Ciao,

oggi voglio parlarti di una delle cose che più mi fabattere il cuore “la musica”. E lo facciamo sia daun punto di vista psicologico, cioè l’effetto chequesta ha sul cervello e sia da un punto di vistasociologico, cioè che effetto ha sul comportamentodelle masse. Una delle cose che da sempre mihanno affascinato nella musica rock (la miapreferita) è proprio l’estrazione sociale dacui nasce…

…se infatti come me sei appassionato di questogenere saprai che il rock è un po’ il simbolo dellaclasse lavoratrice: dai Beatles ai Nirvana si trattasempre di ragazzotti che hanno subito gli effettidelle differenze sociali. Emarginati sociali checon una chitarra hanno cambiato il mondo e fattoalzare la testa a popolazioni intere. Insomma lamusica rock arriva da questo retroterra ed unrecente studio prova qualcosa del genere.

Nina Kraus e colleghi hanno provato che questotipo di effetto, cioè il fatto che la musica di uncerto tipo avvicinasse le classi sociali, ha il suoperché anche su singoli individui, quindi sullaloro psicologia. Ma non hanno solo confermato(fra molte virgolette) questo dato ma hanno piùche altro provato che esiste una rieducazione eguarda caso deriva proprio dallo ascoltodella musica.

I ricercatori hanno preso un gruppo omogeneo diadolescenti (omogeneo per status socio economico)e ne hanno testato le abilità di ascolto attraverso unEEG (elettroencefalogramma). In pratica hannofatto ascoltare una serie di sillabe ripetute cheerano contrastate da un rumore di fondo. Ed hannoscoperto che i bambini con una madre con unabassa educazione “musicale” (o meglio che nonapprezzava troppo il rumore)…

…avevano una attività cerebrale più bassa mentrec’erano i suoni e più alta quando c’era il silenzio.E che questi bambini erano anche meno bravi inun test dove era coinvolta la memoria di lavoro.Per fartela breve i ricercatori hanno scoperto chese si allenano quei ragazzi attraverso un trainingalla musica questo deficit nel riconoscere i suonicoperti da rumori di fondo svanisce. Ed i ragazziaumentano significativamente la loro capacitàdi distinguere suoni e parole.

Questo risultati è visibile all’EEG quindi non sitratta di una semplice congettura. Il cervello chesi allena allo ascolto musicale diventa più reattivoai suoni ed impara come distinguerli con maggiorefacilità. Secondo i ricercatori queste differenzesono visibili anche a livello sociale, cioè lepersone che hanno avuto più fortuna quandoerano piccole hanno anche avuto modo diascoltare più musica (secondo i ricercatori)…

…e la musica farebbe da collante fra un certostatus sociale ed un altro. Non sono del tuttod’accordo con queste osservazioni, forse inaltre parti del mondo la musica non vienefatta ascoltare ai ceti più bassi, ma per ciòche possono ipotizzare, da sempre i popolipiù sfortunati si sono “tirati su” a suon dimusica…dagli schiavi nelle piantagioniagli scugnizzi napoletani nei “rioni”.

La buona notizia è che ascoltare musica edanche studiarla fa proprio bene al nostrocervello. Non solo perché, come dicono iricercatori, lo allena a distinguere meglio isuoni ma anche perché ci allena in quellaparticolare abilità umana che è la nostracomunicazione verbale e non…ci allena adistinguere le parole.

Se mi segui di certo non ti sarà sfuggito ilpost su come “crescere attraverso l’arte eper me ci sono poche cose che possono avere lostesso effetto di crescita di una buona musica.Senza l’effetto sonoro la maggior parte deifilm e delle rappresentazioni non avrebbesenso. La musica ha un potere talmentegrande che esiste la musicoterapia…

…si lo so che tu starai pensando “ok Genna maci sono terapie di qualsiasi tipo”, si ma quellabasta sulla musica è di certo fra le più antiche.Poi, se ricordi da quel post, ti raccontavo cheuno degli effetti dell’arte è quello di portartiin uno “stato altro”, uno stato modificato dicoscienza. Ebbene, credo che la musica siafra i più potenti induttori di questo stato…

…ed in più la musica ha un vantaggio sullealtre arti, grazie alle registrazioni diventa unasorta di ripetizione del gesto artistico continua.Mentre il quadro sta lì fermo la musica si ripetecome la prima volta che è stata eseguita. So cheti potrà sembrare una differenza da poco, vistoche tutti possono immaginare che cosa ha fattoil pittore solo guardando il quadro.

Si ma ascoltare la musica riprodotta attiva i tuoineuroni specchio (soprattutto se sai come si suonaquel pezzo) e questo, forse, attiva più parti delnostro cervello. Migliorando ad ogni ascoltoattento anche il nostro modo di percepire queisuoni. Quindi se ti stai ancora chiedendo “checosa ci fa la musica in un blog dedicato allosviluppo personale”, sappi che si tratta diuno strumento di ultra crescita personale.

E questi studi non fanno altro che continuare aprovare ciò che sappiamo da secoli, ascoltaree produrre musica fa bene. Anche se non seiMozart o un ascoltatore erudito, il sempliceesporti alla musica ti fa bene. Ti basta solopensare a tutta la gamma di emozioni che èin grado di creare dentro di noi…

così se tu mi chiedessi: “vorrei tirarmi su ilmorale meglio andare a fare un corso di PNL ovedersi un bel concerto dal vivo”…bhe sappi chefrancamente ti direi che è meglio il secondo 😉

E tu? cosa ne pensi di questo tema? ti piace lamusica? credi che possa davvero fare tantocome credo anch’io? lascia un commento quisotto e faccelo sapere.

A prestoGenna

Ps. Sapevi che la filo diffusione di pezzi di Mozartnelle scuole migliora l’armonia fra i bambini? eche “smettono di urlare”? che diventano ancorapiù intelligenti? insomma un sacco di roba 😉

Spero che Simone ed Alberto (i protagonistidella immagine che vedi sopra) non siarrabbino 😉


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.