Comunichi in modo costruttivo o distruttivo? Secondo Shelly Gable è possibile misurare la qualità di un rapporto sulla base di come le parti tendono a “festeggiare” gli eventi positivi della vita.
Quando qualcuno ti racconta qualcosa di bello come rispondi? Tendi a comunicare in modo costruttivo o in modo distruttivo? Nella puntata di oggi vedremo questa differenza e come lavorarci sopra.
Ascoltala fino in fono perché all’inizio possono sembrare concetti scontati, ma non lo sono. Buon ascolto:
Il tuo spettacolo preferito
Immagina che arrivi un tuo caro amico e ti sveli che sta per partecipare come protagonista al tuo show preferito, come reagisci?
Se hai ascoltato la puntata di certo sai come “dovresti reagire” ma scommetto che se si trattasse davvero del tuo spettacolo preferito non faresti nessuna fatica.
Non faticheresti nel cercare di chiedere informazioni, sul congratularti e sul sostenere il tuo amico. Anche se magari non è proprio nella tua indole. Perché?
Quando qualcosa attira il nostro interesse siamo spontaneamente portati a prestarvi la massima attenzione. Purtroppo succede anche il contrario.
La massima attenzione
Se sei uno psinellino di certo conosci il tormentone che dice: “il regalo più bello che tu possa fare al prossimo è la tua massima attenzione”.
E’ facile prestare la massima attenzione agli altri? Per niente, per prima cosa perché di solito la persona più importante per te sei tu!
E come secondo ostacolo c’è la nostra società che tenta continuamente di accaparrarsi la tua attenzione in 1000 modi diversi.
Se a questo ci aggiungi che siamo nella “società della performance” allora le cose diventano ancora più impegnative.
La società della performance
Come forse saprai ci troviamo in una società basata sulla “prestazione”. Mentre un tempo si soffriva per il senso di colpa oggi tendiamo a sentirci “inadeguati”.
Così se tutto è “prestazione” i successi degli altri possono non essere vissuti con piacere, ma visti con invidia (ascolta la puntata del podcast sull’invidia).
Il modello “della persona figa” è praticamente una sorta di modello performante in grado di raggiungere più risultati di tutti.
Facendo mangiare “la polvere al prossimo”, altro che stare li ad ascoltare i tuoi successi è meglio che ascolti i miei (urliamo quasi tutti).
Cambiare la comunicazione
Quando si parla di tecniche o di metodi “di comunicazione” c’è sempre qualcuno che “storce il naso” come a dire “sono artifizi fasulli”.
Ed effettivamente moltissime tecniche di comunicazione sono talmente lontane dal nostro modo naturale da farci sentire “finti”.
Questo è un tema di cui abbiamo parlato molto in passato: le tecniche psicologiche sono “ipotesi sul mondo” che non sempre calzano a tutti.
Ma quando calzano solitamente diventano un ausilio verso l’apprendimento di nuove abilità. Proprio come “lo spazzaneve” per chi impara a sciare, è un passaggio.
Il modello sociale
Come avrai intuito sono convinto che il nostro modello sociale non vada a braccetto con l’idea di fare commenti positivi e costruttivi.
Per “modello sociale” non intendo la forma di governo ma intendo l’influenza che i media hanno su avuto su di noi negli ultimi 30 anni.
Disegnando l’uomo vincente come una persona di successo che schiaccia i suoi avversari. Che crescere grazie alle sgomitate e alla competizione.
E’ vero il nostro mondo è ultra competitivo e forse è anche bene imparare come difendersi ma è altrettanto importante imparare a cogliere gli aspetti positivi nella relazione.
L’invidia
Come citato più sopra tempo fa abbiamo dedicato una puntata intera al tema dell’invidia. Ci troviamo nella società dell’immagine che fomenta questa tendenza.
Fai un giro su un qualsiasi social e troverai tutti i tuoi amici e conoscenti che sembrano stare “meglio di te”, chiunque può imparare sui social come veicolare immagini “filtrate”.
Queste immagini di “felicità” possono generare in chi le guarda “invidia” perché non riesce a “vedere” cosa ci sta dietro.
Finzione dell’immagine e polarità
A furia di vedere “immagini di successo” potremmo abituarci alla finzione che vi sta dietro, così se un tuo amico festeggia un successo potresti trattarlo come “una immagine figa su Facebook”.
Di fronte a queste finzioni le persone si polarizzano in due fronti: chi adula i vincitori e chi invece li invidia. Ed invidovina, nessuno di questi due poli può comunicare in modo attivo e costruttivo.
Chi “adula” di solito non lo fa perché è felice di ciò che vede ma lo fa perchè desidera lui stesso essere nei panni di ciò che vede.
Questo può portare a risposte non proprio costruttive ma legate ancora una volta alla finzione dell’immagine stessa, in altre parole non supporti ma esalti il prossimo.
Dare valore ha ciò che è di valore per l’altro
Di solito diamo valore solo alle cose che sono importanti per noi. Se un mio amico inizia a parlarmi di quanto ha giocato bene il Milan non lo ascolto neanche.
Ora a parte gli scherzi, se sei un mio amico sai che non mi importa niente del calcio e raccontarmi del Milan non sarebbe proprio un nostro normale argomento di conversazione.
Ma se quel mio amico mi parlasse della partita come di un evento meraviglioso per lui, ecco che potrei provare a dare valore a ciò che per lui è importante.
Il principio che sta dietro il podcast di oggi è questo: impara a dare valore a ciò che è di valore per le persone che ti circondano.
E’ chiaro che se il mio amico mi parla del Milan come se fossi anche io appassionato di calcio allora forse è lui che dovrebbe rivedere gli argomenti di conversazione con me.
Tenere a mente “la mente dell’altro”
In psicologia questo tenere a mente “la mente dell’altro” è anche detto “mentalizzazione” (ne abbiamo parlato qui nella 2 puntata del podcast) ma cosa significa davvero tenere a mente la mente degli altri?
Significa tenere presente che quando parli con un’altra persona stai interagendo con un mondo ricco quanto il tuo. Con un essere che ha bisogni, desideri e convinzioni esattamente come te.
Quando dimentichiamo di essere davanti a qualcuno che è “ricco dentro quanto noi”, che ha “aspirazioni”, sentimenti e valori nobili quanto i nostri, perdiamo qualsiasi relazione.
Entrare in relazione significa proprio riuscire ad accogliere il mondo dell’altro attraverso la condivisione di un pezzetto del nostro mondo. Cosa devi fare per farlo?
In realtà niente perché sei già equipaggiato per mentalizzare le persone che ti circondano, il problema arriva quando questa mentalizzazione è incentrata su di te invece che sugli altri.
Validare la comunicazione degli altri
“Validare o validazione” è un altro termine che prendo in prestito dalla psicologia e in particolare dalla psicoterapia, significa semplicemente prendere in considerazione ciò che dice il prossimo dandogli valore, anche se non siamo d’accordo con il contenuto espresso.
Troppo spesso vediamo in televisione dibattiti nei quali l’intento è affossare il prossimo, non è il semplice cercare di distruggere le argomentazioni altrui ma è distruggere la persona stessa.
Il motivo è ancora per sentirsi più forti e superiori, ma cosa succede se qualcuno a cui vuoi davvero bene dice qualcosa con cui non sei d’accordo? Ovviamente dipende ma se sei bello sereno cosa succede?
Molto probabilmente dirai la tua ma non cercherai di distruggere chi ti sta di fronte e se sei davvero “illuminato” riuscirai a dare valore anche alla sua posizione.
La ragione la si da agli sciocchi
Validare la comunicazione altrui non è un dare ragione, così come la daresti ad un bambino incapace di comprendere le vere basi del discorso, ma è un accettare che ognuno ha il proprio punto di vista.
Questa validazione non è qualcosa che si fa sul contenuto di ciò che viene espresso ma è sul processo comunicativo. Se qualcuno ti dice che 2+2 fa 5 è bene che tu gli dica la cruda verità 🙂
Anche di questo tema ci siamo occupati nella 98° puntata del podcast dedicata alla assertività e alla validazione della comunicazione. Due aspetti che come hai compreso vanno a braccetto.
Assertività significa essere in grado di far valere i tuoi diritti senza calpestare quelli degli altri. Per farlo è necessario saper validare l’opinione altrui senza attaccare l’identità ma il comportamento.
Identità e comportamento
Questo è un vecchio consiglio della crescita personale che però risulta ancora validissimo: nel dare feedback cerca di puntare sul comportamento e non sull’identità.
Se devi dire ad un tuo collega che ha fatto male un certo lavoro digli: “non mi è piaciuto come hai fatto X ed Y” (comportamento) invece di “sei un incapace” (identità).
Sono aspetti di cui abbiamo parlato di recente in una “passeggiata di Psinel” che tengo sul mio profilo di instagram @il_podcast_di_psinel dedicata ai livelli logici di Robert Dilts.
La centralità del feedback
Come avrai capito imparare a dare e osservare il feedback è uno degli aspetti centrali di tutta la comunicazione umana. Quando siamo ben sintonizzati sull’altro ci viene spontaneo, ma non sempre.
Non sempre ci sintonizziamo in modo spontaneo soprattutto quando le emozioni sono forti e quando le questioni in ballo sono importanti (come nelle relazioni strette e nell’amore in generale).
Per questo nessuno può davvero ignorare il semplice consiglio di oggi, perché a tutti può capitare di esser nella giornata “no” o di non volerci “sintonizzare affatto”.
Allora ecco che i consigli, la tecnica (usata rispettosamente) può venirci in aiuto. Inizia ad osservare come TU dai feedback agli altri e spostati gradualmente e volontariamente verso feedback attivi e costruttivi.
Alla prossima settimana
Genna