Ciao,
nella ANL di questa settimana parliamo di come “affinare le nostre abilità psicologiche“. Quella serie di competenze che di solito si sviluppano nei corsi di crescita personale (comunicazione, assertività, resilienza, ecc.).
Partiremo da una critica alla teoria delle 10000 ore e vedremo i due pilastri che ci permettono il “kaizen”cioè un continuo e graduale miglioramento piuttosto che “cambiamenti rapidi”…
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Sei riuscito ad ascoltarlo? Si tratta di uno di quei concetti che a molti “non vanno giù” ma che per quanto mi riguarda sono il sale della crescita personale.
Il fatto che per diventare davvero eccellenti è deleganti in una qualche disciplina è necessario il buon vecchio impegno e la buona disciplina. È tutto questo va fatto nel rispetto dei tempi soggettivi di apprendimento.
Un rispetto che a volte viene accantonato in virtù del fatto che molti aspetti della crescita personale sono legati alla velocità. ” Diventa un super mega comunicatore in 4 ore” acchiappa decisamente di più di un “esercitati per tutta la vita nella sottile arte della comunicazione”. Quindi il primo ostacolo è di tipo commerciale mentre il secondo legato a questo…
…è il desiderio moderno di “bruciare le tappe” in un mondo sempre più accelerato, dove se non fai una certa cosa entro certi limiti temporali vieni in un qualche modo additato come “lento o addirittura ritardato”. È chiaro che questi sono solo tanti pregiudizi ma che a lungo andare influiscono pesantemente con il raggiungimento di quella che definisco “eccellenza personale”.
Attenzione perché ciò che sto per proporti non è di andare piano ma di affrontare ogni tuo training con uno spirito diverso. Con quel mindset che i praticanti di meditazione chiamano “spirito del principiante” qualsiasi sia il tuo grado di preparazione in quel campo. Così con la “mente del novizio” resti aperto a nuovi apprendimenti ma come fare?
Questa apertura a continui e piccoli miglioramenti prende il nome di Kaizen famoso nelle culture aziendali per la sua efficacia. Non si tratta di fare continue rivoluzioni (cioè cambiamenti Grandi) ma di piccoli continui cambiamenti. Ed è proprio ciò che facciamo naturalmente dentro di noi, affinando di continuo le nostre armi, ma questo “affinamento” ha un nemico…
…l’automatismo, che come abbiamo visto in un post dedicato alla meditazione può diventare unintralcio per l’affinamento dell’apprendimento. Questo è il concetto che mette in discussione la teoria delle 10000 ore ed è stata anche una delle tante critiche che sono state mosse da te mio caro lettore attento di Psinel proprio fra i commenti di quel post.
In altre parole, come ti raccontavo nell’audio se un bambino inizia ad apprendere come andare in bicicletta, dopo poche ore di pratica sarà in grado di farlo. Prima come mantenere quello speciale equilibrio e via via con la pratica come frenare e come andare magari in mezzo al traffico.
Dopo alcune ore di pratica si apprende velocemente
Come ti raccontavo in qualche post fa andare in bici si apprende velocemente anche perchéil feedback è immediato e pericoloso. In altre parole se sbagli cadi e rischi di farti male, ma per fortuna i bambini temerari se ne fregano alla grande di questa eventualità e si lanciano nel loro apprendimento.
Tuttavia, a meno che non decidano di fare poi i “ciclisti professionisti” difficilmente saranno costretti ad affinare quegli automatismi. Così magari uno si ritrova a 30 anni a guidare una bicicletta con le stesse identiche competenze di quando ne aveva 13. Si, è chiaro che via via che l’ambiente muta anche le competenze si aggiornano ma dipende…
…dipende da quanto spesso fai quella cosa e soprattutto da quanta attenzione poni a ciò che stai facendo. Portare attenzione consapevole mentre fai qualcosa che ormai hai reso auto-matica, ti permette di migliorarla in modo costante (appunto Kaizen). E’ proprio per questo motivo che sportivi ed artisti si dilettano “nei fondamentali“.
Cosa potrà mai servire ad un calciatore che gioca da quando aveva 3 anni continuare a ripetere un certo tiro? forse non è capace a farlo bene? assolutamente no, serve proprio per aggiornare quegli automatismi. E per farlo ti serve apprendere come diventare consapevole, e come ormai ogni studioso della mente sta affermando c’è un modo per farlo…
…dedicare del tempo alla meditazione, cioè ad accendere e spegnere quei meccanismi della attenzione che nessuno ci insegna a sviluppare se non in modo indiretto. Con gli esercizi della mindfulness è possibile allenarli direttamente e ti assicuro che si tratta di un allenamento davvero efficace e produttivo.
Andres Ericsson, lo psicologo da cui è natala teoria delle 10000 ore, chiama questo tipo di azioni, cioè il portare attenzione a ciò che stiamo facendo “esercizio intelligente“, infatti ammette …”non si migliora con la semplice ripetizione meccanica, bensì continuando a mettere appunto la propria esecuzione per avvicinarsi sempre più all’obiettivo“.
Quindi l’unione di “ore di pratica” più la presenza negli esercizi unita ad un qualche meccanismo di feedback possono portare alla eccellenza personale. Secondo Goleman è proprio nel momento in cui arriva il nostro automatismo che le “strade fra dilettanti e professionisti si dividono”…
Citando ancora Ericsson:
“Gli esperti resistono attivamente a questa tendenza all’automaticità creando e predisponendo degli esercizi in cui l’obiettivo da raggiungere superi il loro livello attuale di prestazioni…e quanto più tempo riescono ad investire nell’esercizio fatto con consapevolezza e piena concentrazione, tanto più le loro prestazioni migliorano e il loro stile si perfeziona“.
Ultimo step di un esercizio intelligente per poter coltivare le nostre abilità fino all’eccellenza sta nella capacità di prendersi delle pause. Come ti raccontavo nell’audio (se non l’hai ascoltato ti invito a farlo visto che è molto diverso dal post)non si tratta di una corsa agonistica, ma intendo vedere le abilità psicologiche come un viaggio da affrontare con calma, unita alla pratica e alla presenza.
Bene, ora dovresti avere due o tre dritte su come diventare eccellente nelle cose che ti interessano.Nello specifico ci siamo riferiti a “soft skills” ma tieni presente che questi principi valgono per qualsiasi apprendimento. Fammi sapere cosa ne pensi lasciando un commento qui sotto e/o cliccando su MI piace.
A presto
Genna