Ancora oggi esistono persone convinte che per essere davvero bravi in un certo ambito sia necessario avere le informazioni giuste, non è sbagliato ma in un’epoca dove tutti hanno accesso a tutte le informazioni questo paradigma è cambiato!

Oggi non è chi ha tutte le informazioni ad essere realmente saggio ma chi le sa usare con competenza. Tuttavia esistono ancora molti ambiti dove è il “dato” ciò che conta e in quegli ambiti sta cambiando tutto e tutto continuerà a cambiare.

Seguimi in questa particolare riflessione:

Il futuro che ci aspetta

Sono convinto che tra pochi decenni i nostri computer (smartphone ecc.) saranno in grado di fare cose pazzesche, come ad esempio diagnosticare eventuali problemi di salute, darci dritte su come investire al meglio il nostro denaro e farci sapere quali mosse avanzare durante una negoziazione.

Non è un discorso troppo futuristico se ci pensi, le cose stanno già in questo modo per molti ambiti. Lo stra potere dell’informazione sta finendo, nel senso che per secoli la nostra società è stata divisa in chi aveva accesso a determinate conoscenze e chi invece no. Talmente semplice da essere invisibile, tale situazione ha generato per secoli assimetrie.

Un tempo era la tribù a garantire il passaggio di informazioni preziose, poi il ruolo è passato alla società. Se facevi parte di una certa elitè potevi avervi accesso altrimenti ti era negato. Poi, in tempi più recenti siamo passati al denaro: se avevi le giuste disponibilità potevi andare dai bravi maestri, prendere le lauree prestigiose ecc.

Oggi non è più così e ci basta dare un’occhiata al mondo delle università americane che costano davvero tantissimo. Tuttavia non tutti sanno che la maggior parte di quelle facoltà mette a disposizione le proprie preziose lezioni online per tutti. In altre parole puoi guardarti una lezione che vale migliaia di dollari a gratis!

Certo non potrai laurearti in quell’ateneo perché dovresti essere iscritto ma puoi accedere alla stessa identica qualità informativa. In altre parole non paghi più le informazioni ma paghi l’appartenenza ad un club esclusivo che ti consente di confrontarti con persone che come te si stanno formando in quel contesto.

La responsabilità

Sarà altamente difficile che un giorno ognuno di noi sarà responsabile per se stesso a tutto tondo, nel senso che per quanto mi piaccia la libertà e la possibilità che la gente possa auto determinarsi le cose saranno difficilmente in tal modo sino a quando la tecnologia non raggiungerà aspetti realmente incredibili di precisione.

In altre parole, quando gli algoritmi funzioneranno molto meglio di qualsiasi medico allora è possibile che alcune scelte verranno fatte in base a questi, in base magari ad una app che hai nello smartphone e non in base al tuo medico di base. Tutto questo apre il mondo a possibilità incredibili sia nel bene che nel male ovviamente.

Per fortuna ci vorrà un bel po’ di tempo prima di raggiungere una tale automazione, però stiamo andando chiaramente in quella direzione che trasformerà i professionisti da “attori diretti” a “controllori”. Una cosa che non piace a nessuno ma che in realtà si è già verificata più volte nel corso della storia del lavoro.

I piloti di linea, i macchinisti dei treni, ad esempio, oggi sono dei controllori che gestiscono la macchina. Controllano che la macchina faccia il proprio dovere, al punto tale che i miei colleghi in alcuni ambiti si sono dovuti inventare delle distrazioni artificiali per tenere sveglie queste persone, perché il controllo è talmente “semplice” da lasciare troppo spazio.

Ecco direi che possiamo già imparare qualcosa da questo fenomeno, infatti penso che potremmo finire in uno stesso paradosso. Vai dal medico, questo senza neanche guardarti in faccia consulta il suo algoritmo, vede che va tutto bene e ti saluta. E magari se ti avesse guardato con attenzione avrebbe capito che eri “ittero”, cioè avevi la faccia gialla e che magari fosse sfuggito alla intelligenza artificiale.

La cosa peggiore che possiamo fare è vedere queste macchine come una sorta di competitor, non è affatto così! Come abbiamo visto decine e decine di volte noi siamo esseri tecnologici, il fatto di avere algoritmi precisi ci aiuta e dovremmo usarli per il bene comune non pensare che sia una sorta di sfida alla nostra competenza!

Un cambio di paradigma

E’ evidente dunque che più andremo avanti con la tecnologia e più la disparità tra sapienti e non sapienti si assottiglierà, al punto tale che già oggi (in alcune scuole) la cosa più importante da apprendere non è sapere tutto, conoscere tutto a memoria ma è sapere dove reperire le informazioni di qualità.

Sarà trasformare tutti in bravi ricercatori, in grado di scartare le fonti non autorevoli, di capire la differenza tra un metodo ed un altro, di comprendere come vengono costruite le notizie e divulgate le informazioni ecc. Insomma sarà un tipo di apprendimento completamente diverso rispetto a quello di oggi.

Oggi quando uno psinellino viene nel mio studio (Psinellini è il modo affettuoso con cui chiamo gli affezionati al mio lavoro) non sto di certo a spiegargli cose che già hanno ascoltato nel mio podcast, ma valutiamo insieme quali siano le risorse migliori per lui. Valutiamo insieme se alcune sue ricerche lo hanno portato da qualche parte o meno ecc.

Un bravo esperto della rete, del web, forse saprebbe come rispondere a tutti questi dubbi in un modo semplice ed elegante, così: internet è nato come mezzo di de-gerarchizzazione, è nato durante la guerra fredda per proteggere gli stati Uniti in un eventuale attacco atomico. La sua architettura è insitamente a-gerarchica e dis-intermediativa.

Internet nasce come sistema non gerarchico e di “non intermediazione” che potesse consentire di comunicare anche in casi molto molto gravi. Ecco se ci pensi bene è ciò che ha fatto sino ad ora: ha distrutto le gerarchie ed ha eliminato gran parte delle disintermediazioni. Se oggi vuoi pubblicare qualcosa non devi rendere conto a nessuno.

Succede da sempre

Immagina di essere nel 1200, sei un monaco e il tuo compito è scrivere, anzi ricopiare testi sacri. Innanzi tutto sei uno dei pochi esseri viventi a saper sia leggere che scrivere, due abilità che fino a qualche secolo fa erano dissociate. Non era raro trovare persone che sapessero leggere ma non scrivere.

Ora immagina di voler fare una sorpresa ad un tuo amico e di volergli regalare una semplice “lettera”. Per prima cosa ti saresti dovuto procurare la “carta” o una “tavoletta” su cui scrivere, e già questo passaggio avrebbe richiesto un sacco di tempo. Trovare “l’inchiostro per scrivere” e sperare che il tuo ricevente sapesse leggere.

Tutto questo probabilmente ti avrebbe preso una settimana di lavoro. Oggi accendi un qualsiasi dispositivo elettronico, vai nelle note (o nei messaggi) scrivi quello che vuoi e lo invii in tempo reale. “Oppala lì oppala la” e in qualche istante sei riuscito a fare da solo una cosa che avrebbe richiesto lo sforzo di più persone, un grande investimento personale ecc.

Anni fa andai a fare una lezione di batteria da un grande maestro, quando gli chiesi di suonare davanti a me un brano lui mi disse qualcosa del genere: “io sono un professionista e non suono davanti a nessuno se non a pagamento”, io ero già una testa calda e gli dissi “ma io sto pagando la lezione”.

Lui mi guardò e mi disse in modo talmente serio che ancora oggi ricordo con timore quello sguardo: “Si hai pagato la lezione ma non hai pagato per rubarmi i segreti del mestiere”. Ovviamente quel maestro aveva di sicuro qualche problemino personale perché come faceva a credere che guardandolo avrei potuto rubargli abilità costruite in decenni di pratica?

Dalla batteria alla psicologia

Quando ho iniziato ad appassionarmi alla crescita personale la tiritera è tornata, pensavo di aver visto tutto con il mio strano maestro ed invece non avevo ancora visto niente. Durante i primi anni del 2000 se frequentavi alcuni corsi extra-universitari dovevi firmare clausole di riservatezza di non divulgazione di ciò che stavi apprendendo.

Così mi ricordo ancora quando uscii da un corso di PNL e il trainer disse a tutti che avrebbe vigilato, soprattutto chi come me aveva già il pallino per la chicchiera in rete. Oggi sentire storie del genere vengono subito in mente “le sette” ma posso assicurarti che non si trattava di una setta ma di un sistema collaudato di protezione delle informazioni.

Ci sono formatori che su quella scia non hanno mai registrato un video perché spaventati dall’idea della loro possibile trafugazione e divulgazione in rete. Persone geniali che non hanno mai scritto un libro per paura che qualcuno potesse rubargli i segreti ecc. A parte le persone paranoiche tutto questo sta finendo una volta per tutte e per fortuna!

Io stesso mi sono fatto convincere più volte di quanto fosse rilevante non dire certe cose, tenere per se alcune informazioni ecc. Ma la verità è che se fai così ci deve essere un buon motivo strategico di cambiamento personale, se invece lo fai per preservare ciò che conosci sappi che ti stai sbagliando, tutto ciò che vuoi sapere è la fuori gratis!

“E allora perché c’è gente come te che vende corsi se è tutto gratis?” Questa è una domanda che potrebbe passarti per la mente leggendomi e la risposta è semplice: perché una cosa è sapere delle cose un’altra è saperle mettere in fila per raggiungere uno scopo specifico, come nei nostri corsi.

Ripeto spesso che su Psinel potete trovare il 90% del mio lavoro, si anche tutti i corsi a pagamento. La differenza non sta nelle informazioni veicolate ma nella loro qualità e nella loro selezione attenta, aspetti che solo l’esperienza può darti. Solo se sei esperto di cucina sai riconoscere gli ingredienti buoni da quelli meno buoni e dove reperirli.

Vuoi proseguire questo discorso? Continuiamo sul nostro quaderno degli esercizi (o Qde) che puoi trovare nella email che ti è arrivata questa mattina se sei iscritto alla nostra newsletter.

Ci vediamo sul Qde


A presto
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.