In questi anni mi hai sentito parlare di “sviluppo personale”, “crescita personale” e “miglioramento personale” ma nessuno di questi termini mi ha mai davvero convinto. Certo avrei potuto chiamarlo direttamente “psicologia” ma sarebbe stato un errore sotto molti punti di vista.
Oggi voglio presentarti un modo nuovo di concepire tutto il nostro lavoro e cercherò di dimostrarti che gli altri concetti sono tutti farraginosi senza l’unione di 3 concetti specifici che abbiamo chiamato: Realizzazione Personale.
Un ringraziamento speciale
Un ringraziamento speciale va al mio super team senza il quale non sarei riuscito a chiarire con tanta efficacia la mia direzione. Sto parlando di Marco, il mio socio da diversi anni ed eminenza “grigia” dietro alla promozione di PsiNel, senza il quale non sarei mai riuscito a trasformare questa divulgazione in un lavoro.
Di Alice e Francesco che si sono occupati in questi anni di supportare il nostro lavoro in modo diverso ed efficace. Alice è la persona che pazientemente gestisce il rapporto con i nostri clienti, edita le nostre puntate ed affronta quotidianamente orde di psinellini appassionati.
Francesco (detto il Ferra) si occupa di creare e analizzare i dati della community per comprendere la direzione delle vostre preferenze, è la nostra mente “marketing” con una lunga esperienza in questi ambiti. Si sta anche occupando della transizione di questo sito al suo massimo livello, tra qualche tempo te ne accorgerai.
In questi mesi ci siamo incontrati settimanalmente per parlare di cosa significhi “PsiNel” sotto diversi punti di vista. Marco è un vero esperto di crescita personale, un vero cultore della materia che ha seguito decine di corsi anche molto lunghi ed impegnativi. Non ama stare sotto i riflettori ma ti assicuro che ne sa di più del 90% di chi si dichiara esperto online oggi.
Francesco e Alice arrivano da altri ambiti ma hanno lavorato per anni con me e anche con altri esperti di questo settore. La loro esperienza ed i loro feedback stanno contribuendo alla crescita dei nostri canali. Insomma ci tenevo a fare una loro rapida presentazione… ed è anche il motivo per cui spesso parlo al plurale quando dico “PsiNel”.
Non c’è niente di nuovo sotto al sole
No, non abbiamo inventato il termine “realizzazione personale” esiste da un sacco di tempo ed ha avuto numerosi significati, il principale di origine new age. Il termine stesso “realizzazione” non fa parte della nostra cultura latina ma sembra essere di origine anglo-francofona.
In ambito orientale si sente spesso chiamare il Buddha come “il realizzato” che è un sinonimo di “illuminato”, qualcosa di diverso di come immaginiamo una persona realizzata in occidente. Mentre in oriente questo termine sembra indicare una persona riuscita a “liberare la propria mente” in occidente significa altro.
Qui da noi se sentiamo dire che “Matteo sembra proprio una persona realizzata” non intendiamo dire che si è illuminato dopo anni di pratica meditativa o che ha ricevuto una qualche grazia divina, ma immaginiamo che Matteo sia riuscito a raggiungere i propri sogni.
Ovviamente tali sogni sono soggettivi: per me potrebbe essere il portare avanti PsiNel per i prossimi 20 anni e per te aprire una pizzeria, per qualcun altro sarà crescere dei figli sani e forti e per qualcuno tutte queste cose insieme. Insomma non esiste un modo unico di realizzarsi.
Uno dei primi psicologi ha parlare di un termine molto simile, quasi a cavallo tra i due, è stato il famosissimo Abrham Maslow (quello della piramide dei bisogni) con la sua “attualizzazione” o “auto-realizzazione”. Secondo il famoso psicologo una volta che abbiamo esaudito i nostri bisogni principali ciò che resta è proprio questo bisogno, quello di auto-realizzarsi.
La realizzazione personale non è un fine
Al contrario di Maslow il nostro concetto di realizzazione personale non è un fine o un bisogno a cui rispondere, ma un modo per riuscire a proseguire con equilibrio e serenità nelle nostre vite. Non è qualcosa che raggiungi è qualcosa che fai, lo so sembra strano detto così ma se hai ascoltato la puntata forse sono riuscito a spiegarmi.
Per dirla in modo tecnico la “realizzazione personale” è un mindset, un atteggiamento mentale complesso operativo. E’ operativo perché non si tratta solo di un concetto o di una idea ma si tratta di istruzioni per poter migliorare le nostre vite. Infatti il tutto inizia proprio con la realizzazione intesa come “consapevolezza”.
Realizzo di aver bisogno di andare in palestra, a quel punto avrò necessità del mindset corretto che mi aiuti ad essere più consistente, è quello che abbiamo definito “serenità” (e che tra poco approfondiremo) ed infine dovrò perseguire degli step sulla base dei miei valori. La costruzione di una direzione e di uno o più obiettivi concreti.
Il termine “realizzazione come comportamento verso un fine o come fine stesso” è dunque solo un pezzetto della nostra visione. Tuttavia è ancora una volta necessario ricordare che il termine stesso trae in inganno, perché non potrai mai davvero sentirti realizzato se ti limiti a cercare di farlo “raggiungendo solo i tuoi obiettivi”.
Lo so che sembra assurdo, soprattutto se è la prima volta che mi leggi e mi ascolti, ma scommetto che anche tu hai avuto quell’esperienza di pensare: “quando avrò raggiunto X o Y mi sentirò davvero come voglio sentirmi” per poi scoprire che le cose non stavano così, ti è successo?
La realizzazione personale è una VIA
Tutti noi possiamo raggiungere i nostri obiettivi, tutti possiamo sentirci sereni e tutti possiamo diventare più consapevoli, anche senza fare o usare metodi per riuscirci. A tutti capita di raggiungere dei traguardi senza aver utilizzato un metodo, a tutti può capitare di sentirsi “sereni” senza un motivo” o di diventare più consapevoli.
Ma purtroppo la vita è troppo breve per affidarci al caso, se non sai settare un obiettivo e non ti impegni per raggiungerlo difficilmente ci riuscirai. Se non alleni la tua serenità, se non ti alleni a fare certe cose in certi modi difficilmente diventerai capace di farlo e, se non addestri la tua consapevolezza questa non cresce da sola.
Qualche giorno fa mi avete chiesto se una persona di 40/50 anni è naturalmente più saggia di una più giovane. La risposta è “NO”, dipende dalle esperienze che ha fatto nella vita, dipende se ha fatto tesoro di ciò che gli è capitato o se si è limitato a passarci sopra, dipende se ha deciso intenzionalmente di fare ciò che fa o se gli è capitato.
Insomma l’età anagrafica non rispecchia la nostra maturità come esseri umani. Qualcuno un tempo ha detto che nasciamo simili ad animali e serve impegno per diventare umani. Ecco, anche se amo gli animali e credo fermamente che noi esseri umani ne facciamo parte, sono anche io convinto che senza impegno non c’è evoluzione personale.
Questo è evidente in ogni azione concreta della vita: sai leggere e scrivere? Se non lo fai per lungo tempo rischi di perdere tale abilità. Sì hai capito bene, se non leggi e non scrivi per troppo tempo rischi di diventare una sorta di analfabeta, la cosa peggiore è che non ti accorgi di diventarlo!
Formazione concettuale e non concettuale
Nel campo della crescita personale la maggior parte della formazione è concettuale, cioè si basa sulla capacità di gestire e utilizzare specifici concetti. Come tecniche e metodi per comunicare meglio, per riuscire a sentirci in un certo modo ecc.
Se vuoi conoscere meglio te stesso? Allora scrivi, osservati, analizza e chiedi alle persone. Se vuoi migliorare una tua convinzione? Ti basta ricercare delle prove, studiare e apprendere nuovi modi di vederla, riuscire ad inserire nuove informazioni in grado di arricchire, modificare e affinare le tue precedenti conoscenze.
Tutto questo ha a che fare con quella che qui su PsiNel definiamo: “formazione concettuale”, dove si lavora proprio a livello dei concetti (pensieri, progetti, piani di azione, aspettative, credenze ecc.). Abbiamo molta dimestichezza con queste tecniche perché sono quelle con le quali siamo cresciuti, sono istruzioni che aggiornano le nostre mappe.
Se hai letto il mio libro o mi segui da un po’ sai anche che è possibile aggiornare “le nostre mappe” anche in un altro modo, come? Osservando il territorio ed il nostro mondo interiore in modo diverso, in un modo che possiamo definire in modo tecnico come: disidentificato. Consiste nel vedere ciò che c’è e non ciò che vorremmo ci fosse!
La formazione concettuale, cioè: aggiungere, modificare, ristrutturare e richiamare memorie e concetti nella nostra testa, funziona! Tuttavia non è l’unico modo e lo sappiamo perché molte persone imparano le cose solo dalla esperienza. L’esperienza è il punto di snodo tra “concetti e non concetti” o tra “concetti e azioni”.
Imparare dall’esperienza
La “pratica vale più della grammatica”, hai mai sentito questo detto? E’ verissimo, perché? Perché quando fai pratica impari non più dall’alto ma dal basso. Cioè non stai apprendendo prima le istruzioni di un gioco per poi giocare ma le stai scoprendo giocando. La nostra vita assomiglia più alla seconda via che alla prima.
Di certo puoi conoscere un sacco di cose semplicemente studiandole, ma per farle davvero tute dovrai in un qualche modo metterle in pratica, cioè passare dall’esperienza. Tale passaggio è cruciale per fare in modo che quelle esperienze lascino un apprendimento duraturo, come quando hai imparato ad andare in bicletta.
Ora è chiaro che esistano cose maggiormente concettuali di altre, di certo non puoi imparare il codice civile basandoti sulla esperienza. E allo stesso tempo non puoi imparare a nuotare servendoti di un manuale di istruzioni! Allora tutti i manuali sono inutili? Dipende…
In linea di massima vince la pratica (l’aspetto “non concettuale” dal basso) ma la nostra specie si è sviluppata anche grazie alla capacità di veicolare racconti e narrazioni dell’esperienza o di come dovrebbe essere, cioè “i manuali”, le istruzioni, le regole.
Che sono l’aspetto intellettuale più alto, è grazie ai simboli che siamo riusciti ad evolverci, quindi grazie agli aspetti concettuali, ma la nostra crescita deve necessariamente esplicarsi nella vita pratica quotidiana. Insomma per noi realizzazione personale significa il mix di queste 3 variabili.
I fondamentali
E non si tratta di rendere le cose tanto complesse che le capisca solo un iniziato, anzi l’esatto opposto! Il nostro tentativo è di tradurre in modo semplice cose complesse. Senza aggiungere troppo al nostro modo di essere, senza doverci trasformare in altre persone ma nel tentativo di diventare “noi stessi”!
Una volta che hai ben presente i fondamenti non concettuali: la pratica della presenza e la capacità di gestire il tuo mondo interiore (consapevolezza e serenità) e una buona progettualità (capacità di settare obiettivi sulla base dei propri valori, l’aspetto concettuale/informativo) tutto il resto è un aggiungere, spesso inutile.
Nello sport si chiamano fondamentali, nella musica rudimenti, nella scienza basi. Sono tutti nomi per dire la stessa cosa: i mattoncini base che costituiscono le grandi costruzioni, nella performance, nell’arte e nella ricerca. Sviluppare e aggiornare queste basi è una delle chiavi del successo personale.
Evita di farti illudere che con la tecnica segreta raggiungerai tutto quello che vuoi, quella è una mera campagna di marketing. L’unico modo per raggiungere i tuoi obiettivi e farlo nel mondo più soddisfacente possibile è già a tua portata, devi solo iniziare.
Continuiamo questo discorso nel nostro QDE
A presto
Genna