Ciao,

quale è il nostro vero cervello? da quando lemoderne scienze hanno decretato che il nostrocentro del pensiero si trova nell’encefalo moltistudiosi hanno scoperto diverse zone del corpoin cui sono ospitati “talmente tanti neuroni” dainiziare a credere che esistano più cervelli. Edoggi, alla luce delle moderne scoperte si prendeseriamente il termine “organismo” nel senso diun agglomerato sistemico di parti, più che di”parti nettamente separate”…

…così dagli studi sulla emboided cognition oggisappiamo che esiste una profonda circolaritàche lega inscindibilmente “mente e corpo”. Edè quindi sempre più difficile attribuire ad unasingola parte dell’organismo delle funzioni chesiano “specie specifiche”. Ma tranquillo non hovoglia di farti una lezione di psicofisiologia madi portarti per mano attraverso un “delirio” checi aiuti a fare luce su un quesito gigantescoche prende in causa la nostra pelle…

…e le nostre sensazioni/percezioni. Ma per farlomi servono altri due o tre concetti di biologia…tempo fa ti ho parlato degli affascinanti studi diBruce Lipton (che ormai non ha più bisogno dipresentazioni) il quale dice in poche parole che”il dogma centrale” della biologia, cioè che lavita dipenda dal materiale genetico, non è piùun “dogma” alla luce delle moderne scoperte.In modo particolare oggi ciò che più mi staa cuore non è “la biologia delle credenze”…

…citando un suo noto testo, ma la constatazione(per me ancora più scientifica) che il vero centrodi controllo della cellula non sta nel suo nucleoma nella sua membrana. Per decenni abbiamocreduto che il nucleo, in cui è custodito il nostromateriale genetico, fosse il “cervello della cellula”da cui partono le informazioni per creare tutto ciòdi cui  ha bisogno (la cellula) per poter vivere ecomunicare con lo spazio esterno…

…ma in ogni essere vivente se togliamo quello cheoggi chiamiamo cervello, questo muore! Lipton hascoperto che se togliamo il nucleo di una cellulaquesta è in grado di sopravvivere e di fare il propriolavoro di comunicazione con l’esterno, anche in assenza di nucleo. Si, non riesce più a riprodursima continua a vivere… per tanto Lipton ha detto inmodo forse non troppo scherzoso che il nucleo è più simile agli organi riproduttivi che non alcervello. 

In questo modo il biologo ci racconta una realtà chealcuni avevano già intuito osservando la psicologia.Cioè il fatto di dare molta importanza “alla pelle”(al soma) a quella barriera che ci permette dicomunicare con l’esterno. E visto che esiste innatura una relazione strettissima fra micro emacro, forse è proprio “la pelle” il nostro primocervello, quello ancora più arcaico che ci aiutaa sopravvivere…

…di certo è il luogo “di confine” a cui arrivanotutte le stimolazioni dell’esterno e allo stesso modoè anche il primo organo a segnalare quandoqualcosa di interno non funziona. Guarda caso lamaggior parte dei problemi dermatologici ha unaorigine psicosomatica. Fino a qui tutto provatoalla luce della ricerca clinica e sperimentale mala mia ipotesi si porta ancora più in là…e arrivacome ormai da tempo capita su psinel allanostra amata meditazione.

Come dovrsti ormai sapere meditare significa ilportare l’attenzione a qualcosa in un modo presente,intenzionale e non giudicante… questo tipo diattenzione va allenata per restare nel presnete enon farsi trascinare dai pensieri e dalle emozioni.E’ un pò come se, invece di concentrarci su checosa succede dentro di noi oppure che cosasuccede “fuori di noi”…ci si concentri su queiconfini che delimitano il nostro corpo, cioè lenostre sensazioni che derivano dal contatto…

…contatto fra i nostri organi di senso e la realtà che cicirconda. E l’organo di senso maggiormente preso incausa dalla meditazione è quello cinestesico epropriocettivo, cioè quello dato dai sensori dellanostra pelle. Quindi quando ad esempio facciamo ilbodyscan stiamo portando attenzione a quel confine,a quella periferia da cui arrivano tutte le informazionie le comunicazioni al nostro corpo. Portiamo piùattenzione ai nostri processi di scambio fra dentroe fuori e viceversa…

…prestando attenzione in modo mindfluness si diventain grado di osservare senza giudizio tutto ciò che staaccadendo in quel “confine”. Questo non significa chestiamo decidendo coscientemente cosa entra e cosano, ma semplicemente che siamo in grado di notarloed osservarlo. E questa forma di consapevolezza ècome se ci rendesse “consapevoli dei movimentidel nostro cervello” della “nostra membrana”.Un movimento “semplice ma fondamentale”…

…un movimento che sembra superficiale (proprioperché posto sulla pelle) ma che così non è. Chesembra meno completa di una interpretazione suipensieri, sogni, desideri, credenze (insomma tuttociò che identifichiamo con il nostro pensiero econ la nostra personalità) ma che in realtà invecedi puntare l’attenzione verso “il nucleo” la puntasulla “membrana”. Invece che su interpretazioniarzigogolate punta sul fenomeno dello scambiocon l’ambiente stesso.

Nel corso dei secoli siamo diventati esperti nelgestire l’ambiente che ci circonda, con l’avanzaredel pensiero umano abbiamo esplorato in modominuzioso il nostro pensiero con la filosofia primae con la psicologia oggi. Attualmente con le nostremacchine possiamo guardare dentro l’organismoche cosa accade durante una certa funzione. Inpoche parole abbiamo delle ottime “mappe” checi dicono cosa c’e “la fuori” e cosa c’è “li dentro”…

…ma noi, in quanto esseri umani privi di strumentipossiamo solo avere delle “pallide immagini” ditutte queste scoperte. Infatti, come probabilmentesaprai, il mondo che percepisci è solo una piccolaporzione, non solo in termini fisici (perché i sensisono limitati) ma anche psicologici. Lo stesso valeper ciò che riesci a sentire dentro te stesso, puoisi diventare molto sensibile ai tuoi “moti interiori”ma difficilmente sarai consapevole di ogni loro”movimento” (altrimenti non esisterebbe ilconcetto di inconscio)…

…l’unica cosa di cui puoi essere certo è che dentroe fuori di te esiste un continuo scambio. Che questoavviene inconsciamente ma che puoi imparare adosservarlo in modo sottile con la meditazione. Chenon fa altro che portare la tua attenzione a quelconfine e a notare fenomenologicamente che cosasta accadendo in quel momento. In altre parole, lesensazioni che prova un meditante allenato sonomolto più attendibili dei suoi giudizi su ciò chesta vivendo…

…è come se l’unico modo per osservare, attraversose stessi (cercando di rivolvere la secolare diatribafra oggetto e soggetto) sia quello di fare quel saltoche i fenomenologi chiamano “epoche” e che oggipossiamo anche ribattezzare con il complesso edifficile termine disidentificazione (che però rendemolto bene il  concetto). Facendo questa sorta disalto mentale possiamo davvero portare tutta lanostra attenzione “alla membrana”, “al cancellodella percezione”…

…e se questo è il nostro “primo cervello” penso chegli effetti benefici della meditazione possano derivareanche da queste mie bizzarre elucubrazioni teoriche;)E’ un po’ come nuotare, sotto di noi ci sono i nostripensieri, se stiamo troppo con la testa sotto rischiamodi restare senza fiato. Mentre se ci solleviamo si unabarca non stiamo più nuotando e facendo quel “rettosforzo” per diventare dei bravi nuotatori. Ma c’è unfenomeno particolare, quando diventi bravo anuotare (a portare attenzione mindful) …

…ti rendi anche conto che a volte ti basta lasciartiandare per galleggiare senza sforzi. Via via che nuotie affini la tecnica hai sempre meno bisogno di usare”la forza fisica”. Hai mai visto la differenza fra un nuotatore esperto ed uno alle prime armi? quest’ultimo di solito sembra fare uno sforzo pazzesco,mentre l’esperto, avendo pratica e consapevolezzadel movimento idrodinamico del suo corpo, famolto meno sforzo…detto in modo più semplicefa la metà delle bracciate.

La superficie dell’acqua sembra anche qui mostrare unlato, appunto “superficiale”. Questo significa che per imparare a fare “apnea” (stare sott’acqua) deviprima imparare a galleggiare e nuotare. Altrimentilo sforzo richiesto, senza queste abilità, renderà lagita sott’acqua un vero incubo…e raramente lepersone torneranno a quella profondità se non sisono sentite a proprio agio.

E tu, che cosa ne pensi? lascia un commento quisotto e fammi sapere la tua… so che adori i mieideliri, per cui buttati anche tu con tuo delirio.

A prestoGenna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.