Questa sera festeggerai Halloween? No? Tranquillo in realtà quella della festa è solo una scusa per parlarti di un argomento davvero molto importante nella crescita personale.
Oggi scoprirai l’importanza di affrontare i mostri senza voltarsi…
Una delle metafore della crescita personale che mi colpì quando iniziai ad approfondire questi argomenti recitava proprio: “Ammazza il mostro finché è piccolo”!
Il significato piuttosto banale di questa frase è che, prima risolvi i tuoi problemi e meglio è! Nel senso che più tempo lasci passare e più quel piccolo problema può diventare “un mostro”.
Una telefonata ad un amico, ad un collega, ad un fornitore che non fai oggi potrebbe diventare un grande fastidio fra due giorni, una settimana o un mese!
Nella notte di Halloween ci mascheriamo da mostri!
In questa festa anglosassone di origini celtiche che ormai ha perso ogni contatto con la tradizione, ci travestiamo da mostri e da “morti viventi”. Forse anche un po’ per esorcizzarli!
Ed è un po’ questo il tema di oggi, la capacità o meglio l’attitudine, l’atteggiamento, uno dei mindset più potenti nella crescita personale, quello di affrontare i problemi.
Ne abbiamo già parlato in diverse salse su psinel, dall’evitamento esperienziale ai vari errori della “crescita personale classica”.
L’iper valutazione del pensiero positivo!
Tutto inizia con una sorta di rivolta intellettuale, intorno agli anni 50/60 dello scorso millennio c’erano solo 2 forze psicologiche che si fronteggiavano: la psicoanalisi ed il comportamentismo.
La prima vedeva solo (a quel tempo) l’aspetto recondito ed oscuro della personalità, il secondo vedeva l’essere umano come una semplice macchina programmabile da condizionamenti.
In quello stesso periodo arrivano personaggi come Carl Rogers, Ahbram Maslow e Fritz Perls che ribaltano il tavolo ed inseriscono una terza ondata “la psicologia umanistica”.
Siamo ancora negli anni 60?
Si, per quanto riguarda l’idea di crescita personale siamo “come fermi agli anni 60′”. Nel senso che molti di noi vedono la crescita personale solo come crescita e potenziamento attraverso le nostre qualità positive.
Attraverso le nostre risorse, i nostri talenti, le nostre qualità migliori. Ed è tutto verissimo, sono proprio questi aspetti che sono stati “proposti” dalla psicologia umanistica.
Ma la stessa psicologia umanistica non si sarebbe mai sognata di mandare in pensione gli altri pensieri, invece nella crescita personale lo abbiamo fatto eccome.
Perché nella crescita personale non c’è spazio per il lato oscuro?
Sicuramente i motivi sono tanti ma forse può essere utile elencarne qualcuno: il primo è di certo una sorta di repulsione verso la psicologia del profondo che si occupa “dell’oscurità”.
Però è una repulsione che in alcuni casi ha letteralmente buttato via “il bambino con l’acqua sporca”. Evitare di pensare ai nostri lati oscuri può essere più dannoso che vantaggioso!
E’ un’idea che ti ho ripetuto ormai un sacco di volte, ma ci tengo sempre a ricordarla perché credo faccia parte della specificità di psinel, (oltre al lato scientifico c’è anche questo!)
La motivazione peggiore sta nel marketing!
Una delle motivazioni di questa “cancellazione del lato oscuro” è legata alla vendita di libri e corsi. Non è una novità che oggi ci siano migliaia di corsi e libri promossi in questo campo.
Al contrario di altri campi legati alla informazione, nella crescita personale attira di più un corso legato alle “cose positive” che uno legato a quelle “negative”.
“Diventa chi vuoi essere” è molto più efficace di “scopri le tue ferite”! Ma non solo, c’è anche un aspetto tecnico che pochi conoscono.
E’ più facile lavorare da soli con le “cose positive”
Le chiamo “cose” per non farti un elenco sterminato 😉 ma è più facile lavorare da soli, ed anche in consulenza con un professionista, sulle emozioni positive che su quelle negative.
Inoltre quando provi molte emozioni positive la cosa ti attira e al contrario lavorare su cose “negative” crea una sorta di repulsione.
Chiunque abbia fatto del lavoro personale sa che ci vogliono entrambi questi aspetti, siamo come una pianta, dobbiamo curare sia le cime che le radici.
Servono radici salde per poter volare!
Per poter ottenere alcuni dei benefici più grandi della crescita personale dobbiamo essere disposti a dare un’occhiatina a quel lato oscuro.
No, non devi entrare in analisi o fare chissà quale tipo di psicoterapia, ma sto dicendo di abituarti a guardare anche le cose che non vorresti guardare e magari…
…proprio perché non le stai badando ti danno problemi, si trasformano in qui mostri di cui parlavamo. Ricordi cosa dice Nardone “il coraggio è una dote derivata dal guardare in faccia la paura“.
Affrontare piuttosto che scappare… è una cosa da imparare 🙂
Perdona tutte queste rime stucchevoli, ma ciò che è rimato entra meglio nella nostra testolina, lo sapevi? Ora, affrontare le proprie difficoltà è un processo a volte lungo e faticoso.
Non si tratta di una passeggiata ma di una bella sfacchinata che però porta dei frutti molto succosi. Anzi, a volte sblocca abilità che prima non pensavamo neanche lontanamente di possedere.
La “storia di super pippo” che ti ho raccontato è verissima! Solo da qualche tempo però ho iniziato a pensarci seriamente e anche a proporla come metafora per il miglioramento.
“Contiuna a guardarmi…non ti voltare…guardami!”
No, non sono le parole di un ipnotista da palcoscenico ma quelle di “Super pippo” che ti ho raccontato nel podcast. Uno dei miei istruttori di Kik Boxing che mi dava “castagne sulla faccia”!
E a distanza di 20 anni ho notato che molti sport da combattimento hanno un sacco di cose da insegnare. Anche la Thai Box, uno dei più violenti mai frequentati, anche li c’è qualcosa di simile.
Durante gli incontri di Thai arriva una parte in cui i due tizi si afferrano (il clench) ebbene, ti sembrerà paradossale, ma più stai vicino al tuo avversario e meno probabilità hai di prenderle.
Si ok non è proprio così, ma torniamo a noi:
Si tratta di coltivare l’atteggiamento di chi “riesce a stare con”…
Continuare a “guardare la ferita” sembra un modo di fare masochistico e contro producente, alla maggior parte delle persone. Infatti per crescere bisogna evitare di farlo sempre, “altrimenti si diventa ciechi“.
La cosa più importante da fare è coltivare un atteggiamento mentale capace, nel vero senso del termine “in grado di contenere” (capacità in senso spaziale) anche gli aspetti problematici.
E allo stesso tempo in grado di osservare non solo le risorse e le qualità umane, ma anche gli aspetti meno carini della nostra personalità.
Accettazione o resa?
Stare con i mostri è un’abilità difficile da coltivare perché richiede accettazione. E questa benedetta accettazione non piace a nessuno, tutti credono che sia “arrendersi” ma non è così.
Come abbiamo visto in altre puntate, accettare è un processo attivo e non una semplice decisione come la resa. Ti arrendi quando senti che non ci puoi fare più niente e decidi che le tue azioni non hanno potere.
E’ quella che Seligman, nel suo famoso libro “Imparare l’ottimismo” chiama “impotenza appresa”.
“Stare con i mostri”!
Accettare è diverso da arrendersi, nella mia accezione significa riconoscere, renderti conto di come stanno le cose. E’ sempre meglio sapere se “c’è qualche mostro” piuttosto che non saperlo.
E’ solo grazie alla capacità di riconoscere che siamo in una certa situazione che possiamo poi iniziare a fare qualcosa per migliorarla.
Si tratta di uno dei tasselli mancanti della crescita personale, ne parlo nella 46° puntata del podcast, dedicata appunto allo strano intreccio fra: accettazione e cambiamento.
Halloween era solo una scusa 🙂
Che tu stia leggendo questo post nel giorno della sua pubblicazione o meno, sappi che non hai bisogno di Halloween per iniziare a coltivare l’atteggiamento di chi “non si volta”.
Di chi è capace, ancora una volta nel senso spaziale, di riconoscere e guardare negli occhi i propri mostri: piccole o grandi difficoltà della vita che spesso ci accomunano.
Attraverso le nostre ferite possiamo realmente scoprire delle feritoie. Come hai ascoltato in puntata questo atteggiamento non ti invita a fare lo speleologo solitario.
Da solo puoi imparare un sacco di cose, ma spesso è bene avere accanto una guida, qualcuno che conosca già il percorso e possa istruirti attraverso la propria esperienza personale.
Questa figura è lo psicoterapeuta
Mi dispiace per tutti i “colleghi limitrofi” (coach, counsellor, pedagogisti ecc) ma credo che la persona maggiormente preparata a fare da guida nel fronteggiare i mostri sia lo psicoterapeuta.
Non perché i mostri “siano patologie da curare”, perché questo tipo di approccio sta sempre più svanendo dal mondo della psicoterapia per restare relegato a specifici approcci di intervento.
Ma perché lo psicoterapeuta ha passato “più tempo sul pezzo”! I terapeuti sono visti spesso come i “medici dei deboli” ma le cose non stanno così.
Ok questo era solo un invito, se hai la possibilità e la necessità di seguire una terapia, fallo… ma la decisione di cambiare atteggiamento verso “i mostri” resta sempre nelle tue mani.
Un buon modo per farlo in modo sicuro ed autonomo!
Un buon modo per affrontare i mostri da soli è quello della scrittura, qui trovi un podcast che mostra una tecnica ad hoc. Scrivere ci consente di fare chiarezze attraverso una sorta di passo indietro.
Attraverso la scrittura ci disidentifichiamo e questo ci consente di osservare in modo maggiormente ampio i nostri problemi, consentendoci di dare uno sguardo sistemico.
E chiaramente, se conosci il termine disidentificazione, uno degli strumenti più potenti al mondo è di certo la meditazione di consapevolezza.
Ok, lo so che lo sai, infatti mi fermo qui e vado a travestirmi da mostro per questa serata…
divertiti a fronteggiare i tuoi mostri
Genna
Affrontiamo il “mostro del terremoto” insieme, dai un’occhiata a questa splendida iniziativa!