cui ci siamo imbattuti più volte è quello dei videogames: giocarci può rendere davvero più abilinel mondo reale? Può rendere più intelligenti? ecc…

Il transfer è per tanto sia qualcosa di “scontato”: se sei un musicista e suoni la chitarra ti sarà di certo più semplice imparare a suonare il basso. Ma è anche qualcosa di “misterioso e complesso” – fare le parole crociate accresce realmente il tuo lessico?

In pratica spesso alcune azioni ci sembrano portare certi risultati naturalmente (correre con una certa frequenza di certo migliorerà la tua resistenza nel nuoto) mentre altri collegamenti restano un po’ “misteriosi” (leggere Dante migliorerà il mio modo di esprimermi oggi?).

Il transfer ha un ruolo decisivo nella scelta dello sport da far fare ai ragazzi e non solo. Laura Chaddock e coll. hanno svolto un’interessante ricerca chiedendosi: male abilità di un atleta sono spendibili anche “nel mondo reale?”.

Per rispondere a questa domanda hanno reclutato diciotto atleti maschi e femmine e diciotto”non atleti”.

I due gruppi sono stati scelti cercando di trovare una similitudine in quanto avessero gli stessi risultati scolastici, età, altezza, peso ed esperienze con i videogiochi (che come abbiamo visto migliorano le abilità visuo-spaziali).

I soggetti sono stati invitati ad attraversare una strada virtuale in cui vi erano mezzi che viaggiavano ad una velocità media fra i 50 e i 60 Km/h.

In tutte le prove ai soggetti era stato detto di attraversare la strada in 30 secondi scegliendo accuratamente il momento più opportuno per attraversare, tenendo conto che non sarebbero potuti tornare indietro.

A me questo compito ricorda un videogame che avevo sul Commodore 64 in cui una graziosa ranocchia doveva attraversare la strada (se non ricordo male si chiamava “Jumpin gfrog”).

Entrambi i gruppi dovevano subire due “distrattori”: una conversazione sul più e sul meno con uno sperimentatore, oppure ascoltare della musica da un riproduttore Mp3 (I-pod).

Risultato: il 72% degli atleti ha completato con successo il compito, contro il 55%dei “non atleti”, dimostrando così una superiorità in questo genere di compiti.

Tuttavia, quando erano presenti le distrazioni entrambi i gruppi facevano lo stesso numero di errori. Secondo i ricercatori questo accade perché durante una prestazione sportiva i soggetti non ascoltano musica o chiacchierano del più e del meno.

Concludendo: una delle sfide attuali della psicologia è comprendere quali attività ne favoriscano altre. Anche se a volte può sembrare palese quali possano o meno attuare un miglior “transfer”, questo non è sempre vero.

Rileggendo gli articoli sui videogiochi, la giocoleria ed altri esercizi potrai facilmente renderti conto di come “piccole attività” possano migliorarti molto. Lo sport, ad esempio, ti rende più abile nell’attraversamento delle strade!

Fammi sapere cosa ne pensi!

A presto
Genna