Gli obiettivi, croce e delizia della crescita personale. In qualsiasi libro di questo genere si decanta la loro indiscutibile efficacia. Ma non solo, anche i grandi del passato avevano capito che senza obiettivi non si va da nessuna parte.
Evito di citare i vari Seneca e compagnia bella ma tutti sappiamo quanto sia importante avere degli obiettivi ma non tutti sappiamo che questi hanno un impatto incredibile su di noi, anche negativo. Mi raccomando ascolta fino alla fine…
Gli obiettivi che ti fanno conquistare il mondo
Ricordo ancora quando, circa 20 anni fa, lessi un libro di crescita personale do Tony Robbins, nel quale veniva raccontata la famosa ricerca di Harvard. Per farla breve: un professore interrogava gli studenti al primo anno chiedendo chi di loro tenesse traccia scritta dei propri obiettivi.
Coloro i quali avevano alzato la mano erano stati studiati, nel senso gli si chiedeva cosa facessero di preciso e soprattutto venivano seguiti per anni. E a quanto riportato: chi segnava i propri obiettivi, dopo anni, era anche chi deteneva il maggior potere nel paese.
Tra quelle persone c’erano imprenditori di successo, presidenti degli Stati Uniti e tanti altri esponenti del potere occidentale. Direi che come esperimento da raccontare nelle prime pagine di un testo dedicato alla motivazione era particolarmente azzeccato e di ispirazione.
Peccato però che questo esperimento NON esista e non sia mai stato effettuato! E’ stato Richard Wiseman ha raccontare al mondo di questa sorta di bluff accademico. Anche se non era realmente fatto dagli accademici, ma usato dai vari formatori per rinforzare l’idea di settare correttamente gli obiettivi.
Questo significa che prosi degli obiettivi è sbagliato? Ma neanche per idea, è chiaro che stabilire delle mete aiuta a descrivere il percorso, capire quali risorse sono necessarie, ci motiva e ci aiuta a capire dove siamo arrivati ecc.
La ricerca e le fake news
Una persona potrebbe pensare che non ci sia niente di male nel fare una cosa del genere, dopotutto se è vero che stabilire gli obiettivi ci aiuta, se è vero che può motivarci nel fare ciò che facciamo, se è vero che ci aiutano ad avere più successo; allora direi che non c’è niente di male nello spingere la fake news?
Qui purtroppo la risposta è NO! Se il formatore di turno ci avesse raccontato che si trattava di un aneddoto, di una storia, allora sarebbe stata molto più corretto condividerla. Tuttavia già in quel periodo, diciamo anni 80 dello scorso secolo, c’era già la consapevolezza dell’importanza della ricerca.
Wiseman si è sbattuto non poco per capire se la ricerca esistesse, e lo ha fatto nell’epoca moderna e da professore universitario. Cioè con tutte le risorse possibili, immagina una persona interessata a queste cose in quel periodo storico, nessuno sarebbe riuscito a confutare questa storiella.
Stabilire gli obiettivi è importante, così come è importante sapere come fare in modo corretto, ma da lì ad affermare che sarai così destinato al successo, c’è una leggera differenza. Ovviamente questo non mi serve per fare il debunker, è molto probabile che Robbins non sapesse della fake news.
Tuttavia, se proprio ci piace pensare alla ricerca come standard da seguire, allora tanto vale andare a prendere le ricerche vere. E fra queste, molte hanno dimostrato che gli obiettivi possono modificare radicalmente il nostro comportamento, anche in negativo, come hai ascoltato.
Obiettivi e percezione
Quando stabilisci un obiettivo e lo tieni a mente, questo direzione il tuo modo di percepire il mondo. Se in questo momento il tuo obiettivo non fosse quello di imparare qualcosa ma quello di confutare ciò che sto scrivendo, capiresti cose diverse.
Probabilmente, se quello fosse il tuo obiettivo, saresti particolarmente attento ai miei errori logici, alle mie citazioni e probabilmente tutto questo aumenterebbe la tua attenzione nei confronti di cose anche meno rilevanti: come la grammatica di questo post.
Se qualcuno ti pagasse per analizzare un film e scriverne una recensione dal punto di vista della fotografia, rischieresti di perderti molte altre cose: i dialoghi, le citazioni e molto altro. Se poi non sei allenato a farlo, è possibile che tu possa anche non capire la trama del film.
Questa cosa è banale ed è evidente a tutti, ma diverse ricerche hanno dimostrato che i nostri obiettivi possono modificare le nostre percezioni e anche le nostre azioni. Io ho alcune esperienze dirette su me stesso che mi piacerebbe raccontarti.
Magari ti racconterò i dettagli nel Qde ma scommetto che sono cose accadute anche a te. Se hai un obiettivo importante non modifichi solo le cose che vedi, cioè usi la tua attenzione selettiva, ma ti comporti anche in modo completamente diverso rispetto al solito.
E’ proprio in virtù di tale modifica percettiva che riesci a perseguire le tue mente. Non è una cosa brutta, anzi ed è per tale motivo che è rimasta ancora nel nostro patrimonio genetico e culturale!
Una strana esperienza
Siamo nel luglio del 2004, ed io devo presentare la richiesta per la mia tesi, quello è l’ultimo giorno a disposizione. Se non ci riesco, dovrò aspettare la sessione successiva per laurearmi. Nel pomeriggio però ho una piccola presentazione per un corso e sono vestito di tutto punto.
Non amo sudare ma quel giorno a Padova, si scioglievano anche le pietre. Sono in segreteria e sono le 11 del mattino. Ad un tratto la signora dietro allo sportello mi guarda e mi dice: “guardi che manca la firma della sua correlatrice di tesi, deve procurarsela subito”.
La segreteria avrebbe chiuso alle 12:30. Esco di corsa, chiamo la mia prof. che mi dice di trovarsi in centro a Padova, a circa 2,5 chilometri da me. Le chiedo di aspettarmi davanti al famoso Pedrocchi, ed inizio a correre come un forsennato.
Vestito come se dovessi andare ad un matrimonio, con le scarpe eleganti e i documenti sotto braccio inizio a correre per tutta Padova. Non mi sono accorto di niente: delle facce sconvolte di chi mi guardava con pietà, quasi volesse confortarmi, non dovevo avere una bella cera.
Ero terrorizzato all’idea di saltare la sessione, così ho raggiunto la mia prof. le ho fatto firmare il foglio e sono tornato come un razzo in segreteria. Solo quando mi sono calmato, sono uscito vincitore da quell’ufficio, mi sono reso conto di essere un straccio sudato e dolorante.
Non vorrei esagerare, ma è possibile che abbia anche spintonato più di una persona per farmi largo tra la folla e raggiungere il mio obiettivo!
Quindi meglio non avere obiettivi?
Quando parlo di queste evidenze sperimentali la gente spesso mi chiede: “ma allora è meglio non avere obiettivi nella vita?”. Sembra una domanda semplice a cui rispondere ma non la è per niente. Per prima cosa sarebbe bello potersene fregare degli obiettivi e immaginare che tutto possa capitare “per caso”.
Un passo alla volta siamo più consapevoli, un passo alla volta vediamo meglio i nostri amati processi senza concentrarci sui risultati e siamo più felici. Ma tutto questo sarebbe una tremenda semplificazione, infatti avere degli obiettivi è importante per molti motivi.
Per prima cosa noi siamo nati “operosi” (come descritto in questa puntata) cioè siamo progettati per creare piani futuri, aspettative su ciò che accadrà ecc. Non solo se ne abbiamo bisogno ma anche se per caso nasciamo ricchi sfondati e senza il minimo bisogno di lavorare.
Quindi la risposta, anche se semplificata, è: “no è importante avere degli obiettivi”. Ma allo stesso tempo è importante sapere che questi possono modificare il nostro modo di percepire il mondo. Sapendo queste cose, quando esci dal tuo ufficio devi smetterla di perseguire quei traguardi.
Altrimenti diverrai come quelle odiose persone che cercano di venderti il loro lavoro anche quando state facendo un aperitivo, dimenticandosi che voi siete sui amici e non dei potenziali clienti. E potrei proseguire per ore con questi esempi, ma li continueremo nel nostro Qde.
Ci vediamo dall’altra parte
Genna