Ti è mai capitato di avere come la sensazione di non sapere dove dirigere le tue risorse interiori? Non sto parlando di “grandi cose” ma anche quando sei con i tuoi amici e ti chiedi se sia il caso di tornare a casa. Quando stai prendendo semplicemente il sole e ti chiedi se sarebbe meglio fare altro? Insomma ogni volta che la tua mente ha la sensazione di non sapere con precisione cosa stia facendo? Ecco questa sensazione è molto comune e anche se pensi di non averla mai provata DEVi assolutamente ascoltare l’episodio di oggi se vuoi una vita più piena e soddisfacente…

Dare una direzione alla Vita

“Che cosa è davvero importante per te mentre leggi questo post?” la domanda di cui parliamo oggi suona più o meno così. Sembra banale vero? Posso assicurarti che non la è per niente e spero, dopo aver ascoltato l’episodio che sia chiaro perché la ritengo fondamentale per la nostra soddisfazione personale. Molti esperti oggi ti raccontano che per dare una vera direzione alle nostre azioni sia necessario conoscere i nostri VALORI, cioè che cosa è davvero rilevante per noi in un certo contesto, su questo blog ne abbiamo parlato tantissime volte (molto prima che diventasse “di moda”).

I valori sono principi guida che ognuno di noi acquisisce nell’arco della propria esistenza. Solitamente sono dettati dalla famiglia e dalla cultura di appartenenza, per millenni è andata così, ma oggi che abbiamo contatti con tutto il mondo si sono trasformati in una grande bolgia di cose che possono essere “interessanti e corrette” più o meno per chiunque. Non si tratta di obiettivi da raggiungere, come abbiamo sottolineato in questo episodio ma si tratta di direzioni da perseguire. Spero di non dover ripetere ancora l’esempio dei punti cardinali (se non lo conosci significa che non hai ascoltato l’episodio e/o letto “Facci Caso”).

Questi valori non sono scritti nella pietra e variano in base ai contesti. Nonostante ciò molte persone, per perseguirli, tendono a vederli come se fossero invece assoluti. Ad esempio, immagina di essere una persona che ha tra i propri valori quello della “giustizia”, per te è fondamentale che il mondo sia “giusto”. Tuttavia è evidente che tale termine può significare un sacco di cose, per alcuni significa che tutti devono seguire la legge e le regole in modo molto restrittivo. Non importa se sei mio fratello, se vengo a sapere che hai fatto un illecito ti denuncio. Per altri può significare “occhio per occhio dente per dente” e così via.

Non solo tali valori sono contestuali ma sono espressi in modo talmente generico che è difficile che ci si capisca. Anni fa entravo nelle scuole e chiedevo agli adolescenti: “per chi è davvero importante l’amicizia?” molti alzavano la mano e poi: “cosa significa per te amicizia? Come fai a sapere se una persona ti è amica?” le risposte differivano pesantemente da una persona all’altra. “Per me amicizia significa che se ti chiamo mi devi rispondere sempre, anche alle 3 di notte”. “Per me invece amicizia significa che non oseresti mai chiamarmi alle 3 di notte perché devi rispettare i miei spazi” ecc.

Per quanto diversi studi abbiano provato quanto faccia bene lavorare con i propri valori, cioè chiedersi cosa sia importante per noi e perché, come ho cercato di raccontarti si tratta di una materia decisamente volatile. In altre parole cambia molto da persona a persona, da contesto a contesto e da altre piccole cose che possono accadere prima di un evento ecc. Insomma tuatuarsi addosso i nomi dei valori che hai trovato lavorando su di te non è una mossa così intelligente, anche se magari pensi possa aiutarti a tenerli a mente.

Volatilità e ricordo

Per riuscire a farci guidare dai valori è necessario sia conoscerli e sia tenerli a mente. Cioè non conta che tu abbia fatto una bella lista di ciò che per te è importante 4 mesi fa, ciò che conta è quante volte riesci ad agire in base a quei valori. Cioè quante volte, di fronte ad una decisione hai detto dentro di te: “ma questa cosa è davvero importante per me? E’ in linea con il mio valore X o Y?”. Per riuscire a fare questa cosa conoscere i nostri valori non basta, è necessario anche tenerli a mente e soprattutto evitare di vederli come delle specie di “domande alla ricerca di senso”, altrimenti invece di guidarci ci incasinano.

I valori sono come una bussola, inutile fermarsi a chiedere se quel nord è davvero a nord o cosa significhi davvero il fatto che io voglia andare verso nord. Perché l’unico modo per saperlo è farlo, agire camminando verso quella direzione e non fermarsi per troppo tempo a pensare se sia la direzione giusta. Un po’ come quando mi dite che vorreste iscrivervi a Psicologia ma non sapete se sia la strada giusta per voi. Certo potete fare un sacco di ipotesi ma il modo migliore per capirlo è iniziare ad incamminarvi su quella strada: comprare libri, chiedere a chi l’ha già perseguita, frequentare qualche corso ecc.

Personalmente ritengo dunque che le cose più rilevanti da fare in questo campo non riguardino il cercare di capire quali siano davvero i nostri valori più profondi, magari con corsi estenuanti di giorni che scavano dentro di te (anzi molte evidenze ci dicono che più scavi e più ti confondi in questo ambito) ma è invece acquisire una forma mentis che ci porti a cercare di capire, il più spesso possibile, cosa sia importante per noi nei contesti che frequentiamo più spesso. Certo possiamo farlo con carta e penna ma il modo migliore è notarlo in quel contesto specifico.

Facciamo un esempio: immagina che per te il valore dell’amicizia sia importantissimo. Così ogni volta che i tuoi amici ti chiedono di uscire il sabato sera sei sempre in prima linea e pensi “che bello avere degli amici con cui uscire, è bene cercare sempre di dire di si in queste situazioni”. Ecco è evidente che questo ragionamento, corretto da molti punti di vista in certi contesti, potrebbe non esserlo affatto in altri. Se ad esempio incontri delle persone che non sono proprio così amiche, le quali magari cercano di farti di convincerti a “bere l’ultima cosa” o fare ancora peggio, ecco è chiaro che un quel contesto dovresti essere capace di abbandonare quella direzione.

L’esempio classico che faccio sempre è ancora più esplicito ed è legato al tema della salute e benessere. Io, come molti di voi, cerco di mangiare sempre bene e di fare attività fisica regolarmente. E’ chiaro però che se vado in vacanza, magari in luoghi dove non posso fare né l’uno né l’altro, non è che abbandono la vacanza. Dobbiamo per così dire essere elastici nel nostro perseguire quel valore e ricordare che può variare (e non di non poco) in base ai contesti specifici della nostra esistenza. Ecco perché la domanda che ti propongo di ripeterti è molto potente…

La nostra domanda valoriale

Immagina di essere nel contesto della vacanza sopra descritto (e che probabilmente in questi giorni stai vivendo) ed invece di dirti: “sto perseguendo adeguatamente il valore della salute del benessere” tu ti chiedessi: “che cosa è davvero importante per me in questo contesto?” magari la risposta sarebbe: “è importante rilassarmi e stare con la gente che amo, poco importa se berrò qualche birra in più e mangerò qualche volta di più delle schifezze”. Ci tengo a dire che questa non è auto-indulgenza, è chiaro che qualcuno potrebbe sfruttare questa elasticità per giustificare la propria pigrizia ma spero sia altrettanto evidente che stiamo parlando di persone adulte che conoscono i confini tra raccontarsi fandonie e cercare di migliorare.

Tale domanda non ha solo la capacità di aiutarci quando ci sentiamo un po’ persi ma aumenta la nostra consapevolezza e la nostra auto-conoscenza. Posso assicurarti che la gente che fa molte cavolate (esagera con le schifezze, beve troppo e/o usa sostanze illegali) non si chiede affatto cosa sia davvero importante in quel contesto, anzi cerca proprio di farsi trascinare totalmente da quel tipo di contesto e molte volte lo ricerca apposta. Cioè ricerca situazioni che possano giustificare un comportamento inconsapevole, potrei fare molti esempi ma se ti guardi attorno poi vederlo con i tuoi stessi occhi, e nessuno è immune da tale tendenza! (ovviamente me compreso).

Tale domanda non solo aumenta la consapevolezza ma ci aiuta a trarre significato da ciò che stiamo vivendo in quel preciso momento, senza farsi troppe “elucubrazioni mentali“. Come ti dicevo in puntata la domanda serve per capire cosa sia rilevante in quel contesto non per scappare da quelle situazioni ma per capire cosa ci sia di importante per noi. Ammettiamo che tu abbia iniziato a leggere questo lungo post, di tanto in tanto le distrazioni del mondo ti faranno pensare che non sia così utile continuare a leggere. Certo se non hai tempo e devi correre a fare altro la domanda ti farà pensare che sia bene interrompere la lettura.

Ma immagina che leggere questo post sia come una sorta di compito neutro, come fare una passeggiata dopo cena. Per alcune persone è un piacere per altre potrebbe essere una piccola tortura, ponendoti questa domanda potresti dare interpretazioni utili alle tue azioni: “mi aiuta perché così digerisco meglio”. Insomma le domande valoriali ci aiutano ad avere migliori valutazioni di ciò che stiamo facendo in quel momento, almeno questa dovrebbe essere la loro direzione più rilevante. Non è un modo per raccontarsela ma è un modo per tenere a mente cose che solitamente ci sfuggono per varie ed eventuali (pigrizia, distrazioni, stress, ecc.).

Se alla domanda “che cosa è davvero rilevante per me” mentre leggi questo post o ascolti una mia puntata la risposta è: “perché voglio conoscere meglio me stesso, capire certi concetti complessi ecc.” allora la fruizioni di questi contenuti non solo diventa più piacevole ma ti aiuta a collocare meglio nella tua mente ciò che ascolti. Tuttavia voglio ricordarti che porsi questa domanda non è proprio come porsi una domanda qualsiasi, richiede esperienza nella fase meta-cognitiva (renderti conto che è il caso di porti la domanda), richiede la capacità di seguire i tuoi valori e soprattutto…

Evita di confondere il significato con la direzione

La domanda non dovrebbe farti pensare al significato del momento: “perché sto leggendo questo post?” perché si tratta di una domanda indecidibile, cioè che può condurti ad una serie di catene di pensieri all’infinito. Questo non significa che tu non debba ragionare sulle tue azioni ma significa che devi farlo non in quel momento ma come fase riflessiva (o prima con i classici esercizi suoi valori o dopo, in una fase riflessiva successiva a quel contesto). So che la critica potrebbe essere che, se non ragiono sul significato di ciò che sta accadendo in quel momento non troverò “il valore giusto”, ma la verità è che il valore giusto non esiste!

Cioè non esiste la direzione perfetta e anche se esistesse sarebbe sempre un “tendere a” e non una meta da raggiungere. Cioè anche se mentre leggi queste parole di tanto in tanto pensi: “si, leggo questo post perché desidero aumentare le mie conoscenze” questo non significa che ciò accadrà al 100%. Ci sono troppe variabili come, ciò che già conosci, il tuo grado di base di interesse verso questi temi, cosa hai mangiato a colazione questa mattina (si, anche quello in fondo conta), quanto hai dormito, ecc. Come abbiamo visto più volte dagli studi sulla linguistica la domanda da porsi quando siamo immersi nell’azione dovrebbe essere “processuale e non di significato”.

Una domanda di processo inizia con “come” e non con “perché”. “Come posso cercare di comprendere appieno questi contenuti che sto leggendo?” è una domanda che ti porta dritto al cuore della questione. Le risposte che possiamo darci a questo tipo di domande sono cose utili: magari potrei abbassare il volume della musica, magari potrei ascoltare prima la puntata del podcast e poi leggere il post ecc. Mentre se ti chiedi “perché dovrei leggere questo post?” ecco che le risposte sono facilmente cose del tipo: “perché devo migliorare me stesso” (brutta risposta che presuppone che tu abbia qualcosa da migliorare)…

Oppure dal lato opposto: “Mah pensandoci bene non ho nessun motivo valido per continuare a leggere”. Perdonami se continuo ad usare il post, non è una tecnica per farti leggere ma per rendere contestuale ciò che stiamo vedendo insieme. Prendiamo un esempio completamente diverso: devi fare una cena con alcuni parenti che ti stanno sulle scatole, fortunatamente non tutti e per il bene della famiglia ti rechi a casa loro. Mentre respiri quel clima che non ami inizi a porti la domanda valoriale: “cosa c’è di davvero importante per me in questo contesto?” e mettiamo che per te sia chiaro che il valore guida sia “la relazione con la tua famiglia”.

Ecco porti domande sul “perché sei lì” sembra simile alla nostra formulazione ma conduce facilmente a cercare il senso, il vero senso. E solitamente è qualcosa che piace a te, del tipo: “non ha alcun senso stare qui ad ascoltare questi zoticoni”. Vorrei evitare di complicare la cosa tornando sulla differenza tra domande di processo e di contenuto, qui trovi un ottimo approfondimento.

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Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.