Ti è mai capitato di ascoltare una qualche puntata di psinel e pensare: “Wow magari avessi saputo prima questa cosa”?
A me è capitato moltissime volte di imbattermi in un qualche “insegnamento psicologico” e pensare: “ma perché questa cosa non l’ho imparata a scuola?”.
Per la prima puntata del 2018 ho pensato proprio ad una discussione del genere, dagli un’occhiata e fammi sapere cosa ne pensi, ma solo dopo averla ascoltata tutta.
Scuola e lavoro
Negli ultimi anni la scuola ha cercato sempre più di creare una formazione orientata al lavoro, orientata al “fare qualcosa di specifico in uno specifico campo”.
Questo non vale solo per le materie tecniche, anche chi si occupa di “umanesimo” in fondo ha studiato in modo da trasformare quella conoscenza in un lavoro.
Non c’è nulla di male in questo, anzi, un tempo era esattamente così che si faceva. La scuola era per i ricchi e la maggior parte della gente “andava a bottega” ad imparare il mestiere.
La scuola ha cercato nei secoli di trovare delle materie di base che consentissero ai ragazzi di avere una buona “cultura generale” per affrontare il mondo.
Gli strumenti cognitivi
Hai mai sentito dire: “quella persona non ha gli strumenti per comprendere la complessità della situazione”? E’ ciò che si dice spesso oggi sulla politica e sulle “fake news”.
In un mondo sempre più complesso che cambia alla velocità della luce è davvero difficile stabilire quali debbano essere le materie che preparano una persona alla vita.
Una cosa è certa, gli strumenti cognitivi di un tempo non sono del tutto adeguati al nostro mondo attuale e anche la visione “scuola = lavoro” deve essere rivista per quanto mi riguarda.
Perché chi studia oggi potrebbe prepararsi per un lavoro che in realtà potrebbe non esistere più al momento del suo inserimento in tale ambito.
Quali sono “i migliori strumenti cognitivi”?
In realtà non ho una risposta a questa domanda complessa, ma proviamo a fare qualche ipotesi insieme: sicuramente esistono materie di base che servono per sviluppare un certo pensiero.
La logica è una di queste, tu hai studiato logica a scuola? No, neanche io, giusto qualche assaggio durante l’Università ma mai in modo corretto.
E lo so, ti aspettavi che dicessi “la matematica”, si anche questa è fondamentale ma anche la “logica” lo è e guarda caso afferisce proprio alla matematica.
Così come la capacità di “leggere e comprendere”, cosa a cui abbiamo dedicato un’intera puntata. Perché in un mondo scritto non possiamo fare a meno di “imparare davvero a leggere”.
La psicologia
La psicologia non intesa come “insegnamento della storia degli autori che hanno parlato di psicologia e delle loro teorie” (anche se in parte può essere utile).
Ma nel senso delle applicazioni della psicologia, quelle validate scientificamente e che sono in grado di sviluppare abilità che potremmo definire (per ora) extra scolastiche.
Assertività, gestione delle emozioni, comunicazione efficace in pubblico, risoluzione dei conflitti, capacità di restare nel presente, ecc.
Sono tutte abilità direttamente connesse all’apprendimento. Un alunno che non sa gestire le proprie emozioni dovrà studiare il triplo per ottenere dei buoni risultati.
Apparentemente non sembriamo così “indietro”
Se ti guardi in giro puoi scoprire decine di programmi “psicologici per le scuole”, dove si insegnano abilità ad insegnanti e studenti. Esistono programmi di training “in tutte le salse”.
Ma sono tutti corsi “extra scolastici” (per la maggior parte). Percorsi legati alle abilità psicologiche fondamentali da insegnare.
Ad oggi questa formazione viene passata, dai miei colleghi agli insegnanti e da questi ultimi agli alunni. Niente di male ma se ci fosse un direttamente un mio collega?
Se non fosse l’insegnante a dover fare anche da “psicologo” non sarebbe meglio? Lo so se fai il mio mestiere sai che sono diatribe annose ma non tutti ne sono al corrente.
La crescita personale deve iniziare a scuola!
Non tutti sanno che una buona crescita personale è “preventiva”, aiuta a preveniere una valanga di problemi classici che avvengono nelle scuole.
Quindi non si tratta di un “vezzo”, di una deformazione della nostra società moderna, anche perché millenni fa chi poteva permetterselo pagava dei veri maestri.
Caso paradigmatico è quello di Aristotele e Alessandro Magno. La scuola non dovrebbe insegnare solo le materie classiche ma anche un pezzetto di “vita”.
Dovrebbe essere la palestra dove si formano i nostri figli, dove imparano a convivere, cooperare, a gestire le emozioni a cavarsela da soli, tutti aspetti psicologici.
L’educazione alle famiglie e l’istruzione alle scuole
Molti la vedono in questo modo ma la verità è che non tutte le famiglie sono davvero attrezzate per infondere “la giusta educazione”, anzi oggi sembriamo davvero tanto in difficoltà.
I motivi sono molti, primo fra tutti il cambio di paradigma dove oggi si fa tutto in funzione dei figli, gli si fanno i compiti e si lotta per la loro “posizione scolastica”.
Oggi per fortuna c’è molta più attenzione a questi processi ma resta ancora in voga la frase: “educazione a casa e istruzione a scuola”.
Ma in realtà i ragazzi passano la maggior parte del tempo fuori casa, ed è in questi contesti che possono realmente educarsi e diventare uomini (e donne).
“Magari lo avessi saputo prima”
Ho iniziato il post con questa frase e no, non è uno scherzo, se avessi 10 centesimi per ogni volta che l’ho sentita sarei milionario. Capita ogni volta che parlo delle scoperte della psicologia ad un pubblico attento.
Ieri sera ero in pizzeria con alcuni amici e c’era un tizio che non avevo mai incontrato. Abbiamo chiacchierato amabilmente di psicologia ed indovina cosa mi ha detto?
“Caspita, ma perché queste cose non le raccontano in televisione?” o una frase del genere, qualcosa che rispecchia il desiderio di divulgazione di conoscenze realmente utili.
Conoscenze che possono fare realmente la differenza. Quindi questa puntata non è dedicata solo alla scuola dell’obbligo ma a tutto il sistema formativo.
Una formazione zoppa
Per quanto mi riguarda un qualsiasi corso moderno che non contenga l’aspetto psicologico è zoppo! E’ come mettere da parte l’essere umano con tutto ciò che questo comporta.
Se ad esempio insegno a parlare in pubblico ma non insegno a gestire le emozioni e la parte psicologica, avrò di certo delle ripercussioni immediate.
Potrebbe accadere di leggere discorsi mozzafiato che però non riescono a trasformarsi in gradi “speech” perché l’autore è troppo agitato per “funzionare adeguatamente”.
Ok non tutti le nostre abilità sono psicologiche ma di certo ogni volta che le mettiamo in campo davanti ad un altro essere umano diventano psicologiche.
La conoscenza è potere!
Questa frase che è emersa durante l’intervista a Carlo Balestriere è una verità assoluta, anche se siamo in un periodo storico particolare, dove siamo sommersi dalla conoscenza.
Ci sono talmente tante informazioni che ormai è impossibile riuscire a filtrarle adeguatamente per poter capire “dove sta la verità”, siamo nell’epoca della famosa post-verità.
Per fare davvero qualcosa è necessario educare le generazioni più giovani a materie che consentano di sviluppare un reale pensiero critico nei confronti del mondo.
E fra queste materie non può mancare la psicologia con tanti elementi di “crescita personale”. Si non è una scommessa da poco ma forse vale la pena provare.
Teoria o pratica?
Prima facevamo una distinzione fra una psicologia storica, che è solitamente quella insegnata a scuola (dove studi Freud per intenderci) ed una psicologia pratica o applicata.
Così come non insegnamo come siamo arrivati al “teorema di Pitagora” (anche se in alcuni casi potrebbe essere utile farlo) non è necessario conoscere tutte le “basi della psicologia”.
Servono insegnamenti pratici di psicologia. Sono tantissimi gli studi che hanno dimostrato che questo tipo di formazione fa bene e previene i problemi futuri o insegna ad affrontarli.
Studi condotti a West Point hanno dimostrato che una buona formazione psicologica è in grado di ridurre significativamente il disturbo post traumatico da stress nei militari.
Di prove ne abbiamo “fin sopra i capelli”
Si abbiamo più prove sperimentali che sia utile imparare un po’ di psicologia che non di altre materie normalmente accettate come fondamentali.
Questo non significa che si debbano cambiare tutte le materie ma che l’aggiunta di un “pizzico di psicologia applicata” possa realmente fare la differenza.
E cosa ci sarebbe di meglio che non farlo in forma classica, con la “materia della psicologia” in ogni scuola. Fatta in modo scientifico, magari con tanto di registrazioni e supervisioni?
Lo so che ti sembra una roba da “Grande fratello” ma se ci pensi potrebbe portare enormi vantaggi nel nostro sistema scolastico. Ok magari non così come la sto raccontando ma qualcosa di simile.
Diverse forme di apprendimento
So con certezza che in questi anni sono state fatte numerosi sperimentazioni con vari tipologie di apprendimento. Quella che mi ha maggiormente colpito è stata quella sull’apprendimento condiviso.
Tempo fa abbiamo visto un video pazzesco di Sugata Mitra che mostrava come si comportavano i bambini degli Slum indiani (baraccopoli) di fronte ad un computer.
Straordinariamente i bambini imparavano da soli ad utilizzarlo, scambiandosi tra di loro le informazioni e creando un apprendimento condiviso.
Questi esperimenti sono stati fatti anche qui da noi, questo non rientra proprio nell’idea di insegnare “la psicologia” ma è comunque la prova che si può cambiare e migliorare l’apprendimento.
Qui sopra trovi il video sul coding nelle scuole primarie di cui ti parlavo in puntata. E’ interessante davvero notare come l’insegnante cerchi di mostrare agli alunni “cosa c’è dietro” le loro applicazioni.
Cosa fa funzionare quegli aggeggi elettronici che tanto adorano e adoriamo.
Conoscere la psicologia ti rende più consapevole
Per quanto mi riguarda sono certo che l’apprendimento di una “buona psicologia” possa renderci maggiormente consapevoli sotto tutti i punti di vista.
Ci consentirà inoltre di preservare quell’aspetto umano che sta venendo sempre più soppiantato “dal digitale” e dalla intelligenza artificiale.
Nel futuro non dovremo solo conoscere come funziona “un algoritmo” e cercare di utilizzarlo a nostro vantaggio, ma potremmo anche approfondire il più importante “algoritmo”:
Il nostro mondo psichico, o la mente… chiamala come vuoi 😉 Mi fermo qui perché ho scritto fin troppo per una puntata di inizio anno.
Ti Auguro un felice e psicologico 2018!
Ci vediamo nel futuro
Genna