Perché fai quello che fai? La risposta a questa domanda non è per nulla semplice ed è la chiave per scovare i tuoi “valori”.

Se bazzichi da un po’ di tempo nel mondo della crescita personale sicuramente avrai sentito parlare di questi “benedetti valori”.

Ogni esperto si è inventato delle modalità per “scovarli e per lavorarci”, nella puntata di oggi trovi uno dei metodi più facili ed efficaci che la ricerca abbia mai sperimentato…

L’amicizia

Nel 2008 ho avuto la fortuna di insegnare in una scuola superiore. Non ero un vero professore perché insegnavo “tecniche di apprendimento”.

Però era come se lo fossi perché le mie ore corrispondevano a quelle degli altri professori. Entravo in classe, facevo l’appello e tutto il resto.

Una delle domande più interessanti che ponevamo (non ero da solo a tenerlo) era più o meno così: “che cosa è per te l’amicizia”?

Scopo della domanda era far notare agli studenti come ognuno avesse una propria modalità di esprimere l’amicizia.

Tutti sapevano di cosa stessi parlando, tutti ne avevano una propria idea e tutti davano risposte diverse!

Ognuno dava una propria interpretazione di quella che chiamiamo “amicizia” che non è qualcosa di tangibile ma è qualcosa a cui ognuno tiene in una qualche misura.

Criteri e regole

Lo scopo delle mie domande era anche far notare ai giovani ragazzi che nella descrizione di quel “valore” ognuno aveva le proprie “regole”.

”Per me l’amicizia significa che quando uno sta male l’altro c’è sempre”, qualcuno rispondeva e altri invece dicevano:

”Per me l’amicizia è quando vedi che sto male e sai che devi lasciarmi in pace”. Visioni anche contrastanti della stessa cosa.

Attraverso questo lavoro cercavo di renderli maggiormente consapevoli dei “criteri e delle regole implicite” che ognuno di noi possiede su ciò che gli interessa davvero.

E di come questi criteri possano anche essere profondamente diversi senza che vi sia una “verità”, un modo “giusto di interpretare l’amicizia” ecc.

Consapevolezza

Il nostro scopo in quegli interventi (sui valori) era aumentare la consapevolezza degli studenti espandendo le loro mappe di riferimento.

Sapere che per ognuno “l’amicizia” significa cose diverse li avrebbe davvero aiutati ad a comprendersi meglio? E questo li avrebbe aiutati nello studio?

Onestamente non ho una risposta perché non vi furono follow-up (controlli successivi) ma senza saperlo stavamo applicando una tecnica potentissima.

E no, non era potente perché insegnava i “criteri dei valori” così come indicano molti esperti di crescita personale ma era potente perché in grado di attivare le risorse dei ragazzi.

A distanza di 10 anni ne è passata di acqua sotto i ponti e la ricerca ha confermato la validità del “ragionare sui propri valori”.

Se avessi detto “oggi lavoriamo sui valori”…

Se a scuola avessi detto: “ragazzi oggi lavoreremo con i valori” cosa pensi che avrebbero pensato gli studenti?

I più preparati forse mi avrebbero parlato di filosofia e forse mi avrebbero indicato il fatto che siamo in una società priva di valori.

Il famoso nichilismo di Nietzsche è una realtà attuale. Ora non voglio annoiarti con queste faccende ma è necessario passarci per un istante.

Qualche secolo fa i “valori” erano chiari e distinti, così come tutto ciò che potevi fare nell’arco della tua vita.

Meno benessere era presente e più vi era la necessità di valori chiari ai quali aderire per poter sopravvivere in una nascente società.

Il benessere

Come racconta Harari (e come abbiamo visto più volte) i “valori” sono gli aspetti culturali che hanno permesso alle grandi società di sorgere.

Secondo lo storico sono le “idee comuni ed astratte” ad aver permesso a piccoli gruppi sparuti di organizzarsi in grandi masse.

Sono queste “idee superiori”, gerarchicamente più importanti dei singoli individui ad aver permesso a piccoli gruppi di aggregarsi.

Più è cresciuto il benessere della società più tali valori comunitari si sono sfilacciati. Questo perché il loro valore evolutivo è diventato sempre meno importante.

I nostri antenati erano fieri di andare in guerra per difendere il proprio paese e le proprie “idee astratte” (i valori).

Meno valori più individualismo

Sappiamo tutti di vivere in una delle società più individualiste di sempre, e questo anche grazie alla perdita di importanza dei valori comuni.

La cosa bizzarra è che oggi sappiamo che lavorare su quei valori da significato alla nostra vita e alle nostre azioni.

E guarda caso, quando ti metti a ragionare sui valori più importanti della tua vita, quelli davvero fondamentali, hanno a che fare con “gli altri”.

Si, i valori che spingono con maggiore forza verso la crescita sono aspetti comunitari. Sono direzioni comuni e non individuali.

Ci siamo evoluti grazie alla nostra capacità di cooperazione (come sanno ormai gli evoluzionisti) e per crescere abbiamo bisogno di recuperare tali aspetti.

Dare significato alla vita

L’ultima volta che mi hanno chiesto: “Genna ma che significato ha la vita?” Ho rilanciato la domanda al bravissimo Riccardo Dal Ferro.

Che in modo scherzoso mi ha risposto dicendomi che l’unico vero modo per conoscere il “senso della vita” è guardarsi il film dei Moty Python.

Rick scherzava ma non troppo, nel senso che è davvero difficile se non impossibile rispondere a questa domanda.

Dal punto di vista psicologico l’unica cosa che sappiamo è che, perseguire valori comuni, cioè che vadano nella direzione di aiutare il prossimo e non solo noi stessi.

Aumenta la felicità e la soddisfazione personale in ogni ambito. Ora è chiaro che questa non è una risposta, ma fa pensare che in realtà siamo noi a dare significato.

Il significato

Il mondo del lavoro abbonda di storie incredibili sui valori e su come attribuiamo soggettivamente senso alla realtà, differenze profonde non in base alla professione ma in base a ciò che pensi della tua professione.

Ci sono testimonianze di “operatori ecologici” iper soddisfatti del proprio mestiere e di ingegnieri super pagati che invece lo odiano.

Se mentre pulisci le strade pensi al benessere che apporti alla società, al fatto che se lo fai per bene al mattino le persone saranno felici di camminare in una città pulita ecc.

Allora è probabile che tu ti senta fiero e soddisfatto. Se invece pensi solo al tuo successo personale, al fatto di dover crescere tu contro gli altri ecc.

Ecco in questo caso la soddisfazione, il senso, sarà molto più difficile da scovare. Si, il “senso delle cose” sembra avere molto a che fare con “gli altri”.

Obiettivi non-autocentrati

Numerosi studi stanno comprovando il fatto che avere “obiettivi non autocentranti” cioè non basati su te stesso, aumenti la soddisfazione nella vita.

Quindi non è solo una cosa “lavorativa”. Occuparsi del prossimo fa bene a diversi livelli attivando quella che gli scienziati chiamano: risposta tand-and-befriend.

Una risposta fisiologica che attraiamo in casi di forte stress uguale e contraria alla famosa risposta di attacco-fuga.

Invece di attaccare o scappare quando siamo in difficoltà tendiamo ad affidarci al prossimo e ad essere maggiormente coesi.

Ti basta pensare ai grandi disastri e vedere come le persone non tendando ad attaccarsi vicendevolmente ma ad aiutarsi reciprocamente.

Crescita personale (CP) non significa crescita individuale

La nostra cara CP è nata in un periodo di esplosione dell’individualismo. Ma in realtà esiste da molto prima e non ha mai significato una scelta di campo fra “me e loro”.

Gli antichi Greci avevano sviluppato tecniche e metodiche di crescita personale ma non erano rivolte solo al singolo individuo.

Quando Socrate andava in giro per la Polis a rompere le scatole a tutti (il tafano di Atene) lo faceva per risvegliare le coscienze non per convincerci che eravamo “migliori degli altri”.

Da anni ti dico che per me (la visione di Psinel per essere meno personale) fa rima con “conosci te stesso” e allo stesso modo possiamo dire che CP significa: mettere a disposizione la tua crescita per gli altri, per una società migliore!

Anche perché se la nostra società dovesse collassare con essa svaniremmo anche noi. Lo so è truce da ricordare ma è bene farlo, è bene sapere che TU sei qui su questa terra grazie agli altri.

L’aereo

Vorrei concludere con una metafora che troverai anche nel Qde e che molto probabilmente mi hai già sentito raccontare qualche volta: quella dell’aereo.

Ti sei mai fermato ad ascoltare con attenzione le hostess prima di un volo? Danno un’istruzione molto precisa e bizzarra a tutti i genitori in presenza di figli molto piccoli:

In caso sia necessario indossare le maschere d’ossigeno, prima deve indossarla il genitore e dopo il bambino, perché? Perché si presuppone che il bambino non sia in grado di farlo da solo.

Per tanto se il genitore dovesse svenire per assenza di ossigeno nessuno riuscirebbe ad indossare la maschera. Sembra quasi un atto egoistico: “indossa tu per primo la maschera d’ossigeno”.

Ma più siamo in presenza di situazioni delicate, con persone delicate e più dobbiamo imparare a darci “l’amore necessario” per una buona relazione.

I valori sul lavoro

Fuori di metafora: se segui il valore della perseveranza sul lavoro perché il tuo capo ti ha convinto di questo, ma allo stesso tempo tu persegui la “libertà”, prima o poi scoppierai.

Prima o poi verrà fuori il tuo bisogno di libertà, il fatto che in fondo ciò che per te è importante è completamente opposto al valore imposto dal tuo capo.

Magari riesci a seguirlo sul lavoro e ne sei anche abbastanza fiero. Si perché se sei “uno spirito libero” potresti essere fiero di riuscire a sviluppare “disciplina sul lavoro” (è un classico degli opposti).

La cosa migliore sarebbe spiegare al tuo capo che hai bisogno anche di libertà e che magari, è profondamente sbagliato occupare i tuoi weekend ecc.

Un buon team ha sempre una certa quantità di valori condivisi e soprattutto ha un rispetto religioso per i valori che non sono condivisi ma applicati in momenti diversi. (Fai l’assicuratore e ami la sicurezza però nel weekend ti lanci con il parapendio senza protezione da 3000 metri in fiamme).

Insomma i valori sono un terreno su cui bisogna lavorare, nel Qde troverai l’esercizio dettagliato di oggi più tante altre considerazioni utili per lavorare con questo potente strumento di auto conoscenza.

A presto
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.