
Ti è mai capitato di fermarti a tirare le somme della tua vita? Lo so, magari sei molto giovane e credi che non sia necessario farlo (ed hai ragione) tuttavia siamo in molti a farlo e spesso ci capita anche da giovani. E’ normale che capiti di chiedersi dove si vada e dove si abbia intenzione di andare, ho capito che molte persone sono bloccate da una sorta di errore logico legato a come funziona la nostra mente… conoscerlo ti aiuterà a tirare le somme nel modo migliore possibile, buon ascolto:
Non siamo stupidi
Riascoltando parte dell’episodio mi sono accorto di aver calcato leggermente la mano sul modo con il quale ricordiamo gli eventi del nostro passato. Sì è vero che tendiamo a tenere a mente con maggiore forza le cose negative ma è anche vero che i ricordi positivi o elaborati correttamente diventano nostre risorse. Cioè se per caso hai fatto un incidente in auto perchè stupidamente hai guardato il cellulare (cosa che oggi capita spessissimo) è probabile che quella esperienza negativa, se adeguatamente riconosciuta (elaborata) diventi una risorsa, cioè un promemoria che ti ricordi che guardare lo smartphone alla guida (oltre ad essere illegale) è stupido! (più stupido di quanto si possa immaginare).
Tutto ciò dipende da come funziona la nostra memoria. Se è la prima volta che atterri sul mio blog probabilmente non sai che tale tematica viene studiata da più di mezzo secolo e la sua autrice principale è ancora attiva, si chiama Elizabeth Loftus (qui trovi un episodio). I suoi famosi studi tra l’altro prendono forma a partire da alcune ricerche che abbiamo fatto noi italiani sulla testimonianza oculare, in pratica ci si chiedeva: una persona che assiste ad un evento è davvero in grado di riportare ciò che ha visto oppure i suoi ricordi possono essere manipolati? La risposta è stata chiarissima, i ricordi sono molto malleabili!
In pratica, non solo i ricordi non sono oggetti inseriti in una sorta di cassetto nella nostra mente. Di conseguenza non possiamo aprire il cassetto giusto e ritrovare esattamente ciò che avevamo colto, come se fossero video, foto e audio dell’evento. Ma in realtà noi ricostruiamo gli eventi a partire da piccoli elementi che mescoliamo con la nostra esperienza e con la percezione del momento presente. Non solo, tali ricordi non vengono recuperati in base alla distanza nel tempo, non esiste una cronologia interna ma vengono recuperati in base al loro legame con le nostre emozioni. Più ci sono emozioni sottostanti (positive o negative) e più tendiamo a ricordarli.
Ovviamente la questione è molto più complessa di così ma questo riassunto mi serve per mostrarti come mai, singoli episodi della nostra vita, spesso non necessariamente collegati in modo temporale o spaziale, tendono a colorare le nostre esperienze con maggiore o minore forza. La memoria è incredibile perché influenza la nostra esperienza in maniera tale che, in base a come ci sentiamo e a ciò che ci accade, possiamo letteralmente cambiare tutto in un istante (nel male o nel bene). Un evento traumatico può scombinare la vita in modo profondo in pochi istanti, così come un evento fortuito può fare altrettanto.
Quando cerchiamo di tirare le somme è come se cercassimo di fare una sorta di aggregato di tutte queste esperienze per capire come ci sentiamo, dove siamo ecc. Già solo se ci fermiamo a pensare per un istante a tale fenomeno ci si rende conto che non è qualcosa di facile, perché noi viviamo una valanga di esperienze praticamente ogni giorno, anche quando la giornata ci sembra identica a una delle tante. Insomma non siamo stupidi abbiamo solo un modo particolare di elaborare i ricordi ed il nostro sistema non è abbastanza potente da archiviarli in modo preciso.
Il presente che cambia il passato
Ogni volta che ricordi qualcosa del tuo passato lo stai letteralmente modificando. Tale meccanismo non è solo speculativo ma ne abbiamo le prove neuroscientifiche, sappiamo individuare le parti del nostro cervello che immagazzinano (in parte) la memoria e sappiamo che richiamarla la modifica. In pratica le memorie come visto non sono oggetti, quando le richiami alla mente devi adattarle al tuo “se presente”, ad esempio è molto diverso cercare di ricordare le tue scuole medie all’età di 18 anni rispetto a quando ne hai 30 o 40.
Quei ricordi saranno influenzati dalla tua esperienza e da quante volte li hai riesumati, ogni volta che li tiri nuovamente fuori assumono un pezzo della tua esperienza (e contesto) di quel momento e quando li “rimetti dentro” sono già leggermente diversi. Questo meccanismo ci consente di aggiornare le nostre conoscenze, di rendere efficace la psicoterapia ma allo stesso tempo può confonderci quando cerchiamo dentro di noi “ricordi sicuri e stabili”, che ripeto, non esistono! La magia più potente di tale situazione però è che per assurdo, il presente sembra poter modificare il passato!
E’ un fenomeno molto più frequente di quanto immaginiamo, un esempio classico è quello di un film con un plot twist potente alla fine. Il capolavoro di Fight Club o il Sesto senso fanno esattamente questo, cioè ti mostrano una certa realtà che tu capisci molto bene e senza problemi e poi, di colpo, qualcosa ti fa capire che tutto ciò che hai visto è da reinterpretare sotto una luce diversa. Facciamo un esempio ancora più semplice e quotidiano. Immagina di essere seduto in treno e di fronte a te si siede un simpatico signore, ti saluta educatamente ed inizia a fissarti.
Tu fai finta di niente ma la cosa ti infastidisce, vedi che di tanto in tanto ha anche delle emozioni intense, ti guarda sorride e a volte sembra quasi commuoversi. Immagina che il viaggio duri 2 ore e mezza, sei li che ti chiedi da 2 ore se cambiare posto, dopotutto quel signore sembra avere dei problemi importanti e continua a fissarti. Poi ad un certo punto ti guarda e ti dice: “mi scusi se la guardo ma lei è identico a mio figlio, purtroppo è morto in un grave indicente stradale 2 mesi fa… mi dispiace se magari posso averla fatta sentire a disagio”. Boom! Di colpo cambia tutto.
Quando ti ricorderai di questa scena nel futuro, probabilmente, non ricorderai il fastidio ma la tenerezza di quell’uomo che in imbarazzo per ore ti ha guardato perché gli ricordavi il figlio. La storia che ti stavi raccontando fino a quel momento cambia di colpo! Succede con molta frequenza, un tizio ti taglia la strada, pensi che l’abbia fatto quasi apposta, ti si affianca al semaforo e tu pensi che stia per ingaggiare uno scontro e invece ti dice: “scusami tantissimo caro ma ho un problema al cambio…”. Hai presente vero? Sei arrabbiato ma poi lui alza la mano, e la storia che ti stavi raccontando cambia!
Ricordi finti
Ma quindi i ricordi sono finti? Non esattamente, non hanno quell’essenza degli oggetti materiali che ci circondano, ma sono reti di associazioni. In realtà lo sono anche gli oggetti fisici secondo la meccanica quantistica ma devo stare attento perché ogni volta che si sfiorano questi temi pare muoiano i fisici veri (scherzo). Il fatto è che il ricordo è una specie di storia che ci raccontiamo, e quando smettiamo di raccontarcela non resta lì senza essere modificata ma cambia in base alle nostre esperienze. Ciò non significa che possiamo raccontarci qualsiasi tipo di storia ma che alcune sono più utili di altre.
Secondo un approccio pragmatico ciò che ci raccontiamo può essere neutro, utile o inutile e dannoso. Sono neutri la maggior parte dei nostri pensieri, i quali sono sempre un po’ carichi emotivamente ma non così tanto da turbare il nostro equilibrio. Altri invece sono più carichi emotivamente e ci catturano durante la giornata, a volte possono essere utili anche questi, quando? Quando sono contestuali a ciò che stiamo facendo. Se continuo a pensare a come risolvere un problema di spazio nel garage e questo mi assilla perché devono arrivare ospiti nel pomeriggio, il pensiero non è bello ma è utile.
Se come ho raccontato prima il ricordo di aver fatto un incidente con il cellulare ti salta in mente mentre sei alla guida, magari proprio mentre stavi pensando di prenderlo in mano, ecco, anche in questo caso il ricordo è utile. Ma se questo stesso pensiero continua a tornarti in mente anche quando sei al lavoro, prima di addormentarti e disturba la tua quiete, allora quel pensiero non è più utile, è inutile e in alcuni casi dannoso. Ciò NON significa che tu debba scacciarlo ma significa riuscire a fare quel passetto indietro di cui parliamo spesso, quella defusione, per coglierlo esattamente per ciò che è: un pensiero poco utile.
Quando ti accorgi di qualcosa, quando arrivi alla meta cognizione della poca utilità di quel pensiero, in quel piccolo frangente non sei più identificato con quel pensiero o con quel ricordo. Sei più libero di agire, non significa che il ricordo/pensiero non abbia più effetto su di te ma ne ha di meno, consentendoti di comportarti in modo diverso. Ad esempio dire: “ok, ma adesso sto leggendo il bellissmo podcast di psinel, è bene concentrarmi su queste parole piuttosto che continuare a rimuginare”. Il pensiero non andrà via e non devi cercare di scacciarlo ma lentamente, gentilmente, inizierà a spostarsi in secondo piano e poi in terzo e via così…
No, non stai mettendo la polvere sotto al tappeto, ne abbiamo già discusso molte volte, ci sono diversi studi che lo provano. Se riesci a cogliere l’opportunità di agire nonostante come ti senti e come pensi verso ciò che per te è importante, facendo anche solo un passettino, stai seminando gradi di libertà per il tuo futuro. Non so voi, ma io lo trovo altamente liberatorio, ciò non significa che la psicologia del profondo non sia bella e affascinante da studiare, a volte anche da utilizzare per interpretare e capire, ma significa che esistono nuovi modi di approcciare il nostro mondo interiore molto più semplici.
Dove per “semplici” non intendo facili e neanche riduzionisti ma intendo che sono utili a vivere meglio le nostre vite. La psicologia non dovrebbe rendere più complesso come pensiamo ma più chiaro e utile ai fini delle nostre personali e soggettive esistenze. E quando ci fermiamo a fare i conti con la nostra vita, troppo spesso cadiamo in questi tranelli. TU sei molto di più di qualsiasi descrizione tu possa fare di te stesso, te lo posso assicurare. Questa non è una sparata newage ma è un dato di fatto che potrei quasi cercare di provare attraverso difficili e complessi ragionamenti… ma non servirebbero a molto.
A presto
Genna