Ti è mai capitato di riporre grandi aspettative in un evento o peggio in una persona e vederle tramontare? Succede a tutti, ci creiamo i nostri “castelli mentali” e soffriamo quando crollano.
E’ un meccanismo naturale, per sopravvivere abbiamo dovuto imparare a “prevedere il futuro”, anche se non è fisicamente possibile. Nel linguaggio di tutti i giorni le chiamiamo aspettative ed ho deciso di dedicarci un podcast…
Allora tutto chiaro? Scherzo, lo so si tratta di uno degli argomenti più ostici della psicologia. Per sopravvivere dobbiamo simulare il futuro e allo stesso tempo ricordarci che si tratta di una simulazione.
Questo porta a diversi problemi, il più grande è sicuramente quello legato alle relazioni. Fino a quando ci deludiamo perché pensiamo di passare una vacanza da sogno, va ancora bene, ma quando sono “gli altri” è davvero disastroso.
Come ti ripeto ormai da anni il terreno di gioco più duro per la nostra psicologia sono le relazioni
Le aspettative più forti le abbiamo nei confronti degli altri. E più la relazione è stretta e più diventano strette le maglie dell’aspettativa, che più che essere una previsione diventa una “regola”.
Regola che recita più o meno così: se tizio fa la cosa X andiamo ancora d’accordo mentre se fa la cosa Y non andiamo più d’accordo. E’ chiaro che se la cosa X o Y sono due confini che hai dettato la cosa “ci sta”.
Cioè se si tratta di cose che non vuoi che la persona “faccia più” per tutti i tuoi motivi personali del caso, allora è plausibile. Tizio ti ha offeso in malo modo e tu gli dici “la prossima volta che lo fai non ci vediamo più… o non siamo più amici”.
Ma se la cosa è una simulazione mentale, una nostra ipotesi le cose cambiano e di non poco. Se ad esempio sospetto che tizio abbia un atteggiamento X e preparo un contesto per scoprirlo, potrei cadere in un noto bias mentale (errore della mente).
Errore che ci porta a confermare le nostre ipotesi di base. Questo prende diversi nomi, nel campo interpersonale il più noto è l’effetto Pigmalione o anche profezia che ai auto-adempie.
Se io credo che tu sia X tenderò a trattarti come se fossi X e questo ti farà comportare maggiormente come X
Non ci hai capito niente? Mi spiego meglio… se pensi che un tuo conoscente creda che tu sia un pò “tardo” cercherai o di mostrargli che non è vero, magari cercando di apparire più intelligente oppure cercherai di metterlo alla prova, magari con strane domande.
Tutto questo potrebbe realmente portare tuo cugino a pensare che tu sia “un po’ strano” a volte, potresti addirittura guidarlo a pensare ciò che tu non vuoi proprio che lui pensi, cioè che sei “un po’ tardo”.
In altre parole le tue aspettative (negative in questo caso) vengono confermate dal tuo stesso tentativo di metterle in discussione. Allora come si può fare?
Tutti abbiamo delle aspettative sugli altri
Se si verifica un dubbio del genere c’è una sola tecnica magica… qualcosa che conosci molto bene e che normalmente chiameremmo “il chiarimento”.
Bisogna essere diretti ed esprimere i propri dubbi, ricordandoci che si tratta di una nostra “ipotesi” (di una nostra simulazione). Allora gentilmente si può andare dal cugino e dirgli:
“Ascolta caro, ho notato che in certi casi mi tratti in questo modo. Questo mi ha fatto arrivare a credere che tu pensi che io sia un po’ tardo… ho capito bene?”
Ora, sappiamo tutti che se abbiamo un cugino bastardo questo cercherà di addolcirci dicendoci “ma no dai, ma cosa pensi… sono tutte tue seghe mentali”, a volte peggiorando la situazione. Ma chiarire resta ancora una delle soluzioni più valide.
Manca un pezzetto importante al chiarimento, la assunzione di responsabilità da parte tua. Sei infatti tu a credere che tuo cugino pensi X su di te, non è un dato di fatto, per quante informazioni ti sembri di aver raccolto.
Come facciamo quindi? Assumendoci la nostra responsabilità per quella costruzione mentale e per le conseguenti emozioni negative. Non è davvero nostro cugino a farci soffrire ma la rappresentazione che ne abbiamo costruito.
Ho usato “tuo cugino” ma spero sia chiaro che questo meccanismo può scattare con chiunque e diventa più delicato via via che la relazione diventa più stretta.
Mano mano che le relazioni si stringono iniziamo a credere di capire davvero l’altra persona. Basta uno sguardo per credere di averle letto dentro, anche questo è un errore. Le persone cambiano anche quando le conosciamo molto bene e soprattutto…
…nessuno è davvero in grado di leggere i pensieri delle altre persone!
Questo è il pericolo numero uno, credere di saper leggere le altre persone e agire di conseguenza senza accertarsi che le nostre idee siano attendibili. Credo che a tizio faccia piacere una mia visita alle 20 di sera in casa e gli faccio una “spiacevole sorpresa”.
Lo hai anche tu un amico così? Io ne ho avuti tanti, per fortuna ci tengo molto ai miei spazi, e solo chi non mi conosce davvero potrebbe venire a suonare il mio citofono dopo le 20 di sera senza preavviso.
Come vedi esistono delle “regole” che ognuno di noi possiede. Se sei un mio amico conosci alcune di queste mie regole perché in un modo o nell’altro sono emerse durante la nostra amicizia.
Ma se non mi conosci davvero e le presupponi, rischi sempre di sbagliare. Poi è ovvio che se un amico vero ha bisogno può suonarmi a tutte le ore, ma solo se si è guadagnato la mia amicizia rispettando queste “regole” ed evitando di “leggermi nel pensiero”.
Credo che non esista forma più fastidiosa della “lettura nel pensiero linguistica”. Quando qualcuno ti guarda e ti dice: “ti vedo spento oggi, ma cosa hai?”. Un bel paradosso detto da uno psicologo non trovi?
Eppure nella vita di tutti i giorni, per quanta psicologia tu conosca, non puoi analizzare la gente soprattutto le persone accanto a te. E la forma linguistica della “lettura nel pensiero” andrebbe abolita nelle relazioni strette ed in generale in tutte le relazioni… perché?
Perché non potremmo mai essere certi di ciò che sta pensando e vivendo una persona. Anche se conoscessimo molto bene la sua storia personale le nostre continuerebbero ad essere solo delle ipotesi, solo assunti…aspettative!
Più le persone hanno “il trip del controllo” e più tendono ad avere aspettative!
Se consci persone che tendono a cercare di controllare tutto sai che queste sono anche le più inclini a crearsi aspettative su di te. Il “controllo” le porta a fare continue simulazioni sul futuro e non solo a desiderare che le cose siano così ma a determinarlo!
Chi tende a controllare tutto rischia di creare delle rappresentazioni del futuro troppo rigide. Non riesce a staccarsi dalle proprie aspettative su di se e sugli altri, creando circoli viziosi che possono portare a tanta sofferenza.
Spesso queste persone fanno un sacco di piccole o grandi azioni per poter prevedere il futuro o meglio per “controllarlo”. Ad esempio se vogliono che tu dica di si ad una loro richiesta potrebbero farti dei favori e sperare che tu sia poi pronto a contraccambiarli.
Quello del favore non richiesto o aiuto non richiesto è la principale tecnica relazionale del controllante… una delle più spiacevoli.
Ok so che sono scoperto, che questa frase potrebbe essere vista come un: “non devi fare favori a nessuno, lascia che la gente impari le cose da sola”. In parte è così, ma è ovvio che fare favori ed aiutare il prossimo sono cose buone.
“Buone”…fino ad un certo punto. Se realmente i favori che faccio ad un’altra persona la indeboliscono, la fanno sentire meno capace o peggio “controllata”, non servono a niente.
Il meccanismo dell’aiuto che indebolisce l’abbiamo visto più volte insieme, tuttavia l’aspetto che mi interessa oggi è quello del controllo e dell’aspettativa. Un vecchio proverbio diceva:
“Fai un favore a qualcuno e dimenticatene”
Mai nulla di più saggio fu proferito sulle relazioni 😉 Se aiuto qualcuno con l’intento di esserne poi ricambiato questo può portare a piccoli grandi problemi di relazione. Ti faccio un esempio a me molto noto.
Personalmente mi piace pagare da bere agli amici, si sono una di quelle persone antipatiche che cercano di andare a pagare per prima il conto. Sono fatto così! Questo però mi ha procurato dei problemi in passato.
Il primo problema era legato alle aspettative, mi è infatti capitato di pagare per alcune persone (conoscenti non veri amici) che non hanno mai ricambiato la mia offerta. Cosa che in realtà è mia responsabilità, perché nessuno mi ha chiesto di pagare per loro!
Il secondo problema è legato al fatto di far sentire le altre persone come “sminuite”… “Ehi bello guarda anche io guadagno abbastanza per pagare un giro di birre, non sei mica l’unico ad avere successo nel lavoro”.
Ovviamente nessuno mi ha mai risposto così, però ho notato più volte il malcontento in altre persone quando mi “scappava la mano” e magari pagavo per un’intera tavolata.
Alla gente non piace sentirsi in debito!
Quando fai dei favori assicurati che le persone a cui li fai non si sentano in debito con te, a meno che non si tratti di un prestito, come si dice: “patti chiari e amicizia lunga”.
Se come me ami fare qualche favore del genere, cerca di essere molto bravo a dichiarare che lo fai per tuo piacere e non perché ti aspetti “un altro giro in cambio”. E allo stesso tempo, lascia che le persone possano “sdebitarsi”.
Può infatti capitare che sia tu stesso a non volerti sentire in debito e per questo motivo eviti che gli altri ti facciano favori. Anche questo è sbagliato…come sempre “in media stat virtus”.
Pensa a psinel, qui trovi oltre 400 audio di formazione gratis, che con un pizzico di orgoglio, potrei vendere tranquillamente senza sfigurare sul mercato italiano della formazione.
Ma se mi aspettassi solo “amore e approvazione” da chi mi legge, sarei un poveri illuso. Infatti per quanto tu possa stentare a crederlo, sono tantissime le persone che mi offendono perché invio a loro email.
Magari dopo che hanno scaricato tutto il materiale e mi dicono “smettila di mandarmi le tue email” 🙂 Ecco se ti aspetti che gli altri si comportino secondo le tue previsioni, secondo le tue aspettative…aspettati anche di esserne deluso.
Quindi non dobbiamo avere aspettative sul prossimo?
No, ma solo ricordarti che sono una tua previsione sul suo comportamento che è solo una “probabilità che accada”. Più ci attacchiamo a quella probabilità e più rischiamo di soffrire.
Agisci con intenzioni buone e lascia che l’altra persona possa giudicare e pensare con la propria testa… insomma avrei ancora tanto da dirti, ma vedo che stiamo per raggiungere le 2000 parole e pochi mi leggono fino a qui.
Se lo hai fatto mi aspetto un tuo commento 😉
Ti lascio con un video interessante di Marco Montemagno sull’effetto Pigmaglione:
Alla prossima
Genna