Ti piacerebbe saper ascoltare profondamente ciò che gli altri ti dicono? Se segui questo blog da un po’ di tempo sai che saper ascoltare è la chiave della famosa “comunicazione efficace“.

Nella 35° puntata del podcast di psinel scoprirai 3 passi, messi appunto da un “vero maestro zen”, che ti aiuteranno ad affinare le tue doti da “ascoltatore” e allo stesso tempo allenerà il tuo modo di “avere intuizioni sulle persone che ascolti”…ecco l’ascolto profondo…

 

Sei riuscito ad ascoltarlo? 3 semplici passi in grado di riassumere elegantemente il processo di un vero “ascolto attivo”. Si, ne abbiamo già parlato in passato ma si tratta di una abilità talmente importante che va rivista alla luce di nuovi metodi… come quello descritto dal maestro Zen Norman Fischer che hai appena ascoltato. Tutto inizia  con la capacità di saper ascoltare il prossimo completamente ed in modo mindfulness…

…cioè ascoltare ciò che ci viene detto, con intenzione, nel momento presente e senza giudicare (il nostro caro IOS;)). Sembra una cosa facile da fare, ma se non lo hai mai fattoti renderai conto da solo dell’impegno che serve per poterlo fare. Questo tipo di ascolto ha già di per se degli enormi effetti, come primo vantaggio è un vero e proprio tipo di “meditazione informale”…

…per cui praticarla ti da gli stessi vantaggi della “pratica meditativa“. Non solo, se riesci ad ascoltare davvero, il tuo interlocutore si sentirà davvero bene… si sentirà come accolto,ascoltato e non giudicato. Aspetti che spesso mancano anche quando ascoltiamo un caro amico perché nessuno ci ha mai mostrato come bisogna davvero ascoltare gli altri o come “spostare davvero l’attenzione“…

…la meditazione da secoli studia proprio questo “come spostare l’attenzione” (si lo so che è un modo sterile di descrivere una delle pratiche più antiche ed affascinanti che l’uomo abbia mai scoperto, ma per semplificare le cose stanno così). E quando porti attenzione a qualcuno questo non si limita ad un mero scambio di informazioni, ma diventare una esperienza di miglioramento personale.

Da anni in psicologia sappiamo che esiste un effetto particolare dovuto alla osservazione.Cioè se le persone sanno di essere osservate  durante il loro lavoro danno il meglio si se. Si lo so che questo dipende da paure legate al posto di lavoro, di ansia da prestazione o da altre cose negative del genere…ma esiste anche una versione positiva legata alla motivazione dei dipendenti…

la variabile è l’attenzione! se infatti hai un capo che ti ascolta, che ti da davvero attenzione sapere che ti sta osservando può migliorare le tue performance. E soprattutto, se lo fa con buone intenzioni, può renderti addirittura più facile ed avvincente il lavoro. Ok, sono andato a pescare un ambito che spesso non è molto amato, quello del “controllo sul lavoro”, ma ciò che intendo non è “questo controllo” ma…

…la capacità di dare “vera attenzione” alle persone che ci circondano. E’ questo ha effetti in modo innegabile sulle nostre relazioni, che siano di lavoro o meno. Per non parlare dei suoi super ed evidenti vantaggi nella coppia; a tal proposito vorrei ricordarti che se sei un maschietto come me hai ancora più bisogno di questa pratica… ricordi le ricerche sulle differenze fra i generi?

John Gray, il famoso autore degli “uomini vengono da Marte e le donne da Venere” ci racconta che per motivi squisitamente fisiologici è bene far parlare il gentil sesso più a lungo di quanto parli il maschietto. Etempo fa ci abbiamo addirittura dedicatouna ANL (un podcast ante litteram). Questi 3 passi possono facilmente migliorare anche quell’esercizio.

Infine, se ti occupi di relazioni d’aiuto nella vita, ti consiglio di prendere molto seriamente questa pratica, perché si tratta di un modo molto semplice di allenare le proprie abilità di ascolto e di sostegno. Due aspetti più che fondamentali della consulenza che spesso nessuno ci spiega come “implementare” nella comunicazione quotidiana.  

Vediamo il processo “formale” cioè fatto con una persona “informata”:

 

1) Ascolto profondo: inizia ad ascoltare il tuo”interlocutore informato” con intenzione, stando nel presente e senza giudicare ciò che dice e ciò che ti viene in mente. Ogni volta che succede, lascia gentilmente andare “pensieri, emozioni o stimoli esterni distraenti…e riporta con una estrema gentilezza la tua attenzione sull’ascolto profondo.

2) Looping: quando il tuo partner ha terminato di parlare, lasciagli minimo 3 minuti di tempo,ripeti ciò che pensi di aver ascoltato. Non tanto la ripetizione parola per parola e neanche le tue opinioni in merito, ma semplicemente ciò che pensi di aver ascoltato come se lo stessi raccontando ad una terza persona che non era presente.

Qui è molto importante che il “partner” faccia attenzione se ciò che gli stai riportando corrisponde a ciò che pensa di aver detto. In caso contrario, si fanno ulteriori domande e si ritorna all’ascolto mindful…anche più e più volte. Ricordando anche all’interlocutore informato, che partecipando al gioco deve anche’egli astenersi dal giudicare il tuo looping troppo duramente.

3) Diping: come ti dicevo nel podcast forse questo passo dovrebbe stare in cima a tutto il processo, perché si tratta di una sorta di auto calibrazione del proprio stato emotivo. Così lo chiamerebbero i piennellisti ed approvo perché rende bene l’idea tecnica di esecuzione, ma allo stesso tempo però rende la metodica sterile e meccanica.

Questa “attenzione divisa” (che nel podcast ho erroneamente chiamato “doppia”) è  identica a quella spiegata da Gurdjieff, il quale, in modo molto semplice consigliava di mantenere una porzione di attenzione al nostro corpo, in questo modo non avremmo disperso le nostre energie durante la conversazione creando forse, anche quel “centro di gravità  permanente” che tanto piace ai suoi proseliti italiani 😉

Noi invece lo intendiamo come un portare la presenza anche a noi stessi, oltre che al nostro interlocutore. In questo modo riusciamo a captare più facilmente i nostri moti interiori e molto spesso anche quelli del nostro…ormai stanco di parlare… interlocutore. Se lo fai in modo “formale” (come descritto sopra) allora datevi il cambio. Mettiti tu nei panni di chi viene ascoltato e fai ascoltare il partner e alla fine…discutetene per 5 minuti insieme.

Se invece non trovi un partner, cosa comune oggi: “scusa faresti un esercizio di meditazione insieme a me?” R: “guarda io sono cristiano e non ci penso neanche a fare quelle cose li” 😉

Ecco in questi casi, fallo in segreto come se fossi un agente segreto in missione! Uno che ascolta la gente per davvero e gli chiede anche conferma se ha capito. Ma ricorda non lo stai facendo con l’intento di “immettere energia nel sistema”…

…come saprai le domande chiarificatrici e le conseguenti riformulazioni possono essere molto manipolative. Non è questo il contesto in cui utilizzarle a questo fine, però devo ammettere che si tratta di un buon esercizio anche per utilizzarle infine per riformulare con maggiore precisione. Ma lo scopo di questo esercizio è semplicemente ascoltare cosa che di per se è già un potentissimo strumento di comunicazione efficace

anzi è sicuramente il più potente, ma non dirlo in giro perché la gente non ti ascolterà 😉

A presto
Genna

 


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.