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Quale è l’abilità psicologica più utile in assoluto? Forse non esiste una risposta a questa domanda perché ognuno ha bisogno di “cose diverse” ma di certo avere una comunicazione efficace è fondamentale.

Gli esseri umani sono “animali sociali” e la capacità di comunicare è il collante di questa socialità. Senza queste abilità un tempo non si sopravviveva ed oggi si vive molto male. Scopri come comunicare con potenza ed assertività.

Sei riuscito ad ascoltarlo? Allora probabilmente ti sarai accorto che non ho mai utilizzato il termine “assertività”, un po’ perché non è il tema principale del podcast ed un po’ perché me ne sono dimenticato.

Essere assertivi, nel caso tu non sappia di cosa si tratta, significa riuscire a far valere i propri diritti senza calpestare quelli degli altri. Cosa che sembra c’entrare poco con l’idea di “parlare più lentamente”.

Se hai ascoltato il podcast sai che si può riassumere in: allenati a parlare più lentamente senza il timore di essere fermato e ponendo presenza nelle parole che ti escono dalla bocca.

Comunicare con potenza non significa imporsi!

Così come essere assertivi non significa trasformarsi in una qualche sorta di carnefice che si vendica degli altri anche comunicare con “potenza” o efficacia non significa mettere i piedi in testa a nessuno.

La Amy Cuddy nel suo libro “Il potere emotivo dei gesti” è molto chiara quando ci parla del “prendere spazio con il corpo”. Prima ci dimostra che avere quelle posizioni aumenta il nostro “senso di potere”…

…e poi però ci mette in guardia sul fatto che esagerare quelle posizioni di dominanza ci porta ad essere percepiti come maleducati e poco attenti al prossimo. Lo stesso vale per l’uso della voce!

Stiamo parlando di para-verbale e quindi di non verbale

La caratteristica che t’invito ad allenare della tua voce viene chiamata: “para-verbale”. Se segui psinel scommetto che sai già tutto ma dammi qualche istante per informare chi non lo è.

Allora la nostra comunicazione può essere suddivisa in due canali: verbale, che include il contenuto di ciò che dico come in questo momento. Ora tu puoi leggere solo il contenuto delle mie parole (fino ad un certo punto perché c’è anche la forma).

Ed il non verbale, tutto ciò che è al di fuori del contenuto verbale: volume, tono, ritmo, movimenti ecc. Il non verbale poi si suddivide ancora in cinetica e prossemica (come ti muovi nello spazio) e para-verbale.

Tutto concorre per una buona comunicazione

Nel mondo della crescita personale si fa riferimento ad alcuni studi (Mehrabian) che sembrano provare la netta supremazia del non verbale sul verbale nel veicolare un messaggio.

Se ci pensi è molto semplice, se ti dico “ti amo” posso farlo con un tono di voce completamente opposto a ciò che intendo con le parole. Ecco perché il “tono” (il non verbale) sembra incorniciare il significato di ciò che sto dicendo.

In realtà anche il contenuto di ciò che esprimi è importante, non so quanto in percentuale ma non di certo il fatidico 7% sbandierato su molte riviste e “fuffa coach“. Nonostante questo nessuno ci insegna “il non verbale”.

Dai un’occhiata a questa vecchia ma sempre attuale rubrica di psinel.

L’istruzione ci allena solo al “verbale”

Pensa alla scuola, che cosa ti insegna più “i contenuti” cioè il verbale o più il “para-verbale”? Di certo la prima scelta. Se uno scolaro vuole apparire preparato cosa deve fare? Ripetere la lezione!

Non importa come esporrà quella lezione ma è fondamentale che sappia cosa dire. Come vedi non siamo addestrati al non verbale ma in realtà conta e molto. Ciò che conta davvero è la capacità di farsi capire.

La capacità di inviare un messaggio chiaro e comprensibile è la chiave di una buona comunicazione. Il che non dipende solo da ciò che dici e come lo dici ma soprattutto dall’effetto che ottieni. Riprendo questo tema tra 1 minuto prima però…

La scuola … i temi, la calligrafia…un pizzico di fatti miei!

Lo so che sembra non c’entrare nulla ma voglio raccontarti una breve esperienza personale: durante le scuole dell’obbligo sono sempre andato male, l’unica cosa che mi veniva facile erano i temi.

Ora non voglio sfogarmi sullo schifosissimo sistema scolastico italiano (ops l’ho appena fatto) ma dirti che ad un certo punto ho capito una cosa semplicissima: se scrivevo in modo chiaro e comprensibile sarei andato meglio.

Lo so che sembra strano ma è davvero andata così. Si di certo mi sono dovuto mettere a studiare, ma soprattutto poi all’Università credo che sia stata una chiave vincente.

Negli anni ho dovuto correggere dei compiti, sia universitari e sia delle superiori, e quando vedi una calligrafia incomprensibile ecco che ti passa subito la voglia di leggere quel lavoro.

Scrivere meglio è la stessa cosa di sforzarsi di farsi comprendere durante una interazione!

Come faccio a capire se durante una comunicazione (non scritta) sto comunicando bene? C’è solo una risposta, dipende tutto dal feedback del tuo interlocutore.

Quando ho capito che scrivere in modo comprensibile poteva aiutarmi ho spostato l’attenzione da “me all’altro”, ho iniziato a pensare maggiormente all’effetto della mia comunicazione sul prossimo.

Chi si occupa di comunicazione efficace sa che tutto sta nel feedback, cioè nella reazione che il tuo interlocutore ti da momento dopo momento.

Parlare più lentamente ti consente di cogliere il feedback!

Allenarsi a parlare come descritto nel podcast ha numerosi vantaggi (se non li sai forse non hai ascoltato tutto il podcast;)) uno fra i più importanti è il darsi il tempo di osservare le reazioni del prossimo.

Si, non si tratta solo di prendere più spazio verbale e non verbale ma anche di darsi il tempo di osservare il prossimo nelle sue reazioni. Di fare una sorta di “doppio se non triplo movimento”:

Gestire il disagio di parlare più lentamente aprendosi al rischio di essere interrotti (o perdere il filo del discorso), diventare più presenti a ciò che si dice ed osservare il feedback del tuo interlocutore.

Tutto questo non è facile ma sei programmato per farlo!

Tu sei già naturalmente programmato per fare tutte queste cose. Sei programmato per parlare e comunicare, sei nato con la capacità di dimorare nel presente e di cogliere le risposte eterne, i feedback.

Ci possono essere 10000 motivazioni per cui fai fatica a farlo: ansia da prestazione, paralisi dell’analisi, troppa attenzione a te stesso (ego-centrismo) oppure…troppi corsi di comunicazione efficace 😀

Fortunatamente, come hai sentito nel podcast esiste un tipo di “addestramento” che ci consente di osservare la nostra comunicazione senza incagliarci nelle nostre stesse trappole mentali, si chiama “presenza”.

Infatti il titolo del libro della Cuddy è guarda caso “presenza”!

Il senso di “potenza” di cui parla la Cuddy nel suo libro non è inteso come la capacità di schiacciare le altre persone ma è inteso come la capacità di farsi rispettare senza schiacciare gli altri.

Come ti raccontavo qualche puntata fa ciò che fa la Cuddy passa gran parte del suo libro a parlarci della differenza fra “avere potere” ed “avere potere”…qui trovi la puntata.

Le posizioni non verbali, così come l’utilizzo della voce, ci aiutano ad essere più assertivi nella nostra comunicazione. E’ infatti “assertività” la parola che meglio descrive il buon utilizzo del potere personale.

Comunicare con assertività!

Se segui psinel di certo sapevi già il significato della parola “assertività”. E’ un concetto che a me piace molto non perché “relativamente nuovo” ma perché operativo.

Nella sua definizione “assertività” contiene già la sua praticità: far valere i propri diritti senza calpestare quelli degli altri. Questo non solo è molto saggio ma è anche molto molto pratico.

Immagina di essere in coda ed un tizio ti supera, ognuno reagisce a modo proprio. C’è chi si mette a sbraitare ed in modo aggressivo cerca di farsi ridare il proprio posto, spesso cercando di distruggere il “maleducato di turno”.

Ma c’è anche chi sta in silenzio quasi intimorito da quella mossa o intimorito da come egli stesso potrebbe reagire se iniziasse una conversazione. In entrambi questi scenari le persone agiscono o non agiscono con l’intento di “punire” il tizio…di schiacciarlo.

Comunicare con efficacia non significa schiacciare gli altri!

Quando inizi a coltivare l’assertività (a partire dalla sua definizione) inizi a renderti conto che non devi schiacciare proprio nessuno. Questo rende il tuo eventuale intervento, nel nostro caso della fila, molto più agevole e sereno.

Se il tuo scopo è quello di “battere un avversario” sarai decisamente più teso. Mentre se il tuo compito è semplicemente quello di discutere, rivendicare i tuoi diritti tenendo presenti quelli degli altri, allora le cose cambiano.

Lo stesso identico discorso vale per il non verbale. Cercare di stravaccarsi in tutte le occasioni occupando sempre più spazio, cercare di parlare troppo lentamente manipolando ogni conversazione, sono tutti segnali di maleducazione più che di “forza e potenza”.

Chi non rispetta il prossimo non può comunicare efficacemente!

Una buona comunicazione parte sempre da un rispetto reciproco, chi non si rispetta non comunica davvero ma cerca il modo migliore per “ferire” l’altro o metterlo in difficoltà o farlo sentire escluso ecc.

Pensaci, che tipo di comunicazione può esserci fra due persone che si ritengono “superiori o inferiori”? Nessuna, entrambi cercheranno di far sapere all’altro che sono “migliori o inferiori”, così se usi questo esercizio per sembrare “migliore” stai sbagliando strada.

Devi invece usarlo per sentire il suo effetto su di te, per sperimentare come ti senti quando modifichi leggermente il tuo comportamento. Sopportando quella sensazione di disagio se non sei abituato a comportarti così.

Con lo scopo principale di sentirti bene e a tuo agio mentre comunichi, e non di sentirti superiore, migliore, più figo ecc…del tuo interlocutore.

Fammi sapere cosa ne pensi lasciando un tuo commento qui sotto!

A presto
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.