Dormi abbastanza? Secondo Penny Lewis viviamo in un società cronicamente deprivata dal sonno, per questo la ricercatrice ha cercato di “manipolare il sonno con un click”.
E nel farlo ha aperto alcune questioni molto interessanti legate agli stati modificati di coscienza e all’utilizzo della tecnologia nella crescita personale. Buon ascolto…
Siamo tutti deprivati dal sonno e la soluzione che vedremo insieme nel video qui sotto non è la classica “igiene del sonno” ma è il cercare di manipolare attivamente la nostra attività cerebrale.
E alterando la nostra attività cerebrale o meglio aiutandola a restare ad una “certa frequenza” è come dire che stiamo stabilizzando uno “stato di coscienza” che potremmo definire “sonno profondo”.
Ed è un po’ quello che facciamo durante l’ipnosi attraverso la nostra comunicazione, cerchiamo di accompagnare il cliente in un certo stato e cerchiamo di mantenercelo.
Ecco il video della Lewis, come hai visto si parla di tutto e di più: si passa dalla scienza del sonno (o meglio ingegneria come lei la chiama) per approdare a come si potrebbe migliorarlo.
E come hai potuto vedere tu stesso, la “tecnologia del click” è davvero impressionante perché sempre in grado di mantenere e/o prolungare il sonno profondo.
Ed è da questo che mi è saltato in mente di registrare la puntata di oggi che, ovviamente non può essere completa perché composta da troppe parti.
Il sonno è comunque da sempre lo “stato di coscienza” più studiato in assoluto, se ci pensi è ovvio, da quando esiste l’uomo ha avuto a che fare con questo mistero.
La coscienza e la consapevolezza
Sappiamo molto sulla consapevolezza proprio a partire da quando questa “va in vacanza”, infatti gli studi più approfonditi prendono in esame il sonno così come anche il coma.
E solo da qualche decennio riusciamo a studiare approfonditamente la fisiologia degli stati modificati di coscienza, il merito principale è dell’ipnosi.
Infatti l’ipnosi è (a dispetto di quanto si possa immaginare) una delle metodologie più studiate in assoluto, le sue sperimentazioni più importanti sono nate in laboratorio e li sono cresciute.
Non sarebbe pazzesco trovare un “click” anche per i mantenimento della trance ipnotica?
Di certo sarebbe qualcosa di prezioso a livello sperimentale, per questo mi ha molto sorpreso lo studio, tuttavia ci tengo a precisare che sarebbe solo una curiosità.
Evita di spaventarti e pensare che con un “click” potranno ipnotizzarci, anche perché l’ipnosi più pericolosa è quella evidente, ti rimando al podcast sulla persuasione (al qde in particolare).
La mia è un’ipotesi sperimentale ma non di certo una novità, da quando esiste l’ipnosi hanno cercato di creare tecnologie per facilitarla (sfere, luci, immagini, suoni, ecc.).
Ma allora anche la meditazione porta in uno stato modificato di coscienza?
Dipende da diverse cose: dal tipo di meditazione e dall’idea che abbiamo di stato “modificato” di coscienza. Come potrai ricordare prima qualcuno parlava di stati “alterati di coscienza”.
Perché si accomunavano stati di trance ipnotica a quelli di altri stati legati a psicopatologie, come l’isteria, la schizofrenia ecc. Quindi lo stato non era normale ma alterato.
Poi, soprattutto con la concezione della “trance naturalistica ericksoniana” abbiamo iniziato a chiamarli stati “modificati di coscienza” (SMC per comodità), perché non si tratta di qualcosa di anormale.
Nella meditazione di consapevolezza si acuisce la consapevolezza
Nella meditazione che facciamo su psinel la coscienza si acuisce e si espande ma non si modifica, o lascia che mi spieghi meglio: in realtà siamo costantemente in uno SMC.
Ti avviso, questo è il mio personalissimo punto di vista, per me, come per Erickson siamo sempre in balia di una fluttuazione di stati di coscienza.
Ma per me il contrario della “trance” non è lo “stato di veglia”, perché in realtà il contrario sarebbe il sonno e non lo stato ipnotico. Per me il contrario della trance è la presenza!
La presenza ti de-ipnotizza e ti fa uscire dallo SMC naturale nel quale ognuno di noi è immerso.
Tecnologia e psicologia
Pensa a chi si occupa di “guida sicura”, ci sono molti miei colleghi che studiano questo fenomeno e in alcuni casi sono riusciti davvero a migliorare la sicurezza.
Perché ti parlo di sicurezza stradale? Perché mette insieme il discorso sugli SMC e la tecnologia, se ci pensi bene una delle cose che fanno i miei colleghi che si occupano di sicurezza è…
…cercare di fare in modo che l’autista sia in uno stato di concentrazione durante la guida. Per questo su alcune autostrade troppo “dritte” alcuni ingegneri mettono curve leggere.
Lo fanno per mantenere l’attenzione del pilota sul pezzo! Lo stesso vale o dovrebbe accadere per la segnaletica. Come sappiamo ormai da anni gli incidenti capitano quasi sempre per errore umano.
Pensa ad un semplice “click” che ti mantiene sveglio
Immagina la tecnologia appena descritta per “prolungare il sonno profondo” ma applicata al contario, per tenerti sveglio, pensa che super vantaggi per gli autisti.
Cosa dici? Esiste già! Eh si lo so, esistono sistemi di sicurezza computerizzati che analizzano i parametri fisiologici dei piloti, ma non a questo livello.
Sto forse parlando di “forzare la natura” in modo che gli autisti possano guidare oltre i propri limiti? Assolutamente no, sto dicendo che si potrebbero fare delle sperimentazioni.
E come dicevamo in puntata: “sei proprio sicuro che esista attorno a te qualcosa di assolutamente naturale? Sei sicuro che si possa evitare di usare la tecnologia?”.
L’essere umano è un “animale tecnologico”
Questa affermazione invece, non è una semplice ipotesi! E’ chiaro che esistano dei limiti su come e quanto la tecnologia possa venirci in aiuto.
La bomba atomica non ci è per niente d’aiuto (o almeno questo è il mio pensiero) eppure continuiamo a costruirne (ok qui scattano i sottili giochi di potere politico-militare).
Nonostante questo caso estremo nessuno di noi oggi potrebbe sopravvivere senza l’assistenza tecnologica. A partire dal fatto di uscire di casa “nudi”, e si perché anche i vestiti “sono una tecnologia”.
Oggi fra tutti gli “artefatti umani” ce ne sono alcuni che prendono un peso particolare per la nostra evoluzione sociale e personale.
Gli artefatti cognitivi
Oltre ai vestiti, la casa dove vivi, la macchina che guidi, sei sempre più contornato da “oggetti che ti aiutano a pensare ed apprendere”. Dal semplice foglio di carta con la penna al tuo smartphone.
Sono tutti “assistenti al tuo pensiero”. Prova a fare un calcolo complesso a mente e ti renderai conto facilmente che via via che ti deprivi di assistenza diventa più dificile.
Se usi carta e penna fare il calcolo sarà più facile che a mene, se poi utilizzi una calcolatrice (cioè un computer) allora le cose saranno ancora più semplici.
Ok d’accordo, la calcolatrice non ti insegna a fare meglio i calcoli, però è ormai indispensabile per poter fare i calcoli “di oggi”. Non sto parlando di fare i conti della “spesa” ma di chi fa conti per mestiere.
Lo so, non è la prima volta che metto questo video di Luca Mazzucchelli, vuoi sapere perché? Perché non si tratta di una semplice chiacchierata fra amici ma di un convegno “serio”.
Un convegno che l’Ordine degli Psicologi della Lombardia (OPL) ha tenuto nel 2013 proprio per mettere in luce gli aspetti tecnologici della psicologia.
L’OPL è sempre stata avanti su questi temi, non a caso qualche anno fa hanno intervistato anche me per chiedermi come aiutare i colleghi a promuoversi online, qui sotto trovi il mio intervento:
I
n questo webinar, che tra le altre cose è un piccolo corsetto gratuito di oltre 1 ora, mi senti ancora una volta parlare del mio lavoro, che come noti è strettamente legato alla tecnologia.
La nostra storia di esseri umani è strettamente legata alla tecnologia di quel periodo. Come ti raccontavo la nostra preistoria (prima della scrittura) è classificata per “tecnologie”.
Chiunque sia riuscito a padroneggiare una tecnologia prima degli altri ne ha tratto diversi vantaggi evolutivi. Ti ricordi le “guerre puniche” studiate nelle scuole dell’obbligo?
Li chi erano i vincitori? Quelli che avevano costruito una tecnologia migliore… e si, purtroppo siamo ancora in ambito bellico, ma come sappiamo lì abbiamo speso la maggior parte dei nostri soldi.
Internet il miglior artefatto cognitivo esistente
Da tempo ti parlo della rete come del mezzo di comunicazione più potente mai inventato ma ancora oggi il web non è solo un “mezzo di comunicazione”.
E’ principalmente un “mezzo di formazione” più che di “informazione”, dove chiaramente troviamo di tutto e di più ma se sai cercare puoi trovare cose pazzesche.
Dall’apprendere una lingua a come cucinare un piatto perfettamente, dall’insegnare in modo efficace la matematica ai nostri figli allo scoprire le meraviglie della scienza.
Il web non è un “fine” ma un “mezzo” così come tutte le tecnologie, le quali devono puntare al miglioramento della nostra vita e non ad altro (fare soldi e renderci schiavi;)).
Elogio alla psicologia come tecnologia
Gli studi scientifici sulla psicologia sono sempre di più e sempre più a favore di un nostro benessere mentale e fisico, e questi studi dovrebbero entrare a far parte dei percorsi scolastici.
Questa è un’altra mia battaglia personale, sappiamo che ci sono materie che fanno bene ed è per questo che continuiamo ad insegnarle. La psicologia sappiamo che può fare benissimo…
…non vedo perché non si potrebbe inserirla come “materia” nelle scuola dell’obbligo e non solo nei licei psico-pedagogici dove è stata anche tolta come materia per la maturità.
La psicologia è una “tecnologia” che può aiutarci a vivere meglio. Non si tratta solo di “conoscenza teorica” ma anche di consigli più che pratici!
Insomma ci sarebbe tanto ancora da dire…
Potrei stare ore ed ore ad elencarti i vantaggi dell’apprendimento delle basi della psicologia a scuola e di come questo potrebbe migliorare anche il rapporto tra “uomo e macchina”.
Rapporto che a causa dell’avanzamento tecnologico sarà sempre più stretto… ma per ora ho già messo troppa carne al fuoco.
Fammi sapere cosa ne pensi lasciando un tuo commento qui sotto
A presto
Genna