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Hai mai sentito dire che “è nel momento della decisione che plasmi il tuo destino”?
Questa è una delle frasi più famose nel campo della crescita personale, è di Tony Robbins.

Fra tutti i consigli dello “sviluppo personale classico” questo è in assoluto uno dei più azzeccati ed uno tra i pochi a non essere stato dissacrato dalla ricerca psicologica. Oggi scoprirai una prospettiva diversa e a mio parere più saggia…

Ebbene si, non è il classico modo di vedere il “muscolo decisionale in azione”. Anche se l’ho inserito tra i consigli finali perché, sotto sotto, è una dritta ancora valida. Decidere, ecco il verbo che ha risuonato per anni nelle orecchie dei proseliti di Robbins.

Se come me segui questi temi da anni sai che, mentre alcuni sono completamente campati per aria, molti altri sono invece stati presi dalla ricerca. Solo che a differenza dei miei colleghi (gli psicologi) …

…chi si occupa di crescita personale (spesso) non ama citare le fonti!

A proposito, proprio l’altro giorno ho visto uno degli allievi più brillanti di Robbins, iniziare una serie di video dicendo: “Vi avviso, non vi parlerò di neurologia e ne di psicologia, perché non sono ne un neurologo e ne uno psicologo”…

…e poi ha incentrato tutti i suoi video (di quasi due ore) solo su ricerche neuroscientifiche, cioè il funzionamento delle varie zone del cervello, e su ricerche psicologiche. Ovviamente ha tenuta alta la bandiera dei “coach italiani”, senza citare nessuna fonte.

Ok, avevo deciso di togliermi questo sassolino dalla scarpa e l’ho fatto… visto che oggi parliamo di decisioni ho tenuto fede al mio proposito.

Pochi sanno che c’è una ricercatrice americana, ormai molto famosa in Italia, che si è occupata di cose del genere già negli anni 80, ma lo ha fatto studiando gli anziani. Ok, ora immagino che tu stia pensando “ma io non sono anziano, che cosa c’entra”.

Vedi, anche gli anziani sono persone e a volte funzionano anche meglio di un “giovane esemplare umano”. Per cui, se per loro una progressiva perdita decisionale può portare a svantaggi cognitivi e fisici, lo stesso vale per un giovane.

La Langer, studiando gli anziani si rende conto che il semplice fatto di aumentare la loro capacità decisionale, ne aumentava anche le prospettive di vita. Non doveva fare molto, perché se ci pensi quando sei in uno ospizio hai davvero poche cose “da decidere”.

Così Langer e collaboratori hanno fatto numerosi studi, tutti centrati sull’idea di aumentare il tipo di decisioni e di responsabilità dei degenti di alcuni ospizi. Scoprendo che chi si assumeva più responsabilità era anche più felice e viveva più a lungo.

Tutto questo ha portato la Langer ha fare anche degli studi pazzeschi, di cui abbiamo parlato in passato, su come restare giovani tirando indietro l’orologio psico-biologico che abbiamo dentro. Lo trovi qui.

Più decisioni prendiamo e meglio stiamo?

A quanto pare si, ovviamente fino ad un certo punto. Sarebbe meglio dire che “meno decisioni prendiamo e peggio stiamo”. Hai presente il consiglio di portare attenzione sulle decisioni che prendi? Ecco anche questo è stato un suo esperimento.

Ha chiesto a diversi soggetti semplicemente di segnarsi quante decisioni avevano preso durante il giorno. E più decisioni prendevano e meglio stavano. Ovviamente sto ancora parlando di arzilli vecchietti chiusi in uno spizio, per cui fanno poco testo.

Però il dato è talmente interessante che mi ha spinto a ragionarci sopra. A tutti piace sentirci artefici della nostra vita, il che non significa cercare di controllare l’incontrollabile o l’attrarre “con la forza della mente” le cose che vogliamo.

Ma significa semplicemente renderci conto che possiamo decidere, che “possiamo”, ed in questo posso che sta il termine “potere”. Non tanto come qualcosa di magico, una forza interiore, ma in quanto “possibilità di scelta”.

Uno degli studi più famosi della Langer coinvolge il pollice verde!

In un esperimento che ha fatto la storia della psicologia sociale, la Langer e collaboratori hanno dato ad un gruppo di arzilli anziani delle piantine a cui badare. Sempre con l’intento di invertire ciò che solitamente facciamo con gli anziani cioè…

…toglierli gradualmente il potere d’azione sulle cose, e quindi il potere decisionale, anche nelle cose più piccole in assoluto. Ora non voglio questionare sulla senilità ma solo sul potere delle decisioni.

In breve, chi si è occupato delle piante ha migliorato il proprio stato di salute e la propria autonomia personale. Un altro effetto dell’allenamento decisionale.

La mia semplice ipotesi operativa

Visto che il potere delle decisioni è decantato in lungo ed in largo, in questi anni ho fatto qualche esperimento personale, attribuendo piccoli compiti simili a quelli della pianta.

Ed ho scoperto l’acqua calda, che più le persone riuscivano in quella piccola scelta e più ne ricevevano benefici a livello psicologico. Fino a giungere al semplice compito di oggi che, guarda caso coinvolge anche la nostra consapevolezza.

La “scelta” non influenza solo gli anziani ma anche i bambini

Altro aspetto che mi ha convinto della validità di questi “ragionamenti” è legato ad alcuni studi sui bambini. Non solo gli anziani migliorano quando “prendono più decisioni autonome” ma anche i bambini.

Teresa Amabile dell’Università di Stanford ha condotto numerosi studi sui bambini e la creatività. In uno molto famoso e datato ha chiesto ad alcuni bambini di fare dei college.

Mentre un gruppo veniva guidato verso la scelta dei materiali un altro gruppo era invece libero di scegliere con cosa comporre la propria opera d’arte.

I bambini liberi di scegliere il loro materiale erano più creativi

Quei collage sono stati fatti vedere a dei “giudici indipendenti”, persone che in teoria non sanno niente dell’esperimento in corso, a cui è stato chiesto di valutare la creatività dei lavori.

Quindi, anche nei bambini sembra che “avere scelta” migliori la creatività…e come hai iniziato a capire è chiaro quanto sia importante proprio durante l’educazione, dare possibilità.

Trovi tutti questi esperimenti nel libro “Mindfulness la mente consapevole” di Ellen Langer

Pochi sanno che la Langer è stata fra le prime ad occuparsi di Mindfulness

Per questo ti parlo di “consapevolezza” perché anche per lei questi esercizi hanno a che fare con la “presenza”. Anche se la professoressa americana è stata una pioniera in questo campo non parla mai di pratica meditativa.

Anzi a guardare da vicino le sue teorie sembrano leggermente differenti da quelle sulla pratica della minduflness, ma hanno anche tantissimi punti di contatto.

Fra questi punti c’è proprio il “pallino per la decisione”

Più inteso come la capacità di scegliere e avere possibilità, come evitare di essere inconsapevoli alle nostre decisioni, piccole o grandi che siano.

La Langer dice di essere arrivata alla mindfulness proprio studiando l’inconsapevolezza. Infatti non parla mai di meditazione tranne negli ultimi tempi. Il libro di cui stiamo parlando è del 1989 ed è ancora attualissimo.

Quante decisioni hai preso? Beh di leggermi fino a qui sicuramente!

Qualsiasi cosa tu faccia nella vita hai sempre la possibilità di scegliere. Non intendo che devi fare chissà che cosa, tipo scegliere di lasciare il lavoro o cose del genere (a meno che non sia necessario per te)…

…intendo piuttosto ancora la consapevolezza che tutta la nostra vita è composta di piccole e grandi scelte. E tenerlo a mente, senza diventare degli “ossessivi della decisione” o degli “eterni indecisi” schiavi della paralisi dell’analisi.

Anche un carcerato può decidere come passare il proprio tempo

Prendere decisioni è qualcosa che ha che fare con tutta la nostra psicologia, con chi siamo, con i nostri valori, con i nostri piccoli o grandi condizionamenti.

Osservando le tue decisioni e portandoci consapevolezza apprenderai tantissimo anche su te stesso. Senza magari dover fare tutto quel percorso di auto-analisi dei tuoi valori ecc (pur essendo cose utili).

Il contrario del potere decisionale si chiama “impotenza appresa”

Se hai mai letto i miei post prima del 2013 sai che avrò nominato questo termine (impotenza appresa) migliaia di volte. Perché è uno dei paradigmi più interessanti della psicologia moderna ed il fondamento della psicologia positiva di Martin Seligman.

Ora non voglio rimenartela con tutti questi studi ma la cosa interessante è che possiamo vedere una persona che “non sceglie” come una persona “impotente”. O meglio…

Quando non hai scelta rischi di diventare impotente!

Tenere a mente che in ogni istante della vita “puoi scegliere” ti libera ed allontana dal senso di impotenza. Sensazioni che tutti possiamo provare nelle diverse aree della nostra vita, tuttavia mantenere uno “spazio di scelta” è essenziale.

Spazio che  può anche non essere legato a quella determinata area. Se ad esempio sento di non avere “scelta” sul lavoro, potrò invece magari scegliere in famiglia o nel mio tempo libero in generale.

Fare mente locale su questi aspetti ti aiuta anche a capire perché, se svolgi un lavoro dove scegli poco, poi se spinto a scegliere maggiormente in altri campi della tua vita. A volte anche esagerando per compensazione.

Avere troppe “scelte” non sempre è positivo

Come ha abilmente dimostrato Barry Schwartz avere troppe scelte a disposizione non sempre è positivo. Infatti più aumentano le scelte e più diventa difficile scegliere. Se un menù ha 2000 pizze la cosa diventa davvero difficile da gestire.

A meno che tu non abbia le idee chiare sin dal principio, come quelle persone (io sono una di quelle) che prendono sempre la stessa pizza. Ma in realtà ciò che intendo con questo podcast non è… “più scelte a disposizione hai e meglio stai” ma è…

Più puoi scegliere consapevolmente per te stesso e meglio stai!

Ecco lo sapevo, l’argomento si è trasformato da un “piccolo delirio” ad un pozzo senza fondo. Per cui mi fermo qui. Come sai ci sono tutti gli studi di Kahneman sulla decisione e tutti i bias da poter citare, troverai tutto nel Qde.

Fammi sapere se hai qualche domanda, lasciala qui sotto fra i commenti.

Alla prossima
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.