Il campo della comunicazione efficace è zeppo di tecniche, trucchi e consigli per migliorare il modo di veicolare i tuoi “messaggi” al fine di “farti capire”.
Non solo, la comunicazione ha anche lo scopo di influenzare le persone, non in senso “manipolatorio” ma nel senso più comune, di far valere le proprie idee ed opinioni.
La tecnica di oggi è davvero una delle più efficaci in assoluto e la cosa più interessante è che si tratta davvero di molto più di una “tecnica”… Buon ascolto:
Chi è la persona più importante per te?
Come vedi andiamo dritti al punto e spero che tu abbia ascoltato la puntata prima di leggere queste parole, altrimenti ti perdi tutta la suspance che ho cercato di creare.
Comunque sia è inutile girarci troppo attorno, la persona più importante per te sei tu stesso! Ti sembra una cosa brutta da dire? Lo so anche a me fa un certo effetto ammetterlo.
Ma forse c’è sotto qualcosa di più della semplice ipotesi “egoistica” della serie “homo homini lupus” qualcosa che riguarda il funzionamento della nostra mente.
Per prima cosa guardi il mondo dal tuo punto vista, il tuo modo di vedere le cose composto da conoscenze, competenze, convinzioni e cultura.
Il TUO punto di vista
Quindi se ti parlo del “mio punto di vista” senza prima aver dato un’occhiatina al tuo, difficilmente riusciremmo per così dire, a guardare nella stessa direzione.
Se invece mi preoccupo di comprendere il tuo punto di vista, sicuramente sarò maggiormente in grado di comunicare con te. Lo abbiamo visto di recente in questo post sul rapport.
Dato che vedi tutto dal tuo punto di vista tutto ciò che ti riguarda personalmente assume un’importanza particolare.
Perché tutto ciò che ti riguarda è legato alla tua sopravvivenza e alla soddisfazione dei tuoi bisogni personali. E la parola che attiva questo sistema è TU!
Prova a non pensare a te stesso!
Per qualche istante prova a non pensare a te stesso, concentrati su un’altra persona, su un oggetto o su un suono qualsiasi ma non pensare a te stesso.
Cosa è successo? Ci hai provato davvero? Allora prosegui con la lettura…
…se hai provato davvero a NON pensare a te stesso concentrando su altro e ci sei riuscito, complimenti hai una buona capacità di spostare la tua attenzione.
Se invece non ci sei riuscito, tranquillo, in realtà anche chi ci è riuscito non può farlo per periodi realmente prolungati (tranne in rari casi dissociativi).
Quando dai del TU a qualcuno fai appello al suo mondo
Fai questo semplice esperimento, vai in una strada affollata e ad alta voce prova a scandire la parolina “Tu” o addirittura “Ehi Tu” e guarda quanta gente si volta.
A meno che tu non sia in un Paese straniero sicuramente molte persone si volteranno e qualcuno potrebbe addirittura guardarti “male”.
La gente si volta perché questa parolina fa appello all’IO delle persone che sono li intorno. A girarsi saranno tutte quelle persone che, per un qualche motivo, vengono richiamate dalla parolina.
Troppo semplice pensare che solo “gli egoisti” si gireranno, in realtà dipende da molti fattori, primo fra questi: dove hanno collocato la loro attenzione.
Il sistema di orientamento
Ogni animale vertebrato possiede un riflesso speciale, quello di orientamento. Come ti raccontavo in un altro episodio è quello che impediva a Pavlov di svolgere i suoi esperimenti in pubblico.
Perché i cani, quando erano attorniati da persone, invece di spostare la propria attenzione verso gli stimoli condizionali erano distratti dalla gente che li circondava.
Se entri in una stanza vuota e senti un rumore improvviso o passa una bella ragazza o un bel ragazzo, immediatamente lo noti ed il tuo sguardo si volta in quella direzione.
Quando senti la parolina magica “TU” accade la stessa identica cosa, si attiva il tuo “riflesso di orientamento”, qualcosa che va oltre il semplice spostare l’attenzione perché attiva qualcosa di ancestrale.
La relazione prima di tutto
Chi si occupa professionalmente di comunicazione vis-a-vis sa che la cosa più importante è la qualità della relazione. Non importa quanto bravo sei a usare “le paroline magiche”.
Devi necessariamente prestare attenzione alla relazione, cioè al fatto di sentire di essere in relazione con il tuo interlocutore, monitorando l’effetto delle tue parole.
Per questo se fai l’esperimento di prima potresti rischiare che qualcuno si giri e, non essendo in relazione con te e non riconoscendoti come “amico” potrebbe guardarti male.
Perché stai facendo appello alla sua “cosa più importante” – se stesso – e allo stesso tempo stai entrando nel suo mondo senza “essere stato invitato”.
Rivolgersi al prossimo “dando del tu” non è una tecnica
Come hai sentito in puntata dare del “tu” può essere una semplice tecnica. Se vado a ritroso tra i post e cerco di inserire più volte “appelli a te” questo migliora la comunicazione del blog?
Assolutamente si è stato confermato più volte sia dai copywriter che testano sul web e sia dalla ricerca sperimentale in psicologia.
Tuttavia questo non basta, perché se sul web può di certo aumentare “il TUO coinvolgimento” dal vivo non è sufficiente.
Ciò che conta realmente è dare maggiore attenzione al prossimo che a te stesso durante la conversazione. Facendo appello davvero alla nostra “parte egoica”.
E’ un continuo e duro allenamento
Da tutti questi presupposti potresti aver concluso che si tratta di un lavoraccio e non di una semplice tecnica… ebbene devo dirtelo, hai perfettamente ragione.
Avere a che fare con “l’Altro” è un lavoro continuo così come cercare di spostare il focus da te stesso agli altri è un duro lavoro.
Per cui è inutile far finta di niente pensando che basti “mettere il TU” nelle tue conversazioni, serve una reale disposizione all’ascolto ed un reale interesse verso il “mondo altrui”.
Quindi inizia a spostare il tuo focus verso “il prossimo” piuttosto che concentrarti sull’utilizzo del pronome specifico. Sforzati di spostare il tuo “punto di vista”.
L’attenzione genuina non è un investimento a breve termine
Se nel fare questo spostamento di focus ti senti “spossato” o “risucchiato” dal mondo delle altre persone, stai tranquillo è una sensazione comune all’inizio.
Soprattutto se non sei abituato a farlo, parlare agli altri “di se stessi” potrebbe darti la sensazione di NON appagamento durante e alla fine della conversazione.
Fidati di me, all’inizio potrebbe essere fastidioso, e sappi che più fastidio provi più hai bisogno di allenarti a farlo e più ne trarrai benefici nel lungo termine.
L’attenzione genuina è amore, e come ha detto qualcuno “l’amore è una sostanza strana che più la dai e più aumenta, più lo consumi più si espande!”
Manipolazione e controllo
Ti ho parlato molte volte di questi temi, del fatto che tendiamo ad immaginare di poter “controllare il prossimo” così come pensiamo di avere controllo su noi stessi e sul mondo.
Come probabilmente sai le cose non stanno così, abbiamo pochissimo “controllo diretto su noi stessi” figuriamoci sugli altri.
Illuderti che con queste tecniche tu possa controllare o manipolare il prossimo è appunto, una pia illusione… neanche troppo “pia” se ci pensi bene.
La meraviglia della comunicazione umana è proprio la sua imprevedibilità, è proprio questo che consente, durante lo scambio con “l’Altro” di fare emergere nuovi contenuti condivisi.
La realtà co-costruita
Gran parte della realtà che vivi è co-costruita con le persone che ti circondano e che ti hanno preceduto. Siamo immersi in questo mare di scambi simbolici.
Questi “scambi simbolici” sono ciò che costruisce la nostra realtà sociale e tutto ciò passa attraverso la comunicazione.
(Magari in una prossima puntata ti parlerò più approfonditamente dell’affascinante modo con cui “diamo significato” a ciò che ci circonda co-costruendolo con le altre persone).
Rivolgerti al prossimo mettendolo al centro del discorso può aiutarti a comprendere molto non solo sugli altri e su tali scambi ma soprattutto su te stesso.
E visto che per NOI di Psinel la crescita personale significa “conoscere se stessi”… ecco utilizza queste tecniche con integrità e giocosità.
E soprattutto per conoscere meglio TE stesso!
Genna