Un recente studio ha analizzato un breve intervento educativo sulla meditazione, il quale sembra aver avuto un effetto positivo prolungato su quasi il 90% dei partecipanti. Una singola sessione educativa nella quale si insegnava ad alcune persone come fare la meditazione, l’intera sessione durava meno di un’ora e non era richiesto alcuno sforzo ai partecipanti… ma allora come diavolo hanno fatto?

La leggenda della durata

La maggior parte della gente è convinta che ogni intervento psicologico sia come quello che hanno studiato alle scuole superiori: una infinita psicoanalisi. Per riuscire a fare qualcosa di psicologicamente valido servono anni e anni di analisi personale. Prima cosa importante da ricordare: la psicoanalisi è stata la prima forma ufficiale di psicoterapia, la madre di tutte queste affascinanti scoperte ma noi siamo andati avanti e parecchio. Questo non significa che tutto si possa risolvere velocemente ma i tempi sono cambiati decisamente e ad oggi moltissimi interventi sono davvero molto brevi e molto efficaci.

Da dove arrivano queste convinzioni? Le fonti sono tante ma l’idea principale è che se qualcosa ti ha intralciato la vita 10 o 20 anni fa di certo non potremmo metterci 2 o 3 ore a risolvere tutto, giusto? SBAGLIATO! Certo più un problema è antico e più è possibile che abbia generato danni a diversi livelli ma non significa che sia necessario lo stesso tempo per risolverlo. Questa “fallacia storica” va a braccetto con un’altra distorsione cognitiva, il credere che per stare bene tutto debba essere perfettamente risolto. Che sarebbe come dire che il tuo medico, dopo averti medicato, ti chieda ogni giorno di passare da lui per verificare che la ferita si rimargini attimo dopo attimo.

O credere che esista uno stato di assoluta pulizia interiore, di assoluto equilibrio psicologico che si può un giorno raggiungere solo dopo anni e anni di analisi personale… spoiler, le cose non funzionano così! Dividendo il mondo in 2 categorie di persone: coloro i quali hanno svolto anni di analisi e oggi sono totalmente risolti e chi invece non l’ha fatto. Ebbene se avete qualche amico o amica che ha fatto anni di analisi non sarà difficile immaginare che questa faccenda sia una cavolata. La mente non è una tavolozza che si sporca e che dobbiamo ripulire, ne ho parlato approfonditamente in questo video.

Per farla breve, negli ultimi decenni, i miei colleghi hanno scoperto, sperimentato e brevettato diversi interventi brevi ed efficaci sui vari problemi psicologici. Questo è evidente a livello clinico, cioè per tutte le problematiche psicopatologiche ma non tutti sanno che lo stesso pregiudizio è generalizzato nella psicologia. Cioè così come la maggior parte della popolazione è convinta che la psicoterapia debba durare anni e che sia anche poco efficace (tutte caratteristiche ascrivibili al modello esposto) allo stesso modo crediamo che anche qualsiasi altro intervento psicologico abbia lo stesso mesto destino…ebbene le cose non stanno così.

Abbiamo valanghe di studi in psicologia positiva, psicologia sociale e delle organizzazioni, psicologia della prevenzione ecc. che ci indicano come piccoli interventi possano fare grandi differenze. Ma come è possibile? Facile quando qualcuno scopre come funziona qualcosa e riesce a spiegarcelo bene, anche noi di colpo facciamo un salto evolutivo stando sulle spalle di chi ci ha preceduti. Questo ci porta ad un altro tema fondamentale per comprendere il topic di oggi, cioè l’efficacia degli interventi brevi e singoli: la psicologia è una scienza con ricadute tecniche come ogni altro ambito di ricerca.

Lavarsi le mani

Forse non tutti sanno che una delle scoperte più rilevanti della medicina e della biologia degli ultimi secoli è stata quella legata ai micro organismi patogeni. Lavarsi le mani, è stato ipotizzato essere uno dei presidi più efficaci e salva vita degli ultimi secoli se non millenni e non è stato facile farlo accettare prima ai professionisti e poi alla popolazione in generale. E’ nota la storia dello sfortunato scopritore dei mirco organismi il dottor Fülöp Semmelweis che nel 1800 iniziò a notare che i medici uccidevano molte più partorienti delle ostetriche durante i parti. Volle approfondire e scoprì che i medici facevano prima le autopsie e poi, senza lavarsi le mani, facevano nascere i bambini… uccidendo le madri.

La sua intuizione non venne riconosciuta sino alla sua morte, fu ostracizzato dalla comunità medica e trattato come un pazzo. Aveva ragione e anche se in quel periodo si sentivano tutti degli scienziati in realtà il metodo scientifico (come lo conosciamo oggi) nascerà molto più avanti, fare il medico era ancora una roba più da praticoni e da tagliatori che non di teorici e pensatori scientifici. Non a caso i chirurghi erano iscritti negli stessi albi dei barbieri, per le loro abilità nell’usare le lame più che per le loro conoscenze scientifiche. Ora questa scoperte sono tecniche, una volta che le conosci le metti in pratica e solitamente funzionano subito!

Dal primo giorno in cui le idee dello sfortunato medico furono accettate ed i medici di tutto il mondo hanno iniziato a lavarsi le mani le morti sono drasticamente diminuite. Ovviamente prima che queste idee arrivassero alla popolazione fu necessario ancora molto tempo ma arrivarono e anche lì salvarono (e continuano a salvare) un sacco di vite, anche se non ce ne rendiamo conto (tranne negli ultimi anni a causa della recente pandemia). Tutto ciò mi serve per mostrare, per l’ennesima volta, quanto siamo zeppi di ritrovati tecnici tratti dalla ricerca (e non solo) che hanno cambiato le nostre vite in modo molto efficace e anche rapido.

Dove per “rapido” non intendo che ci abbiamo messo poco a scoprirlo ma che ci vuole relativamente poco a spiegarlo e allo stesso tempo a metterlo in atto. Tale velocità è data da diverse variabili ma la principale sta nella conoscenza approfondita del fenomeno. Ecco per quanto riguarda la nostra cara psicologia, i suoi vari “fenomeni” sono sotto il microscopio di migliaia se non centinaia di migliaia di ricercatori di tutto il mondo da decenni. Il fatto che piccoli interventi tecnici possano dare enormi risultati sembra ancora sorprendente solo a chi pensa alla psicologia come a qualcosa di etereo, mistico, poco afferrabile ecc.

Ciò ovviamente non significa che il metodo scientifico possa spiegare tutto e che non vi siano queste parti squisitamente eteree, metafisiche. Ma di certo abbiamo capito un sacco di cose sui meccanismi della mente, molti di questi se ben approfonditi possono diventare strumenti apparentemente magici nelle mani del bravo professionista.

La Meditazione

Genna ma non ci dici spesso che per fare bene la meditazione sono necessari mesi se non anni?“. Questa è probabilmente l’obiezione più rilevante allo studio citato, che puoi leggere qui, la risposta è semplice: si per riuscire a trasformare la meditazione in uno strumento potente per la nostra vita è necessario tempo e dedizione. Questo però non significa che una esposizione ai suoi insegnamenti debba durare anni, infatti il praticante solitamente impara (relativamente velocemente) un metodo che poi seguirà per anni (affinandolo nel tempo in base alle diverse scuole).

Il semplice entrare in contatto con concetti come: la mente scimmia che saltella costantemente, l’entrare in contatto con i propri sensi gustando per la prima volta qualcosa, il notare come si tenda a giudicare sempre tutto, a trattarci poco gentilmente ecc. Ecco ognuno di essi è in grado di dare grandi contributi al modo con il quale usiamo la nostra mente, pensa solo al tema della self-kindness di cui ci siamo occupati un sacco di volte. Non hai idea di quante persone mi scrivano ogni settimana per ringraziarmi, semplicemente perché hanno iniziato a notare come si trattavano ed hanno aggiunto un pizzico di gentilezza.

Ovviamente non è farina del mio sacco, è farina di molti sacchi ed io mi limito solo a spiegare alle persone l’importanza di continuare a lavarsi le mani. Questo studio infatti non mi ha sorpreso affatto, per quanto sia una ricerca di alto livello (è un RCT Traial clinico randomizzato), non è difficile immaginare che informazioni di valore veicolate bene possano dare effetti benefici. Inoltre non è la prima ricerca che mostra quanto un singolo intervento basato sulla mindfulness possa dare risultati positivi. Il fatto è che la maggior parte delle volte non ci rendiamo conto di questi aspetti ma sono sotto i nostri occhi quotidianamente…

Se da oggi invece di prendere l’ascensore decidi di fare le scale, non conta a che piano tu viva, se non sei una persona fisicamente attiva nel giro di poco tempo avrai dei benefici. Tu magari non te ne accorgi, ma basta qualche gradino in più al giorno per la durata di settimane a dare già grandi contributi. E ovviamente più sei a digiuno di esercizio e più benefici riceverai nell’immediato. A tal proposito i problemi che possono emergere sono due: il primo è non renderci conto che stiamo migliorando, il fatto di non sentire subito un beneficio diretto (non c’è feedback diretto per le pratiche più efficaci) ed il secondo è l’adattamento.

Se da oggi inizi a fare le scale la prima cosa che sentirai sarà probabilmente qualche dolorino alle gambe, non un beneficio. Se inizi a meditare per la prima volta la cosa più evidente sarà notare che la tua mente è un guazzabuglio di caos infinito (tranquilli non solo la vostra ma quella di tutte le persone) e questo non è piacevole. Solo dopo qualche settimana e mese di palestra si iniziano a sentire i primi benefici, maggiore tono muscolare e cose del genere. Solo dopo settimane e mesi di meditazione si inizia a smetterla di giudicarsi per quel guazzabuglio di pensieri vivendo piccoli momenti di vera presenza.

Benefici immediati e mindset

Anche se non senti nulla di diverso dopo qualche ora di esercizio o di meditazione in realtà stai già cambiando. Il nostro cervello ed il nostro corpo continuano a modificarsi in base a ciò che facciamo, la verità è che i benefici di una giusta azione sono quasi sempre immediati solo che non che la maggior parte delle volte non ce ne accorgiamo. Spesso il feedback delle cose positive non è mai immediato: mentre ti alleni in palestra senti dolore e fatica mica benessere, a volte quando si pratica (soprattutto i primi tempi) si prova noia ed angoscia (“oddio chissà che cosa scoprirò di me stesso” “Ma quando arriva questa illuminazione?”).

Se ti lavi le mani dopo aver toccato qualcosa di infetto i benefici arrivano subito ma non durano per sempre. Dovrai continuare a monitorare la pulizia delle tue mani e non solo. Lo stesso vale per ogni cosa che vogliamo migliorare: se non curi qualcosa dopo un po’ si deteriora, nel nostro mondo in continuo mutamento nulla resta uguale, anche se la nostra percezione ci inganna mostrandoci tutte le cose identiche. Guardati attorno, se sei in un luogo familiare ti sembrerà tutto identico come sempre ma se ci farai caso potrai notare che in realtà tutto cambia, anche impercettibilmente ma inesorabilmente.

Il cambiamento che avviene dopo che hai “imparato a lavarti le mani” darà vita ad altrettanti adattamenti del tuo organismo. Alcuni positivi e altri negativi, ad esempio il fatto di lavare sempre le mani potrebbe indebolire il sistema immunitario, negandogli anche le più piccole battaglie interne. Come diceva Bateson (almeno credo) “non c’è nulla di più pratico di una buona teoria”, cioè quando hai una buona mappa puoi spostarti agilmente, anche se non rappresenta davvero ogni singolo aspetto del territorio. So che questi aspetti tecnici tolgono molto romanticismo all’oggetto di studio, l’affascinante e inafferrabile mente umana ma è un naturale effetto nefasto della ricerca.

La ricerca funziona un po’ come il rompiscatole che durante uno spettacolo di magia cerca svelarne il trucco. Una volta che conosci il trucco quel numero di illusionismo smette di affascinare, a meno che non sia davvero molto ben elaborato e difficile da replicare. Per fortuna non c’è bisogno di svelare tutti i trucchi per ottenere buoni risultati dagli interventi psicologici, così come non è affatto indispensabile spiegare come funzionano i micro organismi a chi viene chiesto di lavarsi le mani. Che lo si sappia o meno funziona lo stesso!

Per quanto non sia proprio bello svelare il trucco questo ci consente di costruire trucchi molto più efficaci ed elaborati, come ad esempio il lavarsi le mani. Il che sembra una cosa banale ma non la è per niente, soprattutto se c’è in giro un virus maledetto che uccide le persone. Una volta rivelato il trucco, una volta abituati ad un certo standard facciamo fatica a tornare indietro e a pensare che quel benessere è stato creato da una cosa così piccola come lavarsi le mani… oppure come smetterla di evitare i propri pensieri con la pratica meditativa.

Obiezioni agli interventi singoli e dentisti

L’obiezione più grande agli interventi singoli e brevi è da sempre una: quelle manovre agiscono sul sintomo e non sulle vere cause del problema. Sarebbe come curare la febbre abbassando la temperatura invece di andare a debellare il virus, tuttavia la nostra mente non funziona esattamente come il nostro organismo e molte volte sintomi e cause si sovrappongono. La critica è reale, ed è vero che esistono manovre sintomatiche e manovre più profonde ma ad oggi, dopo decenni di tale dibattito voglio presentarti una piccola provocazione che sono certo apprezzerai… che tu sia un appassionato o meno del tema.

Immagina di andare dal tuo dentista per una pulizia e che questo ti dica che ha trovato una cosa che non va e che ha bisogno di un certo tempo per trattarla. Ti propone 2 strade: un intervento radicale che richiede sedute settimanali per la durata di circa 3 anni. Oppure un intervento “sintomatico” che ti mette apposto per i prossimi 3 anni, ma dopo è necessario intervenire (forse) nuovamente. Il secondo intervento dura solo 3 incontri mentre il primo dura circa 120 incontri (circa 40 all’anno). Oltre ovviamente alla differenza di prezzo la verità è che anche dopo i 3 anni di intervento profondo il tuo dentista non potrà prevedere con assoluta certezza che tutto vada a buon fine, senza contare ciò che potrebbe andare male durante gli interventi.

Se per caso hai dimestichezza con il lavoro del dentista sai che le cose funzionano più o meno così: ci sono persone che per varie ed eventuali (genetica o altro) sono più sfortunate ed hanno bisogno di recarsi dal dentista diverse volte nella loro vita. Altri che invece ci devono andare solo a bisogno: per la pulizia, per i controlli e quando magari si rompe disgraziatamente un dente (o invecchiando) insomma “a bisogno”. Ora giocando a fare una statistica totalmente a caso, sono di più le persone che hanno bisogno di andare ripetutamente dal dentista o quelle del secondo gruppo?

dNon ho una riposta esatta ma se dovessi fare una scommessa direi quelli del secondo gruppo. Lo stesso vale per la psicologia, ci sono persone che per varie ed eventuali hanno bisogno di essere seguite e per tempi anche lunghi. Ma la maggior parte dei clienti dello psicologo sono più simili al secondo gruppo “dei dentisti”, sono persone che per qualche motivo sentono il bisogno di andare da un terapeuta. Persone che hanno subito un lutto, un tradimento, momento particolarmente stressante sul lavoro, ecc. Dunque se è vero che la maggior parte delle persone si reca a “bisogno” gli psicologi dovrebbero essere in grado di dare un servizio a bisogno ma che sia efficace e anche duraturo.

Uscendo da questa provocazione è ovvio che ci siano problematiche che richiedono più tempo. E che una singola seduta non riesca a mettere proprio tutto al proprio posto. Ma devi anche sapere che il fatto che un intervento psicologico duri molto non è scritto sulla pietra e chi fa il mio mestiere sa che a volte bastano pochi incontri per ottenere risultati davvero incredibili. Anzi solitamente i risultati più eclatanti, quando le cose filano lisce, avvengono nei primi incontri non negli ultimi, come se sbloccassimo delle parti interiori volta per volta. La mente non è un castello con tante stanze da scoprire, la mente è un organismo unico… quando ha le giuste risorse (le istruzioni per lavarsi le mani) può mettere in ordine tutte le stanze!

La conoscenza tecnica

La psicologia è una miriade di cose messe insieme, le sue due anime sono sia umanistiche che scientifiche e quando affermo che dovrebbe essere “più tecnica“, non voglio squalificare la parte umanistica ma semplicemente essere pratico. In ogni professione ed in ogni azione umana abbiamo una distribuzione normale (la famosa campana), la maggior parte dei professionisti si situa più o meno nel mezzo. Poi ci sono quelli più bravi e anche i meno bravi e in quanto società dobbiamo garantire che ognuno di essi possa intervenire in modo sicuro ed efficace.

Gli strumenti devono quindi essere tecnici e non solo personali, ovviamente è impossibile eliminare la variabile umana e la personalità del terapeuta (almeno fino a quando l’IA non farà tutto al posto nostro e non manca molto) in modo da poter essere realmente utili e osservabili attraverso i vari modelli di ricerca clinica presenti. Questa è la differenza tra il “tira ossa” del paese che attraverso manovre dubbie si dice aiuti le persone ed un fisioterapista che mette in pratica riabilitazioni studiate e testate. Lo so, è molto meno romantico! Quanto è più bello immaginare il vecchio saggio che dopo anni ti mette apposto girandoti il mignolo?

Quanto è più bello immaginare il tizio dai poteri strani che ti legge nella mente perché ha sviluppato poteri fatati oppure perché li ha ereditati da qualche strano parente? Molto meno romantico è immaginare di usare un metodo, creato poi da altri, che spesso contrasta con il modo con il quale tendiamo a vedere il mondo (la maggior parte delle cose efficaci in psicologia sono contro intuitive, vanno contro il senso comune) e che magari, sembra pure essere facile agli occhi della gente. Cioè facile tra molte virgolette dato che ovviamente tra il dire e il fare c’è di mezzo… “e il” (cit.).

Ah stavo quasi per dimenticare il caro Andrew Huberman che in questo episodio ospita il dr. David Yeager e ci raccontano di alcuni semplici interventi di pochi minuti, in grado di cambiare il mindset di un gruppo di bambini per anni. Non è magia, non è il credici forte forte ma è la semplice applicazione di anni di studi su come funziona la nostra mente, la nostra motivazione e tutte le sue meravigliose e molteplici sfaccettature.

Credo di essermi dilungato un po’ troppo con questo Post, chissà chi riuscirà davvero ad arrivare fino a questo punto. Questione di Mindset?

A presto
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.