La fallacia del talento è il titolo di un articolo che ho scritto per il numero 265 della rivista Psicologia Contemporanea.

Sembra un nome interessante e per qualcuno divertente ma posso assicurarti che si tratta di una faccenda seria che bisogna prendere in considerazione.

Soprattutto se ti occupi di educazione ad un qualche livello, come genitore o come professione…ma non solo cambierà anche il tuo modo di vedere il talento:

La grinta

Dopo l’arrivo in Italia del libro “Grinta” di Angela Dukworth anche qui in Italia molte persone hanno iniziato a capire il potere dell’impegno.

Qui su Psinel ne parliamo da anni e siamo stati anche fra i primi a promuoverlo ma solo negli ultimi tempi è diventato sempre più presente.

Il semplice messaggio che la “grinta” cioè quel misto di determinazione e caparbietà valga 10 volte il talento è per me meraviglioso.

Basterebbe questo dato scientifico (perché tratto da una marea di studi) per giustificarne il successo, ma purtroppo restano cose che non molti conosco.

La fallacia del talento

La prima cosa da tenere a mente è proprio questa sorta di “bias” al quale nessuno è immune. A tutti piace vedere “il fenomenoe che stupisce, di pensare al “magico dono della natura”.

Eppure la storia di migliaia di esperti, atleti, musicisti e scienziati ci mostra il contrario: non si tratta di talento innato ma dei risultati di una pratica deliberata.

In altre parole, tutto ciò che vedi di straordinario in un’opera complessa, come la musica, la pittura, la scienza; è tutta roba che emerge da anni di pratica, allenamento e impegno.

La cosa pazzesca è che la gente tenda a preferire sperimentalemente ciò che è stato prodotto da chi si dichiara essere “di talento”, invece che chi dichiara di essersi fatto “il mazzo”.

”Non ho avuto cuxxo ma mi sono fatto il cuxxo”

Prova ad andare da qualsiasi “esperto” come un atleta professionista, un musicista o uno scienziato di alto livello e digli:

Che fortunato che sei ad essere nato con tanto talento” e scommetto che si offenderà terribilmente. Perché un’affermazione del genere denigra i suoi sforzi.

Paradossalmente però, se volesse realmente fare colpo dovrebbe invece darti ragione e anzi ribadire che qualche dea bendata gli ha dato “il dono”.

Perché purtroppo questa è la versione che “vende”, si è quella risultata sperimentalmente più piacevole come versione.

La vendita del talento

La fallacia di cui ci siamo occupati nel podcast è realmente pericolosa, non solo per gli ovvi esempi educativi e pedagogici.

Pensa a chi si dichiara “un guaritore nato” e per questo motivo si mette a curare le persone senza avere una reale preparazione medica.

Per non parlare di maghi e ciarlatani che ovviamente devono riferirsi ad un qualcosa di “unico” che hanno solo loro.

Ah… sai che una delle mosse più utilizzate dai “maghi” per intortarti è proprio quella di cercare di convincerti che anche tu “sei speciale”, anche tu come loro “hai il talento”.

Nella scuola

Ovviamente il primo esempio che salta alla mente (almeno a me è successo così) è quello legato alla scuola e all’insegnamento.

Ti è mai capitato di notare che un professore desse particolare attenzione a chi sembrava dotato nelle sue materie? Si? Ma che strano!

Da “formatore” posso dirti di essere caduto spesso in questa trappola. Dall’altra parte della cattedra ci piace parlare con chi sembra capirci meglio.

E questo è solo pezzetto del risvolto scolastico che come sappiamo dall’ effetto Pigmalione in poi ha bisogno di profonde riforme.

Tra i compagni

Chi è il figo della classe? Uno che passa tutta la giornata a studiare? No di certo, è quello che sa gestire le relazioni e prendi voti buon con il minimo sforzo.

Chi non vorrebbe prendere ottimi voti con il minimo sforzo? Alcune persone sembrano riuscirci e sembrano proprio loro i veri “fighi” di questo millennio.

Ma come sappiamo dalle ricerche quelle persone non sono “talentuose” e basta, ma studiano davvero e a volte studiano come gli altri.

Solo che chi è “figo” intuisce questo meccanismo e spesso mente sulla quantità di studio o di impegno e mostra agli altri con quanta facilità ci è riuscito.

La cosa peggiore è che questo tipo di atteggiamento non seduce solo i compagni ma soprattutto i professori che possono perpretare questo andamento con la nostra profezia che si auto-avvera.

Il talento

Al momento attuale la scienza descrive il talento come un’insieme di rappresentazioni mentali (abitudini mentali) create dall’esperienza.

Non ci sono storie, è chiaro che ognuno ha specificità e punti di forza e debolezza dettate dalla genetica, ma non sono così importanti come la “tenacia”.

Se alle elementari c’è un genio di matematica stai pur certo che quel bambino ha iniziato a giocare con i numeri prima del tuo.

Ti ripeto non è una mia convinzione ma ci sono una quantità di dati incredibili su questo tema. E ce ne saranno sempre  di più vista la sua rilevanza.

Ma chi nasce rotondo non può morire quadrato

Si è vero se sei alto 1 e 50 sarà difficile che tu possa diventare un giocatore di pallacanestro professionista ma in generale nessuno “muore come nasce” per quanto vi siano chiaramente delle influenze biologiche.

Per quanto riguarda le abilità umane sono tutte espandibili sino a livelli inimmaginabili e ne abbiamo riprove continue. Se un musicista del 1800 fosse teletrasportato in un’aula del conservatorio moderno penserebbe che oggi ci siano una marea di geni.

Lo stesso possiamo dire per molti sport, basta guardare le olimpiadi e i vari record del mondo che anno dopo anno vengono superati, come è possibile?

Semplicemente continuiamo a migliorare intenzionalmente le prestazioni, attraverso migliori metodi di apprendimento, migliori training, migliore alimentazione ecc.

“Non è vero il talento esiste!”

L’obiezione più frequente quando parlo di queste cose è proprio questa: “il talento esiste eccome!”. Come dicevo in puntata non vi sono prove scientifiche ma questo non significa che non esista.

Infatti caro amico mio hai ragione potrebbe esistere tranquillamente, in particolare vi sono dei casi ma sono situazioni patologiche come casi particolari di autismo alla “Rain man”.

Esistono e sono esistite persone straordinarie, ma questo purtroppo non aggiunge molto alla crescita personale di noi poveri “esseri umani”.

La cosa straordinaria però è stato realmente scoprire, molto di recente, che possiamo tutti davvero migliorare e apprendere in modi davvero insospettabili e praticamente a qualsiasi età.

Il miracolo della neuroplasticità

Tutto questo è possibile grazie alla neuroplasticità: alla capacità del tuo cervello di modificare la enorme quantità di reti neurali che possiede, di creare nuovi schemi di attivazione e in alcuni casi, creare nuovi neuroni (a tutte le età).

Si è un miracolo perché fino a soli poche manciate di decenni fa tutti gli scienziati erano concordi nell’affermare che il cervello terminava il proprio sviluppo ad una certa età e da quel momento vi era solo decadimento.

Tutto ciò che si poteva apprendere era già segnato nel cervello. Oggi invece sappiamo che le cose non stanno affatto così, lo abbiamo visto prima nelle cavie (nei poveri topini) e poi negli esseri umani.

Il cervello cambia in base a ciò che fai. Se sei un fotografo avrai maggiori connessioni e funzionamenti maggiormente rapidi nelle zone cerebrali deputate all’elaborazione degli stimoli visivi.

Questa non è fantascienza, esistono tantissimi studi che mostrano come il nostro cervello sia in grado di cambiare fisicamente in base a ciò che apprendiamo. E’ un’ottima notizia non credi?

Uno dei miei esempi neuroscientifici preferiti

Come forse sai le cellule del cervello si chiamano neuroni, questi sono formati da un corpo cellulare (come tutte le cellule) ma in più hanno dei filamenti (dendriti e assoni) che attraverso i quali si “connettono” con altri neuroni.

Quando apprendi una nuova abilità alcuni di questi filamenti nascono ex novo ma la loro velocità di trasmissione è ancora bassa. I neuroni trasmettono informazioni attraverso un complesso sistema elettrochimico che ti risparmio.

Sai perché i cavi elettrici hanno la gomma attorno? Perché quella gomma isola la corrente elettrica al suo interno, permettendoti non solo di non prendere la scossa ma anche di non disperdere energia.

Nel cervello questi nuovi filamenti (o cavetti) che si formano non sono “isolati adeguatamente”. Iniziano a creare una guaina isolante (la guaina mielinica) solo attraverso l’esercizio.

Andare 10 volte più velocemente

Ti piacerebbe fare una cosa 10 volte più velocemente? E’ quello che succede a quei piccoli “cavetti” che si generano nella tua testa quando impari qualcosa di nuovo, solo che all’inizio hai bisogno di esercizio e ripetizione.

Secondo diversi studi la “guaina mielinica” che si forma dopo ore e anni di esercizio consentirebbe ai messaggi del tuo cervello di decuplicare la loro velocità. Sappi che si tratta di una stima al ribasso e valida per un apprendimento di base.

In altre parole appena impari a guidare la macchina crei questi “nuovi cavetti”, i quali diventano via via più cablati (attraverso la mielina e non solo) mano a mano che prosegui con la pratica.

E’ per questo che i primi mesi e a volte anni alla guida ti serve molta attenzione e poi “puf”, un bel giorno riesci ad ascoltare la radio, chiacchierare con il passeggero e schivare gli ostacoli, è tutto merito della mielina!

“Non ho bisogno di credere…io so” C.G. Jung

Jung con questa frase rispondeva alla domanda “lei crede in Dio?” ovviamente non è questo che ci chiediamo qui, ma la crescita personale non è più una credenza.

Cercare metodi, tecniche, strategie di allenamento mentale non è può più essere visto come un semplice “credici, credici credici”. E’ qualcosa di molto più complesso e lo vediamo tutti i giorni sulle riviste scientifiche.

Ogni giorno vengono sfornati nuovi dati a conferma della crescita personale, cioè dell’intento diretto a volerti migliorare in qualsiasi direzione tu desideri.

Ovviamente non si tratta di diventare più alti per entrare nell’NBA ma si tratta di abbandonare la vecchia visione del “talento” per una migliore basata sull’impegno.

Le caratteristiche fisiche non possono essere sostituite dall’allenamento questo è ovvio, ma tutte le altre si e sono quelle per la maggior parte delle volte a fare la differenza, anche nello sport.

Puoi passarci sopra 3 ore al giorno?

Ogni tanto vedo qualche giovane ragazzo nel mio studio (non spesso perché lavoro con gli adulti) e a volte mi piace dirgli: “scegli una qualsiasi abilità fattibile per te e dedicagli 3 ore al giorno del tuo tempo, fra 10 anni sarai un campione”.

In realtà dovrei dirgli “passa 3 ore di pratica deliberata al giorno” ma per l’importante non è che si faccia realmente un calcolo, ma che si afferri il concetto alla base, che puoi apprendere tutto quello che vuoi!

La storia della psicologia è zeppa di esperimenti che lo dimostrano e non solo della psicologia. Nuovamente, questo non significa che potrai fare la ballerina se sei troppo alta o vincere le olimpiadi a 60 anni.

Ma significa che non ci sono limiti alle abilità che puoi sviluppare nella tua vita! Ripeto è chiaro che esistano predisposizioni fisiche e mentali in base alla genetica, ma attualmente non vi sono prove che possano realmente fare la differenza.

Al contrario vi sono prove più che sostanziose che la vera differenza sia data dall’impegno e dalla costanza, le stesse cose che ci ripetevano “i nostri nonni”.

Alla prossima
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.