Ciao,

che cosa ti impedisce di fare ciò che desideri fare? Nella crescita personale “classica” la risposta a questa domanda solitamente è: le tue convinzioni. Ma esiste qualcosa che “viene ancora prima” delle convinzioni, qualcosa che va oltre la costruzione mentale del pensiero.

Nella 48° puntata del podcast di psinel trovi un esercizio per aumentare la tua capacità di “avvicinarti a ciò che desideri”…

 

L’hai ascoltato? Si tratta ancora una volta del concetto di “evitamento esperienziale” di cui abbiamo parlato diverse volte. Cioè la umana tendenza (e non solo umana) ad evitare le esperienze dolorose e a ricercare il piacere. Qualcosa di molto semplice da comprendere perché è chiaro a tutti che si preferisca “stare bene piuttosto che male”, ma…

…c’è un paradosso di mezzo: più cerchiamo di evitare le esperienze dolorose (soprattutto quelle mentali) e più diventa difficile stare bene. I teorici della ACT (Acceptance and Commitment Therapy) usano una metafora molto interessante, quella delle “manopole” che ti ho raccontato nel podcast. Questi due semplici “controller interiori” non hanno la stessa “mobilità”.

Infatti la “manopola del disagio” sembra essere direttamente proporzionale a quella della “disponibilità” a provare quella certa esperienza. Più il disagio è alto e più lo si dovrebbe accettare, invece chiaramente le cose sono al contrario. Più è intensa l’esperienza di disagio e meno siamo disposti ad provare quelle esperienze…per cui nella realtà è “indirettamente proporzionale”.

Mentre quella la manopola del “disagio” non dipende completamente da te, quella della”disponibilità a provare quel disagio” SI! Ma chiaramente è più facile dirlo che farlo, infatti serve un certo allenamento per regolare quella manopola. Il primo “tipi di allenamento” è di certo quello della consapevolezza, cioè iniziare a renderci conto a quanto teniamo questa “disponibilità”.

 

Ancora una volta ci torna utile una bellissima metafora della ACT:

 

“Immagina di finire nelle sabbie mobili, la prima reazione istintuale delle persone è quella di dimenarsi per uscirne il più velocemente possibile. Così si cerca con forza ed energia di uscirne, ma più carichiamo di forza i nostri passi e più rischiamo di restare impigliati nella melma. Sembra assurdo ma una soluzione esiste…

…devi paradossalmente aumentare la superficie di contatto con la “sabbia mobile”. Invece di agitarsi e scappare, bisogna adagiarsi su quel mare di melma” con tutto il corpo. Così è bene allargare le braccia e le gambe, in modo che la nostra superficie di contatto aumenti. E poi, purtroppo in quel caso bisogna sperare che qualcuno ci passi a prendere 😉

Chiara la metafora? No? ecco la traduzione: quando qualcosa ci procura disagio (come le sabbie mobili) tendiamo a scappare via con forza da quella situazione. Ma molto spesso questo gesto di “evitamento” ci invischia ancor di più in quella situazione. La primacosa da fare è “aumentare il tuo contattocon quella situazione”…

…o meglio: diventare disponibile a “toccare con mano” quello stimolo fastidioso. Nella nostra “metafora di base” alzare la manopola della disponibilità. Immagina che ogni tipo di situazione che contenga una forte carica emotiva è simile alle “sabbie mobili”. Un buon modo per evitarle è innanzi tutto il saperle riconoscere…

…nella intelligenza emotiva questo nasce dalallenare la mente alla presenza. Ma non solo, l’allenamento non basta, bisogna essere più che disposti a ritrovarsi in mezzo a quelle”brutte esperienze”. Proprio come ogni sciatore sa che potrebbe ritrovarsi con il sedere sulla neve, e più osa e più sa che potrebbe cadere…

…allo stesso modo dobbiamo fare noi con la nostra manopola della disponibilità. Spero sia chiaro che questa “manopola” non esiste, ma è una buona metafora operativa, nel senso che da sola può davvero già operare positivamente nella nostra vita. Si tratta ancora una volta di quella “accettazione” di quel “tassello mancante” che forse pochi hanno apprezzato 😉

L’idea di poter “giocare con una manopola” è oltre che utile anche molto affascinante,soprattutto per gli appassionati di crescita personale (mi viene in mente il DHE di Bandler, per intenderci). Come vedi si tratta di semplici metafore per veicolare significati che non si potrebbero capire altrimenti.

Infatti hai solo pochi modi per toccare con mano questi concetti: soffrire profondamente per qualcosa e accorgerti che fuggire non fa altro che peggiorarla. Esperienza che può di certo insegnare tantissimo ma che non è detto che ti aiuti nel futuro dipende da un sacco di fattori. Oltre alla “vita” che è chiaramente la prima maestra esiste un secondo modo…

…metterti a meditare, che sia in modo formale o informale poco importa, ciò che conta è il tuo continuo fare i conti con “questa manopola” e durante la meditazione hai numerose occasioni per avvicinarti a “concetti dolorosi” e poter regolare quel “controller”. Come ti raccontavo nel podcast, la prossima volta che ti “prude una guancia”, lasciala li ed usa questo micro disagio per allenarti ad affrontare qualsiasi altra cosa nella tua vita.

Un concetto molto semplice che può darti grandi risultati. Provalo, fallo nella modalità che più ti sembra idonea a te, puoi immaginare una vera e propria manopola o semplicemente sentire la tua “apertura agli eventi“. Puoi scatenare la tua creatività, l’importante è che i concetti di base restino inalterati.

Fammi sapere che cosa nepensi lasciando un commento qui sotto…

A presto
Genna


Gennaro Romagnoli
Gennaro Romagnoli

Mi chiamo Gennaro Romagnoli e sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed esperto di Meditazione. Autore e divulgatore di PsiNel, il podcast di psicologia più ascoltato in Italia. Se desideri sapere di più clicca qui.