Sono passati 10 anni da quando abbiamo parlato per la prima volta degli studi del prof. Sugata Mitra sull’auto-apprendimento, ricerche incredibili che alla luce della odierna crisi, si rivelano fondamentali.
In questi anni mi sarei aspettato molto più rumore dietro questo studi invece la ricerca è proseguita ma senza un eccessiva eco, forse è meglio non far sapere in giro quanto possiamo essere davvero autonomi?
Questo è un pensiero un po’ complottista che rifiuto quasi a priori… vediamo meglio come stanno le cose, buon ascolto:
Prima di iniziare
Come hai sentito si tratta di una tematica davvero molto interessante ma anche molto complessa e dibattuta, ci sono vari punti di vista e io non sono uno specialista dell’educazione.
Tuttavia lavorando da anni con le persone, cercando di aiutarle nei loro cambiamenti e apprendimenti devo ammettere che la visione del prof. Sugata Mitra rispecchia bene ciò che penso.
Qui puoi trovare il nostro primo articolo su questa tematica e qui sotto un nuovo intervento del professore al TED… magari gli dedichiamo la Live 47 del podcast:
Suonare uno strumento
Se bazzichi nel mondo della musica di certo la ricerca di cui abbiamo appena parlato non ti avrà sorpreso più di tanto: infatti ci sono una miriade di musicisti, anche molto famosi, che si dichiarano da sempre auto-didatti. Il che non implica che siano meno preparati dei loro colleghi!
Nel mondo della musica così come in tante altre arti è facile trovare persone che da sole, con un pizzico di ingegno e “rubando” i segreti semplicemente osservando altri artisti, hanno rivluzionato interi campi dell’arte.
Ma dopo tutto cosa vuoi, l’arte è una cosa che viene dal “cuore” non necessita che vi sia un apprendimento formale: SBAGLIATO! Si per suonare la “canzone del sole” non è necessario ma per fare il musicista nella vita qualcosa devi imparare.
Non mi riferisco a tutte le sottigliezze teoriche ma ad una praticità che tutti gli artisti sanno riconoscere, si tratta di allenamento, studio, pratica, confronto, ascolto ecc.
Non sto dicendo che non si possa diventare famosi pur non sapendo suonare adeguatamente, la tecnica e lo studio sono solo due variabili del successo, ce ne sono anche molte altre. Sto dicendo che lo studio si vede anche quando non è formale!
I dinosauri
Come ti raccontavo nella puntata da bambino ero appassionato di dinosauri e come tanti altri bambini conoscevo tutti i nomi, i periodi e le caratteristiche di questi lucertoloni. Forse è normale conoscere così tante cose da bambini?
In prima superiore ho fatto una tesina per la prof. di italiano, la tesina era dedicata alla storia dei videogames. Oltre al fatto che la prof non avesse accolto troppo bene la tematica, io sapevo tutto di quella storia, compresi dettagli socio-economici.
Perché? Perché ero appassionato e passavo le giornate a parlare di quelle cose con i miei amici. Era normale per noi conoscere la differenza tra le prime consolle a 8 bit e tracciarne la storia sino ai 16 bit ecc. I 32 e i 64 sarebbero arrivati pochi anni dopo.
Conosco persone talmente appassionate della propria materia da conoscerne ogni meandro… ed ho notato una cosa molto particolare in questi anni: chi ricerca per passione, anche senza un formazione formale tende a trovare un sacco di cose interessanti.
Attenzione non sto dicendo che chi non ha una laurea in psicologia ne sa di più di chi è laureato e magari ha svolto vari tirocini ecc. Ma sto dicendo che la preparazione autonoma è spesso la più efficace di tutte… anche tra i professionisti.
La mia professione
Nel mio lavoro la formazione non ha mai fine, ho fatto decine e decine di corsi in questi anni ma posso assicurati che almeno il 50% delle cose che so e che utilizzo nel mio lavoro le ho imparate da solo. Certo, partendo dalle basi solide della mia professione, ma da solo!
La mia professione, come tante altre, è piuttosto “solitaria”: tu te ne stai nel tuo studio, vedi i tuoi pazienti, al limite di tanto in tanto parli con un supervisore e con qualche medico (psichiatra di solito) ma per la maggior parte del tempo sei da solo con il paziente.
Credo che questa condizione valga per la maggior parte delle professioni conosciute, siamo da soli e dobbiamo capire le cose “da soli”. Certo, se avessimo un maestro le cose andrebbero meglio, ma onestamente, dimmi nel passato quale avvocato, ingegnere ecc. ha avuto maestri per tutta la vita.
Oggi ne abbiamo a centinaia di maestri, quelli virtuali, quelli che un tempo avresti dovuto sudare 7 camice anche solo per ascoltare un piccolo pezzetto di registrazione fatta male. Sono lì a tua disposizione nel web, alcuni più facilmente di altri, ma sono tutti lì.
Giusto per farti un esempio: una decina di anni fa spesi qualche migliaio di euro per acquistare video di ipnosi americani. Erano girati malissimo e si capiva circa il 30% per la qualità dell’audio, tutto sommato sono stati per me un enorme fonte di ispirazione personale e professionale.
Imparare da casa
Spero sia evidente che la puntata di oggi è ispirata alla situazione in cui ci troviamo in data di pubblicazione: quella del “coronavirus”. In questo periodo i nostri ragazzi stanno affrontando la formazione a distanza e molti si chiedono se sarà sufficiente per il loro apprendimento.
Dagli studi di Sugata Mitra se il materiale è ben congeniato non solo dovrebbe funzionare bene ma potrebbe anche migliorare le prestazioni di molti studenti. Lo so che può sembrare assurdo, ma non avere il “fiato sul collo” del docente spesso è una manna dal cielo.
Io l’ho sperimentato sulla mia pelle, prima in solitudine (senza però saperlo) e poi grazie all’università. Come forse già sai ho perso ben due anni di scuole superiori per varie ed eventuali, ero ritenuto dai miei professori e dai miei amici come uno dei peggiori della classe.
Per fortuna i prof e anche i miei amici non mi ritenevano stupido, anzi sono sempre stato così come mi conosci: se un prof diceva qualcosa con cui non ero d’accordo alzavo la mano e iniziava il dibattito. Ero famoso per fare queste cose e qualche volta mi ha fatto finire dal preside.
Visto che a scuola andavo male io studiavo per i fatti miei ciò che amavo, e durante le scuole superiori io ero innamorato della filosofia, anche se facevo ragioneria 🙂 Lo so che può sembrare stano ma adoravo tenere dibattiti filosofici sulla vita con amici e conoscenti.
Il mondo di Sofia
Tutto per me è iniziato quando qualcuno mi ha consigliato di leggere “il mondo di Sofia”, avevo già letto alcuni libri divulgativi di Luciano De Crescenzo e mi ero “preso bene” per la filosofia. Uno dei motivi per cui ho perso 2 anni di scuola era che passavo più tempo al bar che in classe.
Mi spiego meglio: quando c’erano giornate che non mi piacevano semplicemente marinavo la scuola, però se come me hai mai marinato per una giornata intera sai quanto è noioso farlo da soli. Quando non avevo una buona compagnia mi portavo dietro un libro.
E riuscivo quasi a finire un libro in una mattinata… per la prima volta nella mia vita sentivo non solo di riuscire ad imparare ma anche di riuscire a capire concetti molto complessi. Amavo anche confrontarmi con i liceali per capire se “capivo bene” (non sempre ma spesso ci arrivavo vicino).
Tutto questo racconto non è per tirarmela ma è per dirti che nelle giuste condizioni, da solo, senza un maestro, senza un professore, ero riuscito a costruirmi una piccola cultura filosofica. Cosa che come puoi immaginare ha preparato la strada verso la psicologia.
Il fatto di riuscire ad interpretare libri più impegnativi, come quelli scritti dall’incomprensibile Nietzsche aveva drasticamente aumentato la mia sensazione di efficacia nello studio. Infatti ho finito la scuola con il secondo voto più alto dell’intero istituto (attirandomi le ire di tutti i secchioni, perché io non lo ero mai stato).
Organizzare l’apprendimento
Così quando sono arrivato a Padova io non sapevo cosa mi sarebbe aspettato studiando psicologia e durante il mio primo anno ho mantenuto la mia abitudine all’auto organizzazione. Si, andavo a destra e a sinistra a chiedere consigli per studiare meglio ma tutto alla fine era nelle mie mani.
E se anche tu hai fatto l’università o stai studiando in quel contesto sai che è proprio in quel momento che si capisce se uno studente “sa studiare da solo”. Il che ragazzi significa avere un metodo di studio strutturato, che non migliori nel tempo e scopri per te stesso.
Per fortuna ero così appassionato della materia che il metodo è arrivato da solo! Si hai capito, certo ho fatto anche dei corsi di apprendimento rapido ma non ho praticamente mai usato quelle tecniche per studiare, sai perché? Perché il mio metodo “autonomo” era più che sufficiente.
Ma ci ho messo un paio di anni a capirlo, nel senso che ho dovuto prendere tanti bei voti prima di ammettere a me stesso di essere davvero portato per lo studio di quella materia. Si perché gli anni delle scuole precedenti mi avevano segnato profondamente, mi sentivo un vero asino!
Sono convito che la differenza che ha fatto la differenza nel mio caso sia stato proprio il fatto di potermi “auto-determinare”. Infatti in tutte le situazioni dove ho dovuto sottostare a regole e lezioni ho sempre performato leggermente meno.
Studia per te stesso!
Il cambio di mentalità è arrivato quando ho capito davvero che studiare avrebbe potuto fare la differenza nella mia vita. Come vedi non ti sto parlando di giocosità dello studio, di passione intensa, è chiaro che queste due cose aiutano moltissimo.
Ma ti sto parlando del fatto di sentirti padrone di ciò che stai facendo! Del fatto di essere tu a decidere quando, come e quanto studiare. Ed è stata questa libertà per me a farmi capire che “con i miei tempi” sarei riuscito a fare tutto!
Ora tutto questo era assolutamente inconsapevole a me fino a quando non ho iniziato a analizzare me stesso, come sai noi psicologi abbiamo questo pallino e anche questo dovere. E quando ho incontrato gli studi di Sugata Mitra ho pensato… “ecco perché!”.
Ecco perché riesco a studiare meglio da solo che con una persona che mi da indicazioni, e ragionando su me stesso ho capito che io avevo proprio bisogno di auto-determinarmi nello studio. Ecco ti ho raccontato tutta questa parte perché voglio darti un esempio concreto.
Del fatto che studiare da soli, apprendere da soli, non solo è necessario ma può essere molte volte più efficace che avere un mastro. Se proprio dovessi creare una sorta di “ipotesi di lavoro” direi che:
Se riesci a trovare il maestro giusto la cosa è in assoluto meravigliosa, ma se non lo trovi sappi che puoi fare da solo, soprattutto se sei spinto dal desiderio di conoscere, di capire, di dimostrare anche che hai capito.
Continuiamo questo nostro discorso nel Qde di oggi… ci vediamo nella nostra “piccola community privata”.
A presto
Genna