Nella 44° puntata del podcast di psinel ti parlo di un concetto che accomuna diversi percorsi di crescita personale “la creazione del testimone“. Nulla di “paranormale” e neanche di televisivo (come il divertente  programma di Pif;)) ma una conoscenza millenaria che è stata confermata dalla scienza e dalla ricerca in campo clinico.

Il concetto che ci sta alla base è la famosa“disidentificazione”, ti avviso oggi il podcast è un po’ sul “delirante”…buona ascolto:

Bene, sei riuscito ad ascoltarlo? sono riuscito atrasmetterti questa idea del testimone? Il modo più facile è invocare, ancora una volta, la metafora del fiume. Passiamo la maggior parte del tempo immersi nel “fiume dei nostri pensieri, emozioni,sensazioni, piani per il futuro ecc”. Ma quando ci fermiamo ed iniziamo ad osservare questo fiume, è come se si riuscisse a “saltare sulla sponda”…

…ed iniziare a vedere questo fiume “da fuori”, come negli esercizi di PNL…ma qui non si tratta di visualizzare davvero il fiume, anche se per qualcuno può servire, ma si tratta di un tipo di osservazione davvero difficile da descrivere. Per questo nel podcast ti ho parlato “dell’osservatore interno” di E. Hilgard. Anche ai livelli più profondi di trance ipnotica, sembra che resti intatto “un osservatore”, una specie di ancoraggio alla realtà.

Hilgard inaugura una corrente battezzata “neodisociazionismo” (non ho voglia di farti tutta la storia) che sinteticamente descrive la trance e gli stati modificati di coscienza come dissociazioni. Durante la “trance ipnotica” la mente inizia a disgregarsi, ma resta una parte, il testimone! Negli anni decine di studi ci hanno mostrato il potere delle pratiche rivolte a rafforzare la forza di questa “testimonianza”… attraverso quella che chiamiamo presenza.

Avendo avuto la possibilità di sperimentare diversi stati modificati di coscienza, credo che si tratti dello stesso “personaggio”, sia quello di Hilgard e sia ciò che  intendiamo come presenza. Le vie spirituali ce lo dicono da millenni…come sai non sono “credente” e penso che questo possa anche essere interpretato come “la saggezza accumulata nei tempi“…

…una saggezza empirica trasmessa attraverso lediverse religioni, quindi non necessariamente diorigine divina. Tu puoi pensarla come vuoi, mai fatti (gli studi sulla disidentificazione) sono più che chiari nel dirci quanto benefici abbia portare un pizzico di attenzione a questo “testimone”.All’inizio non è facile, via via che pratichi la presenza diventa sempre più semplice. Lo puoi fare anche in questo momento…

puoi portare la tua mente nel “presente”, puoi guardare i colori di questi caratteri e puoi ascoltare i suoni che ti circondano. Insomma il modo migliore per creare questo testimone è la meditazione mindfulness. Roberto Assagioli creatore della psicosintesi esprimeva nel 65’qualcosa di molto simile parlando della cura psicologica:

Per i fini della cura è importante che il paziente arrivi ad un certo grado di auto-identificazioneche cioè riesca a distinguere se stesso come oggetto cosciente dei vari contenuti con i quali abitualmente si identifica” (Principi e metodidella psicosintesi terapeutica p.85). In grassetto è mio e serve per evidenziare il termine che in un qualche modo ci mostra che cosa accade…

…una “identificazione con il nostro vero Sè“,con quella parte che è in grado di osservare i diversi contenuti mentali senza identificarsi con essi. Allora con cosa ci si identifica? conse stessi! o meglio con il “vero te stesso”. Gurdjieff lo chiamava “il ricordo di se“, Perls “presenza e contatto“… insomma la storia è zeppa di riferimenti.

La ricerca scientifica con la mindfulness, la terza ondata della psicoterapia (ACT, DBT, ecc), la saggezza dei pionieri della mente umana (Jung,Perls, Assagioli, ecc.) le pratiche meditative orientali e occidentali… tutto questo punta il dito verso l’importanza di rivolgere la nostra attenzione verso questo tuo “te stesso”, privo di condizionamenti…o meglio in grado di…

…liberarsi dai condizionamenti per poter guardarela realtà (comune) con gli “occhi del testimone” è probabilmente quella chiave del famoso detto: “conosci te stesso“. Come puoi fare per svilupparlo?allenando il tuo “stato di presenza”, il modo più semplice (anche se non rapido, ti avviso subito;))è quello di praticare la mindfulness. Una versioneoccidentale della meditazione vipassana.

Sperimentala per qualche mese tutti i giorni, vai sul mio articolo dedicato alla meditazione e prima di iniziare, leggi ed ascolta qualcosa (se non ne sai nulla). Poi scegli la pratica che ti piace di più (ti consiglio una formale per vedere i risultati “subito”) ed inizia a praticarla tutti i giorni per almeno 4/6 mesi. Si lo so che è tanto, ma ti assicuro che setroverai la chiave giusta, me ne sarai gratoper tutta la vita 😉

Se mi hai letto sino a qui sei un vero eroe! come avrai notato è un post un po’ delirante, per cui mi metto a tua disposizione per qualsiasi chiarimento e per rispondere ai tuoi eventuali dubbi. Clicca su mi piace ed aiutami a far crescere psinel 🙂

A presto
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.