“Il silenzio è importante quanto la musica”, diceva Miles Davis… ed in effetti senza silenzio (le pause ecc.) la musica sarebbe indistinguibile. Lo stesso vale per la nostra vita, così abituati ad avere sempre una sorta di “colonna sonora” che non sembra abbandonarci mai, questo suono non è solo nel caos delle città ma si trova dentro di noi. Oggi parliamo di “silenzio, meditazione” e di uno dei più grandi maestri viventi

Sei riuscito ad ascoltarlo? Non è la prima volta che su psinel parliamo di Tich Nath Hanh, perché è fra gli autori più prolifici nel campo della divulgazione della meditazione o meglio… di quella che oggi viene anche chiamata “psicologia buddista”.

A me piace molto questo termine perché esprime bene gli insegnamenti dei diversi Buddha che si sono succeduti nei secoli un tipo di sapere che assomiglia più alla nostra cara crescita personale più che ad una religione!

Ora scommetto che i religiosi sostenitori di psinel staranno fremendo: se segui psinel devi sapere che il mio punto di vista è “laico”, nel senso che vedo i prodotti della religione come una sorta di “consigli saggi per vivere meglio” e non come la “parola di Dio” o cose del genere.

Ti dico questo prima di iniziare perché so bene come alcune persone prendono questo tipo di argomenti. Ciò che voglio mostrarti non è la via che porta a Dio ma la via che porta alla “pace interiore”…se poi questa ti avvicina di più al “tuo Dio”…ben venga!

Ma lo scopo di questo podcast non è questo,  ma è il miglioramento della nostra vita interiore. Tuttavia non mi stupisco quando un neofita, dopo qualche mese o anni di pratica inizia a diventare più religioso.

Perché la meditazione è una metodica talmente potente da farti fare un vero e proprio “salto di coscienza”, che ha tutte le caratteristiche di una “conversione mistica“. Iniziando ad investire meno sul tuo “ego” inizi a pensare sempre di più ad aspetti che per anni hai sentito nominare solo nelle religioni come:

la compassione, il voler il bene delle persone, il desiderare meno aspetti materiali della vita ecc. Ma tutto questo non è necessariamente legato alla presenza  di una divinità. Infatti, se segui psinel, sai che possiamo spiegare questa conversione anche senza mai nominare l’idea di Dio o di un presunto al di là.

Tutto deriva dalla capacità di assaporare e “dimorare nel presente“. Cosa sempre più difficile a causa dell’incremento esponenziale dei rumori (fisici o psichici) in cui siamo immersi. Come diciamo ormai da anni, la consapevolezza ti permette di diramare la nebbia dei condizionamenti, via via che questa nebbia si dirada inizi a vedere meglio “le cose”.

Questo può portare ad un pensiero che è identico a quello che per secoli ci hanno tramandato i mistici di ogni religione. “Torniamo a vedere il vero noi stessi”… per quanto possibile. Ok ora la smetto di parlare di religione e ti parlo invece del libro 😉

Allora “Il dono del silenzio” è una fantastica somma degli argomenti che abbiamo trattato in questi anni parlando di meditazione mindfulness. Un libricino che in meno di 200 pagine mostra, attraverso storie e pratiche meditative, la forza del semplice “silenzio interiore”.

E lo fa non con gli argomenti di 2000 anni fa, ma con quelli attuali ci parla di sovraccarico informativo, del grande uso e abuso che facciamo dei nuovi mezzi di comunicazione come i social network ecc.

Oggi sappiamo bene che il famoso “multitasking” è deleterio e che bisognerebbe fare “una cosa alla volta”, ma chi ci riesce? Il libro non ti consiglia questo ma di portare tutta la tua attenzione quando “decidi di farlo”  si tratta proprio di quella “presenza”, quel tipo di attenzione che permette il riconoscere ciò che stiamo pensando da ciò che stiamo vivendo.

Una cosa che  sembra banale ma non la è per niente! Tich Nath Hanh non lo fa cercando di convincerti a praticare la meditazione “seduta” (la formale) ma lo fa mostrandoti come portare quel tipo di attenzione su azioni quotidiane (la nostra meditazione informale).

Tutto inizia dal respiro, dall’attenzione a questa nostra ancora che ci lega al presente. La prima cosa che fai quando nasci e l’ultima cosa che fai prima di morire. Macabro ma vero 😉 La tecnica di attenzione al respiro è probabilmente la più conosciuta e praticata di sempre. Puoi usarla anche tu, seguendo le istruzioni del podcast.

Il dono del silenzio” oltre ad essere facile e scorrevole, racchiude un’ottima sintesi di tutto ciò che ho studiato in questi anni sulla pratica della presenza. Ed aggiunge questa piccola nota “tecnica”: quella di legare ed incorporare ( si direbbe in ipnosi) tutto ciò che accade al nostro respiro.

Così da poterci allenare a sentirlo in modo mindful ogni volta che ne abbiamo “il desiderio”.   Inspiro mentre leggo queste parole, ed espiro mentre leggo queste parole. Semplice no? Più o meno!

Le persone, come in ogni cosa che si conosce poco, tendono a fare due o tre errori classici, come: il cercare di controllare il loro respiro, magari facendo dei respiri diversi dai loro naturali. Tendono a confondere il sentire con il pensare…e soprattutto non hanno la giusta costanza!

Per raccogliere i frutti di questa pratica infatti non ti serve leggere questo post, ascoltare il podcast o imparare a memoria il libro. Ciò che ti serve è praticare il più possibile la presenza, e questo non è per niente facile. Farlo per un paio di mesi e poi interrompere serve a poco a niente.

Ti ho spaventato? Allora fatti consolare dal libro di Tich Nath Hanh, vedrai lui è molto più ottimista di me sul fatto che t’impegnerai in questa pratica 😉

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A presto
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.