Hai mai notato che alcune persone sembrano avere il “super potere della sintonia immediata“? Sono persone in grado di subito in una relazione positiva con chi le circonda. In realtà non hanno alcun super potere, ognuno di noi (a vari gradi) è attrezzato per fare esattamente la stessa cosa, anzi in realtà la facciamo molto più spesso di quanto riusciamo a ricordare. Oggi facciamo questo piccolo viaggio nel mondo della sintonia interpersonale.
La personalità e altre predisposizioni
Scommetto che a molti, al solo leggere il titolo dell’episodio di oggi è venuto in mente il tema della personalità: “non è che in realtà sono le persone estroverse quelle che descrivi come capaci di entrare in sintonia immediata?”, in parte si. Ho estremizzato il concetto, soprattutto nell’introduzione per attirare la tua attenzione ma in realtà anche chi è maggiormente introverso è capace di entrare in sintonia con chi gli sta attorno. Ricordiamo che queste due inclinazioni umane, introversione ed estroversione, sono molto più dinamiche di quanto immaginiamo: ti è mai capitato di conoscere bene una persona introversa per scoprire che con te non è poi così introversa?
In realtà noi siamo un mix di queste caratteristiche che cambiano con il tempo e soprattutto con il contesto. Un mio caro amico è assolutamente estroverso in mezzo agli amici, quello che definiresti il “principe della festa”, ma non lo è altrettanto con gli sconosciuti, anzi! Se lo vedessi interagire con perfetti sconosciuti noteresti una erta timidezza, non appena però la gente gli da un pizzico di corda ecco che parte in quarta e crea legami potenti e soprattutto immediati. Detto in altre parole questa capacità di entrare in relazione di certo è influenzata dal nostro carattere ma non così tanto come ad alcuni piace pensare, il che ovviamente non ha a che fare con altre problematiche.
Le neurodivergenze: come abbiamo visto in una recente puntata con il dott. Valerio Rosso chi rientra in questo spettro può avere piccole o grandi difficoltà nella relazione. Queste possono presentarsi in varie forme e con varie intensità, ad esempio possono sia far sentire meno la sintonia (come se le antenne di base, i neuroni specchio, funzionassero meno) e sia far sentire con più forza stati emotivi negativi (imbarazzo e ansia legati alla relazione). C’è una buona notizia: nella mia esperienza clinica e in quella di molti altri colleghi si è riscontrano netti miglioramenti in questa sfera quando le persone lavorano su se stesse.
Ora che tu abbia difficoltà comuni, legate o meno alla tua personalità o al tuo neurotipo, in realtà si può sempre migliorare. Il lavoro sulle capacità di entrare in relazione come i training delle abilità sociali, i training alla comunicazione, hanno tutti dato ottimi risultati nel migliorare la capacità di entrare in sintonia. Ma tutto ancora una volta deve partire da noi e dal nostro desiderio di migliorare questi aspetti della nostra vita. Nei contesti clinici questo è maggiormente evidente, cioè quando soffriamo siamo anche più motivati a rimboccarci le maniche, smettiamo di ricordarcene proprio quando stiamo bene.
Ricordi l’episodio sul “salvadanaio”? Ecco penso che ci siano poche cose utili come l’investimento che possiamo fare nel nostro modo di comunicare, anche perché questo non ha solo a che fare con le tecniche per farlo bene, ha a che fare con tutta la nostra psicologia. Ha a che fare con la gestione delle emozioni, con la capacità di leggere le intenzioni altrui (mentalizzazione), la capacità di essere consapevoli di ciò che ci accade (la presenza), di comprendere le esigenze altrui (ascolto ed empatia). La capacità di chiedere e richiedere amore, rispetto, fiducia… ecc.
Siamo biologicamente predisposti alla sintonia
Partiamo dalla personalità e dalle neurodivergenze perché nella puntata ho ripetuto più e più volte che in realtà noi siamo tutti già equipaggiati per entrare in sintonia con il prossimo, anzi potremmo dire che è quasi inevitabile che accada, tuttavia quando ci sono dei problemi sottostanti ecco che la cosa è meno evidente. Dato che nella mia esperienza di divulgazione sto attento ad essere inclusivo non vorrei offendere nessuno dicendo che siamo già tutti predisposti, il che è vero, tuttavia nelle persone descritte sopra è possibile che tale predisposizione sia meno reattiva, ma è comunque presente!
Tuttavia così come diceva il grande Paul Watzlawick “è impossibile non comunicare” potremmo dire altrettanto sulla sintonia, è impossibile non entrare in sintonia con il prossimo. Certo esiste un modo per non farlo in questo caso che corrisponde al non notare quella persona. Immagina di vedere un ragazzo minuto che sta portando due valige molto pesanti, che addirittura sembra che gli facciano perdere l’equilibrio ad ogni passo. Il solo vederlo potrebbe far nascere diverse sensazioni come: adesso vado ad aiutarlo o ci sarebbe chi distoglie lo sguardo proprio per evitare di sentire la sofferenza vicaria mostrata dal ragazzo ecc.
Anni fa c’era una candid camera (uno scherzo televisivo che oggi sui social viene chiamato anche Prank) di un ragazzo che portava una trentina di cartoni per la pizza. I cartoni erano un trucco, scatole vuote tutte attaccate tra loro, quindi chi guardava pensava al peso e anche alla instabilità, dato che questa torre basculava da una parte all’altra. L’attore appositamente esagerava questo movimento, le persone intorno che lo osservavano non solo cercavano di aiutarlo ma tendevano a perdere l’equilibrio al solo vederlo. Come mai? La risposta è insita nel nostro sistema nervoso e ce ne siamo occupati tantissimo in passato.
Ovviamente sto parlando del nostro sistema specchio, un set di neuroni specifici che sembrano essere deputati ad imitare ciò che stanno guardando. Sì è per questo che quando guardi una partita di calcio ti sembra di essere in campo e fai tutti quei movimenti come se dovessi realmente dribblare l’avversario. Ecco tutto ciò accade grazie a questo sistema motorio-percettivo che ci consente di apprendere dalle azioni altrui (l’esempio) e ci aiuta ad anticipare i movimenti di chi abbiamo accanto: come quando guidando ti accorgi che il tizio davanti sta per sorpassare anche se non ha messo la freccia, hai presente? Ecco quella magia arriva dai nostri neuroni specchio.
Questo sistema funziona sempre secondo la logica predittiva del cervello, continuando a fare predizioni e simulazioni sul comportamento nostro e altrui. Ed è per questo che le persone con le quali è difficile entrare in sintonia (o quando entrare in sintonia ci disturba) sono quelle difficilmente prevedibili, come un tizio ubriaco in mezzo alla strada o una persona che fa azioni poco trasparenti. Quando entriamo in relazione con il prossimo il primo messaggio che inviamo è: tranquilli ciò che faccio in questo contesto è assolutamente adeguato e prevedibile.
Tutto questo gioco funziona solo quando…
Tutto ciò si azione solo quando prestiamo realmente attenzione a ciò che ci accade attorno. Possiamo letteralmente essere distratti e disconnessi dal contesto intorno a noi per un sacco di motivi, non necessariamente tutti negativi. Chi ha letto i miei libri si ricorderà di quel mio amico che leggermente brillo dopo la vittoria della propria squadra del cuore, tenta di sedare la lite tra due sconosciuti senza rendersi conto di essere in mezzo ad una faida tra due fazioni agguerrite. L’alcol, la felicità della vittoria della propria squadra e il fatto che si trovasse dall’altra parte del mondo (in Australia) gli hanno impedito di notare tutti i segnali di pericolo.
Ok la storia appena descritta è esagerata e me ne rendo conto tuttavia è così, serve una reale attenzione per ottenere una reale sintonia. Qualcuno penserà che mi stia contraddicendo, dopotutto ho appena detto che è impossibile non entrare in sintonia, questo è vero. Ma la cosa più difficile da fare non è tanto entrare in questa sorta di sintonia ma è anche mantenerla, non basta lo sguardo sfuggente con quella persona, se vogliamo capire le sue intenzioni dobbiamo mantenere la nostra attenzione. Certo non sempre e non con tutti ma in linea di massima serve questo genere di consapevolezza.
Se mi segui sai che quando parlo di attenzione non mi riferisco al semplice notare le cose ma a diventarne consapevole. Notare è già il primo passo, il secondo è quello di osservare e notare quando il nostro focus va altrove per riportarlo con gentilezza al nostro oggetto di attenzione. So già cosa state pensando, che sia lo stesso processo che descriviamo nella meditazione, ebbene sì si tratta dello stesso identica processo, del modo con il quale funziona davvero la nostra attenzione. La quale è costantemente intenta a saltellare da una parte all’altra, certo potresti non rendertene conto ma fa così con tutti (anche con chi medita da anni).
Tutto ciò non significa che quando guardi una persona devi squadrarla o fissarla ma significa che se vuoi prestarle realmente la tua attenzione “guardarla e basta non è molto utile“. Anche se guardare è già il primo step per farlo, non hai idea di quante volte ho osservato il comportamento delle persone visibilmente distratte (magari durante una riunione) le quali non solo affermavano di non essere state tali (o per lo meno non così tanto come sembrava dai video) ma erano convinte di aver rivolto reali attenzioni in quella specifica direzione.
La vera crescita personale è tutta collegata
C’è poco da fare la vera crescita personale è tutta collegata. Così come un buon esercizio fisico non ti fa bene solo in una parte specifica del corpo, ad esempio correre con una certa regolarità non fa bene solo alle gambe e ai piedi. Lo stesso possiamo dire per le pratiche psicologiche più utili, non fanno bene solo a quel contesto specifico ma a tutti i livelli. Ok se giochiamo con i concetti possiamo arrivare a dire che tutto è in fondo collegato e non ci sbaglieremmo più di tanto. Ma il fatto che dalla sintonia o interazione (o comunicazione) si passi alla meditazione non è così strano come sembra.
Così non ho parlato della gestione emotiva, altro aspetto fondamentale nella interazione con il prossimo. La quale è strettamente legata alla nostra capacità di regolare la nostra attenzione, anche di questo ne abbiamo già parlato fin troppo ma la cosa è semplice: più sei distratto e meno sei capace di regolare il tuo mondo interiore. Allo stesso tempo, più sei ingarbugliato nelle tue emozioni e meno riesci a gestire il tuo focus attentivo ecc. E’ tutto dannatamente collegato, il che è inquietante da un lato perché ci sembra di dover migliorare troppe cose ma in realtà è anche un grande vantaggio:
Infatti possiamo prendere una singola cosa e cercare di migliorarla, se migliori il tuo modo di spostare l’attenzione ne riceverai dei benefici sotto tutti gli altri punti di vista. Questa è per me la base da cui partire, è l’abilità che ha maggiori ripercussioni positive su di noi, ma non è l’unica. Anche allenarsi intenzionalmente ad entrare in relazione, gestire meglio le proprie emozioni o anche il semplice provare a scambiare 4 chiacchiere con uno sconosciuto, possono migliorare a catena molte parti di noi. Per una persona molto timida il semplice allenarsi ad alzare il tono di voce potrebbe innescare benefici su altri livelli individuali.
Per questo motivo nei prossimi giorni uscirà anche un video dedicato alla abilità più importante da acquisire nel 2025, ed è proprio quella di migliorare il nostro modo di comunicare. Perché è proprio nell’interazione che si esprimono al massimo le proprie qualità ed anche i propri difetti, l’altro è uno specchio inevitabile ed ineluttabile della vita con cui prima o poi tutti facciamo i conti. Per riuscire a farlo nel modo migliore possibile bisogna lavorare su se stessi, perché penso non ci sia cosa più preziosa da coltivare. Non si tratta di un culto della personalità, dobbiamo essere tutti forti e fighi ma di un classico intramontabile:
Conoscere se stessi e farlo da soli è impossibile, certo se pratichi la meditazione da asceta è probabile che tu possa arrivare a vette di auto consapevolezza molto alte, ma se non ti confronti con il prossimo non servirà a molto.
Genna