Sai di avere molta più forza, resistenza, attenzione ed energia di quanto pensi di possederne? Probabilmente si, perché nella tua vita ti sarai reso conto di poter fare cose straordinarie nelle condizioni “giuste”.
Le virgolette su “giuste” indicano in realtà condizioni estreme, quando ne va della nostra incolumità o quando siamo realmente alle strette. In quei momenti siamo capaci di cose straordinarie.
No, non intendo volare, invisibilità e cose del genere, tuttavia alcuni di questi potersi sono realmente straordinari come la capacità di leggere “la mente”… buon ascolto:
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La necessità aguzza l’ingegno
Tutti sappiamo che nei momenti di necessità l’essere umano riesce sempre ad inventarsi qualcosa per riuscire a “spuntarla”. Se l’anno scorso ti avessi detto che saresti dovuto stare chiuso in casa per mesi, senza poter uscire, senza poter vedere i tuoi amici ecc. Cosa avresti pensato?
Molti di noi avrebbero detto: “Beh io impazzisco e sicuramente non riuscirei a farcela” e invece milioni di persone si sono trovate di colpo a dover superare una prova di adattamento non indifferente. Questo è un esempio particolare di quanto siamo capaci di “adattarci”.
Cambiare di colpo le nostre abitudini per superare una pandemia può essere tranquillamente annoverato trai i super poteri, purtroppo però non possiamo parlare di “poteri inespressi” dato che ognuno di noi li sta esprimendo e li ha messi in campo proprio in questi mesi.
Tuttavia la pandemia è un buon esempio di come riusciamo ad attingere alle nostre forze interiori in condizioni estreme. Purtroppo so che non tutti sono riusciti e riescono (perché la situazione non è ancora risolta) a mobilitare tutte le proprie risorse per far fronte a questa situazione.
Ma è la ricerca stessa ad indicarci ciò che sappiamo da sempre, che quando abbiamo poche opzioni a nostra scelta riusciamo comunque a trasformarle in opportunità: se diamo 3 colori ad un gruppo di bambini e ad un secondo gruppo diamo 300 colori, sarà il primo il più creativo dei due.
Risparmiatori seriali di energia
Un’altra motivazione che ci porta a tenere nascoste le nostre potenzialità è il fatto che siamo progettati per risparmiare energia. Diverse prove ci dicono che quando ci sentiamo esausti, sia mentalmente che fisicamente, in realtà abbiamo ancora circa il 20/30 % di energie.
Non le usiamo tutte per evitare sia di farci male che di “esaurirci”, perché ancora una volta i nostri cari antenati, se si fossero permessi di sfinirsi avrebbero rischiato grosso. Primo, perché non c’erano risorse alimentari sufficienti ogni volta che desideravano e secondo per sfuggire ai pericoli.
Questo non significa che tu debba fare le cose consumandoti, utilizzando tutte le tue risorse ogni giorno. Ma significa tenere a mente che abbiamo una riserva di “forza” che tendiamo a conservare. Ed è molto probabile che in un qualche modo tu te ne sia reso conto da solo.
Magari ti è successo di dover studiare un esame gigantesco in poche settimane, di dover correre per molto più tempo durante una partita di pallone, di aver dovuto lavorare qualche ora extra ecc. Scommetto che ognuno di noi (a meno che tu non sia troppo giovane) ha sperimentato la presenza di queste scorte di energia inutilizzate.
La comodità della nostra società moderna oltre a consentirci un ulteriore “scusa” per risparmiare energia, crea dentro ognuno di noi delle convinzioni su quanto si possa realmente resistere, su quante cose possa realmente riuscire a compiere.
Le convinzioni
Se prendi un qualsiasi manuale di crescita personale in stile anni 90′ questo inizierà parlandoti delle convinzioni depotenzianti e probabilmente ti narrerà della stra famosa storia di Roger Bannister, il primo uomo che è riuscito a correre il miglio in meno di un minuto.
La storia è nota ma te la faccio breve: prima di Bannister i fisiologi del periodo erano convinti che non si potesse correre così velocemente perché il cuore non avrebbe retto. Così gli atleti che si cimentavano in quella disciplina stavano molto attenti a non superare quel limite.
Poi arriva Bannister e lo abbatte, nel giro di pochissimo tempo molti altri atleti ripetono l’impresa. La convinzione condivisa che il corpo umano non sarebbe riuscito a fare quelle cose aveva bloccato intere generazioni di atleti. Anche in psicologia abbiamo un esempio del genere.
Anders Ericsson stava studiando i processi di memoria, da bravo psicologo sapeva del famoso limite del magico “numero 7 + o – 2”. Cioè del fatto che il nostro spam di memoria a breve termine è limitato a circa “9 pezzi di informazione”. Così se ti chiedo di ricordare un numero di telefono riuscirai a tenere in memoria solo (circa) 9 numeri.
Ericsson inizia a chiedere a diversi soggetti di andare oltre questo limite, senza parlargli del limite stesso. Nel giro di poco tempo alcuni suoi soggetti oltrepassano grandemente tale limite, arrivando anche ad imparare più di 100 numeri consecutivi. Ancora una volta il limite era nella convinzione condivisa.
Genio ribelle
Hai mai visto il film “Will Hunting genio ribelle“? In quel film si parla di un ragazzo geniale che risolve un problema di matematica irrisolvibile perché non sa esserlo. Cioè non sa che è stato un problema irrisolto per secoli e semplicemente si mette lì e lo risolve come se fosse un compito a casa.
Ecco devi sapere che ho assistito a qualcosa del genere durante i miei anni di università. In realtà non l’ho vissuto di persona ma mi è stato raccontato da un mio amico matematico, il quale è andato a fare l’Erasmus a Londra insieme ad un suo compagno di corso.
Durante uno dei primi giorni di presentazione del corso di “analisi matematica 3” (o qualcosa del genere) il ragazzo era talmente poco pratico della lingua inglese da non aver capito che quelle formule matematiche alla lavagna non erano dei “compiti a casa” ma un problema irrisolto della storia.
Così mentre il professore introduceva il corso il ragazzo ha risolto quella formula e per quanto ti possa sembrare incredibile da li è partita la sua carriera di matematico di fama internazionale. Ancora oggi gira il mondo per raccontare come abbia fatto a risolvere quella formula.
Ora so che la gente sta pensando: “Ok quindi non devo credere e pensare che vi siano limiti al mio potenziale?”; “devo smetterla di darmi dei limiti perché in realtà io sono senza limiti?”. Ecco se le cose stessero in questo modo le persone di successo sarebbero tutte “esaltate” ma non è così.
Ci fai o ci sei?
Bannister erano anni che provava ad abbattere quel limite, Ericsson ha dovuto pazientare mesi prima che il suo studente riuscisse a superare il famoso limite (che poi non è realmente chiaro se ci sia riuscito) e il matematico descritto era al quarto anno di matematica ed era super appassionato della propria materia.
In altre parole “credere non basta” ma è già un primo passo, il che non significa credere di essere superiore agli altri ma significa sapere che forse, alcune nostre limitazioni sono solo nella nostra testa. Devi iniziare ad avere fiducia di avere più potenziale di quanto credi di averne.
Ma questo non significa pensare di poter fare domani una maratona senza mai esserti allenato. Ci puoi riuscire senza allenamento? Non credo proprio, la leggenda di Maratona è la storia di un messaggero che quindi era già allento di suo a percorrere lunghe distanze, non è la storia di un sedentario uomo moderno che prende e di colpo corre per 40 chilometri.
Il mio invito è iniziare a coltivare maggiore fiducia in te stesso e nelle tue potenzialità non è illuderti che puoi “fare tutto”, questa è la differenza per quanto mi riguarda tra un professionista della mente umana ed un “mago veggente fattucchiere” che sfrutta questo argomento per fregarti.
Saperlo e tenerlo a mente non basta! Sapere di avere un grande potenziale non basta, è anche necessario coltivarlo ed eventualmente metterlo “a frutto” altrimenti potrebbe risultare più frustrante che altro. Ma questo sarà il tema del nostro Qde di oggi.
Ci vediamo sul Qde
Genna