Hai mai provato a meditare? Se mi segui probabilmente si e quasi certamente avrai incontrato uno di questi 3 ostacoli della presenza mentale.

Sono ostacoli che puoi ritrovare in ogni attività umana, in particolare in tutte quelle situazioni ad “alta prestazione”.

Buon ascolto

Limiti e maestri

Come diciamo spesso gli ostacoli e i limiti sono opportunità! Sono come maestri che ti costringono a migliorare nella tua attività. Se tutti ci fermassimo ai primi ostacoli ci saremmo estinti da un pezzo.

Ecco perché è utile conoscere gli ostacoli alla pratica della meditazione, che devi sapere vengono tramandati da secoli, si non è farina del mio sacco (come mi dicevano a scuola).

Pero solitamente cambiano da tradizione a tradizione ed ho selezionato i 3 più semplici e allo stesso tempo universali.

Si perché puoi trovare distrazioni, noia e stanchezza in ogni pratica umana e spesso le loro radici sono identiche e possono quindi essere trattate nello stesso modo.

Gli ostacoli ti danno il feedback

Sapevi che una delle attività umane più complesse da apprendere è la guida? Eppure ci sono un sacco di persone in giro con la patente, come è possibile?

Secondo diversi autori questo accade perché la guida ha un feedback rapido e chiaro. Se non guidi bene vai a sbattere sulle cose e puoi fare enormi danni.

Per questo si va a scuola guida per imparare a rispondere efficacemente a quei feedback. Ed è per questo che s’impara (più o meno bene) molto rapidamente.

Nella meditazione i feedback sono ridotti, i motivi sono molti, primo fra tutti il fatto che sei tu a valutarti, nessuno può leggere cosa sta succedendo nella tua testa.

Ed è per questo che devi sapere che cosa potresti incontrare durante la pratica, un metodo rapido di feedback è il nostro caro IOS.

IOS

La sigla che ho mutuato dalla definizione di Jon Kabat-Zinn e che significa praticare con Intenzione, stando nel presente (Ora) e Senza giudicare, è un sistema di feedback.

Che ti mostra che potresti perdere intenzione, perderti nel tempo e perderti fra i tuoi giudizi. Se ci pensi è già un ottimo antidoto ai nostri 3 ostacoli.

Se ti distrai puoi esercitare la tua intenzionalità a riportare indietro l’attenzione. Se ti annoi è perché non dimori a sufficienza nel presente e se ti stanchi è perché lotti con i tuoi giudizi.

E’ chiaro che possiamo applicare IOS ad ogni aspetto della meditazione, anche ad ogni singolo ostacolo descritto in puntata e non solo.

Ostacoli naturali

Conoscere gli ostacoli principali alla meditazione ti consente di prepararti a ciò a cui potresti andare in contro. Proprio come un aspirante pilota che impara ad evitare le altre auto.

Ma mentre nella guida le auto sono visibili e tangibili, nella pratica della meditazione non ci rendiamo conto degli ostacoli perché fanno parte della nostra natura.

La mente continua a distrarsi perché l’attenzione ha necessità di saltellare per tenerci pronti all’azione e farci cogliere al volo le  nuove opportunità.

Ci annoiamo perché restare “fermi” come nella meditazione non è naturale per un animale che deve procurarsi cibo, sesso e sicurezza. In altre parole gli ostacoli sono aspetti della nostra natura.

La tradizione

Gli ostacoli fungono da feedback perché ti consentono di sapere prima a che cosa andare incontro durante la pratica della meditazione.

Come dicono gli americani: “perché reinventare la ruota”? Quando qualcuno la sta progettando da millenni e ne sta tramandando i frutti?

Lo so nella crescita personale le tradizioni non vanno molto di moda, ma nel campo della meditazione fare finta che non esistano è assurdo!

Perché abbiamo la fortuna di attingere a millenni di pratica, di certo non tutto sarà “oro colato” ma sicuramente la tradizione non può essere ignorata ciecamente.

Così come sarebbe sbagliato credere ciecamente alla tradizione, per questo chiamo i miei percorsi “meditazione scientifica”!

La meditazione scientifica

Come dico spesso “non ho inventato niente” ho solo preso ciò che dalla tradizione è risultato essere scientificamente attendibile in questi 50 anni di ricerche.

Non sono l’unico a vedere la pratica della meditazione come un “semplice esercizio” che porta enormi risultati e che può essere slegato dalla tradizione.

O meglio dalle tradizioni che lo precedono, visto che l’insegnamento originale non aveva praticamente nulla di metafisico. Il primo Buddha non parla di anima, di dei e di adlilà.

Insomma al contrario di ciò che dicono in molti si possono raggiungere livelli altissimi di consapevolezza senza abbracciare alcun credo e alcun tradizione.

Noia e stanchezza

Non so se te ne sei accorto ma di certo “noia e stanchezza” vanno di pari passo, in realtà ci starebbe anche a distrazione ma è una faccenda diversa.

Spesso la stanchezza è data dalla noia e la noia è data dalla stanchezza. Come dicevamo in puntata è l’impegno attivo, l’intenzione l’antidoto alla noia.

Se non hai sufficienti energie per sostenerlo, magari perché puoi meditare solo la sera dopo il lavoro, è facile che tu tenda a passare dalla noia alla stanchezza.

Ma ci tengo comunque a tenerle separate, perché può esserci noia senza stanchezza e viceversa. Ciò che invece accomuna tutti gli ostacoli, anche quelli non citati è un’altra cosa…

Ricordarsi di non dimenticare

Come sanno i miei allievi più stretti “mindfulness”deriva dal termine pali “sati” che significa consapevolezza e anche “memoria”. La cosa potrebbe apparire come complicata ma parafrasata:

Ricordarti di restare nel presente, tutto qui! Nuovamente, un’operazione semplice da ricordare e da fare tecnicamente ma difficile da perseguire.

Per questo motivo di “devi ricordare” perché la tendenza è proprio quella di perderci tra i nostri pensieri e chiederci “ma cosa sto facendo qui?”.

E’ questo può essere causato dalla distrazione, dalla noia o dalla stanchezza. In molti casi l’uso della “campana tradizionale” serve proprio a questo, a ricordarti che stai praticando!

Puoi “dimenticare qualsiasi cosa”

Pensare alla connessione fra consapevolezza e memoria è molto interessante, aiuta a rendere semplici concetti complessi.

Invece di parlare del processo della dissociazione parliamo del suo effetto: un momentaneo distacco dalla realtà presente.

Puoi iniziare a seguire i tuoi pensieri magari mentre sei li che guardi la tua serie preferita e chiederti “che cosa cavolo hanno detto?”  Una frazione di secondo dopo!

Puoi addirittura dimenticarti di star facendo l’amore con il tuo partner, magari perché ti salta in mente che devi ancora andare a cambiare le gomme dell’auto.

Il linguaggio comune

Einstein diceva “se non puoi spiegarlo a tua nonna non l’hai davvero capito” ed è una frase meravigliosa soprattutto per chi come me è attratto dalle cose complesse.

La meditazione in raltà non è complessa ma è qualcosa di semplice, così come è semplice correre per la maggior parte delle persone. Ma per quanti è naturale correre 5km al giorno?

La meditazione è la stessa cosa, non siamo abituati a portare quel genere di attenzione durante la giornata. E parlare in termini di memoria, noia e distrazione aiuta a semplificare cosa bisogna fare.

Si perchè se uno si legge tutti i “i discorsi dei diversi illuminati nei secoli” non ci capisce niente a meno che non vi sia l’interpretazione di un maestro.

Ma in realtà la pratica è molto semplice così come anche la teoria se la riportiamo ai giorni nostri.

I pensieri come notifiche

Una volta mentre tenevo un corso dal vivo un partecipante tradizionalista mi dice: “ma non ti sembra un po’ troppo ridurre il pensiero alle notifiche del cellulare?”.

Ed io gli ho risposto: “e paragonarlo alle nuvole che scorrono non è la stessa cosa?”. Vedi si tratta di metafore diverse in base al periodo storico in cui sono state scritte.

Se la metafora è tale (cioè isomorfica, simile a ciò che descrive) non è più o meno giusta, ma il suo potere dipende dalla sua capacità di veicolare senso.

Oggi “le notifiche del cellulare” veicolano maggiore senso delle “nuvole  che scorrono” e purtroppo sempre meno visibili nelle nostr moderne città.

La mente che vaga

Un altro esempio è quello della mente “che vaga” o mind wondering, perché sicuramente la nostra attenzione non è cambiata più di tanto da 3000 anni a questa parte.

Cio che è profondamente cambiato è il nostro ambiente che ci costringe a saltellare con l’attenzione a destra e a sinistra.

Ma una cosa è farlo per cercare cibo, riparo e sessualità come per i nostri antenati è un altro è farlo per le bollette, la spesa e i mi piace sui social.

Nel primo caso il “sistema” (la DMN) sta facendo il suo mestiere cioè cercare di farti sopravvivere, nel secondo caso si sta preoccupando eccessivamente per cose futili.

La meditazione moderna

Quindi quando parlo di “meditazione scientifica” non sto solo facendo riferimento a quelle pratiche studiate dalla scienza ma alla loro attualizzazione.

Non perché i concetti tradizionali siano superati ma perché molte volte sono incomprensibili ad un cittadino del XXI secolo.

E quando qualcosa non si capisce lascia adito a mitologia e pseudo-cavolate. Tanto da vedere la meditazione usata un po’ per tutto oggi:

Dalla legge di attrazione al trovare la persona amata, dalla meditazione per parlare con gli angeli a quella per diventare ricchi.

Insomma se Buddha fosse reincarnato tra di noi probabilmente non cercherebbe di apprendere la tradizione.

Buddha e la tradizione

Come sanno molti appassionati della materia il primo Buddha (che significa illuminato) ha rotto con le tradizioni che lo precedevano.

Prima le ha studiate e praticate e da loro ha tratto solo ciò che nella sua sperimentazione sembrava dare risultati concreti.

Ed è esattamente ciò che cerco di fare qui su psinel, ovviamente senza alcuno scopo di proselitismo religioso o cose del genere.

Pochi ci pensano ma tutti i grandi del passato erano dei rivoluzionari che hanno attualizzato i loro insegnamenti al tempo in cui vivevano.

Non dovrebbe quindi stupire che ci siano anche alcuni “loschi figuri” che vanno in giro a parlare di “meditazione scientifica” 😉

Alla prossima
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.