Cosa significa dover giocare contro la N° 1 al mondo e batterla? C’è lo racconta Tathiana Garbin ex tennista professionista e attualmente allenatrice della nazionale femminile.

Tathiana oltre ad essere stata una vera campionessa ha da sempre abbracciato e studiato metodiche di mental training, ecco perché l’abbiamo intervistata.

Una intervista densa di contenuti che mostra tutto il lato umano di questa campionessa…Buon ascolto:

Sono molti gli ambiti della vita dove serve saper gestire “la propria mente” ma sono pochi quelli in cui questa gestione è direttamente visibile come nello sport.

Possiamo giocare a guardie e ladri con la realtà, senza mia affrontare e verità che ci riguardano. Nello sport ciò è impossibile.“. Così afferma Roger Bannister lo sportivo più noto nel campo della crescita personale.

Bannister è famoso per aver sfondato il muro delle convinzioni mediche del suo tempo correndo il miglio in meno di 4 minuti.

Così come lo sport ci fa capire l’importanza della mentalità allo stesso modo la psicologia ci fa capire l’importanza dello sport.

Superare i propri limiti

Lo sport è una sorta di “simulazione della vita” che ci aiuta a scovare e superare i nostri limiti. Così come il leggendario Bannister ha superato le credenze sulla resistenza umana nella corsa.

Per poter superare i propri limiti è però necessario non solo occuparsi della “macchina”, cioè del corpo umano ma anche e soprattutto della mente.

Ok sappiamo che tutti che “corpo e mente” sono la stessa cosa, ma in realtà siamo davvero bravi a fare finta che si tratti di due cose separate.

Eppure nello sport e nella “fatica fisica” questo dato è sotto gli occhi di tutti, ci sono atleti più o meno bravi a gestire la tensione.

L’importanza della “mente”

Ti è mai capitato di fare una passeggiata in alta montagna? Magari accompagnato da altre persone?

Chiunque abbia fatto questa esperienza sa bene che esiste una grande differenza fra il camminare in testa al gruppo o restare indietro.

Il semplice fatto di restare in coda al gruppo ci fa sentire con maggiore forza la stanzchezza, perché?

Probabilmente per un semplice fenomeno psicologico, legato al fatto che la gente davanti a noi ci ricorda che abbiamo ancora tanta strada da fare.

Tra professionisti questa cosa è molto chiara!

Fra due professionisti dello stesso ambito dove sono le differenze? Pensaci, fra il numero 1 ed il numero 50 al mondo che differenze ci sono?

Si potrebbe pensare semplicemente che il “n1” sia più bravo, ma secondo te il n50 non è capace di “giocare”?

La risposta è che probabilmente sono entrambi tecnicamente ad un livello molto simile e anche come livello di preparazione atletica.

Ma una delle differenze più importanti è sicuramente il “mindset” la famosa “mentalità”, la capacità di gestire le emozioni in situazioni di alto stress.

La meditazione nello sport

Come hai sentito Tathiana ci consiglia di meditare, cosa che può sembrare inusuale nel campo del mental training.

Ed invece come puoi ben immaginare (so che tu caro psinellino sei avanti) la meditazione è entrata ampiamente in questo campo.

Nel campo del “mental training” si sente spesso parlare di: visualizzazione, self-talk, affermazioni, goal-setting, ecc.

Sono invece diversi anni che il filone della mindfulness è stato “manualizzato” per lo sport.

Mental training e consapevolezza

Esisono cose come il MSPE (Mindfulness Sport Performance Enahancement) che segue un protocollo quasi identico al noto MBSR.

L’ MMTS (Mindfulness Meditation Training for Sports) un protocollo che unisce insieme pratiche di consapevolezza e affermazioni, mescolando un pò di cose.

Il MAC, che non è un modello di computer ma è il protocollo di meditazione per lo sport della ACT, di cui abbiamo parlato molto.

Spero mi perdonerai per tutte queste sigle, ma sono un assaggio di quanto sia presente la nostra cara meditazione nello sport.

Aggiungere o togliere?

Nelle pratiche di mental training spesso ci si chiede se è bene “aggiungere o togliere” e le pratiche basate sulla meditazione ci mostrano bene la differenza.

La scorsa puntata abbiamo parlato di routine, quel caso era maggiormente legato all’aggiungere metodiche, anche se l’ho declinata sull’aspetto della consapevolezza.

Esempio più calzante è quello delle “affermazioni” e delle visualizzazioni, spesso tendiamo ad aggiungere aspetti più che aumentare la consapevolezza.

Nelle pratiche di meditazione si usa la consapevolezza “per togliere” di mezzo pensieri, emozioni e attivazioni che possono influenzare la performance.

La chiave è sempre la consapevolezza

Per quanto mi riguarda, qualsiasi sia la metodica psicologica da impiegare questa deve avere come risultato finale un aumento di consapevolezza.

Che ovviamente non significa aumentare la capacità di analisi della situazione, perché come si sa si corre il rischio della “paralisi dell’analisi”.

Ma si tratta di un tipo particolare di osservazione che sviluppi quando riesci ad osservarti senza giudicarti, momento per momento ed intenzionalmente.

Ti ricorda qualcosa? Esatto, è la definizione della mindfulness e come hai ascoltato Tathiana sembra essere perfettamente in linea con questo approccio.

Fake it until you make it

Su psinel abbiamo visto diverse volte questa frase, il fenomeno del “come se” che ha dei reali risvolti psicologici anche molto interessanti.

Ma spesso questa metodica viene scambiata con il “fingi fino in fondo e vedrai che imparerai”, non significa questo ma piuttosto:

”Entra nel ruolo” e questo ti aiuta ad intraprendere tutte quelle azioni necessarie per raggiungere l’obiettivo.

Come Tathiana sono convinto che la gestione degli stati emotivi sia maggiormente efficace attraverso la consapevolezza più che con il “fake it”.

Marija Sharapova

Nel periodo in cui ho iniziato a scrivere a Tathiana, Tim Ferriss se ne esce con questa splendida intervista a Maria Sharapova una delle più forti giocatrici di tennis di tutti i tempi.

Qui sotto puoi ascoltare la puntata di uno dei podcast più famosi al mondo:

Ed infatti Tathiana nomina la Sharapova diverse volte soprattutto per la sue doti di gestione dello stato emotivo. E come probabilmente hai ascoltato lo fa attraverso una routine.

Qualcosa di molto simile a ciò di cui abbiamo parlato nella scorsa puntata, puoi vederla al completo a questo link (purtroppo non si può incorporare).

Come hai visto fa esattamente ciò che ha descritto Tathiana: a) Da le spalle all’avversaria, b) Guarda le corde, c) Si incita saltellando, fa qualche palleggio e poi batte!

Grinta e disciplina

Questo è il titolo dell’intervista che Tom Bilyeu fa a Maria Sharapova e spuntano fuori le stesse cose che ci ha raccontato Tathiana, grinta e disciplina e non semplice talento.

Impact theory è un canale che ti consiglio di seguire, il conduttore Tom Bilyeu ha intervistato un sacco di gente interessante che può raccontare tanto.

Più di come afferma Tim Ferriss che dice di “decostruire il talento” a me piace pensare che esistano narrazioni potenzianti. Storie che per il semplice fatto di essere ascoltate aprono orizzonti.

Lo sport genera potenti narrazioni

Come tutte le situazioni dove puoi vedere talento e competenza ai massimi livelli, si generano grandi narrazioni. E come sai noi siamo imbevuti di narrazioni.

Leggere il libro di un campione sportivo, guardare il suo documentario o seguirlo in qualsiasi altro modo è un’ottima occasione per nutrirci di narrazioni positive e produttive.

Perché nella storia di ogni sportivo di successo c’è tutto: “il dolce ed il salato” e per quanto possa essere romanzata contiene sempre spunti interessanti per nostra cara crescita personale.

Riascolta l’intervista con Tathiana Garbin se lo hai fatto distrattamente o se magari l’hai interrotta per i rumori perché contiene davvero tanto, molto di più di quanto possa sembrare ad un primo ascolto.

Riempiti la giornata di narrazioni “positive”

Quando puoi ascolta, leggi o guarda “narrazioni positive”, dove per positive non intendo che debbano parlarti di cose piacevoli. Un esempio è il bellissimo chiarissimo è il libro “Uno psicologo nei Lager”.

E’ per questo che ascolto il podcast di Tim Ferriss e molti altri, per “influenzarmi continuamente”, come dicevamo nella puntata con Gerry Grassi, ti ricordi?

Pensare di restare immuni a ciò che ci circonda è una pia illusione, meglio allora scegliere di cosa cibarsi deliberatamente.

Per farlo al meglio è bene avere una buona pratica di consapevolezza, per evitare di cadere nei tranelli delle narrazioni, riuscendo cioè a capire che si tratta di “storie”, importanti ma sempre “storie”.

Fammi sapere che cosa ne pensi lasciando un commento qui sotto. Hai visto? Mi hai chiesto di fare una puntata al femminile ed eccola qui, continua pure a porre le tue richieste qui sotto.

A presto
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.