Ciao,
ti è mai capitato di vedere un film horror e di non riuscire a dormire la notte? È qualcosa che capita a molti ed infatti da un po’ di tempo mi chiedono se scrivo un post dedicato “agli impressionabili“.
Possiamo vedere “l’impressionabilità” come una sorta di identificazione con quello che vediamo.Molti l’associano a tratti come paura e coraggio ma a ben pensarci le cose stanno diversamente e ne parliamo nella 17° puntata del podcast di PsineL…
Sei riuscito ad ascoltarlo? Come ti raccontavo ho davvero un caro amico “spericolato” che per lavoro guida gli aerei ma se vede il sangue “sviene”. Così come esistono pompieri che si lancerebbero con coraggio tra le fiamme ma hanno una paura fottuta degli aerei. È ovvio che la paura come emozione ci indebolisce e permette alle immagini di fare l’effetto impressione, tuttavia può capitare anche a i più coraggiosi di subirlo.
Utilizzando la “metafora fotografica” possiamo vedere”l’impressionabilità” come la tendenza di uno stimolo ad imprimersi sulla “nostra pellicola”. Qualcosa che se, visto, udito o sentito, tende a restarci in mente anche contro la nostra “forza di volontà”.
Se mi segui da un po’di tempo sai che cosa è l’identificazione con i tuoi contenuti mentali. Ciò che accade è del tutto simile,ci identifichiamo a tal punto con quelle “scene…da restarci (un pochino) traumatizzati”.
Che cosa è “un trauma”? È una situazione in cui un equilibrio viene destabilizzato temporaneamente o in casi molto gravi “per sempre”. È chiaro che se consideriamo “l’impressionabilità” come causata da un trauma questo varia da persona a persona.Infatti ci sono persone che come me hanno una alta soglia al dolore, quando vanno dal dentista,e chi invece non riesce neanche a farsi mettere le mani in bocca.
Anche questo però varia, infatti mentre potrei quasi subire un operazione alla bocca senza anestesia(dissociandomi) non ci riesco altrettanto bene con altre parti del corpo. Ti dico questo per mostrarti l’incredibile varietà alla sensibilità ad uno stimolo specifico da persona a persona. Per questo ho teoricamente ipotizzato due diverse “impressionabilità”:
Quella specifica, cioè rivolta verso un oggetto/eventi specifico, come l’esempio della vista del sangue. E quella generalizzata, cioè una tendenza ad essere ipersensibili verso tutto ciò che può turbare, anche cose piccolissime. Questo modo di vedere “il trauma” è preso dalla branca “più scientifica” della psicologia, quella detta”cognitivo-comportamentale”…
…ed utilizzeremo proprio quegli stessi assiomi ormai antichi di 100 anni per ridurre questa sorta di ipersensibilità e diventare meno impressionabili.Ecco la struttura dell’esercizio che hai ascoltato:
1) Costruire lo “stato”: prima di affrontare quella che in gergo viene chiamata “desensibilizzazione sistematica” è necessario creare uno “stato positivo”di presenza e tranquillità. Non ci serve per fare una sorta di “collasso delle ancore” (anche se un po’ lo è per forza) ma per la fase con-vivere con alcune emozioni/impressioni per poi lasciarle andare.
In questo post trovi molti audio meditazioni cheti possono guidare verso uno stato ottimale per affrontare la densesibilizzazione. Ritengo che la meditazione mindfulness sia lo strumento migliore per la “impressionabilità generalizzata” e allo stesso tempo lo è anche come “base sicura”negli esercizi di “esposizione”.
2) Oggetto impressionante: prendi un oggetto specifico su cui pensi di essere troppo sensibile,come ad esempio il “prelievo del sangue” e crea una scala graduale di eventi legati a quell’evento. Ad esempio potresti immaginare un infermiera mentre fa un prelievo, come una situazione che ti da “poco fastidio”…e quindi come “scena da porre in cima alla lista”…
…poi immaginare il braccio di un’altra persona mentre subisce un prelievo e poi magari infine vedere proprio il tuo braccio. Insomma devi spezzettare l’evento in sotto-eventi che siano graduali ed immaginari, da un evento distante che ti impressiona poco fino a quello che t’impressiona maggiormente.
3) Esposizione virtuale: ora che hai la lista con l’evento target spezzettato in sotto eventi più gestibili, iniziamo la prima esposizione. Mettiti comodo ed entra in uno stato di presenza e di tranquillità (nb. va bene anche uno stato di non troppo profondo rilassamento) e quando senti di essere sufficientemente tranquillo inizia a vivere mentalmente la prima scena che hai scelto…
…nel nostro esempio dovresti vedere unainfermiera che si prepara al prelievo. Resta incompagnia di quella scena, osservandola inmodo tranquillo. Lascia scorrere i tuoi pensierievitando di giudicarti negativamente, questopresuppone che tu abbia una pratica alle spalledi meditazione. Ma puoi farlo anche con ilsemplice rilassamento, dipende da quantoforte è la scena.
Vivi tutte le scene che hai progettato mentre sei all’interno di questo stato di presenza e di calma mentale. Fallo fino a quando ti sembra che le scene non ti danno più fastidio come all’inizio. Questo è un po’ la “prova del nove”se a questo punto riesci a vedere quelle scene significa che probabilmente non ci sono controindicazioni a proseguire l’esercizio…
…se così fosse fermati immediatamente e rivolgiti ad un professionista per migliorare questo tuo aspetto. Se invece riesci a vivere mentalmente tutte le scene allora prosegui fino a quando ti sembra di poterle gestire emotivamente nella fantasia.
4) Esposizione reale: ora inizia a progettare una esposizione nella realtà. Fai la stessa identica cosa della “lista precedente” ma questa volta devi agire nella realtà e non solo nella mente. Nel nostro esempio del prelievo puoi immaginare alcuni piccoli passi per affrontarlo,con lo stesso principio graduale.Magari vai a vedere qualche prelievo, poi lo prenoti e infine vai a farlo.
Una volta che ti sembra di aver desensibilizzato una certa area cambia oggetto ripetendo i passaggi. Ricorda di fare tutto nel modo più graduale possibile,anche nella scelta degli oggetti/eventi impressionanti.
Oggi possiamo servirci di internet per desensibilizzarci ad un sacco di cose, ci basta usare youtube per farlo, ad esempio a molti miei clienti che hanno problemi con la rabbia, cioè non possono vedere due persone che litigano, ho consigliato di guardarsi dei dibattiti politici, magari dove fosse presente Sgarbi o personaggi del genere.
5) Dissociazione artificiale: per i più pigri che non vogliono apprendere davvero la meditazione, se fai parte di questi puoi fare l’esercizio con un semplice rilassamento e affrontando l esposizione mentale in terza persona, cioè guardandoti da fuori, come se vedessi te stesso su uno schermo mentre interagisci con quello stimolo impressionante.
Questo artificio rappresentazionale funziona davvero, la PNL lo dice da 40 anni ma solo ultimamente è stato comprovato sperimentalmente. È una dissociazione artificiale che può aiutarci nella desesibilizzazione,anche se per risultati duraturi, secondo il mio parare è necessaria la meditazione…lo sai ormai sono invasato 😉
Bene siamo arrivati alla fine di questo lungo postdedicato “all’impressionabilità”. Ci tengo asottolineare che questo termine è preso dal gergo”della strada” per questo a volte può significarecose diverse in campo psicologico. Nel nostroesempio mi riferisco proprio a ciò che richiamala metafora della pellicola che “troppo sensibileviene impressionata”… quindi ad un “trauma”.
Come dicono molti autori il semplice porre l’attenzione in modo mindfulness al nostro corpo ne fortifica “i confini psicologici”. Per cui non penso che esista una tecnica migliore da poter sperimentare da solo. Provalo e fammi sapere i tuoi risultati postandoli qui sotto. Se magari già pratichi mi piacerebbe sapere se hai “involontariamente” già scoperto questo effetto 😉
A presto
Genna