Ti piacerebbe avere sempre “la risposta pronta”? Ogni tanto qualcuno mi fa proprio questa richiesta: “come faccio ad avere la proverbiale parlantina?”. So che può sembrarti strano ma anche se non sei nato con questa dote è possibile svilupparla. Buon ascolto…
Come hai sentito non si tratta di una “formuletta magica” per comunicare efficacemente con tutti. Ma di un esercizio che va ripetuto più volte prima che possa dare i suoi frutti, soprattutto se non è nelle tue corde lasciarti andare al tuo linguaggio.
Non ho usato a caso il termine “lasciarti andare” perché è proprio questo ciò che ti chiedo di fare in questo esercizio: sperimentare la sensazione di una fluenza linguistica spontanea, automatica!
E’ stato il famoso Noam Chomsky fra i primi sostenitori di una teoria simile, cioè che il linguaggio venisse generato e compreso spontaneamente, da tutti, istruiti e non istruiti. Non sto parlando del conoscere o meno certi termini, ma di comprendere e formare frasi.
Se dico ad un bambino di 5 anni “mangiare andiamo gelato”, lui capisce anche se non ho utilizzato una struttura corretta. Da questo si intuisce che le strutture di comprensione e produzione del linguaggio sono in gran parte innate.
E la cultura e quindi l’apprendimento poi ad arricchire o impoverire queste strutture. E’ chiaro che una persona colta abbia maggiore conoscenza di contenuti e conosca più vocaboli, tuttavia questo non le assicura un buon utilizzo di quelle conoscenze.
Oltre alle diverse predisposizioni innate, ai diversi ambienti in cui si cresce, ciò che fa la differenza fra chi “parla fluentemente e chi no” (ovviamente non mi riferisco a problemi come la bulbuzie, anche se un po’ c’entra) è la capacità di affidarsi alle proprie conoscenze.
Questa fiducia a me piace chiamarla, fiducia nell’inconscio. Cioè nel fatto che è una parte automatica a gestire tutte quelle conoscenze, proprio come gestisce la tua capacità di camminare o di scrivere.
Queste “conoscenze non sono del tutto consapevoli” ed i miei colleghi le chiamano “memorie implicite“, perché ci sono, funzionano ma non sono coscienti (o lo sono in parte). Anzi, un eccessivo sguardo razionale sul loro funzionamento può intralciarle!
Lo sguardo a cui faccio riferimento, è proprio quello che “ti rende cieco” quando sei troppo emozionato e magari devi dimostrare di saper “parlare bene” o di avere “la risposta pronta”. E’ la stessa cosa che succede quando sei in auto ed il tuo passeggero è un rompi scatole!
Quando qualcuno accanto a te inizia a dirti: “stai più a destra, vai più piano, smettila di grattare le marce, non far spegnere l’auto”. In pratica quando ti costringe a portare attenzione a qualcosa che fai in automatico, come guidare…
…o lo butti giù dalla macchina in corsa, oppure rischi di diventare ancora più impacciato. Ovviamente scherzo quando dico di buttarlo giù, ti prego non farlo 🙂
Ma se ad esempio sei “un pilota esperto”, con una grande fiducia nelle sue capacità di guida, di certo queste interferenze non ti darebbero troppo fastidio. Si non dico che non ti farebbero incavolare, ma di certo non gratteresti la marcia per “esagerato controllo”.
Perché? Non è solo una questione di “pratica di guida” ma è una questione di “fiducia nelle proprie capacità inconsce”! Di certo queste vanno di pari passo con la pratica, ma non sempre le persone ci si concentrano troppo sopra.
Con il linguaggio è la stessa cosa. Se vuoi imparare a parlare fluentemente in qualsiasi situazione ciò che devi fare è aumentare questa fiducia nella produzione spontanea del linguaggio.
Si, se sei troppo emotivo la cosa potrebbe non funzionare un granché, infatti in quel caso ti consiglio di affiancare a quell’esercizio anche la nostra cara meditazione. Ma nonostante la timidezza, posso assicurarti che questo semplice esercizio può già fare molto.
Devi considerare il tuo punto di partenza. Se sei già bravo nel “lasciar andare la lingua” o al contrario se sei un po’ impacciato forse non ti stupirai dopo qualche giorno di esercizio, insisti e vedrai che qualsiasi sia il tuo livello ne trarrai giovamento.
Spero sia comunque chiaro che saper parlare in modo spontaneo non fa di te un esperto in un qualche campo. Se vuoi discutere abilmente di un argomento specifico, devi conoscerlo, non ci sono santi!
Non è vero che conta solo la forma!
Mi auguro di non averti sconvolto, ma sapere ciò che dici conta eccome! Il fatto di “non sapere una certa cosa” non ti impedisce di chiacchierare amabilmente con le persone, ti basta solo non confondere la capacità di comunicare con la competenza e la conoscenza.
Nella nostra società dove la forma conta sempre di più della sostanza, mi sono un po’ rotto le scatole di persone che pensano di usare modelli linguistici con forme eccezionali senza studiare davvero i contenuti.
Ah lo so, tu hai letto su qualche giornalino che la forza del contenuto nella comunicazione è solo del 5% o giù di li…ebbene lascia che te lo dica è una stronzata galattica! Si è vero che forma incide di più del contenuto ma non è il 5%, alcuni studi dicono addirittura il 30%…ti sembra poco?
Ok, ma torniamo al podcast per ringraziare la figura di Ciro Imparato che ha ispirato questo podcast così come ispirò il primo. Qui sotto ci sarà un suo piccolo saluto a questo blog che risale al 2009:
La tecnica che hai ascoltato e che troverai illustrata ed approfondita nel Qde (il quaderno degli esercizi che hanno solo gli iscritti a psinel) è tratta dal libro “La tua voce può cambiarti la vita” che ti consiglio di acquistare se desideri migliorare la tua voce.
Lo stesso Ciro Imparato nomina il nostro caro Flow di cui abbiamo parlato più volte qui su psinel. Si tratta di una delle teorie più interessanti sulla performance. Detto in poche parole entri nel flow o flusso tutte le volte che:
Stai facendo una qualche azione che conosci bene, affrontando una situazione ne troppo difficile ne troppo facile, e sei completamente catturato da questa azione. Talmente “catturato da non essere completamente presente”, perché sei “identificato con quella azione”.
Prendi ad esempio un musicista che sembra entrare in estasi sul palco, quello li non è fisicamente davanti a te, ma è dentro il suo mondo fatto di note, pause e sensazioni. Ecco perché flow non sempre fa rima con “presenza”, ma è qualcosa di molto simile.
Ecco, questo esercizio non va fatto “con presenza” (come nella nostra cara mindufulness) ma va fatto con coinvolgimento estremo, lasciando andare la bocca ed il “cuore” a ciò che ci salta in mente. Lascia che mi spieghi meglio:
La presenza, cioè quello stato di consapevolezza naturale che si può sviluppare attraverso la pratica della meditazione è una delle abilità base per la nostra crescita personale. Ci permette di prendere decisioni migliori, di gestire le nostre emozioni e di diventare più abili nella gestione attiva della nostra attenzione.
Tutte queste abilità che si sviluppano (e sono solo alcune) sono le stese che servono per entrare nello stato di flow, ecco perché si tratta di due concetti molto simili ma diversi. E’ un po’ come dire che se uno corre velocemente può essere un bravo giocatore di pallacanestro.
Ma non è detto, per giocare bene a basket servono altre caratteristiche oltre la corsa, che è sicuramente una delle abilità più importanti da coltivare. La consapevolezza sta al flow come la corsa sta alla pallacanestro.
Spero sia evidente la “circolarità”: più gioco a pallacanestro e più è facile che diventi maggiormente bravo a correre e viceversa. Lo stesso vale per lo stato di flow, più entro in questo stato e più divento bravo a coltivare la presenza e viceversa…ecco perché nel Qde ti parlerò anche di meditazione.
Infine voglio lasciarti con un concetto molto caro a Psinel “la fiducia nell’inconscio”. Come forse sai non sono uno “psicoterapeuta classico” ma uno “psicoterapeuta ipnotico”, ho seguito una scuola di ipnosi ericksoniana e l’opera di Milton Erickson è stata (ed è ancora) un mio punto di riferimento.
Erickson ha fatto di questo slogan “abbi fiducia nell’inconscio” la sua bandiera, ed è un po’ quello che ti invito a fare quando segui questo esercizio ed in generale tutti i consigli di psinel. Si, anche la meditazione e la presenza hanno a che fare con questo.
Ma tranquillo non voglio tediarti ulteriormente, ti invito come sempre a farmi sapere che cosa ne pensi lasciando un commento qui sotto. Mi raccomando, prima di darmi la tua opinione, prova l’esercizio è semplice e veloce, per cui non hai scuse 😉
A presto
Genna