Ciao,quante volte hai sentito dire che l’inconscio è una “macchina”? Molti studiosi identificano come zonainconsapevole i nostri automatismi, cioè tutte quelleazioni che avvengono in automatico, al di fuori dellanostra coscienza, difficile ribattere e dire che non sitratta così, fortunatamente ci sono modelli più carinia cui guardare…
Ogni studioso di psicologia, da Freud in poi, si è occupatodi creare una metafora che descrivesse il funzionamentopsichico, dalla famosa “topica freudiana” (presa in partedal “cocchio di Platone”) con il suo Es, Io è Super-Iofino al paragone mente-computer che ha impazzatonegli anni 70 ed ancora oggi affascina. Come si descrivequalcosa che non si può vedere ma di cui si “vedono”gli effetti…come la forza di gravità?
Con una metafora, una trasposizione che ci aiuti acomprendere meglio, a volte purtroppo questo tipo dinarrazioni non solo ci aiuta ma ci imprigiona in quelloche Kuhn avrebbe definito “paradigma scientifico”. Èper questo che sono costantemente intento nella ricercadella “metafora adatta” che riesca a comunicare nelmodo migliore come “usare il proprio cervello”.
Se conosci la PNL di certo saprai che una delle primemetafore usate dai suoi co-autori è stata proprio quelladel “manuale del cervello”. “Nessuno nasce con ilmanuale di istruzioni del proprio cervello” osavanodire ma in fin dei conti se ci pensi questa metaforacalza bene per ogni studio psicologico.
Su questo ci scriverò un lunghissimo delirio perchépenso che in realtà la psicologia debba essere insegnatanelle scuole ed applicata fin dalla più tenera età. Lacultura psicologica è giovanissima ma noi me sappiamomolto molto poco, infatti se mi segui sai che lapsicologia non si riduce affatto a consigli banali edi buon senso, anzi le scoperte migliori sonospesso contro intuitive.
La metafora che voglio presentarti in questo delirio èsemplice e complessa allo stesso tempo, ed è quella”della macchina”. Se mi segui sai che ho spesso fattoquesto paragone per spiegare l’ansia: “ci sono duepersone in auto, l’autista ed il passeggero. Il primo è untizio particolare che riesce a guidare in qualsiasi stato elo fa spontaneamente, lui è nato per guidare…
…purtroppo però ha accanto un co-pilota pignolo chegli segnala continuamente come dovrebbe guidare. Sequesto prende il sopravvento scatta l’ansia, nella miariduttiva metafora voglio indicare quel bisogno dicontrollo che a volte ci prende e che può sfociare inmalessere, perché in fin dei conti noi funzioniamobene quando non ci controlliamo (clicca qui per approfondire).
Questo controllo diventa via via più pericoloso quandoil co-pilota oltre a rompere le scatole al guidatore sulsuo stile di guida e sulle norme da rispettare inizia a fareipotesi ignoranti sul funzionamento dell’intera auto. “Haisentito quel rumore? Non starà mica esplodendo ilmotore?”. Ancora una volta un eccesso di controllopuò portare sofferenza…
…quante volte hai sentito un dolorino o una piccola fittaed hai pensato al peggio? È una cosa normale, una sortadi sistema di difesa che cerca di fare tutte le ipotesi delcaso, e quando non ci sono molte alternative sembraprediligere le spiegazioni catastrofiche o meglio sonoquelle che catturano con maggiore forza la nostra attenzione, poiché molto emotive.
Quindi abbiamo questi due elementi che in un qualchemodo co-pilotano l’auto, il primo potrebbe essere ilnostro istinto o l’inconscio superiore per Assaggioli o ancora l’inconscio buono di Erickson. Mentre l’autocon i suoi rumori sarebbe il luogo dove mettiamo lecose che apprendiamo in automatico, i famosiautomatismi.
Mi piace la metafora dell’auto non solo perché piùattuale del cocchio di Platone, ma anche perché cisi possono fare curiosi ragionamenti: immagina didover prendere l’auto per andare in vacanza e didove macinare almeno 500 km, un viaggio mediolungo…ad un tratto inizi a notare un piccolorumorino mai percepito, cosa fai?
Accosti e chiami un meccanico? Oppure proseguifiducioso, sperando che non sia nulla di grave? No nonsto parlando di un frastuono improvviso ma di uno diquei rumorini che di tanto in tanto saltano fuori dallenostre auto. Conoscendomi proseguirei di certo maio non sono affidabile visto che l’anno scorso hobruciato un motore dimenticandomi l’olio 😉
La mia totale non curanza non va bene ma neancheuna estrema paranoia ed ansia vanno bene. Questoè più o meno ciò che accade a molte persone, sentonoun delirio e zacchete pensano subito al peggio, quandosarebbe bene proseguire fino a casa, se poi il “rumorepersiste” allora vale la pena andare dal meccanico.
Ora mi vedo già gli appassionati di Psinel che dicono:”ecco allora io devo dare più retta ad X e meno ad Y” opeggio…”io sono X o Y”…no tu sei tutto, i co-piloti, l’autoed anche il territorio in cui ti muovi. Per cui è moltodifficile dire sono x o Y. Mentre Freud sognava uncocchiere fortissimo e cosciente (l’Io) invece ciò cheti propongo è un equilibrio fra queste parti.
Vuoi sapere come ottenerlo? Chiedimelo fra icommenti e ci dedicherò una ANL apposta, perchéla metafora è davvero operativa 😉 ricordati dicliccare su mi piace è il solo tributo che ti chiedoper questi contenuti gratuiti:)
A prestoGenna