Ti sei mai chiesto come mai ci siano così tante canzoni d’amore? E come mai queste sembrino “sovra rappresentate” nelle classifiche e nelle partecipazioni ad eventi come “Sanremo”? Oggi parliamo di questa apparentemente banale vicenda che parla tantissimo della nostra psicologia e della nostra umanità.

La verità su questo episodio: mi sono dato dello stupido!

La verità è che non avrei voluto parlare di “canzoni” mi è saltato in mente parlandone, in particolare stavamo discutendo del perché le persone sembrino così attratte dagli aspetti romantici e relazionali della vita. Perché se faccio un bel video o una bella puntata completa su un tema psicologico di rilevo questa viene vista molto meno rispetto ad una che invece parla delle “pene d’amore”?

Se hai ascoltato l’episodio sai che la risposta non è poi così semplice, di certo è molto evidente ma allo stesso tempo racchiude una certa complessità. Dunque il mio quesito si è spostato sul tema delle canzoni dato che si è concluso da poco il Festival di Sanremo e, come probabilmente ricorderai dalle varie edizioni, la canzone romantica è tra le più frequenti e gettonate di questa manifestazione canora.

Non appena ho colto questi aspetti mi sono subito dato dello stupido: “dopo tutto è evidente come mai la gente sia interessata alle relazioni e all’amore”. Se seguivi le nostre passeggiate di certo non ti sarà sfuggita la mia faccia ogni volta che beccavo una richiesta da “posta del cuore”, insomma mi sono sentito proprio in imbarazzo nel rendermi conto di aver sottovalutato una cosa così semplice ma allo stesso tempo fondamentale.

Sono anni che ti parlo dell’importanza delle relazioni come “croce e delizia”, gli ho dedicato capitoli interi nei miei 2 libri, eppure questo collegamento è arrivato solo pensando a Sanremo. Perché da musicista rock, ho passato gran parte dell’adolescenza a prendere in giro chiunque lo vedesse, ad Alassio (dove sono nato e cresciuto) il Festival si sente con ancora più forza. Si parte in comitive di amici per assistere alle sfilate dei cantanti e partecipare ad eventi organizzati ad hoc.

Comunque crescendo, sia di età che di consapevolezza, mi sono sempre più reso conto del perché la canzone d’amore acchiappi particolarmente. Perché la nostra vita sociale è relazionale, perché sono queste le cose che ci danno più forza, sostegno e appagamento, ogni volta che torni da un viaggio, che assisti a qualcosa di meraviglioso da solo, te ne rendi facilmente conto…

Appiattire e penetrare la mente

Quando usiamo un “luogo comune”, cioè un argomento che tutti conoscono per spiegare qualcosa ecco che verremo compresi da più persone e più rapidamente. Il termine “luogo comune” è quel punto di incontro che una comunità di parlanti decide di usare implicitamente, cioè sono nozioni comuni che si danno per scontate da quanto sono strutturali della comunità stessa.

Vivo in Veneto da 24 anni e quando sono arrivato dalla Liguria (a 20 anni) mi sono immediatamente sorpreso di come i “luoghi comuni” delle due regioni fossero così diversi. Poi però scavando negli anni mi sono accorto che sono molto più simili di quanto non mi sembrasse ad una prima occhiata. Il luogo più comune di tutti è quello che Jung ha chiamato Archetipo, cioè un’idea antica e condivisa che si trasforma in una categoria mentale.

Ok la smetto perché potrei andare avanti ancora per molto aggiungendo pezzi della nostra cultura per spiegare che semplicemente: abbiamo un terreno comune e quando riusciamo a farvi appello raggiungiamo molte persone. La canzone d’amore o meglio i tema dell’amore è ovviamente tra quelli più “comuni” poiché rispecchia l’aspetto centrale della nostra evoluzione: la riproduzione. Freud ci parlerebbe di libido in quanto energia che guida le nostre azioni e qui in Veneto direbbero che tira più un pelo di… che un carro di buoi (per essere volgari ma allo stesso tempo “comuni”).

Quindi i messaggi delle canzoni d’amore ci attirano per questo motivo? Sì, quei temi risuonano nella vita di tutti, sono riconoscibili da tutti e per questo ci piacciono particolarmente. Se a questo ci aggiungi una struttura armonica “comune a sua volta”, ecco che la cosa diventa ancora più attrattiva. Come ti raccontavo nella puntata esistono giri armonici (di note e accordi) che sono maggiormente orecchiabili e digeribili per tutti.

Esistono software che ti danno la percentuale di orecchiabilità, la quale indica a quante persone potrebbe mediamente piacere quel brano. In altre parole le canzoni d’amore accendono dentro di noi idee antiche ed evolutive, lo fanno narrando situazioni che esistono da sempre, basta leggere un pizzico di letteratura antica per ritrovarci gli stessi drammi umani attuali. Il tutto condito dal tentativo di far piacere a chiunque la struttura musicale e le parole cantate… insomma una sorta di manuale di comunicazione efficace.

Piccolo excursus nella comunicazione efficace

Come abbiamo visto in questa puntata saper comunicare in modo efficace significa primariamente riuscire a farsi capire. E per farci capire è necessario comprendere che tipo di lingua parla il nostro interlocutore, fare dei tentativi e aggiustarli in base ai feedback che si ricevono. La cosa principale è iniziare dal terreno comune, se non abbiamo la condivisione della lingua diventa difficile comunicare, dunque per comunicare bene la lingua deve essere riconosciuta da tutti.

Ma non solo la lingua, anche gli argomenti e le parole devono essere accordate tra loro, cioè chi ti ascolta deve poterle capire al volo. E come abbiamo visto parlando di “fluidità cognitiva” non serve un linguaggio aulico o colto ma serve quello più semplice da comprendere per tutti, il quale può variare in base ai contesti in cui viene usato: se parlo con mio collega mi verrà molto più facile scambiare informazioni attraverso un linguaggio tecnico, mentre se parlo con il pubblico generico no.

Se poi, attraverso la mia comunicazione io voglia convincere, imprimere nella mente e motivare di certo dovrò fare appello al mondo emotivo e non solo affidarmi alla comprensibilità del messaggio. Per riuscirci dovrò usare la mia espressività (linguaggio non verbale, prosodia ecc.), dovrò usare poi varie figure retoriche che siano in grado di traslare i significati delle sensazioni in parole, ecc. Ed è quello che fanno i pubblicitari, gli scrittori e gli artisti in generale.

Ed ogni volta che c’è di mezzo una emotività marcata noi non possiamo fare a meno di esserne attratti in un qualche senso. Sia che essa sia negativa, poiché siamo molto più portati a prestare maggiore attenzione agli aspetti negativi che possono garantirci la sopravvivenza, e sia positiva. Se voglio farmi ascoltare farò appello ad una di queste valenze emotive, purtroppo sappiamo che quelle “negative” (cioè quelle dolorose) attirano maggiormente poiché più informative (Ascolta questo episodio per approfondire gossip).

Quindi scrivere una canzone d’amore o una qualsiasi comunicazione che intenda essere efficace, cioè: comprensibile, convincente, motivante ed emozionante, servono gli stessi identici ingredienti. Insomma si tratta di qualcosa di trasversale che potremmo applicare a qualsiasi forma di scambio di informazioni nei sistemi viventi (non solo quelli umani ma nella maggior parte del regno animale).

Parlare di relazioni

Parlare di relazioni è il vero motivo per il quale sto scrivendo questa puntata, perché la mia riflessione nasce proprio da questo. Come visto, sono molto stupido quando mi dimentico che essenzialmente tutta la nostra esistenza è composta e costellata da relazioni ma questo purtroppo non basta soprattutto nel mio ambito, quello della psicologia. Infatti per quanto le dinamiche relazionali esistano da sempre sono solo pochi anni che abbiamo realmente iniziato a decodificarle.

In altre parole per quanto si sia attratti da temi legati alle relazioni, essi sono talmente potenti da avere una certa forza su di noi e dovremmo discuterne. No non mi riferisco all’arte, quella è libera dal gravoso compito di educare e formare, ma per quanto riguarda noi, appassionati e ricercatori liberi nel campo della realizzazione personale, la questione è diversa!

Faccio un esempio che forse alzerà un pizzico di polvere: Fabio Volo, ho da poco visto una sua bella intervista ed ho capito molto di più sul personaggio. Non ho mai letto un suo romanzo ma sono pronto a scommettere che siano molto belli, al di là del suo grado di scolarizzazione (la terza media) e al di là del fatto se sappia scrivere correttamente o meno. Ciò che conta è l’idea, la storia ed i messaggi che vi sono contenuti.

Per me non c’è alcun problema se per i prossimo 100 anni i ragazzi a scola studieranno le opere di Fabio Volo così come studiano Dante, perché nel campo dell’arte e dell’espressione artistica ciò che conta sono i contenuti e i messaggi. Certo non potranno essere usati come materiale per eruditi ma di certo leggerne uno male non fa, anzi aumenta le nostre prospettive mettendoci nella testa di tante persone. Proprio come diceva Umberto Eco su chi legge e vive 10000 vite diverse.

Nonostante ciò, per quanto mi piaccia Fabio Volo come persona, per quanto possa aver scritto dei veri e propri capolavori, non lo metterei sullo stesso piano di un esperto di relazioni che ne studia le dinamiche. Quindi non andrei mai ad una sua conferenza dove spiega come “entrare meglio in relazione con il prossimo”, se non per pura curiosità e non di certo come materiale tecnico e professionale. Lascia che mi spieghi meglio…

Vincere facile

Negli ultimi anni sui social la gente cerca la chiave più giusta per farsi seguire, una di queste consiste nel parlare al cuore della gente, con argomenti comuni e relativi alle “pene d’amore”. Non è un caso che la maggior parte dei giornali (di sempre) abbiano na rubrica sui “cuori infranti”, perché da sempre sappiamo quanto tali narrazioni aumentino l’attrattività, di conseguenza aumentano le vendite.

Ecco con tutte le parole che ti ho detto oggi sembra che una narrazione valga l’altra, basta che attivi il nostro sistema emotivo, ecco le cose non stanno così. Perché anche se uno è un fenomenale narratore, in grado di attivare tutte le nostre emozioni, non significa che dica cose giuste su quel tema. Fino a quando fa arte e racconta le sue cose va benissimo, ma quando parla di psicologia le cose si complicano e non di poco.

Traducendo: se parli di crescita personale e vuoi spaccare sui social parla di relazioni, e se vuoi farlo con un forte impatto, parla di relazioni conflittuali con forti sentimenti negativi. Tornando al tema di oggi che è la canzone romantica, ecco forse perché chi vede la musica come “un’arte alta” teme che questi argomenti possano deturparla. Perché anche nella musica usare questi temi è un po’ un “vincere facile” oppure potremmo vederla come una normale tendenza umana.

Insomma, come spero di averti ormai abituato, le cose “sono più complesse di quanto appaiano” e ragionarci sopra è un vero e proprio esercizio di realizzazione personale. Non mi stuferò mai di ripeterlo, le cose complesse aumentano la flessibilità della nostra mente, migliorano la capacità di vedere il mondo, soprattutto se usate come esercizio di pensiero, non tanto come strategia d’azione.

Concludiamo con l’amore

Sono certo di aver detto molte cose che avevi già immaginato e forse alcune a cui non avevi ancora pensato. Nonostante ciò non abbiamo di certo completato la questione, che si può certamente liquidare in modo semplice ma che allo stesso tempo nasconde aspetti particolari. I motivi sono molti ma uno di questi forse ti stupirà: noi tendiamo a credere che le cose siano “cose”, quando in realtà sono processi. Cosa intendo?

Che anche una cosa meravigliosa come “l’amore” è in realtà un processo, un’insieme di avvenimenti che noi categorizziamo con questo termine. Di certo uno dei processi più belli che ci siano ma sempre una sorta di evento che deriva da una enorme orchestra di altri eventi, uno collegato all’altro in una rete infinita di relazioni. Così come la materia è in effetti una continua interazione, anche la sedia dove sei seduto in questo momento non è una cosa ma è un processo di relazioni.

Questo giusto per tornare alla nostra amata complessità, la quale dovrebbe renderci più curiosi e maggiormente inclini al cambiare punto di vista e non più sicuri e certi. Ma questa è una faccenda ancora più intricata e magari ce ne occuperemo in un prossimo episodio, fammi sapere cosa ne pensi lasciando un commento e collegandoti ai nostri social.

A presto
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.