Ciao, qualche giorno da ti ho parlato, durante uno dei miei deliri, di come la meditazione possa essere di aiuto anche per la creatività, nonostante sia un esercizio di “concentrazione”.

Così mentre esploravo il web mi sono imbattuto in un post del mitico psyblog in cui veniva detta la stessa cosa ma in chiave “sperimentale”.

Ti assicuro che non avevo letto il post prima di scrivere il mio delirio…

…anche perché mentre ti dicevo che secondo me la creatività arriva dal fatto che: più mediti e più  diventi abile nel gestire quel “muscolo mentale” che regola l’attenzione.

Questo allenamento ci permette di aprire o chiudere la valvola dei nostri pensieri vaganti, che sono solitamente identificati come fonte di creatività.

Mentre nell’articolo scientifico che stiamo per vedere si dice qualcosa di simile ma di diverso… …in realtà si tratta di due articoli che si pongono all’incirca la stessa domanda: meditare aumenta il pensiero divergente?

Così si sono messi a fare delle “prove”, hanno fatto meditare dei soggetti ai quali è stato poi chiesto di attribuire nuovi significati ed usi ad oggetti diversi. Un classico tesT del pensiero divergente…del tipo: quante cose puoi fare con un cavatappi?

Il numero di risposte ad una domanda del genere misurerebbe il grado di creatività. Come molto probabilmente saprai la pratica della mindfulness si può dividere in due parti: un allenamento alla concentrazione della attenzione, come il portare deliberatamente l’attenzione su di un oggetto specifico.

Ed il suo opposto, il restare presenti ma senza un oggetto specifico di attenzione… …questa seconda versione è lo “scopo finale” di ogni allenamento all’attenzione. In pratica a furia di praticare la attenzione concentrata nel presente diventiamo abili a restare nel presente e ad accogliere ciò che capita momento per momento.

Il confine fra queste due pratiche è sottilissimo… …infatti anche durante l’allenamento alla concentrazione devi fare più o meno lo stesso. Cioè ogni volta che ti viene in mente qualcosa di diverso dall’oggetto di attenzione non devi scacciarlo via ma devi notarlo, accoglierlo e ritornare sul tuo oggetto di attenzione.

Quindi devi notare le cose che ti passano davanti ma senza identificarti con esse. Con questo atteggiamento mentale è chiaro che ogni idea creativa che ci salta in mente può essere più facilmente notata. Ed è quello che i ricercatori stanno notando e che hanno riportato in questi due studi che dicono più o meno la stessa cosa:

che dopo pochi minuti di questo tipo sia attenzione volontaria le persone diventano più abili nei compiti di pensiero divergente. Per i curiosoni come me questa volta abbiamo entrambi gli articoli scientifici completi (e non solo gli abstract come sempre).

Il primo studio è  di Colzato e collaboratori e ci mostra quello che ti ho appena detto: le persone invitate a fare una “meditazione aperta” erano più abili nel pensiero divergente, cioè riuscivano a trovare nuove funzioni ad oggetti diversi.

Mentre il secondo studio ci mostra una sua diretta applicazione, cioè chi medita sarebbe anche più abile nelle attività di problem solving come ci dice lo studio di Ren e colleghi.

In cui i partecipanti sono stati invitati a fare una mini meditazione sul respiro prima di risolvere alcuni problemi. E come ci si aspettava chi aveva meditato era più abile nel trovare una soluzione ai problemi posti.

Quindi aumento del pensiero divergente, cioè della capacità di trovare “nuove idee ed anche nel risolvere specifici problemi. Due abilità  gemelle, dove la prima chiaramente sostiene la seconda in in circolo virtuoso.

Ancora prove sugli effetti straordinari di questa semplicissima pratica quotidiana che ti invito a far da ormai 3 anni in quasi tutti i post 😉

Vuoi sapere come ho fatto ad arrivarci? Forse ho dato una sbirciatina a psyblog? No, mi è “saltato in mente” proprio mentre meditavo. Sei libero di non credermi, l’unico modo per farlo è iniziare una pratica di meditazione per un periodo sufficientemente lungo da poter raccogliere dei risultati e poi toccare tu stesso con mano gli incredibili effetti di questa pratica.

Fammi sapere cosa ne pensi, soprattutto se anche tu hai notato un aumento nella creatività da quando mediti. Ricorda di cliccare su mi piace se vuoi aiutarmi a far crescere PsiNeL.

A presto
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.