Conosci il “potere del momento presente”? La forza ed i benefici della meditazione? Sono ormai anni che te ne parlo e questo ha fatto apparire il “progettare” ed il “fissare obiettivi” quasi sbagliato. Oggi voglio parlarti del perché è invece più che sano “avere dei progetti”.
Elogiare la “progettualità” è l’obiettivo principale di questa puntata del podcast e di questo post. Perché? Perché sempre più spesso, parlandoti di “presenza” sembra ce ci si sia dimenticati di questo aspetto.
Mentre per decenni la crescita personale ha prosperato sull’idea degli “obiettivi” e su come raggiungerli (aspetto su cui ho tenuto più di un corso) da quando si parla di mindfulness le cose non sembrano più essere così.
“Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare” diceva Seneca, ed in effetti è difficile darsi una direzione se non sappiamo “come impostare il nostro navigatore”…Ma…
…cosa ancora più importante è “sapere dove si è in un dato momento“, altrimenti hai voglia a seguire il “vento favorevole”! Bisogna sapere dove siamo prima di chiederci “dove vogliamo andare”.
Ti dico questo, che potrebbe apparirti come banale, non solo per rispolverare 2 o 3 massime “ad effetto” (il che non fa mai male) ma soprattutto per mostrarti il ruolo della nostra “amata presenza” in tutto ciò.
Si perché allenarsi a stare nel presente NON significa non avere progetti! Ma significa invece fare una specie di mente locale su dove siamo, su chi siamo, senza aspettative e giudizi.
Immagina di dover fare una lunga corsa di ore ed ore, anzi di giorni e giorni. La prima cosa che dovrai fare (dopo esserti allenato) sarà il valutare come e dove fermarti per recuperare le forze.
Non solo, ad ogni recupero delle forze dovrai essere onesto e cercare di valutare nel modo migliore possibile “come ti senti in quel preciso momento“. Non si tratta infatti di vita o di morte, ma di una corsa dove hai tutto il tempo per fermarti.
Meditare assomiglia molto a questa sosta (anche se non deve essere praticata come una “pausa”), e la corsa assomiglia molto al nostro stile di vita moderno… “sempre di corsa”. Praticare la presenza serve per fermarci e “renderci conto di dove siamo”. Ma questo spesso non basta!
Si perché noi siamo progettati per progettare, perdona il gioco di parole! La nostra vita è fatta di piccoli e grandi progetti che ci spingono in avanti nella vita.
Ecco qualcosa che dovresti sempre tenere a mente quando pratichi i miei esercizi di meditazione: per la visione di psinel meditare non significa estraniarsi e cercare di restare solo nel presente…
…per psinel meditare significa allenare dei muscoli che normalmente non abbiamo l’opportunità di allenare. Non si tratta semplicemente della visione del mondo: “medita e diventa felice”.
Per me, la progettualità è parte integrante del benessere delle persone. Si lo so, per tanto tempo ti ho parlato della differenza fra la modalità del fare e quella dell’essere.
E ti ho mostrato che per crescere è bene passare più tempo possibile nella modalità dell’essere. Ma questo non è perché quella del “fare” sia negativa, ma abbiamo davvero poche possibilità di “essere”.
Chiaramente progettare non significa legare la propria felicità e soddisfazione ad un qualche obiettivo esterno. Ma significa perseguire le cose in cui crediamo davvero (piccole o grandi che siano).
La ricerca è molto chiara da questo punto di vista: chi ha uno “scopo nella vita” non solo ha maggiore probabilità di raggiungerlo ma vive anche una vita maggiormente piena e (udite udite) vive più a lungo 😉
Qualche settimana fa ho riletto un piccolo libro all’apparenza molto pesante: “Uno psicologo nei Lager” di Viktor Frankl. Uno dei libri più famosi nel mio campo!
Si, si tratta ancora di una terribile descrizione della vita nei campi di concentramento ma dal punto di vista di uno psicologo, appunto Viktor Frankl. Che ci da uno spaccato psicologico di quel terribile momento storico!
La cosa più interessante di tutto il libro è proprio il cercarne l’essenza che Frankl ha voluto tramandarci e che potrei riassumerti in queste parole:
Le persone che abbandonavano i propri progetti (grandi o piccoli) attaccandosi a ricordi del passato erano anche quelle che venivano uccise più facilmente.
Non si trattava solo di una progettualità a lungo termine, che poteva forse rispondere alla domanda: “Che cosa farò uscito di qua?” ma anche di un progettare “giorno per giorno”.
Frankl racconta che la sua mente per tenerlo vivo continuava a fare piccoli progetti futuri, anche all’interno degli stessi campi. Racconta anche alcune storie che hanno del fantascientifico…
…ad esempio narra di un suo compagno che aveva sognato che entro una certa data li avrebbero liberati. Purtroppo la cosa non accade, ed il suo amico morì esattamente il giorno in cui credeva di venire liberato.
Insomma il libro è pieno di esempi del genere. Avere dei progetti nella vita è importante, anche solo piccoli progetti abbozzati e non necessariamente così tanto significativi.
Non significa voler salvare il mondo, vincere il Nobel o guadagnare un milione di euro. Ma semplicemente di mettere in moto quella macchina che continua a progettare dandole una direzione.
Questo non per smuovere l’Universo, come nella nostra “legge di attrazione” ma per smuovere “noi stessi”. Per farlo, come dicono da anni molti formatori non è importante chiederti “come”…
…ma è invece importante chiederti “perché”. Come diceva Nietzsche….”Chi ha un perché abbastanza forte, super tutti i come“. Questa frase che scommetto hai sentito nominare a decine di formatori…
…è in realtà di un noto filosofo! E va a pescare in quella grande fucina che alcuni formatori chiamano “i valori”. Ma è ancora più semplice vederli come “perché”… intesi come “perché faccio quello che faccio”!
Cerca i tuoi “perché”, senza vederli come capi saldi assoluti della tua vita, ma semplicemente come direzioni che stai prendendo in quel momento.
Dai un vera direzione a ciò che fai, impara ad usare “la presenza” come una base da cui partire per progettare la tua vita ed usa la tua storia personale come risorsa.
Concludendo: ho cercato di mostrarti che “fare progetti”, la progettualità, non è nemica del restare nel presente. Il che ovviamente non significa usarla per “scappare da se stessi” ma per “diventare se stessi” anche nelle nostre piccole azioni.
Un bravo musicista mette se stesso in ciò che fa, e si sente… fai altrettanto 😉
Sotto sotto sai bene quale è la differenza fra quando “progetti per esprimere te stesso” e quando invece “progetti per scappare da te stesso”. La chiave per godere della progettualità è tutta qui!
A presto
Genna
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