Ti piacerebbe conoscere una metodologia per capire se qualcuno sta sparando una “bufala”? E’ ciò che è emerso dalla 6° intervista di Psinel fatta a Riccardo Dal Ferro (Rick DuFer).

Rick è un filosofo divulgatore su Youtube molto noto fra gli appassionati. Ci parlerà di cosa pensa della crescita personale e di come cogliere in castagna i “fuffa coach”.

Ma quante cose ci ha detto Riccardo? Penso che non basterebbe un libro per riuscire a riassumere tutto quello che ci ha detto in questi 50 minuti di puntata Rick DuFer.

E’ la prima volta che per questo format intervisto un “non psicologo” e come hai ascoltato è la seconda volta che provo un’intervista con lui, che ha assistito in diretta alla cancellazione della scorsa volta.

Come al solito i contenuti più importanti della puntata sono emersi (più o meno) spontaneamente dal discorso, e questa volta hai sentito parlare di “bufale e fuffari”.

Potremmo dire che in un qualche modo la filosofia si occupa di fuffari da millenni, dalla diatriba fra i sofisti ed i socratici, e l’ammonimento platonico “i retori fuori dalla polis”.

Il metodo definitivo contro le supercazzole

Per Rick le cose che possiedono sostanze hanno una logica intrinseca cioè non si appoggia a fonti esterne. E per farlo si affida al metodo Alberoni Tetranacci.

Questo metodo consiste nel prendere un testo, suddividerlo in paragrafi numerati e mettere a casaccio questi paragrafi. Se il testo mantiene un senso allora è probabilmente una “supercazzola”.

Per i più giovani “dicesi supercazzola”: discorso senza senso! Sappiamo che in realtà questi discorsi vuoti funzionano proprio in virtù della loro “vuotezza”.

E’ infatti la nostra mente a riempire quei vuoti, se io ti dicessi “è un’esperienza folgorante sentirsi al top durante la giornata”, starei facendo di certo un discorso vuoto.

La forza di questo vuoto è che lo riempiamo noi

E’ l’ambiguità che ci costringe a riempire frasi vuote con ciò che noi pensiamo, questi sono un po’ i riferimenti esterni a cui fa riferimento Rick nell’intervista.

Se mi segui sai che questo tipo di “ambiguità linguistica” era una delle specialità di Milton Erickson che era un po’ il mago della “supercazzola a fini terapeutici”.

Si Erickson sfruttava questo fenomeno di “riempimento del significato” o di “proiezione” per aiutare i suoi pazienti e per creare quegli stati modificati di coscienza.

Nota per gli appassionati: Erickson manipolava soprattutto con un obiettivo, creare le condizioni affinché si creasse una “esperienza emozionale correttiva”.

Processo e contenuto

I fuffa coach più raffinati prendono le intuizioni di Erickson (e degli psicologi del suo periodo) per arrivare a decretare che non è importante conoscere la sostanza (il contenuto) ma solo la forma (il processo).

Queste idee sono le stesse che portano le persone a dire che non è importante ciò che dici ma come lo dici. Sai vero che la storia che il “verbale conta solo il 7%” è una bufala?

Si è vero che conta tantissimo come dici le cose, conta quanto ciò che dici e probabilmente un pelino di più. Ma la sostanza, cioè il contenuto delle tue parole non è “un optional”.

Se vuoi convincere qualcuno a fare una certa azione in certo lasso di tempo la comunicazione ad effetto ti aiuta ma nel lungo andare, se non non dici “niente” verrai smascherato.

Questa è una tipica caratteristica del fuffa-coach

Quella di dire “non conta se non conosco questo tipo di lavoro, tanto io conosco la struttura della mente delle persone e posso comunque aiutarle”.

Questo ragionamento non è sbagliato al 100% perché effettivamente lavorare sul processo è importantissimo per chi desidera aiutare un’altra persona a cambiare ma…

…la struttura della psicologia di chi ci sta di fronte, anche se puoi ridurla in macro fattori (estroverso-introverso ad esempio) è molto più complessa di come appare.

Chiunque abbia mai lavorato davvero con delle persone lo sa, sa che quelle strutture apprese sui libri non corrispondono quasi mai alla realtà dei fatti.

“Genna ma il cambiamento personale NON passa dalla logica!”

E’ vero, per ottenere buoni cambiamenti spesso dobbiamo fare emozionare i nostri clienti, dobbiamo fargli “toccare con mano l’esperienza attraverso le parole”.

Seguendo questa idea alcuni esperti di crescita personale non fanno altro che costruire “messaggi evocativi” o motivazionali, tanto da avere libri che sembrano raccolte di “frasi fatte”.

Di certo non fa male leggersi un bel libro zeppo di frasi motivazionali ma “crescita personale” non fa rima con “motivazione” ma con “conosci te stesso”.

Qui su Psinel per crescita personale intendiamo: l’interminabile processo di apprendimento che porta ad una sempre più profonda consapevolezza di se stessi e del mondo.

Argomentazione e comunicazione

Ti piacerebbe riuscire ad avere la meglio durante ogni dibattito pubblico? Allora devi allenarti in un’arte antica quanto l’uomo e allo stesso tempo sconosciuta ai più: l’argomentazione.

Hai presente quando nei film americani si vedono due studenti che dibattono su una questione specifica? Questione che di solito gli viene fornita dall’esterno?

Quelle sono gare di argomentazione o dibattito che vengono apprese in molte parti del mondo, tranne che qui da noi, culla della cultura argomentativa.

E’ una specie di discussione da bar regolamentata

Un dibattito sembra una discussione fatta al bar ma con regole specifiche. Le regole sono: l’argomento su cui discutere viene assegnato da un “giudice”.

Qualsiasi sia  la fazione che ti viene aggiudicata devi saperla difendere ed argomentare. Per cui se ti assegnano la parte “pro aborto” e tu sei moralmente contro, devi fare finta del contrario.

In pratica devi difendere una tesi che non è tua per il semplice gusto di vedere come faresti a farlo. Proprio come al “bar”, cerchiamo di difendere cose che non conosciamo.

Detto tra noi, su 10 persone che parlano di politica in un bar forse 1 sa davvero cosa sta dicendo 😉 Per cui in realtà siamo tutti portati verso l’argomentazione più spinta, ma spesso non lo sappiamo.

I Replicanti e la teoria dell’argomentazione

Questo è il nome della rubrica di Riccardo sull’argomentazione. La prima volta che ho assistito ad una loro “agorà du Fer” ero esaltatissimo, per la prima volta vedevo qualcosa di concreto online.

Cioè due persone che si fronteggiano in un vero e proprio dibattito con tanto di regole, giuria, concorso e votazione finale. Insomma una roba mai vista in Italia e sopattutto online.

Sono queste attività che mi hanno fatto pensare: “devo assolutamente intervistare questo ragazzo che invece di fare fuffa, mette davvero in pratica ciò che predica”.

Ecco un esempio dell’ “agorà DuFer”, ti avviso è forte anche a livello di linguaggio. E’ una super chiacchierata argomentativa che dura più di 2 ore.

Questa del video qui sopra è la settima edizione, come vedrai tu stesso è fatta davvero benissimo con tanto di giuria popolare, di giuria speciale ecc.

E’ un vero e proprio contest online ed è sicuramente una delle cose più interessanti da vedere oggi su internet. Ed infatti sono molto seguite, anche se magari proprio noi appassionati di comunicazione, non ne sapevamo niente!

Argomentazione e fallacie della comunicazione

Diversi anni fa avevo iniziato a raccontarti dell’importanza dello studio delle fallacie logiche, soprattutto ai tempi nostri, dove non siamo più abituati a ragionare.

Ne abbiamo parlato in questa puntata anche leggermente sopra le righe rispetto a queste tematiche, che sono poi le stesse dei vari “bias cognitivi” di cui ci occupiamo da tempo.

Come hai sentito ho chiesto a Rick di tornare come ospite per parlarci proprio di queste fallacie logiche legate all’argomentazione.

Ecco il primo video di una lunga serie che mostra alcune delle fallacie logiche più importanti nella teoria dell’argomentazione.

Ragazzi davvero una cosa interessantissima per chi è appassionato di comunicazione efficace, altro che trucchi e trucchetti per attirare l’attenzione.

Ok comunicazione efficace e “teoria dell’argomentazione” non sono proprio la stessa cosa, ma sul Qde troverai un bellissimo approfondimento su questo tema, parlando anche di modelli linguistici.

Di certo non c’è quasi mai “nulla di nuovo sotto il sole” e i retori dell’antichità avevano già capito tantissimo su come “convincere” e persuadere attraverso la parola.

Il punto è che tutto è composto di parola

Nel senso che tutto ciò che ci circonda, da uno stralcio di giornale ad un post su facebook, siamo immersi nella “parola” e quindi anche nella “fallacia della parola”.

I dibattiti nella realtà sono all’ordine del giorno ed è fondamentale allenare le nostre “menti” ad argomentare in modo corretto. E vorrei che notassi che Riccardo ci parla di argomentazione in modo particolare.

Nel senso che ci parla di essere rispettosi degli altri, quindi non significa cercare di smontare il prossimo con l’intento di “calpestare i suoi diritti” ma semplicemente di portare argomenti migliori.

Che è poi il nostro moderno concetto di assertività! Tutte le persone che desiderano avere “la meglio sul prossimo” spesso si dimenticano comunicare efficacemente non significa “schiacciare gli altri”.

Se dimostri l’illogicità di un mio ragionamento mi fai un piacere

Aldilà di un dibattito rivolto a distruggere l’avversario, cosa che potrebbe essere utile in contesti politici dove l’assertività e la gentilezza contano fino ad un certo punto, se “mi smonti mi fai un piacere”.

Se inizio a fare ragionamenti illogici e tu cerchi di dimostrarmi che sono tali mi stai facendo un piacere! Non solo qui su psinel dove ti dico spesso di correggermi se pensi che stia dicendo cavolate.

Ma in generale, quando correggi (in modo gentile ed assertivo possibilmente) l’illogicità di un ragionamento altrui gli stai rendendo un servizio.

Se poi riesci a farlo senza destabilizzare la relazione ed in modo meieutico (in modo che ci arrivi da solo) hai raggiunto il massimo risultato.

Dalla motivazione all’ispirazione

Voglio concludere questo post con l’ennessimo tema interessante emerso durante l’intervista: la differenza fra motivazione ed ispirazione.

Riccardo ci dice che chi cerca di motivarsi seguendo “frasette vuote” rischia di convincersi della motivazione più che motivarsi realmente.

Sono abbastanza d’accordo con lui, sai come la penso sulla “motivazione in generale” e sul fatto di “ripetersi frasi stupide” o cose del genere.

Però allo stesso tempo che c’è “modo e modo” per ispirare. Il grande Milton Erickson sembrava costantemente usare “frasi vuote” ma in realtà erano densissime di significato in quel contesto.

Le frasi vuote “ipnotiche” contro quelle “piene”

Spesso quando si studia il lavoro di grandi comunicatori come Erickson si rischia di estrapolare ciò che ci fa più comodo. Erickson non parlava mai a caso anzi, soppesava ogni parola che diceva.

E dopo anni di esperienza, anni di addestramento era capace di dire due o tre cosette al momento giusto (cose che ad uno sguardo ingenuo possono apparire vuote) con effetti straordinari.

Anche se il linguaggio di Milton, così come quello di molti altri può apparire come “vago e fuffoso” era in realtà un linguaggio pieno, talmente denso di significato da sembrare tale.

Come quando si crea un simbolo, cioè un segno grafico che racchiude molteplici significati, le parole dei grandi comunicatori hanno questa tendenza.

Ok mi sono spinto un po’ oltre, anche perché la comunicazione mi piace parecchio… fammi sapere cosa ne pensi lasciando un tuo commento qui sotto.

Segui Riccardo Dal Ferro attraverso il suo canale di Youtube è davvero un pozzo di sapere molto interessante, alla fine sono pienamente d’accordo con lui…

La filosofia è crescita personale

A presto
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.