Quante volte hai sentito dire “sai quello li è un po’ indietro” o ancora, “dovresti muoverti altrimenti perdi il treno”. Sono tutte affermazioni che danno un giudizio di valore sull’evoluzione personale…o evoluzioni personali.

Aspetto così importante che alla fine delle scuole i vari “professori” danno il loro parere, una sorta di previsione del tipo: “si consiglia una scuola breve” ecc.

Molto tempo fa avevo pubblicato la mia pagella delle scuole medie, dove mi si raccomandava di andare a “zappare” e soprattutto di studiare il meno possibile.

Questa valutazione era il frutto di 3 anni di osservazioni del mio rendimento scolastico, non avevano tutti i torni, ma una cosa è certa, non avevano neanche la “sfera di cristallo”.

Così in questi anni ho incontrato decine di persone che avevano subito una “profezia erronea” sul proprio destino e credo che questo sia legato ad un “retaggio culturale”.

“Chi nasce rotondo non può morire quadrato”

Così recita un vecchio detto del Sud Italia. Il che sta a significare che se nasci in un certo modo, se ti comporti in un certo modo, quello sei e quello rimani.

Questa idea mi è sempre stata stretta perché cristallizza le persone in una sorta di marchio a fuoco. Se a 12 anni non hai ancora dimostrato doti artistiche è perché non puoi fare l’artista.

Ma queste persone si sono mai chieste a che età ha iniziato a dipingere Van Gogh? Non sto esagerando perché se ci guardiamo attorno il mondo è zeppo di queste cavolate.

Oggi le neuroscienze dicono esattamente il contrario, ci dicono che il nostro cervello è talmente plastico da poter apprendere qualsiasi cosa e a qualsiasi età.

“Ok ma mica vinco un olimpiade a 60 anni”

Si è vero, il fatto che siamo molto più flessibili, che si possano apprendere nuove lingue a 80 anni, non significa che tutto sia possibile.

E’ ovvio che non puoi diventare un calciatore professionista se inizi ad allenarti a 30 anni. Ma al di là di queste esagerazioni oggi è davvero sempre “meno tardi”.

Nessuno ti ha mai insegnato a fare la cosa “x”? Allora sappi che online c’è quasi sicuramente qualcuno che ne parla e che ti spiega come farla.

Purtroppo l’idea della “rigidità degli schemi” prende l’evoluzione

Siamo talmente abituati a pensare che la gente sia “ciò che è” che quando un nostro amico cambia non ce ne rendiamo neanche conto.

E’ lo stesso effetto che si ha quando un nostro caro amico dimagrisce lentamente e noi siamo gli ultimi a rendercene conto, perché lo avevamo costantemente sotto agli occhi.

Questa idea di “fissità” ci consente di mantenere un’immagine chiara del nostro amico, da un lato, mentre dall’altro ci impedisce di vedere i suoi progressi.

Facciamo lo stesso con le abilità psicologiche, se un tuo amico migliore il suo modo di comunicare tu te ne accorgi? Se gli stai troppo addosso probabilmente no.

Un piccolo bagno di umiltà

E se ti dicessi che molti dei nostri problemi derivano dal fatto che crediamo troppo ciecamente a questa storia della “fissità del carattere”?

Cioè del fatto che non puoi invertire “la freccia del tempo” per cui, se non hai mai imparato a cavartela da solo ed hai 50 anni, non puoi farci nulla.

Questa è una pericolosa convinzione disfunzionale. Ognuno cresce alla propria velocità e la vita, come amo spesso dire, non è una scatto ma una lunga maratona.

Pensare che se non hai fatto il tempo nei primi 100 metri ti sarà poi impossibile recuperare è uno dei bias cognitivi più sottovalutati del nostro tempo.

Il privilegio moderno

Immagina una persona che nasce ed ha già il cibo a disposizione, una casa che lo protegge ed una famiglia che lo ama. Diciamo che in linea di massima questa è oggi la normalità.

Ok so benissimo che ci sono casi estremi di abbandono, di malnutrizione e di disagio sociale ma mediamente nella società occidentale queste cose sono più o meno garantite.

Così possiamo dire che ognuno di noi nasce con un “privilegio moderno”, aspetto che ricopre anche i gradini più alti della famosa piramide.

Infatti gli insegnanti di oggi si formano per fare in modo di aiutare i ragazzi ad avere un maggiore equilibrio emotivo, una autostima migliore ecc.

Un “film già iniziato”

Ognuno di noi non nasce in un “vuoto cosmico” ma viene al mondo e cresce in una società che lo precede. Ed è come se arrivasse nel bel mezzo di un film già incominciato.

I bambini per loro natura credono che il film “sia tutto dedicato a loro” e man mano che crescono si rendono conto che le cose non stanno così.

Nonostante ciò molte persone credono che il film sia “tutto loro” anche quando crescono. E si lamentano terribilmente se sono costrette a doverci “capire qualcosa”.

Diciamo che più proteggiamo i nostri bambini da questa consapevolezza durante la crescita e meno apprenderanno quelle abilità che gli consentono di “comprendere il film”.

La realtà nei casi clinici

Da anni seguo persone che per un motivo o per un altro hanno problemi simili. Sono di solito persone che nascono in famiglie benestanti.

Così mi trovo davanti persone di 50 anni che magari, non sono mai state in posta a pagare una bolletta o che non sanno effettuare un bonifico in banca.

Così quando i loro genitori iniziano a perdere colpi si sentono letteralmente sperduti. Perché non hanno mai appreso quelle abilità di base che gli consentirebbero di portare avanti “il film”.

Non è una questione di “essere viziati” ma è la questione che ciò che “proteggi eccessivamente lo rendi fragile”.

La piramide di Maslow come “target”

Come ti raccontavo in puntata la piramide dei bisogni di Maslow è solo uno dei tanti “modelli evolutivi” che abbiamo a disposizione.

Si tratta cioè di un modello di crescita, di come ci dovremmo gradualmente sviluppare negli anni per raggiungere i nostri obiettivi e (secondo Maslow) auto realizzarci.

Sono tappe che ognuno di noi dovrebbe aver attraversato lungo l’arco della propria vita. Ma come ti mostravo prima sono leggermente anacronistiche, visto che il film inizia sempre “più avanti”.

Nel senso che la maggior parte di quei bisogni vengono soddisfatti di default, senza che tu debba fare niente per meritarteli. A livello sociale è una meraviglia ma non a livello personale!

Tornare sui propri passi

L’altro giorno un mio cliente mi racconta di aver preso le sue prime lezioni di sci. E mi dice: “è stato incredibile, sono anni che scio ma in quelle poche ore sono migliorato tantissimo”.

Il mio cliente era già uno sciatore ma era un auto-didatta improvvisato, visto che anche il figlio prendeva lezioni lui si è inserito nel gruppo ed ha seguito i “rudimenti dello sci”.

E nonostante lui si sentisse “molto più avanti”, quei passi all’indietro gli hanno consentito di migliorare nettamente la sua tecnica ed in generale il suo sci.

Non è facile farlo, perché bisogna ammettere a se stessi di avere bisogno di lezioni, serve consapevolezza ed umiltà per poterlo fare.

Auto-efficacia ed auto-stima

I miei colleghi conoscono molto bene questa distinzione spesso sconosciuta nel campo della crescita personale.

L’auto-efficacia è la consapevolezza di saper fare qualcosa. In questo momento tu mi stai leggendo per cui presumo che tu sia in grado di leggere.

A meno che non ti si presenti un testo in una lingua sconosciuta prima di iniziare a leggerlo non ti preoccuperai di non saperlo comprendere.

In questo caso la tua auto-efficacia dovrebbe essere altissima e perciò la dai anche per scontata. Ma in realtà è la base per quella che potremmo definire auto-stima.

Cioè la tua valutazione soggettiva su te stesso. Se sai cavartela in un determinato contesto avrai una alta auto-efficacia che si trasformerà in auto-stima.

L’auto-efficacia si basa su abilità che acquisisci ed espandi

Sentire di saper fare qualcosa è un processo, non è una cosa fissa e stabile. E più è complessa quella cosa e più necessità che tu stia “sul pezzo”.

Se ti occupi di informatica conosci bene questo aspetto: per quanto tu possa conoscere bene i computer di oggi non è detto che tu conoscerai quelli di domani.

Ma il fatto di conoscere bene quelli di oggi crea come “una base sicura” che ti consente di esplorare con calma anche i modelli più moderni, anche quando sono completamente diversi dai precedenti.

Per lo stesso motivo il semplice “procacciarsi il cibo da soli” può creare una forte autostima anche in altri ambiti della vita. E’ per questo che Giulio Cesare Giacobbe insiste sempre sul “arrangiarsi”.

La piramide è solo una mappa

Quella piramide è solo una mappa che ci mostra quali potrebbero essere i bisogni da soddisfare e soprattutto in quale ordine andrebbero soddisfatti.

Come ti dicevo prima non è del tutto vero, questi bisogni cambiano. Così come non è del tutto vero che se non sai procurarti da mangiare da solo non avrai una buona autostima.

Ciò che è vero è il principio evolutivo che ci sta alla base e che dice che non è mai troppo tardi per tornare indietro ad apprendere cose che non avevi appreso a loro tempo.

L’esercito di Freud

Se conosci la teoria psicodinamica di Freud sai che il suo modello psico-evolutivo parte da alcune zone del corpo (le zone erogene) bocca, ano e genitali.

Per Freud lo sviluppo del bambino si articola lungo queste 3 zone, che attraverso il loro appagamento determinano quanto e come ti senti oggi.

Secondo il primo psicologo della storia moderna, lo spostamento da una zona all’altra avviene come una mobilitazione militare. Dove alcune truppe restano di sentinella mentre altre vanno in avanscoperta.

Così si possono ritrovare persone che hanno “chi più chi meno” grossi agglomerati di truppe ferme in zone antiche. Come nel caso di chi è fissato nella zona orale.

Anche questa di Freud è una mappa

Anche questa ovviamente è una mappa, un modello che tenta di spiegare come funzionano le cose o meglio l’evoluzione dell’essere umano.

E per quanto mi riguarda non è una “buona mappa” ma spiega bene il concetto di oggi. Infatti attraverso l’analisi (sempre secondo Freud) si riuscirebbe a ri-mobilitare quelle truppe per scopi maggiormente evoluti.

Ed è un po’ questo il senso della puntata di oggi: diventare consapevoli che non è mai troppo tardi per riassestare quell’esercito, per riequilibrare le forze… per crescere.

Ci sono due modi con cui cresciamo: consapevolmente o inconsapevolmente. Vedi sono fermamente convito che dentro gli esseri umani ci sia una forza regolatrice.

La mente saggia e l’inconscio ericksoniano

Chiamala come vuoi, anima, forza vitale, disegno intelligente (forse questo è troppo teologico) ma dentro ogni essere vivente esiste una spinta alla crescita.

Ripeto non una crescita infinita ma una crescita continua, un continuo apprendere sempre più obbligato dalle circostanze… basta pensare alla tecnologia.

Che tu lo voglia o meno apprendi per tutta la vita e apprendendo cresci. La cosa bella di oggi è che lo sappiamo e sappiamo anche che apprenderemo qualcosa di nuovo fino all’ultimo giorno.

Si esatto, perché il nostro cervello ha questo scopo, quello di continuare a modificarsi per far fronte alla vita.

Sperimenta gli esercizi che trovi nel Qde, inizia a portare maggiore consapevolezza al tuo processo di crescita personale.

Puoi farlo usando dei modelli che già esistono, come la piramide di Maslow, oppure lavorando su te stesso attraverso la consapevolezza.

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a presto
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.