Le “scienze psicologiche” sono davvero molto giovani, ma in pochi anni hanno già conquistato 3 premi Nobel.

Come dici, “non esistono premi Nobel per la psicologia”? Hai ragione, infatti questi premi sono stati assegnati all’economia.

Oggi scoprirai che si tratta di 3 Nobel molto psicologici, buon ascolto:

Perché esaltarsi tanto per un nuovo premio nobel all’economia? Questo sicuramente è qualcosa che ci si potrebbe chiedere.

La risposta è semplice: perché la nostra cara psicologia, spesso vista come l’ultima ruota del carro delle moderne scienze ha in realtà un enorme valore.

E questo valore se lo sta guadagnando sul campo, senza risparmiare alcuna fatica. Lo ha fatto da sempre soprattutto qui da noi in Italia.

Non tutti sanno che razza di percorso istituzionale ha dovuto fare qui da noi la Psicologia prima di essere riconosciuta a livello istituzionale.

Un percorso lungo e tortuoso

Chi conosce un pizzico di “storia della psicologia italian” sa che chi ha portato avanti questa battaglia lo ha fatto a suon di “studi scientifici”.

L’Onorevole Ossicini portava alla camera i maggiori esponenti della psicologia dello scorso secolo al fine di convincere i parlamentari.

In quegli stessi anni gli psicologi erano riconosciuti praticamente in tutto il mondo occidentale, tranne che da noi.

A furia di portare argomenti scientifici ed esperti l’hanno spuntata con la creazione dell’albo degli psicologi nel recentissimo 1989.

La leva negativa cattura l’attenzione

Come si sanno tutti i bravi comunicatori la leva “negativa” cattura meglio l’attenzione. E’ per questo che i TG sono zeppi di cattive notizie.

Perché queste aumentano la presenza di “occhi e spettatori” che aumentano a loro volta il prestigio della trasmissione.

Lo stesso vale per le scoperte scientifiche: in particolare il Nobel che festeggiamo oggi è andato a Richard Thaler per l’economia.

Thaler rifacendosi agli studi di Simon e Kahneman ha nuovamente dimostrato che “non siamo bravi decisori come pensavamo”.

La giostra dei “bias”

Herbert Simon è stato il primo psicologo a vincere un Nobel cavalcando la ricerca in tal senso.

Cioè nel tentativo di mettere in luce quanto poco siamo bravi a prendere decisioni in campo economico.

E come faccio a dimostrare che gli esseri umani non sono bravi decisiori? Devo trovare qualcosa che sbagliano con una certa regolarità.

Questi errori di ragionamento oggi prendono il nome di “bias”. Che possiamo tradurre come “pregiudizio”, “inclinazione” o “errore di pensiero”.

Errori di pensiero

Questi errori non sono “inclinazioni umane funzionali”, cioè vengono mantenute perché ci danno un qualche vantaggio.

Il vantaggio è la rapidità di ragionamento, in pratica la famosa tendenza a “risparmiare energia”.

Infatti questi errori vengono accoppiate alle “euristiche di giudizio” che non sono altro che scorciatoie mentali che ognuno segue.

E queste scorciatoie hanno motivazioni psicologiche alla base oltre ad essere ovviamente di natura psicologica.

La forza scientifica di questi concetti supera ogni barriera

La forza con cui queste ipotesi sono state validate ha superato ogni tipo di barriera, arrivando appunto fino a uno dei massimi riconoscimenti scientifici, il Nobel.

Ed ha superato anche la flebile distinzione che c’è fra psicologia e crescita personale. Campi che per anni erano distinti in modo fasullo.

La falsità era che la psicologia si occupa delle cose “che non vanno” e la crescita personale delle cose che invece “funzionano”.

Confondendo la psicologia con la psicologia clinica (e con la psicoanalisi) senza chiedersi da dove provengano le intuizioni della crescita personale.

Ripetiamo: Crescita personale è al 90% psicologia!

Come sai la crescita personale è per me la ripresa delle scoperte della psicologia. Non è un’idea campata in aria, se studi le due storie scopri che è esattamente così!

Per quanto mi riguarda una buona divulgazione psicologica si trasforma in una buona crescita personale.

E i bias e questi 3 premi Nobel hanno avvicinato e reso sempre più chiare queste differenze.

Tutti gli autori di crescita personale moderna citano gli studi di Kahneman o qualche bias per spiegare le proprie teorie.

Richard Thaelr era già noto da noi

In realtà degli studi di Thaler abbiamo già parlato (in questa puntata) in passato perché il suo libro “The Nudge” la spinta gentile è già datato 2002.

Lo abbiamo visto durante la puntata, ti ricordi l’esempio della mosca nel water? Quella è una “spinta gentile” che crea molti grattacapi.

Non di tipo psicologico ma di ordine filosofico, qui ci vorrebbe il nostro caro amico Rick DuFer a dipanare la questione.

Perché la cosa cozza con l’idea di libero arbitrio se io disegno l’ambiente in modo che ti influenzi segretamente, anche se gentilmente.

Anche tu puoi modificare il tuo ambiente

In quanto psinellini desiderosi di conoscere come migliorare, il dato che che ci dovrebbe interessare è il fatto di poter disegnare l’ambiente.

Come abbiamo visto diverse volte bastano piccole accortezze per poter migliorare il nostro ambiente, tutto nasce sempre dalla consapevolezza.

Cioè dal renderti conto che potresti migliorare un dato ambiente per uno scopo preciso.

Gli studi sono molto chiari, bastano solo alcune foto motivazionali, come un uomo che taglia il traguardo o la statua “del pensatore”.

La consapevolezza

No non sto per dirti che se mediti riesci a superare tutti questi condizionamenti, perché in parte è vero ma non puoi meditare sempre.

Sto per ricordarti invece alcune cose scritte nell’ultimo libro di Robert Cialdini “Pre-suasione” dove racconta alcuni aneddoti curiosi sull’influenza dell’ambiente.

Cialdini si accorge che quando scrive nel suo studio universitario anche il suo stile narrativo è universitario.

Così decide di riscrivere il tutto quando è a casa, perché li lo stile narrativo diventa più adatto al grande pubblico.

Consapevolezza di ciò che ti influenza

Si non puoi di certo notare ogni singolo dettaglio che entra nella tua coscienza, ma puoi di certo fermarti e fare mente locale.

Chiderti alla luce di questi studi e dei consigli che trovi come sempre nel Qde …come puoi migliorare il tuo ambiente?

Pensiamo spesso di essere staccati dall’ambiente e non ci rendiamo conto che noi facciamo parte dell’arredamento.

Questo non significa che non abbiamo potere personale, che non possiamo cambiare le cose ma prima dobbiamo renderci conto di come stanno queste cose.

I nostri limiti

I 3 premi Nobel citati ci hanno messi davanti ai nostri limiti, al fatto di non essere dei bravi decisori e di essere “cognitivamente pigri”.

Allora perché assegnare dei Nobel ad una cosa del genere? Perché è di fondamentale importanza capire come prendiamo le decisioni.

Se un essere umano può essere attendibile senza l’ausilio di strumenti o di aiuti esterni per fare certe scelte.

I limiti però quando li conosci puoi anche spesso superarli. Per questo si chiamano “bias” (tendenze) e non “must” (doveri).

Conosci te stesso

Ci risiamo, si torna nuovamente la buon e antico “conoscere se stessi” che ci consente di superare anche le nostre tendenze.

Sapere ad esempio di avere un’innata tendenza a temere maggiormente le perdite dei guadagni, può esserci utile in una trattativa.

Per non parlare del famoso “punto di ancoraggio”, che ormai puoi trovare in un qualsiasi corso di negoziazione.

Insomma si tratta di conoscere se stessi e questi Nobel lo hanno fatto molto bene. Secondo te esagero a dire che sono “Nobel alla psicologia”?

La conoscenza psicologica nelle scuole

Sono anni che ripeto questo “mantra” perché sono davvero convinto che “sapere sia potere” ed il sapere psicologico da molto “potere”.

E ciò che ripeto è che mi piacerebbe che alcuni concetti della psicologia venissero insegnati come si spiega la cellula.

Ti faccio un esempio molto pratico: se i professori fossero bravi nello spiegare come funziona il condizionamento sono certo ci sarebbero meno giocatori d’azzardo.

Perché sapere di essere come il topo di Skinner in una gabbia quando schiacci il pulsante della “macchinetta” può davvero fare la differenza.

“E’ più forte di me”

No non credo che conoscere il condizionamento ti renda più forte del meccanismo psicofisiologico che vi sta alla base.

Ma sono certo che possa aiutarti a capire che è qualcosa in cui tutti possiamo cadere.

Con questa consapevolezza le persone inizieranno a vedere il meccanismo psicologico in modo diverso.

Non è il “giocatore” ad essere debole (si magari in alcuni contesti si) ma è il meccanismo ad essere ineludibile.

Se ti faccio giocare a forza alle macchinette prima o poi ne diventi dipendente, anche se non ti frega niente del gioco d’azzardo.

Conoscere la psicologia come la geografia

Una delle materie che meno mi piacevano a scuola era proprio “geografia”, poi crescendo e viaggiano ho cambiato idea.

La psicologia è simile, fino a quando non se ne ha necessità nessuno se ne interessa davvero. E per necessità non intendo aspetti clinici e basta.

La psicologia è una geografia del nostro pensiero, conoscerne la planimetria, le scorciatoie e le strade principali è molto utile.

E’ l’unico modo? Assolutamente no, uno può imparare esplorando ma perché “reinventare la ruota ogni volta” quando qualcuno ha studiato delle mappe molto precise?

Avrei voluto lasciarti con queste domande ma pochi minuti prima di editare questa puntata mi sono imbattuto in questo video:

Ecco il video di Marco Montemagno che sembra avermi letto nel pensiero o io o letto nel suo. Ok non fa riferimento al Nobel ma è lo stesso identico argomento, sincronicità 🙂

Ora il post mi sembra più completo!

Alla prossima
Genna

Ps. La didascalia dell’immagine è tratta dalla proclamazione al Nobel di Thaler.


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.