Non è facile capire cosa sia davvero la “crescita personale” nel nostro tempo moderno, qualsiasi cosa che faccia bene potrebbe essere vista in tal senso.
Tuttavia esistono delle differenze tra il “riparare ed il migliorare” che sono evidenti nel mondo che ci circonda ma molto meno nella nostra “testa”.
Nella puntata di oggi parliamo di questo e di una potente metafora “naturale” che ti invita alla “preparazione”. Buon ascolto…
Impara l’arte e mettila da parte
Questa frase ha diversi significati ma nel gergo comune significa: evita di trasturllarti con cose inutili e troppo eteree ed invece concentrati sulle cose concrete.
L’arte sarebbe la cosa “eterea” e sarebbe da “mettere da parte”. Tuttavia quello stesso proverbio potrebbe significare anche altro, qualcosa di molto vicino alla nostra crescita personale:
“Preparati, apprendi e poi dimenticati del perché lo hai fatto”. No tranquillo non sto delirando, cosa che dovresti sapere se hai ascoltato per bene la puntata di oggi.
Nella fattispecie noi tendiamo sempre a prepararci in vista di qualcosa che dovrà accadere. Andiamo in palestra prima delle vacanze estive e studiamo solo quando sappiamo di avere un esame.
Palestra e scuola sono però due contesti molto semplici e prevedibili, o almeno così dovrebbero essere. Invece per quanto riguarda la nostra vita le cose si complicano e di non poco.
La formula della fortuna
Anni fa abbiamo parlato molto di “fortuna” seguendo gli affascinanti studi del prof. Richard Wiseman, ti ricordi? In pratica esisterebbe una sorta di formula magica che conduce ad aumentare la nostra “buona sorte”.
La formula è semplicissima: preparazione + opportunità = fortuna
Come vedi nulla di trascendentale però calza a pennello con la nostra puntata odierna. Facciamo qualche esempio: immagina di essere in gita a Roma quando ad un tratto ti ferma una persona.
Ti guarda e ti dice che sei il volto perfetto per il suo prossimo film, perché cercano una persona che ha proprio il tuo aspetto. Unica piccola postilla è che dovrai recitare in inglese.
Ora che tu sappia recitare o meno (aspetto chiaramente determinante che faremo però finta non c’entri) se non sai l’inglese ti lascerai sfuggire quella imperdibile opportunità.
Nessuno ti ha chiesto di imparare l’inglese, magari non è mai stato necessario nella tua vita, ma se non sei “preparato” non potrai cogliere l’opportunità fortuita.
La preparazione nella crescita personale
La semplice formula di Wiseman ci mostra una cosa scontata ma non così tanto: se non sei preparato non puoi cogliere alcuna opportunità, di conseguenza non potrai sfruttare la “formula della fortuna”.
Purtroppo la nostra società non facilita molto questo aspetto legato alla preparazione, o meglio non è solo la società ma è anche il nostro modo di pensare moderno.
Basato sulla illusione della conoscenza, sulle “scatole nere” e su quello che tempo fa ho battezzato “fallacia del talento” o trappola del talento. Ti ricordi?
In pratica siamo portati a pensare che le persone che hanno ricevuto grosse opportunità e che hanno avuto successo nella vita ci siano arrivati o per talento o per “culo”…pardon “fortuna”.
Meno il processo è chiaro e più cadiamo in queste trappole. Se sei un esperto di calcio, hai giocato per anni, sai bene che si arriva in “serie A” solo se si hanno determinate qualità e se ci si è preparati “di brutto”.
Complessità e prevedibilità
Lo sport è un esempio perfetto perché le regole sono molto chiare e tutti sappiamo che per fare certe cose serve preparazione. Tuttavia nel nostro mondo le cose sono più complesse di così e spesso meno prevedibili.
Sorpresa, il nostro mondo è spesso più complesso di uno sport, perché non esistono regole fisse. Molte volte è addirittura impossibile scoprire queste regole, come sanno molte aziende che sono crollate basandosi sulle proprie previsioni.
La Kodak non si sarebbe mai aspettata che le persone avrebbero preferito la comodità delle fotografie digitali. Ora non sono esperto per dirti esattamente che cosa le sia accaduto ma di certo non erano preparati.
Lo stesso discorso potremmo farlo per altre mille situazioni nelle quali uno non sapeva di “non essere pronto”. Visto così sembra una cosa orribile, immaginare che nessuno sia davvero pronto per il futuro.
Come ti dicevo in puntata non si tratta di cercare di essere “sempre pronti” ma di avere un atteggiamento mentale che ci porti alla preparazione. Un tipo di esercizio che determina la differenza fra crescita personale e altro.
Crescita personale
Una delle confusioni più frequenti nel nostro campo è la definizione di crescita personale, che come sai per noi significa “conoscere se stessi” e migliorarsi in ciò che desideriamo migliorare.
In modo particolare migliorare abilità psicologiche: comunicazione, resilienza, motivazione, presenza ecc. Quelle che nella aziende vengono definite “soft skill”, abilità leggere… che tanto leggere non sono.
Visto che diverse ricerche provano che tali aspetti determinano il successo o l’insuccesso delle aziende, come nell’articolo citato sull’importanza del feedback .
Il guaio di tali abilità è che sono parecchio soggettive, per tanto è molto difficile misurarle e soprattuto auto-valutarle. Nessuno di noi si sente un pessimo comunicatore, almeno fino a quando non ci prova.
O fino a quando qualcuno non gli dice direttamente che comunica male. Tutti sappiamo parlare, tutti sappiamo rialzarci, tutti sappiamo restare nel presente ecc.
Ma purtroppo quando i “giochi si fanno difficili” o quando spunta una vera opportunità, non tutti siamo in grado di mettere in atto quelle abilità a nostro vantaggio.
Addestramento mentale e semina
Ed è per questo che il concetto universale di “semina e raccolto” è particolarmente importante nell’ambito dell’addestramento mentale. Non solo per utilizzare quelle skills quando il mare è mosso.
Ma anche per cogliere le varie opportunità della vita, per gioire di ciò che già possediamo, diventare più presenti a noi stessi, comprendere e seguire i nostri valori ecc.
Tutte cose che senza preparazione è difficile portare avanti, sia con il bello che con il cattivo tempo. La semina è la parte essenziale di qualsiasi tentativo di raccolto, solo che spesso ce ne dimentichiamo.
L’analogia agricola calza particolarmente anche perché a determinare la qualità di un buon raccolto non concorre solo la preparazione ma anche il caso, come nella vita.
Se domani grandina, addio raccolto! Non importa quanto ci siamo preparati, può sempre arrivare un “cigno nero” a scombussolare tutti i nostri piani.
Il transfer delle abilità
Per fortuna però le nostre abilità hanno il potere di trasferirsi ad altro, soprattutto quando le coltiviamo attivamente. Così se impari a seminare bene quest’anno ma le cose non vanno come desideri non hai perso tutto.
Resta con te l’esperienza di aver appreso come seminare. Se ti sei preparato davvero bene alla semina, hai cercato di migliorarti studiando, aggiornandoti ecc. Porterai con te quella formazione intenzionale.
Se invece hai fatto come tutti gli anni ma ti è andata male, allora si avrai un po’ di allenamento ed esperienza ma non più di tanto. Uscendo dalla agricoltura e tornando al nostro ingaggio come attori…
…se oggi impari l’inglese perché vuoi guardare una serie Tv in lingua originale magari domani potrai accettare quella parte nel film. Quella abilità non sarà stato tempo perso.
Anzi potremmo dire che coltivare e apprendere le abilità non è praticamente mai tempo perso. La cosa difficile è farlo quando non abbiamo motivazioni chiare per impegnarci a farlo.
L’esempio della meditazione
Come sai parlo sempre di meditazione, molte persone hanno iniziato a farla senza averne (per fortuna) bisogno. Ma semplicemente perché hanno visto che porta numerosi vantaggi.
Ecco queste persone sono quelle che hanno scelto la strada migliore ma che allo stesso tempo rischiano di desistere più facilmente. Proprio perché è molto difficile capire a che cosa serva meditare se non ne abbiamo necessità.
Se uno ha bisogno di liberarsi dallo stress ed il medico o lo psicologo gli dicono di meditare allora sa bene a cosa va incontro. Al contrario se mi segui e pensi che sia bene farlo per migliorarti non è così chiaro.
Noi esseri umani abbiamo come la necessità di avere “obiettivi da raggiungere”. Ed è per questo che ci sono poche persone che corrono e si allenano duramente senza che facciano qualche gara seria nella vita.
Una persona può iniziare a correre per perdere peso, raramente per diletto e poi quando è in forma cambiare obiettivo e pensare ad una maratona o ad una qualsiasi altra competizione.
Competizione e obiettivi
Non c’è nulla di male nel ragionare “per obiettivi” e nel cercare di competere, anzi sono spesso buone motivazioni che ci portano ad adottare comportamenti virtuosi.
Se domani tutti gli apparecchi meccanici non funzionassero più e tutti dovessimo andare a piedi o in bici, chi si è allenato per anni avrebbe un vantaggio enorme.
Tuttavia pensare di dover sempre avere obiettivi e di dover costantemente essere pronti a competere è un attimino “stressante” e non ci fa davvero godere della vita. Altro tema centrale per Psinel nella crescita personale.
La preparazione è tutto ma dovremmo riuscire a farla senza essere troppo attaccati ai nostri obiettivi, cercando di non competere come meta ma come sprono. La preparazione dovrebbe essere il vero obiettivo.
Come si dice: non è la meta la cosa importante ma è il viaggio. Questo non vale solo per gli obiettivi che ci poniamo per la preparazione stessa che può cambiarci la vita, se la prendiamo nel modo giusto.
Il mago di Oz
Quando ero piccolo ero molto affascinato dal “Mago di Oz” ma solo da adulto ne ho apprezzato il messaggio principale. Ti avviso in questa parte ci sarà un super spoiler su come finisce quella storia.
In caso non te la ricordassi ti faccio un super riassunto assolutamente impreciso (qui trovi quello fatto bene ) allora c’è una bambina che finisce in un mondo incantato, il suo obiettivo è tornare a casa.
Le viene detto che deve seguire una strada di mattoni gialli che la condurranno al cospetto del grande Mago di Oz che saprà come aiutarla a tornare a casa.
Durante il suo viaggio incontra diversi personaggi con obiettivi personali differenti, ognuno di essi desidera una specifica abilità o qualità. Nel tragitto capitano diverse avventure che mettono alla prova i protagonisti.
Quando arrivano davanti al “grande mago” scoprono che questo è una sorta di “fuffa-coach” che non ha nulla da offrirgli. Ma parlando con lui scoprono di aver acquisito durante il viaggio le competenze che cercavano.
Una testimonianza inaspettata
Mentre progettavo questa puntata, o meglio mentre davo gli ultimi ritocchi mi sono imbattuto in una recente intervista che Marco Montemagno ha fatto al noto trasformista Arturo Brachetti.
Dove, guarda caso, ci parla proprio dell’importanza della preparazione… la lascio qui sotto… buona visione:
Ti prego, guardala tutta perché verso la fine (dopo il quarantesimo minuto) parla del mentalismo, e la vede esattamente come ti ho descritto in queste nostre “scorrazzate psicologiche”.
Mi raccomando, ci vediamo nel Qde per approfondire queste tematiche e ascoltare alcuni aneddoti privati che ho voluto condividere solo con gli iscritti 😉
A presto
Genna