Uno dei miei primi interessi nel campo di quella che chiamiamo “crescita personale” è stata proprio la comunicazione. Mi sembrava così assurdo che nessuno mi avesse spiegato come comunicare, così iniziai ad approfondire proprio questa tematica.
Poi negli anni la cosa è diventata un po’ estrema, come vedremo tra poco, ma nel frattempo ho avuto modo di rendermi conto che bastano davvero piccoli accorgimenti per avere grandi risultati… buon ascoloto
Le arti marziali
Quando ero piccolo ero appassionato di arti marziali, facevo Karate e leggevo solo libri, manuali e riviste dedicate a questo mondo (la mia preferita si chiamava “Banzai” chissà se esiste ancora). Come ogni bambino della mia generazione sono cresciuto con “Judo Pa Judo”, “Ugo il re del Judo” e l’intramontabile “Ken il guerriero”.
Insomma tutti cartoni animati dove la figura del combattente arrivava dalle arti marziali. Da bambino e da ragazzo mi è capitato anche di dover mettere in pratica alcune di queste tecniche, a volte per gioco tra amici e più raramente come autodifesa da altri ragazzini della mia età.
In tutte quelle poche occasioni non riuscivo quasi mai a fare “una mossa studiata”, erano sempre goffi tentativi. Qualche anno dopo un ragazzo mi convince a fare una prova in una palestra di Kick Boxing, me ne innamoro ed inizio ad allenarmi.
Un giorno mentre stavo attraversando un campo da calcio sento urlare: “attento Genna” di scatto, senza penarci, alzo la guardia e mi riparo da una fortissima pallonata sul lato sinistro del mio volto. Wow che cosa era successo? Non ci pensai subito ma diverse situazioni dopo mi resi conto di un fatto molto molto semplice.
Mentre nelle arti marziali imparavo decine e decine di mosse, nella Kick Boxing avevo imparato pochi colpi ma ripetuti in una modalità esperienziale: semplicemente ci picchiavamo in modo controllato ad ogni occasione. Questo aveva creato degli automatismi, semplici e molto molto efficaci.
La comunicazione efficace
Quando inizi a studiare seriamente la comunicazione efficace ti accorgi che ci sono anche lì innumerevoli metodi e tecniche. Ci sono training orientati al non verbale, al rispecchiamento, all’ascolto di specifiche parole, alla costruzione di pattern ipnotici, alla destrutturazione delle obiezioni e delle convinzioni… un sacco di roba.
Tutte cose utili, proprio come molte posizioni e mosse delle arti marziali, ma data la loro grande molte e la loro artificiosità erano anche difficili da mettere in pratica nella realtà. Così dopo anni di studio ho iniziato il mio vero training, che è stata la pratica di centinaia di sedute con i miei pazienti e altrettante ore di formazione in aula.
Per capire che anche in quel mondo c’era bisogno di una semplificazione, cioè del riuscire a creare le basi di una buona interazione al di là delle tecniche complicate. Se mi segui da anni avrai notato questo cambio di prospettiva, abbiamo iniziato con le tecniche più complesse per tornare indietro a quelle più semplici.
Come al solito le cose semplici non piacciono: se ti dico che per dimagrire devi mangiare meno questo non è un gran trucco vero? Eppure è la cosa più realistica che ci sia. Lo stesso vale in questo ambito, se ti dico che la base di una buona comunicazione è l’ascolto, non è molto affascinante come tecnica, vero?
Eppure se non sai ascoltare non puoi usare tecniche più avanzate, se non sai guardare una persona negli occhi per più di 2 secondi senza entrare in crisi, non puoi calibrare il suo non verbale ecc. Sono semplici basi, cose che già fai ma che puoi fare meglio, migliorando in questo modo di poco ma in modo costante e prevedibile.
I fondamentali
Sì, se hai pensato ai nostri cari “fondamentali e rudimenti” ci hai beccato: così come uno sportivo continua a fare certi movimenti che sono adatti al suo sport per tutta la sua carriera; così come un musicista ripete certe scale per anni e anni, la stessa cosa possiamo farla con la nostra comunicazione.
Non si tratta di aggiungere trucchi strampalati ma di insegnare alle persone ciò che già sanno fare… e farlo meglio. A partire da cose apparentemente piccole: saper ascoltare non è una cosa piccola, anzi è alla base di ogni buona comunicazione.
Saper porre domande è un altro di questi esempi ecc. Attenzione non sto dicendo che non esistano tecniche avanzate e molto efficaci ma che se non ci sono queste basi è un po’ come voler giocare a pallacanestro senza saper palleggiare. Hai voglia a fare tiri fantastici e numeri funanbolici con il pallone se non sai avanzare palleggiando.
La foga di imparare le cose “belle e tecniche” c’è sempre. Mi ricordo quando da giovane batterista volevo imparare a fare dei “rulli” complicati perché “era figo”, sembravano dimostrare molta abilità, ma ci ho messo anni a capire di non riuscire ad applicarli decentemente perché mi mancava allenamento “sui rudimenti” (sulle basi).
Forse ti sembrerà scontato ma la semplice frase: “non so se mi sono spiegato” ti riporta alle basi della comunicazione, a quei rudimenti essenziali per riuscire a comunicare bene o dovremmo dire “interagire correttamente”. Anche perché non sempre siamo chiamati a “mettere in comune” delle cose.
“Non so se mi sono spiegato”
La nostra semplice frase però va un po’ oltre i fondamentali e si staglia tra quelle metodiche “multiformi” cioè che ti costringono ad usare più cose insieme. Ma nella sua semplicità può essere utilizzata sia come un modo facile di richiedere feedback e sia come un vera e propria arma retorica.
E’ come il “metti la cera e togli la cera” (che solo gli attempati come me capiranno) di Karate Kid. Un esercizio apparentemente semplice, che sembra fare solo alcune cose ma che in realtà ne fa molte altre contemporaneamente. Si forse l’analogia non è azzeccatissima ma spero tu abbia apprezzato il sapore anni 80, oggi molto in voga.
Continueremo questa nostra chiacchierata nel Qde dove approfondirò i temi legati alla persuasione e alla manipolazione… perché se è vero che è impossibile non comunicare lo stesso vale per la manipolazione. Inoltre vedremo insieme gli aspetti legati alle posizioni comunicative di Palo Alto accennate in puntata.
A presto
Genna